NO AI BREVETTI KILLER



Fonte: Punto Informatico

http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=31597

La proposta di brevetti sugli algoritmi va avanti in Europa e rischia di
mettere fuori gioco gli sviluppatori indipendenti e le case medio-piccole.
Occorre agire subito per evitare il peggio

Lettere/I brevetti killer

21/04/00 - Stand By - Web - Gentile redazione, scrivo per esporre una
questione che mi sta particolarmente a cuore, con la speranza che il
problema acquisti una maggiore visibilità. In un momento storico in cui la
telematica e le tecnologie informatiche stanno acquisendo un'importanza
centrale e costituiscono una straordinaria spinta al miglioramento della
qualità della vita e alla diffusione della conoscenza e dell'informazione,
alcuni tra quelli che proclamano il "liberismo" come unica via possibile e
auspicabile spingono al contempo verso una repressione delle libertà di
ostacolo al loro tornaconto economico.

E ' al momento al vaglio presso la Commissione Europea, su iniziativa del
"nostro" Commissario Mario Monti, la proposta di introdurre anche in Europa
la brevettabilità degli algoritmi informatici, come da anni succede negli
Stati Uniti e da poco in Giappone.

La programmazione è già protetta dalle leggi sul diritto d'autore, che
controllano la duplicazione anche parziale di un programma. Si vuole ora
controllare l'uso delle tecniche stesse di programmazione. Per dare
un'idea, il metodo insegnato alle elementari per effettuare le divisioni è
un algoritmo, e negli Stati Uniti lo è anche l'idea di fare acquisti on
line con un solo click del mouse, tanto che Amazon, uno dei colossi e
precursori della New Economy, ha ingaggiato battaglie legali con una
impresa concorrente per aver copiato questa tecnica di inaudita inventiva.

Posto anche che si riuscisse a controllare che solo tecniche davvero
innovative venissero brevettate, già di improbabile soluzione vista
l'enorme vitalità del settore, rimangono altre questioni aperte.

Il limite temporale di validità di un brevetto, in un campo in rapidissima
evoluzione, dovrebbe essere ragionevolmente breve e senz'altro inferiore ai
cinque anni. La situazione negli Stati Uniti e i precedenti nel campo
dell'editoria non lasciano ben sperare a questo proposito. Inoltre, ogni
programma di una certa complessità richiede l'impiego di centinaia di
tecniche. Controllare che nessuna di esse sia coperta da brevetto
costituirebbe per il programmatore un sovraccarico di lavoro impensabile e
per la piccola ditta un notevole onere finanziario. Inoltre, non
escluderebbe del tutto il rischio che un gigante del settore, che vedesse
proprie quote di mercato a rischio a causa di un prodotto vincente di una
piccola ditta, decidesse di usare contro di essa il pretesto di violazioni
di propri brevetti, costringendola a lunghe e dispendiose battaglie legali.
Non a caso anche grandi case editrici di software, esclusi i quattro o
cinque colossi nordamericani, si oppongono al sistema dei brevetti che
giudicano dannoso alla loro attività.

E ' ora in corso in Europa una campagna di sensibilizzazione su questo
tema, che ha in Italia il suo punto di riferimento al sito
http://no-patents.prosa.it, dove è anche possibile dare la propria adesione
all'iniziativa e firmare una petizione da inviare al Commissario Monti.

Intanto, prima ancora che la legge venga cambiata, il consorzio
dell'industria cinematografica americana è riuscito a far trattenere e
interrogare dalla polizia un minorenne in Finlandia, "reo" di aver diffuso
un programma perfettamente legale in Europa. Il programma incriminato, che
non vìola copyright in quanto scritto autonomamente, e non vìola brevetti,
inesistenti in Europa, permette di vedere su un personal computer un film
su supporto DVD, senza dover impiegare il software commerciale e senza
dover sottostare al blocco regionale incluso nei lettori standard, una
limitazione artificiosa del mezzo che impedisce agli Europei di vedere i
film per il mercato americano e viceversa, alla faccia della
globalizzazione e del libero scambio.

E ' notizia recente che anche un sito italiano che ospitava lo stesso
software è stato fatto chiudere, su denuncia del medesimo consorzio
americano. Pare che ormai i grandi poteri economici dettino legge con e
senza l'intermediazione degli organi di governo, e questo fa spavento.

Distinti saluti,
Antonio Bellezza