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Giubileo e nuovi stili di vita
- Subject: Giubileo e nuovi stili di vita
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Sun, 30 Apr 2000 20:24:37 +0200
From: Flavio Pessina <karibuni at telesystem.net> Carissime/i, da un paio di settimane e' disponibile, presso tutte le diocesi d'Italia e, forse e' gia' arrivato nelle parrocchie, un opuscolo allegato alla campagna CEI "Tu in azione", chiamato Schede di approfondimento. Dopo una premessa generale, contiene indicazioni operative per uno stile di vita sobrio e solidale. Esse sono il frutto di un lavoro a 6 mani: Centro Nuovo Modello di Sviluppo (quello delle varie campagne di boicottaggio, per i non addetti ai lavori), Associazione Botteghe del Mondo e campagna Bilanci di Giustizia. Il testo completo lo trovate qui sotto; e' un po' lungo, ma vale la pena stamparselo e dargli almeno un'occhiata. Per chi poi ha contatti in parrocchia, l'invito e' a sollecitare i sacerdoti a prendere posizione in merito. **************************************************************************** ****** Schema 1 L'impegno per la campagna e la maturazione di stili di vita più coerenti La terra e tutti i beni creati sono di Dio, dati in consegna all'intera famiglia umana perché ciascuno abbia il necessario e il sufficiente per vivere. E' in Cristo -Gesù, morto e risorto per tutti, che si ristabilisce l'originario progetto del Creatore. La redenzione realizzata sulla croce rinnova l'universo e attua la riconciliazione tra Dio e l'uomo e degli uomini tra loro. Chi ha incontrato nella fede il Dio che la Bibbia rivela, sa che da quella stessa fede scaturisce una missione di annuncio e responsabilità, caratterizzata dalla proclamazione del Vangelo, e che non resta senza conseguenze sui rapporti economici e sociali. La fede in Cristo Gesù, infatti, senza le opere è morta: connessa alla dignità della persona genera rapporti interpersonali e progetti sociali caratterizzati dal rispetto per ogni vita, dall'attenzione verso ogni sofferenza, dalla promozione della giustizia, dalla creazione di legami fraterni. Egli è venuto perché tutti abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Dalla fede discende così un impegno storico, umano, sociale e civile che fa del possesso e dell'uso dei beni non una causa di separazione o di esclusione, ma un apporto creativo di ciascuno al bene comune. Nel rispondere all'appello del Papa "perché i cristiani si facciano voce di tutti i poveri dei mondo" (TMA, 51) e alla grazia del tempo giubilare, nel promuovere riflessioni e iniziative miranti a risolvere il gravissimo problema del debito estero dei paesi più poveri, la Campagna ecclesiale promossa dalla C.E.I. ha come primo obiettivo quello pastorale ed educativo: occorre che ogni comunità ecclesiale, ogni famiglia, ogni cristiano o persona di buona volontà, conoscendo le attuali condizioni del Sud del mondo, confrontandole con quelle del Nord, sappia avviare stili di vita che esprimano costante coerenza tra i propri comportamenti e la richiesta di vita dignitosa che spetta a ognuno nel mondo. Il debito estero dei paesi più poveri è solo uno dei meccanismi attraverso i quali il Nord si arricchisce alle spalle dei tanti Sud del mondo. Altri meccanismi sono il commercio basato sullo scambio ineguale, la pressione per lasciare libero accesso alle multinazionali animate solo dalla ricerca del massimo profitto, l'obbligo di pagare profumatamente le invenzioni scientifiche brevettate dalle imprese del Nord, lo sfruttamento del lavoro. Il risultato è che chi vive al Nord, appena il 20% detta popolazione planetaria, consuma l'80% della ricchezza mondiale. Un simile squilibrio non è tollerabile, e come persone, famiglie e comunità parrocchiali dobbiamo impegnarci per capire la realtà in cui viviamo, te cause e i meccanismi che la determinano, i modi con cui poter contribuire a porre fine a questo scandalo. 1. Importanza di un'opinione pubblica informata e formata Il primo impegno concreto è quello dell'informazione. Ma su quali vie passa un'informazione capillare, popolare, incisiva? Da un lato si tratta di fornire, con strumenti adeguati ai destinatari, gli elementi base per pire i meccanismi dell'economia e interpretare le notizie che TV e giornali no quotidianamente su questo tema. lavoro che diversi soggetti hanno messo atto da tempo. Ma perché queste informazioni tendono a rimanere "patrimonio" di pochi, fin dentro le mura cristiane? Evidentemente la sola informazione, se non si coniuga con progetti formazione, non ha tutta l'efficacia che si attende. La sfida più decisiva potrebbe essere proprio questa: passare da un'opinione pubblica da "informare" a un'opinione pubblica anche in so ecclesiale, da "formare" tratta anzitutto di rilanciare in modo più pio e sistematico mezzi e strumenti che molte comunità e persone in questi anni hanno già cominciato a diffondere: il consumo critico, le campagne di boicottaggio e di denuncia, le iniziative di economia alternativa (il commercio equo e solidale, la finanza etica, le reti di economia locale, ecc.) proposte che, rese sul serio lascerebbero intendere in quale direzione potrà realmente cambiare i corso della storia. Su questi obiettivi le comunità cristiane troveranno anche spazi di dialogo e condivisione con tanti uomini e donne di buona volontà - credenti e non credenti- che operano per un futuro migliore dell'umanità, ve la dignità di ogni persona, a cominciare dai più poveri, è riconosciuta, promossa e difesa. Si realizza così anche un secondo obiettivo, quello di formare un'opinione pubblica capace di suscitare pressione su governi, su Parlamenti, sulle multinazionali e sulle istituzioni internazionali (Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Organizzazione Mondiale del Commercio) affinché sia condonato il debito odioso, siano stabilite regole commerciali a difesa della gente e dei piccoli produttori, siano pagati dappertutto salari dignitosi. 2. Uno stile di vita più sobrio Dobbiamo essere consapevoli che per essere autentici operatori di giustizia è necessario cominciare da noi stessi, rivedendo il nostro stile di vita. Fino a qualche tempo fa si pensava che per risolvere gli squilibri mondiali dovevamo sforzarci dovevamo sforzarci di portare tutti gli abitanti della Terra al tenore di vita proprio dei Paesi più ricchi. Poi questo obiettivo è stato abbandonato perché questa proposta non è sostenibile. Difatti non si concilia con la capacità della Terra né di fornire risorse, né di assorbire tutti i rifiuti che verrebbero prodotti. È stato calcolato che se si volesse garantire ad ogni abitante della Terra il nostro stesso tenore di vita, ci vorrebbero altri cinque pianeti da utilizzare come miniere, come foreste, come campi e anche come discariche di rifiuti. Dunque dobbiamo rivedere i nostri consumi, in modo da lasciare all'altro 80% della popolazione mondiale le risorse, l'energia e gli spazi ambientali necessari per migliorare le loro condizioni di vita. Il passaggio dal consumismo ad uno stile di vita più sobrio costringerebbe inevitabilmente a scaldarci, dal modo di procurarci il cibo alla produzione di energia elettrica. 3. Meccanismi economia alternativi. È anche necessario rendersi conto dell'urgenza di rivedere in profondità l'organizzazione dell'economia. Fino ad ora di fronte ad ogni problema sociale si è sempre risposto con l'aumento della produzione. Ma il giorno in cui si dovrà produrre e consumare di meno, come sarà possibile riuscire a garantire a tutti un posto di lavoro, la possibilità di curarsi, di studiare e di vivere con una pensione dignitosa? Quel giorno, ci renderemo conto che le regole attuati dell'economia di mercato non funzionano più e che dovremo applicarne di nuove ispirate alla solidarietà, alla programmazione, alla gratuità. Se non vorremo farci cogliere di sorpresa, dobbiamo cominciare fin d'ora a studiare meccanismi economici alternativi. Per questo il nostro slogan è che dobbiamo "impegnarci nel quotidiano, guardando lontano". Dobbiamo essere capaci di batterci per i piccoli cambiamenti oggi, in vista di una società nuova domani. 4. Una relazione provvidenziale Quanto fin ora detto, è un campo dove uomini e donne di buona volontà - credenti e non credenti - hanno imparato a unirsi per assicurare un presente e un futuro migliori all'umanità sul nostro pianeta. ---------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------- Che fare come comunità cristiana A livello parrocchiale La comunità parrocchiale è impegnata - e spesso travolta- da tante sue esigenze ordinarie,. attenzione a ciò che ha respiro più universale rischia di rimanere solo episodica, quando invece dovrebbe farsi tangibile e costante per influenzare positivamente cattività pastorale, le attività formative e le scelte quotidiane. Succede così che una parrocchia, richiesta di organizzare una sua azione pastorale sul tema del debito del sud del mondo, si trova ad affrontare argomenti che non le sono molto abituali, se pur fortemente avvertiti nell'odierna quotidianità, quali la valutazione etica e l'economia e la riflessione sulle risorse di cui dispone il nostro pianeta. Inoltre il problema del debito dei Paesi del sud e[ mondo, proponendo alla comunità cristiana attenzione alla sofferenza di intere popolazioni, richiama anche il tenia della giusta retribuzione delle risorse della terra destinate al Creatore a tutti gli uomini questa campagna chiede ora alle comunità cristiane di passare da un atteggiamento che sponde alle emergenze, ad un più profondo impegno di giustizia che forma l'attitudine ad agire per il bene di tutti, partendo da una profonda conversione di se stessi. La parrocchia può favorire questo cammino proponendo la sperimentazione di nuovi stili di vita. 1. Informare e tessere rapporti. L'informazione può avvenire mettendo a disposizioni riviste, libri, filmati. Ma anche organizzando conferenze e dibattiti su temi generali e su meccanismi specifici di carattere economico commerciale, sociale, ambientale. La parrocchia può aprire efficaci canali di informazione promovendo ad esempio la comunicazione con i missionari. Sono da prediligere i contatti che stimolano conoscenza, ascolto, e che permettono di rapportarsi con culture e situazioni lontane Sembra molto utile anche consolidare forme di gemellaggio con villaggi e parrocchie del Sud del mondo in modo, da dare vita a un rapporto continuativo e coinvolgente. 2. Formare e accompagnare Nell'omelia, nella catechesi, nelle attività formative dei giovani e degli adulti è indispensabile approfondire le nostre responsabilità rispetto ai beni e alle risorse del pianeta. Un tema importante è il significato dell'affidamento all'uomo dei beni della creazione. Ambito privilegiato di formazione sono poi gli incontri di preparazione al matrimonio, i gruppi di giovani coppie, e ogni altro momento dove le persone si sentono spronate a costruire il loro progetto di vita. Infine è generalizzata la richiesta di essere sostenuti nella scelta di uno stile di vita libero dalle pressioni di mercato e della globalizzazione commerciale: sarà utile ricordare che in ambito mercantile e pubblicitario "l'obbedienza non è una virtù, ma la più subdola delle tentazioni" 3. Celebrare ed agire. Una comunità parrocchiale, attenta e consapevole della realtà del Sud del mondo e dell'urgenza della salvaguardia dell'ambiente, è chiamata a dare alcuni specifici e concreti segni di sobrietà e giustizia per essere, come le prime comunità cristiane, di esempio, di stimolo e di educazione per tutti. Potrebbe anzitutto essere interessante recuperare le conclusione dell'Assemblea Ecumenica di Graz (1997) che, fra le altre cose, ha proposto la celebrazione della Giornata della Creazione (la domenica di settembre). Vi sono poi alcuni momenti in cui le attività pastorali rischiano di perdere l'aspetto religioso per divenire un momento di consumismo sfrenato. Le Cresime, le Comunioni, i matrimoni, il Natale ... appuntamenti sempre più pervasi da un eccesso di consumo. Se proprio alcune spese devono essere fatte perché non utilizzare canali alternativi, come il commercio equo e solidale o le cooperative più allargata possibile nelle decisioni e nelle scelte economiche della parrocchia. Naturalmente questa stessa attenzione dovrà essere posta a tutte le altre attività svolte come comunità cristiana e parrocchiale. Le parrocchie devono anche valorizzare e proporre come esempio chi, come singolo o come famiglia, sperimenta forme di vita ispirate alla sobrietà e alla giustizia. Oltre ad essere incoraggiate e sostenute, queste persone vanno ascoltate perché attraverso la loro esperienza la parrocchia può verificarsi e proporre esperienze già concretamente visibili. Infine la parrocchia può farsi portavoce di campagne di sensibilizzazione e di pressione organizzate per indurre le imprese e i governi a comportamenti più equi. A LIVELLO DIOCESANO Se veramente questi temi toccano la vita dei cristiani e la parrocchia è l'ambito ordinario in cui educare informando, formando, celebrando e agendo, occorre che le stesse problematiche trovino spazio e attenzione anche nella programmazione a livello diocesano. Ad esempio, a partire dalle proposte per la formazione di catechisti, degli operatori pastorali, caritas, ..... per gli itinerari formativi dei responsabili delle associazioni e dei movimenti. Si tratterà di inserire questi temi nel calendario delle iniziative diocesane, promuovere dibattiti pubblici, fissare un momento forte nell'anno, offrire punti di informazione, sostenere chi intende promuovere attività in questa prospettiva, ... ---------------------------------------------------------------------------- ------------------------------------------------------------------------- Che cosa fare come persone A livello personale si rileva spesso la tendenza a sottovalutarsi, allorché il potere delle multinazionali, dei governi e delle agenzie internazionali fa sentire come formichine incapaci di qualsiasi azione incisiva. Quando si è assaliti da questo senso di impotenza, dobbiamo invece ricordarci che nessun potere, neanche il più temibile, sta in piedi da solo. Questo sistema economico continua ad esistere perché noi lo sosteniamo attraverso i gesti del vivere quotidiano: il lavoro, il consumo, il risparmio. È proprio consumando, lavora do e risparmiando come ci viene proposto, che noi collaboriamo con questo sistema quasi, alla stregua di complici. Ecco perché siamo tutti responsabili dei misfatti i questo sistema economico. La nostra responsabilità è però solo una faccia ella medaglia; l'altra è il nostro potere. Il nostro lavoro, il nostro consumo, il nostro risparmio, non sono accessori di cui il sistema può fare a meno. Sono i pilastri portanti della sua struttura. Dal momento che questi nostri gesti sono così importanti per la sopravvivenza nel sistema, noi possiamo usarli per condizionarlo ed obbligarlo a comportamenti diversi. Nella Bibbia si parla di una grande statua di Nabucodonosor. Le sue dimensioni erano imponenti e incuteva a tutti un grande terrore. Ma aveva un difetto: ì piedi erano di argilla e bastava un po' d'acqua per farla crollare. Occorre capire che nei confronti di un potere economico che sembra ineluttabile noi siamo come i piedi di quella statua: basta che i "No,. non collaboro", per metterlo in crisi. Ecco cinque consigli pratici per vivere in maniera più responsabile e contribuire al cambiamento 1. Recuperiamo il nostro pensiero, e i nostri valori. Il modo migliore cui un, potere mantiene i suoi sudditi obbedienti è quello di renderli incapaci di pensare. Per questo il nostro tempo, e la nostra mente sono ormai raggiunti quotidianamente da interessi artificiali (pubblicità, sport, erotismo, moda, frivolezze) lontani dai problemi veri. Dobbiamo reagire stabilendo noi stessi come utilizzare il nostro tempo libero, interessandoci di ciò che succede a livello locale e mondiale, riflettendo sulla realtà in cui viviamo, giudicandola in base ai nostri valori morali cristiani. 2. Informandoci correttamente I mezzi di informazione sono in mano a pochi centri, che in genere selezionano le notizie fornendo un quadro della realtà distorto e parziale, in cui spesso non si dà voce alle proteste popolari, si nascondono i drammi sociali, non si fanno emergere le responsabilità dei potenti. Ma della grande stampa c'è anche un fiorire di informazione alternativa gestita da gruppi del Nord e del Sud del mondo, che fanno emergere i drammi dei poveri e danno conto del loro impegno. Come singoli e come parrocchia possiamo sforzarci per immetterci in questo circuito informativo, che si avvale non solo di materiale stampato ma sempre più anche di Internet. 3. Compiamo scelte ragionate e coerenti. Consumiamo e risparmiamo criticamente. In altre parole smettiamo di comprare come ci impone la pubblicità e di utilizzare i nostri risparmi badando solo al tasso d'interesse. Informiamoci e indirizziamo i nostri consumi e i nostri risparmi verso imprese e banche che, oltre a rispettare i lavoratori e l'ambiente, non sono coinvolte con la produzione di armi o con forme di pubblicità aggressiva. Una soluzione è quella di rivolgerci ai negozi del commercio equo e di investire i nostri risparmi nel circuito della "finanza etica". Ricordiamoci che se selezioniamo i prodotti in base alla loro storia e al comportamento delle imprese è come se andassimo a votare ogni volta che facciamo la spesa. 4. Facciamo sentire la nostra voce. Ricordiamoci del detto "chi tace acconsente" Ogni volta che assistiamo a un sopruso e non gridiamo la nostra protesta, ogni volta che raggiriamo una legge o non permettiamo la giusta applicazione di molte leggi che già abbiamo (pur quando perfettibili) per la difesa dei diritti dei più poveri, realizziamo una grave omissione di responsabilità. Del resto sappiamo che le denunce pubbliche, in particolare attraverso i media, hanno la loro efficacia: aiutano a spiegare le motivazioni di certi comportamenti a vasti settori dell'opinione pubblica, gettano un'ombra sulla reputazione di chi gestisce il potere e ne indeboliscono il consenso quando non si basa su programmi per il bene comune. Un modo concreto per fare sentire la nostra voce è quello di creare consapevolezza, offrire dati, partecipare a campagne di pressione organizzate da vari gruppi, passare dall'informazione dei media all'informazione diretta delle persone. Ricordiamoci che ogni messaggio ricevuto da un politico o da un'impresa non è considerato solo come l'opinione di un singolo individuo, ma come il giudizio di centinaia di altre persone. Per questo le campagne di pressione possono avere un grande potere di persuasione. 5. Formiamo una rete lillipuziana. Nella favola satirica di Jonathan Swift "I viaggi di Gulliver" i minuscoli lillipuziani, alti appena qualche centimetro, catturano Gulliver il predone, di tante volte più grande di loro, legandolo nel sonno con centinaia di fili. Gulliver avrebbe potuto schiacciare qualsiasi lillipuziano sotto il tacco del suo stivale, ma la fitta rete tessutagli attorno lo immobilizza. Prendiamo esempio dai piccoli lillipuziani e cominciamo ad agire in maniera collegata. Impariamo a comunicare con gli altri gruppi del territorio, impariamo a organizzare delle iniziative insieme, a dividerci i pesi e condividere le energie. Troviamo le strade per dare visibilità reale a chi è impegnato per un'economia di giustizia. ---------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------- Che cosa fare in famiglia I comportamenti delle famiglie hanno grande rilevanza da un punto di vista sia educativo che sociale. La famiglia è la prima scuola per i figli. In seno ad essa si struttura il senso di responsabilità o la noncuranza, la coerenza o l'ipocrisia, l'impegno o l'apatia, la speranza o il pessimismo, il senso critico o la remissività. Il tutto non attraverso le parole, ma attraverso i normali gesti quotidiani e in particolar modo il consumo e il risparmio. Ecco alcuni consigli per educarci alla sobrietà e per consumare in modo da educare i figli alta responsabilità e alla coerenza, salvaguardare l'ambiente, stimolare le imprese a comportamenti migliori, contribuire al miglioramento dei piccoli produttori del Sud del mondo. l. Riappropriamoci dei nostri bisogni e liberiamo il tempo. Impariamo a parlare dei nostri veri bisogni e a ricercare insieme ciò che può davvero soddisfarli. Proviamo a riscoprire la ricchezza dei beni immateriali: le nostre relazioni, la cultura, il gioco, la spiritualità. Impariamo a 'gustare' il nostro tempo, liberato dai beni materiali, per soddisfare i nostri bisogni profondi. Scegliamo con cura il modo in cui impiegare il tempo nella e della famiglia. Ad esempio, usiamo la televisione come uno strumento al pari del ferro da stiro o della lavatrice. Accendiamola solo quando c'è un programma che ci interessa. 2. Scegliamo uno stile di vita sobrio e comunitario. Ogni volta che stiamo per comprare qualcosa chiediamoci se dobbiamo davvero possederlo. Se si tratta di un oggetto durevole, forse possiamo acquistarlo insieme ad altre famiglie in modo da utilizzarlo insieme. Prima di gettare qualcosa chiediamoci se è davvero da buttare o se possiamo ripararlo. 3. Consumiamo e risparmiamo con mente critica. Anzitutto ricordiamoci che, se selezioniamo i prodotti in base alta loro storia e al comportamento delle imprese è come se andassimo a votare ogni volta che facciamo la spesa. Ogni volta che ci avviciniamo a un prodotto chiediamoci o sono stati trattati i lavoratori e se è stato spettato l'ambiente. Quando depositiamo i nostri denari in banca chiediamoci, che fine faranno. Ogni, volta che investiamo in borsa chiediamoci quale, impresa rafforziamo. Compriamo tutto ciò che possiamo nei negozi del commercio equo, e 1 quando ci rechiamo al supermercato, cerchia o i prodotti contraddistinti dal marchio 'Transfair" perché appartengono al commercio equo. Depositiamo almeno parte dei nostri risparmi nel circuito della "finanza etica" La struttura più nota, di dimensione nazionale, è la Banca Etica ma in alcune zone esistono anche iniziative di dimensione locale con varie denominazioni. 4. Diminuiamo la nostra impronta ecologica. Ogni nostro consumo tende ad utilizzare risorse naturali o a produrre rifiuti che la natura deve smaltire. E' possibile ridurre l'impatto dei nostri comportamenti di consumo con un po' di attenzione e scelte semplici, come la scelta di frutta e verdura di stagione, locale, possibilmente biologica. Fare attenzione a non acquistare prodotti inutilmente imballati, evitare gli oggetti usa e getta, usare una borsa di stoffa per la spesa... Risparmiare energia è facile con alcune attenzioni (spegnere le luci, usare lampadine a basso consumo, spegnere gli apparecchi in stand by, ... ) e possibile con alcuni accorgimenti (isolamento delle pareti, migliori finestre, ... ). Scegliere i mezzi pubblici o la bicicletta riduce notevolmente l'impronta ecologica della famiglia... Anche nelle pulizie, si può fare attenzione a non usare detersivi quando non serve, a sostituirli con prodotti naturali o ad autoprodurli! 5. Facciamo il nostro "Bilancio di giustizia". Scriviamo tutto questo nero su bianco. Accogliamo l'invito della campagna "Bilanci di giustizia" e teniamo sotto controllo le nostre spese familiari in un'ottica di giustizia e sostenibilità ambientale. Poniamoci degli obiettivi di cambiamento e attraverso il bilancio verifichiamoli ogni mese. Mettiamoci in contatto con altre famiglie della zona, che hanno intrapreso lo stesso cammino, per sostenerci a vicenda e formare un gruppo visibile. Dimostriamo che è possibile consumare meno e vivere meglio! ---------------------------------------------------------------------------- ------------------------------------------------------------------------ Organizzazioni che promuovono Stili di vita alternativi Bilanci di Giustizia La campagna Bilanci di Giustizia è una rete di persone e di famiglie che si sono interrogate sul loro stile di vita e documentano mensilmente i loro tentativi di cambiamento, i successi e le difficoltà nella revisione dei consumi verso un'economia di giustizia. Gli obiettivi . Rivedere come famiglia i propri consumi ed il proprio stile di vita secondo criteri di giustizia nei confronti dei lavoratori e dei produttori del sud del mondo e nei confronti dell'ambiente. . Riscoprire la propria libertà, come nucleo familiare, di fronte alla proposta incalzante di aumentare i consumi. . Dimostrare con i numeri e con i fatti (con il bilancio e con nuove esperienze) che è possibile un'economia diversa, al servizio dei bisogni reali degli uomini e che non Li renda schiavi. Gli strumenti . La tenuta del bilancio familiare. Oltre che, per registrare Le uscite, il modulo è predisposto per raccogliere gli obiettivi di revisione, i cambiamenti e Le riduzioni che vengono decise in famiglia. . La raccolta dei bilanci. Come documentazione del percorso attuato datta famiglia, con vatenza pubblica e politica. . L'incontro e il confronto. Attraverso gruppi Locali dove si possono scambiare informazioni e progettare azioni comuni. Per chiedere informazioni, relatori o persone e/o gruppi in zona, contattare: Bilanci di Giustizia via Trieste, 82/c 30175 - MARGHERA - Venezia Tel/fax: 041-5381479 E-mail: bilanci at libero.it CONSUMO CRITICO Il Consumo critico è un atteggiamento di scelta costante di ciò che si compra ogni volta che si fa la spesa. Consiste netta scelta di prodotti non solo in base al, prezzo o alta qualità, ma anche in base alla storia dei prodotti ed al comportamento delle imprese che li producono o li vendono. In Consumo critico punta a far cambiare il comportamento le imprese attraverso oro stesse regole economiche basate sullo scambio tra domanda e offerta. Infatti scegliendo cosa comprare e cosa scartare, si segnala alle imprese un giudizio sul Loro comportamento, a sostegno di forme produttive corrette. Per chiedere informazioni, relatori, persone e/o gruppi in zona contatta Centro Nuovo Modello di Sviluppo - ONLUS Via della Barra, 32 56019 - VECCHIANO (PI) Tel. 050/826354 - Fax. 050/827165 E-mail: coord at cnms.it COMMERCIO EQUO E SOLIDALE Nato nel nord Europa come nuova forma di cooperazione allo sviluppo, in contrasto con le forme d'assistenzialismo nei confronti dei paesi del Sud del mondo, il Commercio equo e solidale si é sviluppato in Italia negli ultimi dieci anni, fino a disporre di duecentocinquanta 'botteghe del mondo" e cinque centrali d'importazione, che hanno rapporti diretti con circa 160 gruppi di produttori in Asia, Africa e America Latina. Gli strumenti e le modalità del commercio equo sono la relazione diretta tra produttore e consumatore, la valorizzazione dei prodotti tipici alimentari e d'artigianato, il pagamento equo del produttore, l'importazione e la distribuzione attraverso una rete a gestione democratica e trasparente. Per chiedere informazioni, relatori, persone e/o gruppi in zona, contattare: Associazione Italiana Botteghe del mondo Via Ferrari Bonini, 3 42100 - REGGIO EMILIA Te[. 0522/541914 E-mail: assobdm at tin.it ECONOMIA DI COMUNIONE Economia di comunione: un agire economico improntato alla "cultura del dare", un'organizzazione produttiva che vuole coniugare regole e valori dell'impresa con i valori della comunione e coinvolge circa 700 imprese principalmente "for profit" in tutto il mondo. Per avere informazioni più approfondite: www.focolare.org FINANZA ETICA La Finanza etica usa i soldi per sostenere iniziative autogestite e collettive che non hanno fine di lucro, tese a tutelare l'uomo e l'ambiente e a promuovere la cultura della pace. Da venti anni questo circuito esiste anche in Italia, sostenendo realtà sociali spesso non altrimenti finanziabili, dove l'uomo prevale sul profitto, tutti possono agire da protagonisti, la relazione tra le persone ritrova centralità. Per chiedere informazioni, relatori, persone e/o gruppi in zona, contattare: BANCA ETICA Piazzetta Forzatè, 2 35100- PADOVA Tel. 049-8771111 E-mail: posta at bancaetica.com VOLONTARIATO INTERNAZIONALE Nato negli anni '60, si è sviluppato in una molteplicità di organismi attivamente impegnati nella cooperazione con i popoli del Sud del mondo. Attraverso questi organismi, negli ultimi 30 anni sono oltre 13.000 i volontari italiani che hanno prestato due o più anni di servizio in progetti di promozione umana e sociale nei paesi più poveri. Per avere informazioni e contatti con l'organismo più vicino: Volontari nel mondo - FOCSIV Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario via S. Francesco di Sales 18 00165 Roma tel. 06 6877796 - 6877867 fax. 06 6872373 e-mail: focsiv at www.glauco.it -------------------------------------------------------------------- Informazioni a cura di PEACELINK E' incoraggiata la libera diffusione (citando la fonte) web: http://www.peacelink.it e-mail: a.marescotti at peacelink.it -------------------------------------------------------------------- Indirizzo di posta convenzionale: PeaceLink, c.p.2009, 74100 Taranto (Italy) -------------------------------------------------------------------- Per sostenere PeaceLink: ccp 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, via Galuppi 15, 74010 Statte --------------------------------------------------------------------
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