"Cancella il debito"



PARROCCHIA REGINA PACIS - LAMA - TARANTO <reginapacis at mediatec.it>



LETTERA DOMENICALE ALLA COMUNITA'



	Ciao,
	lunedì ho ascoltato attentamente e compiaciuto il rap cantato da Jovanotti
e Carlinhos Brown al calare del primo sipario di Sanremo 2000. "Cancella il
debito": il ritornello mediatico e indigesto ha fatto irruzione nelle case
di molti italiani, e, richiamato sulla "prima" di ogni giornale, è arrivato
sulla bocca di tutti. Potenza della musica o della TV: il problema del
debito dei paesi poveri è diventato di dominio pubblico.
	L'invito è perentorio: "cari paesi ricchi, industrializzati e creditori,
voi che siete pochi fate i bravi, copritevi di gloria: azzerate il debito
economico dei tanti paesi debitori".
	Un problema però si pone: è giusto non pagare un debito? Non equivale a
non rispettare un patto? E' questo il nodo del problema: o è ingiusto non
pagare il debito oppure è ingiusto il debito! La seconda che hai detto!
	Il debito: frutto di manovre politiche ed economiche poco chiare; frutto
della crisi del petrolio, pianta carnivora del terzo millennio; frutto di
un pesante rialzo dei tassi di interesse dei paesi del nord; frutto
dell'esplosione del valore del dollaro, asso piglia tutto; frutto del
capitalismo predone; frutto dell'economia del neoliberismo, libertina e
liberticida; frutto di potenti del sud del mondo senza scrupoli e con un
bel conto in banca; frutto della mercificazione delle armi, tombe per morti
viventi; frutto di una globalizzazione intesa in modo disumanizzante,
azionata da burattinai nascosti dietro grandi istituzioni economiche mondiali.
	E allora, che fare? Come dice Gesù nel vangelo di oggi: "Nessuno cuce una
toppa di panno nuovo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo
squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino
nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono
vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi". (Mc2,18-22).
	Non possiamo gettare il frutto senza tagliare l'albero: ciò che è marcio
non è solo il debito ma l'intero sistema economico che l'ha prodotto e l'ha
mantenuto in vita in questi anni. E' necessario umanizzare l'economia
convincendosi e convincendo che l'economia deve essere non solo libera e
competitiva, ma anche equa e giusta. Non schiava di interessi di
multinazionali o di politiche servili, ma attenta a servire i diritti
dell'uomo, i bisogni della gente, le attese dei poveri.
Buona domenica anche da parte di don Mimino,              
vostro  don Gianfranco.

Lama, 27 febbraio 2000



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