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Processo ai farmaci anti-AIDS
- Subject: Processo ai farmaci anti-AIDS
- From: "ing. Giacomo Alessandroni" <giacomo_alessandroni at tin.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Fri, 20 Apr 2001 18:17:21 +0200
Da www.misna.org leggo e invio alla lista SOUTH AFRICA, 20 APR 2001 (0:20) ________________________________ PROCESSO FARMACI ANTI AIDS: GRAZIE MANDELA! Pretoria ha vinto. Il ritiro delle aziende farmaceutiche dalla causa che esse stesse avevano intentato contro il "Medical Act" varato nel 1997 da Nelson Mandela, rappresenta una svolta di portata storica. Di fronte all'emergenza epidemica del virus dell'Hiv in Sudafrica non restava che affermare il primato della persona sul profitto. Nel recente passato, Paesi come Mali, Costa d'Avorio e Senegal avevano raggiunto intese con il cartello delle aziende, ottenendo la concessione di prezzi politici per i medicinali anti Aids. Quei prezzi, però, per quanto notevolmente ridotti rispetto a quelli praticati altrove, non erano sufficienti per garantire a tutti l'accesso alle necessarie terapie; restavano infatti pur sempre alti in rapporto al reddito medio pro capite degli abitanti di quasi tutto il Sud del mondo. Ed è per questo che la vittoria di Pretoria costituisce un precedente utile soprattutto per quei governi africani che finora erano rimasti alla finestra, in attesa dell'esito della vertenza sudafricana. È il caso del Mozambico e del Kenya che ora potrebbero decidere di seguire la strada aperta dalla legge Mandela. Inutile nasconderselo. Le case farmaceutiche sudafricane si sono rese conto, sia pure tardivamente, dell'enorme danno di immagine che stava procurando loro la causa intentata non solo contro il governo di Pretoria, ma prima ancora nei confronti di un personaggio autorevole come Mandela. Il merito della vittoria va riconosciuto innanzitutto e soprattutto alla società civile, agli attivisti dei Paesi più colpiti dalla tragedia dell'Aids, alle Ong, alle Chiese che hanno agito da cassa di risonanza nei confronti dell'opinione pubblica mondiale. "Impedire la diffusione di medicine antiretrovirali o comunque a basso prezzo con il pretesto del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale è una posizione indifendibile che rasenta il crimine" aveva dichiarato senza mezzi termini il cardinale Wilfrid Napier, presidente della conferenza episcopale sudafricana (Sacbc). A nome di tutti i vescovi del suo Paese, il porporato implorava le case farmaceutiche "a non mettere il profitto al di sopra della vita umana". La salute, d'altronde non è in vendita e nessuno ha il diritto di svalutare il valore inestimabile di un africano sieropositivo. È questa in fondo la grande lezione scaturita dalla vertenza simbolo di Pretoria. In un mondo nel quale la globalizzazione imposta dai sacerdoti del dio denaro ha aumentato la miseria e la disuguaglianza, l'etica non può essere ignorata. Fino a ieri era quasi impossibile condannare legalmente un ricco che rubasse ai poveri, in quanto il sistema era decisamente schierato dalla parte del Ricco Epulone e non di Lazzaro. Oggi, grazie alla sconfitta di 'Big Pharma' (con questo nome vengono indicate le multinazionali farmaceutiche) è stato di fatto messo in discussione l'attuale sistema economico globale. Non si tratta di quello che certa stampa nostrana definisce "paludato buonismo terzomondista", quanto piuttosto dell'affermazione del sacrosanto primato della persona rispetto a qualsiasi sistema politico o economico. Il magistero del Santo Padre, Giovanni Paolo II, dalla Redemptor Hominis alla Redemptoris Missio, dalla Sollicitudo Rei Socialis alla Centesimus Annus, non ha fatto altro, in questi anni, che riaffermare la sana dottrina della "giustizia sociale" in controtendenza rispetto ai fautori del "business" a tutti i costi. Nessuno vuole impedire a 'Big Pharma' di fatturare, ma nel rispetto delle regole. Tutti sanno che le importazioni di medicine dal mercato parallelo (alimentato soprattutto da India, Brasile e Thailandia) potrebbe abbattere nel Sud del mondo il costo del trattamento contro l'Aids del 90%, senza ledere il profitto delle grandi multinazionali. Quando ieri il giudice Bernard Ngoepe ha annunciato la rinuncia al processo da parte del cartello delle aziende, dalla gente che affollava l'aula si sono levate grida di gioia. "È un'ulteriore prova - ha commentato Nicoletta Dentico, direttore esecutivo della sezione italiana di Medici senza Frontiere - che l'azione della società civile, quando si globalizza, vince". ing. Giacomo Alessandroni ________________________________________ E-mail mailto:giacomo_alessandroni at tin.it Web http://www.peacelink.it Wap http://db.peacelink.it/wap ________________________________________
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