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PER SILVIA BARALDINI
- Subject: PER SILVIA BARALDINI
- From: guerrepace at mclink.it
- Date: Tue, 24 Apr 2001 17:45:10 +0200
GUERRE & PACE via Pichi 1, Milano tel 0289422081; fax 0289425770 guerrepace at mclink.it CONCESSI A SILVIA BARALDINI GLI ARRESTI DOMICILIARI MA NON LA SOSPENSIONE DELLA PENA -------------- Questo primo importante risultato, frutto anche di una forte mobilitazione, non basta per consentire a Silvia di lottare in condizioni di piena libertà contro la sua grave malattia e appare, rispetto alla sospensione della pena, un cedimento all'indebita ingerenza Usa. Occorre rilanciare un vasto movimento perché Silvia torni subito e definitivamente libera ----------- SILVIA A CASA Da sabato 21 aprile, Silvia Baraldini è nella sua casa, a Roma, essendole stata concessa dal Tribunale di sorveglianza la detenzione domiciliare per gravi motivi di salute. Il provvedimento è valido fino al 20 settembre, quando verrà riesaminato. Silvia ha il diritto di muoversi in qualsiasi momento della giornata per ragioni di cura e può allontanarsi dal domicilio ogni giorno dalle 9 alle 14 per ''esigenze di vita'' (di lavoro, di studio, per andare a fare la spesa ecc.). Queste prescrizioni potranno essere modificate in base a eventuali necessità della Baraldini, che potrà anche telefonare liberamente, o ricevere in casa qualsiasi persona. Nel provvedimento si mette in risalto come questa libertà di movimenti possa essere un supporto psicologico alla cura cui è sottoposta. PERCHE' NON LA SOSPENSIONE? Questa notizia suscita sentimenti contradditori poiché, dopo tanti anni di attesa e dopo le iniziative dei mesi scorsi, pareva imminente la sospensione della pena con la completa, anche se pur sempre temporanea, scarcerazione di Silvia, gravemente ammalata. Il 23 marzo scorso, infatti, la Consulta aveva emesso una chiara sentenza secondo cui la Baraldini andava trattata in base al nostro ordinamento, come ogni altro detenuto. Ciò consentiva al Tribunale di Sorveglianza di Roma di decidere in piena autonomia la sospensione della pena, da esso stesso indicata sei mesi fa come l'unica soluzione possibile poiché le gravi condizioni di Silvia rendono "contrario al senso di umanità" il protrarsi della detenzione. L'INGERENZA USA Ma a questo punto il governo Usa, con una nota e poi con le impudenti dichiarazioni della sua ambasciata in Italia, si è fatto vivo per "richiamare" al rispetto dell'accordo (da cui è esclusa ogni forma di scarcerazione) e - pur dichiarando "di non volersi opporre ad un rimedio provvisorio, quale il rilascio temporaneo dalla carcerazione, per il tempo indispensabile ad assicurare le cure'' - ha "minacciato" di poter chiedere la restituzione della Baraldini, per "curarla" nelle sue galere. Questo arrogante richiamo al rispetto dell'accordo sulla Baraldini è tanto più vergognoso se si pensa che gli Usa quell'accordo l'hanno già violato tacendo a Silvia la sua malattia al momento del trasferimento, come fa notare Minà sul "manifesto" e che sempre gli Usa, come nota Gianni Mura su "Repubblica", stanno sfacciatamente violando in questi giorni un trattato di ben altra rilevanza mondiale come quello di Kyoto. Un tal Robert Ciaffa, del Dipartimento della Giustizia Usa, avrebbe addirittura preteso di partecipare alla seduta del Tribunale e ne è stato escluso solo per la ferma opposizione di Grazia Volo, avvocato di Silvia. Questa plateale e indebita intromissione, raccontata dai media come un fatto "normale" (forse perché si ritiene che agli Usa tutto sia lecito), è stata attuata nello scoperto intento di condizionare le decisioni del Tribunale di Sorveglianza in senso opposto a quello della sentenza della Corte Costituzionale. UNA SENTENZA "POLITICA" Il risultato è stato una sentenza che interpreta restrittivamente quella della Consulta e si rimangia quanto lo stesso Tribunale aveva scritto sei mesi fa circa la detenzione contraria al "senso di umanità", per "mediare" con le pressioni degli Stati Uniti. La sentenza indica infatti come preferibili gli arresti domiciliari per un motivo non infondato (non interrompono l'espiazione della pena e non allontanano la sua fine) e un altro ben poco accettabile (si discostano "il meno possibile" dall'accordo con gli Usa). Da parte sua Fassino ha invitato a tacere di fronte all'ingerenza statunitense, anziché rigettarla come lesiva della nostra sovranità e ribadire che il governo e i giudici italiani sono tenuti a rispettare i nostri ordinamenti, non gli ordini di Washington. Da sottolineare infine il codardo silenzio di Amato in tutta la vicenda Baraldini. UN IMPORTANTE PASSO AVANTI. Nonostante questo registriamo come un "passo avanti" importante gli arresti domiciliari, frutto anche di una mobilitazione che ha saputo imporre il caso Baraldini all'attenzione dell'opinione pubblica e che permettono oggi a Silvia, dopo vent'anni, di vivere i primi "scampoli" di vita normale. Ma sottolineiamo che non bastano a garantirle quella condizione di piena libertà così importante, secondo lo stesso Tribunale, nella lotta contro le malattie tumorali. Tanto è vero che la sospensione viene di solito concessa ai detenuti in analoghe condizioni e appare quindi ingiusto il perpetuarsi di una discriminazione che la sentenza della Corte Costituzionale aveva teso a superare. MA LA LOTTA DEVE CONTINUARE Sarebbe soprattutto inaccettabile e da contrastare duramente ogni tentativo di "salvare la faccia" all'accordo restringendo il rispetto dei diritti costituzionali di Silvia alla "salute", riducendoli a un breve periodo di licenza per "cure" quasi subito revocato e ostacolando il suo accesso agli altri benefici di cui possono godere tutti i detenuti. Per questo è indispensabile non allentare la vigilanza e prepararsi a riprendere una decisa mobilitazione che porti Silvia - attraverso la grazia o con altri percorsi previsti dal nostro ordinamento - a ottenere, presto e definitivamente, la libertà. "Guerre&Pace" Associazione telematica Malcolm X ------------------------------- * Articoli sull'accordo Italia/Usa e le mobilitazioni per Silvia nel n. 78 di "Guerre&Pace" (la rivista ospita quasi ogni mese anche un articolo di Silvia). Per consultare il sito <http://www.mercatiesplosivi.com/guerrepace>. Per informazioni, copia in saggio o iscriversi alla lista, scrivere a <guerrepace at mclink.it>. * Un'ampia rassegna stampa e informazioni sul caso di Silvia Baraldini si trovano nel sito dell'Associazione telematica Malcolm X <http://silvia.malcolmx.it>. Per informazioni scrivere a <info at malcolmx.it>.
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