[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
da Ettore Masina (lettera di febbraio)
- Subject: da Ettore Masina (lettera di febbraio)
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Sat, 12 Feb 2000 17:05:37 +0100
LETTERA 58 - febbraio 2000 1 "Siamo vecchi (categoria che non è soltanto anagrafica: si può essere vecchi a trent'anni) e siamo, come tutti i vecchi, spaventati: il mondo muta così vertigino-samente intorno a noi! Arrivano facce nuove, brutti ceffi di africani e di asiatici, che sporcano, rubano e spacciano droga. Vengono a godere del nostro benessere (ma allora le fette della torta si assottigliano) e a rubare il posto ai nostri figli. Eravamo un'isola felice, adesso siamo una spiaggia battuta da un mare gelido e oleoso. Per questo ci piacciono i giovani che ci dicono: dacci fiducia, ci pensiamo noi a tutelare la tua si-curezza. Ha scritto qualcuno, anni fa, che entrando nel nuovo secolo ci avremmo trovato quello che avremmo portato con noi; ed ecco che ci accorgiamo che le nostre valige, piene di ricordi, di passioni e di paure sono pesanti: e allora ci piacciono i giovani che si offrono di aiutarci a portarle: o anche a svuotarle, spiegandoci che - bando alle tristezze, Signori Nonni! - i ricordi sgradevoli vanno buttàti, non dobbiamo permettere che qualcuno ci voglia crocifig-gere al passato. "Questi giovani così carini con noi, vigilantes della nostra tranquillità, sono pieni di determi-nazione. E' vero: non parlano come in un salotto ma (siamo stati giovani anche noi!) chi se ne frega? E se devono prendere qualcuno a calci nel sedere (qualcuno che se lo merita, qualcuno che non rispetta i confini delle proprietà, le frontiere, i cancelli, la civiltà etc.), senza tante esitazioni lo fanno. Sono un po' rozzi, ma ci sorridono, comprensivi, se noi diciamo che si sta-va meglio quando si stava peggio, che c'era anche del buono nei tempi contro i quali i grilli parlanti blaterano e blaterano, gonfiando a dismisura ciò che di male fu fatto: perché - ma sì! - noi, ma anche i nostri nemici, sia chiaro, qualche brutta cosa la facemmo: erano tempi di guerra e il galateo non si poteva osservare". 2 Così dice buona (anzi: cattiva ) parte degli austriaci. E a me sembra giusto che, li-beri in casa loro gli austriaci di scegliersi, mediante i processi della democrazia, un governo di centro-nazista, debba essere liberissima (anzi: moralmente obbli-gata) l'Unione Europea a dire che con un governo del genere non vuole trattare perché l'immissione di dichiarati amici delle SS rende quel governo estraneo ai principî fon-damentali dell'Unione. E però a me pare che Haider e l'Austria di Haider impongano un di-scorso meno sbrigativo. Davvero chiacchierano a quel modo soltanto gli elettori dei quali tutta la virtuosa Europa si scandalizza? Vabbè, diciamo pure che a parlare così siano soltanto loro: ma a pensare? A sperare, a volere? Non c'è, per caso, un pizzico di Haider in ciascuno di noi? E' vero: la durezza di Haider fa impressione, anche per il suo revisionismo da birreria; e invece da noi il razzismo si chiama Bossi e Bossi non parla tedesco, parla il dialetto delle vallate alpi-ne, sembra il Gioppino-dei-tre-gozzi, burbero ma bonario, soltanto qualche legnata qua e là. Sì, Bossi è amico di Haider, si vanta di essere con lui e come lui, ma adesso che va con loro ci penseranno Berlusconi e Fini a controllarlo da vicino. Lui li chiamava, rispettivamente, "Berluskaz" e "Quello della porcilaia fascista" ma adesso ha capito molte cose, è cambiato un bel po', ritorna col Polo. Dunque, calma e gesso, come dicono i giocatori di biliardo: molto gesso. E poi, e poi: davvero quegli austriaci sono scandalosi? Per il 78% dei lettori del "Giornale", il quotidiano del Piccolo Fratello (Paolo Berlusconi), Haider non va demonizzato. E molti altri lettori di giornali anche più sensati borbottano: "Beh, adesso basta con questa storia, ogni po-polo vota come vuole". 3 Penso che Haider e l'Austria di Haider non siano fenomeni a se stanti come ci piacerebbe credere, fatti "regionali", escrescenze patologiche. Penso che essi sia-no la fangosa punta di un iceberg, l'Europa di Schengen, quella che insieme a Washington ripudia Haider e i suoi seguaci ma corteggia la Turchia dei generali e dei Lupi grigi, certamente ben peggiori dei nostalgici austriaci; l'Europa che vor-rebbe (ma non può; e per questo è in intimo subbuglio) continuare a vivere a livelli alti e a la-sciare vuoti posti di lavoro che i suoi ragazzi non vogliono occupare. E quando deve arrendersi all'evidenza e schiudere le porta che non vorrebbe mai aprire, allora entra in fibrillazione. Chiedo scusa ma voglio dirlo: a me pare che un bel po' di Haider si muova anche fra noi. Tanto per fare un esempio: l'altro giorno il governo ha comunicato che la quota di immigrati che po-tranno regolarmente entrare in Italia nel 2000 è di 65 mila persone, cifra ridicola per i demogra-fi i quali assicurano che per tamponare i guai derivanti dall'invecchiamento della popolazione avremmo bisogno di almeno 250 mila stranieri all'anno (ma gli ultimi studi dicono: almeno 400 mila); ed ecco tutto l'impianto massmediatico della Lega e di Berlusconi (quei due o tre gior-naletti di famiglia e quelle tre televisioncine piccole piccole che riescono con tante difficoltà a diffondere il Verbo dell'Imbavagliato), mettersi a spargere allarmi con grandi punti esclamati-vi. Tanto per fare un altro esempio: ci avviamo alle elezioni ed ecco l'autoproclamatosi leader del Partito dell'amore (ma ha pagato il copyright a Ilona Staller?) intensificare la sua campagna maccartista, talmente intrisa di intolleranza per gli avversarî, di odio per il noto Partito degli Odiatori (ds, asinelli e, naturalmente, giudici e guardie di finanza) da renderci imbarazzante il fatto che, per quanto ci guardiamo in giro, noi non riusciamo a vedere nelle nostre strade i co-sacchi dell'Armata Rossa. Un altro esempio: il Comitato europeo (UE) di prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti ha denunziato per l'ennesima volta l'Italia per ciò che avviene nelle prigioni e nei posti di polizia del nostro Paese: sopraffazioni, botte, vere e proprie sevizie, soprattutto ai danni degli immigrati. Scarsissimo spazio hanno dedicato i gior-nali a questa notizia, nessuno sembra più pensare che il carcere debba essere, a termini di Co-stituzione, il luogo della rieducazione: i sindaci-sceriffo vogliono "tolleranza zero" e i benpen-santi (che non la conoscono se non per gli effetti determinati dalla cronica mancanza di giudici) pensano che la Legge Gozzini sia una devastante utopia "comunista". 4 E' tristissimo dirlo ma il gene dell'odio, il gene del razzismo e dell'intolleranza sta nel DNA di ogni popolo del prospero Nord. Quando diciamo, per esempio, che gli austriaci non hanno fatto i conti con il loro florido passato nazista, siamo ipocriti se non aggiungiamo che nemmeno l'Italia li ha fatti con il suo passato colonialista. Ho abitato, da bambino, tre anni in Cirenaica e ricordo bene l'assoluta apartheid fra noi e gli arabi. Poi ho studiato la storia coloniale italiana e ne ho avuto profondissima vergogna: per fermarci soltanto alla Libia, la conquista e la "riconquista" effet-tuata da Graziani sono costate alla popolazione locale non centinaia ma decine e decine di mi-gliaia di morti, nei veri e propri lager di sterminio da noi approntati; e durante l'ultimo conflitto mondiale le atrocità perpetrate dagli italiani sulle tribù insorte sono state di stampo nazista. Tuttavia Gheddafi viene trattato da pazzo quando ne parla (per la verità: anche quando non ne parla). Due anni fa sono tornato in Libia per un viaggio turistico: nessuno della comitiva con la quale viaggiavo (borghesia medio-alta, cultura superiore) sapeva (o ammetteva di sapere) qual-cosa sulle devastazioni italiane; soltanto un signore di Genova mi confidò di avere cominciato a leggere un libro di Angelo Del Boca, ma di avere smesso dopo poche pagine perché l'autore gli era sembrato poco oggettivo! E Del Boca è uno dei migliori storici italiani, il migliore degli studiosi del colonialismo italiano, quello che ha costretto Montanelli ad ammettere che contro gli etiopici Mussolini fece usare i gas asfissianti. Non sono ricordi piacevoli, come non è piacevole per Haider e i suoi amici ricordare quanti au-striaci, da Hitler in giù, parteciparono attivamente agli orrori dell'Olocausto; eppure, se un po-polo non fa memoria dei suoi periodi neri accanto a quelli gloriosi o, più mitemente, rosei, ma-gari luminosi, se non riflette, in base all'esperienza storica, che certe perversioni sono sempre possibili, i tarli del nazionalismo e della xenofobia continuano a rodere le radici della società. L'etica diventa labile, confusa, in fondo poco importante. Si arriva al momento in cui si con-templa senza scandalo che la presidenza della Commissione esteri della Camera dei Deputati (è accaduto dopo la vittroia del Polo, 1992) sia consegnata a un fascista: e non a uno di quelli "convertiti" a Fiuggi, ma a un uomo che si vanta ancora adesso di essere stato un combattente della Repubblica di Salò. 5 Il 24 marzo prossimo si compiranno vent'anni dal martirio di monsignor Romero ma il suo processo di beatificazione appare ancora impantanato in un Vaticano tanto sollecito a procedere al riconoscimento di altre santità assai meno luminose. Responsabilità salvadoregne (ecclesiali e padronali) e responsabilità romane, fatto sta che l'apposita congregazione ha chiesto nuove indagini sul contesto storico dell'assassinio dell'arcivescovo, quasi le circostanze del delitto non fossero così note ed evi-denti. In molti abbiamo allora deciso di riprendere un appello che l'assemblea generale della Caritas Internationalis rivolse l'anno scorso al Papa perché il monsignore martirizzato per la evangelica difesa dei poveri venisse beatificato nel contesto dell'anno giubilare. Vogliamo mo-strare a Giovanni Paolo Secondo, se ci riusciamo, quanto, anche fuori dal Salvador, sia grande il consenso dei fedeli a questa canonizzazione; e dunque raccogliere il massimo possibile nu-mero di firme in calce a una petizione del genere. Vi preghiamo di mandare la vostra e quella dei vostri parenti, amici, conoscenti, comunità di fede, etc. Il testo può essere: "Condividiamo l'appello di Caritas Internationalis per la beatificazione di monsignor Romero nell'anno giubi-lare". Firmate e fate firmare (leggibilmente) con nome, cognome, indirizzo e inviate al più pre-sto a: Comitato celebrazioni Oscar Romero, via Ostiense 152, 00154 Roma. La sera del 30 marzo, a Roma, nella tradizionale celebrazione promossa dalla Commissione Giustizia e Pace dell'Unione internazionale delle Superiore e dei Superiori generali, dalla Caritas romana, da Pax Christi e da altri organismi, le firme saranno presentate a monsignor Gregorio Rosa Cha-vez, vescovo ausiliare di San Salvador, presidente della Caritas d'America Latina e intimo col-laboaratore e amico di Romero. Infine saranno spedite a Giovanni Paolo II. Un saluto affettuoso Ettore Masina P.S. L'Editrice Gamberetti mi ha chiesto di inserire la scheda allegata alla presente. Lo faccio volentieri poiché si tratta di un libro che amo. LETTERA viene inviata a chi ne fa richiesta al mio indirizzo: via Cinigiano 13, 00139 Roma Un contributo per le spese è gradito. Può essere inviato sul ccp 49249006 intestato a Luca Lo Cascio, via Leone Magno 56, 00167 Roma. Qualcuno ricorderà che tre mesi fa lanciai un ap-pello agli amici di LETTERA per un'autofinanziamento di questo foglio. Hanno risposto 58 persone. Vi ricordo che i miei scritti (LETTERA ma anche articoli e relazioni) possono essere ritrovati in una pagina web affettuosamente aperta e aggiornata dal gruppo Namaste di Ostiglia nel sito: www.geocities.com/Athens/Crete/7721 Ettore Masina DIARIO DI UN CATTOLICO ERRANTE 1992-1997 IN VIAGGIO FRA SANTI, BUROCRATI E GUERRIGLIERI Gamberetti editrice Agli amici di LETTERA la Gamberetti editrice offre il diario di Ettore Masi-na con uno sconto straordinario: £. 19.000 anziché £.28.000 ( prezzo di copertina), spedizione gratuita. Le ordinazioni vanno inviate alla Editrice, accompagnate dalla fotocopia del versamento sul ccp 64811003 intestato a: Gamberetti editrice, via Faà di Bruno 28, 00195 Roma. Ettore Masina DIARIO DI UN CATTOLICO ERRANTE 1992-1997 IN VIAGGIO FRA SANTI, BUROCRATI E GUERRIGLIERI Gamberetti editrice Pietro Ingrao: Un libro da leggere davvero. Masina ci apre una porta su orizzonti scon-finati e ci porta per mano a conoscere le storie terribili e meravigliose di un mondo che abbiamo voluto dimenticare. Giuseppe Fiori: Il libro bellissimo di uno dei migliori giornalisti italiani. Scritto con indignazione e con humour, capace di coinvolgerci in storie grandiose e in vi-cende minime. Pagine di sapiente poesia e di speranza che non cede alla real-politik. Piero Pratesi: La testimonianza di una vita che non si è mai ripiegata nell'amarezza delle sconfitte e continua a guardare al futuro con la speranza dei cristiani che non sbandierano le loro virtù ma lavorano coraggiosamente per una Terra migliore. -------------------------------------------------------------------- Alessandro Marescotti c/o PeaceLink, c.p.2009, 74100 Taranto (Italy) http://www.peacelink.it per inviarmi e-mail usa questo indirizzo: a.marescotti at peacelink.it -------------------------------------------------------------------- E' stato assolto con formula piena Giovanni Pugliese, segretario di PeaceLink! Regalati un libro: "Italian Crackdown", con la storia del processo e quella della telematica italiana, fra processi, censure e retroscena mai raccontati. E' scritto da Carlo Gubitosa ed e' edito da Apoogeo; lo puoi anche leggere on line sul sito: http://www.apogeonline.com/openpress/libri/529/index.html Ipertesto per una cultura della pace: http://www.peacelink.it/pace2000 PeaceLink Database (file in formato DBIII con le schede di 580 associazioni) http://www.peacelink.it/database/ Guida per chi vuole fare volontariato con PeaceLink http://www.peacelink.it/volontari/guida.htm
- Prev by Date: Cecenia: don Renato Sacco scrive, il ministro Dini tace
- Next by Date: sosteniamo Kobe, porto denuclearizzato
- Previous by thread: Cecenia: don Renato Sacco scrive, il ministro Dini tace
- Next by thread: sosteniamo Kobe, porto denuclearizzato
- Indice: