[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
manifestazione a Davos contro il WTO
- Subject: manifestazione a Davos contro il WTO
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Sat, 29 Jan 2000 11:03:59 +0100
From: "Barbante" <elisbarb at tin.it> ANCORA UNA MANIFESTAZIONE A DAVOS Dal 27 gennaio al 1. Febbraio 2000 Davos ospiterà il 30° Forum Economico Mondiale (WEF). Nell'atmosfera distesa della stazione sciistica alpina 2000 partecipanti autonominatisi "global leaders" si incontreranno per promuovere contatti informali tra lobby economiche e dirigenti politici, ordire programmi di sfruttamento internazionali a suon di miliardi e prendere decisioni di vasta portata senza consultare i diretti interessati. Quando fu fondato, nel 1971, il WEF non era che un seminario di management come tanti altri. Nel frattempo è diventato uno dei principali "Think Tanks" degli strateghi economici del Nord. Dalla sede centrale di Ginevra si procede all'organizzazione di una rete di convegni regionali e internazionali. "New Beginnings: Making a Difference: The Annual Meeting 2000 is thefirst top level international meeting of the new millennium. (…) The opinion-leaders and decision-makers who gather in Davos have both the will and the position to make a difference." Dopo il fallimento del vertice del Millennio di Seattle, il convegno di Davos assume un significato particolare. Ancora una volta il WEF potrebbe aprire una breccia: già negli anni ottanta il WEF fornì l'impulso decisivo per i negoziati del GATT (General Agreements on Tariffs and Trade) in Uruguay, che portarono nel 1995 alla fondazione della WTO (WorldTrade Organization). Per alcuni Seattle è stato uno sfacelo, per altri ancora uno spettacolo. Le forti divergenze emerse prima della conferenza tra i vari blocchi presenti all'interno della WTO non hanno potuto essere appianate durante la conferenza dei Ministri di Seattle. Inoltre i pesanti ritardi causati dalle violente proteste degli avversari della WTO in loco hanno ulteriormente limitato lo spazio di manovra dei rappresentanti di governo, che non sono riusciti ad accordarsi sul calendario dei negoziati del Millennio. Di conseguenza i Global Players faranno ora il possibile per cercare di uscire da questa impasse. Il tempo stringe: il WEF di gennaio fornisce quindi l'occasione ideale per rimettere in funzione l'ingranaggio della WTO. Su Internet il WEF concentra in poche frasi i problemi mondiali, risoluzione finale compresa. Al WEF, p.es., non importa tanto se i timori nei riguardi della tecnologia genetica siano fondati, quanto come fare per renderla commercializzabile (What is the best strategy to overcome fears?) Malgrado le conseguenze disastrose del "libero" mercato, il fondatore e presidente del WEF Klaus Schwab non si stanca di acclamare lo spirito pacifico e portatore di benessere di Davos. Il WEF si impegna affinché "nel 21. secolo l'economia e la politica diventino più rispettosi dell'ambiente, più sociali e più umani. (…) Lo spirito di Davos vuole porre le basi per un mondo migliore, operando in modo costruttivo e non distruttivo e demagogico. Perciò le discussioni di quest'anno verteranno sul tema dell'umanizzazione della globalizzazione." (inserzione in diversi quotidiani svizzeri del 30 gennaio 1999). Lo stesso giorno il primo ministro russo Primakow incontra a Davos Richard Matke, presidente della società petrolifera americana Chevron. In questa occasione viene appianata l'annosa controversia tra Russia e Turchia sul percorso degli oleodotti e viene pianificato l'arresto del presidente del partito del lavoro curdo PKK Abdullah Öcalan. Öcalan in cambio del petrolio: in questo modo si cerca di spezzare la resistenza in Kurdistan. Il WEF consente intese segrete di questo genere, mentre le personalità della politica si scaldano ai flash dei fotografi presentandosi all'opinione pubblica come pacificatori e salvatori del mondo. Davos, la prestigiosa stazione alpina, si trasforma durante il WEF in una part-time global city: un crocevia di movimenti finanziari, migratori e di comunicazione. Questi centri di potere e di affari sono principalmente nelle mani di uomini bianchi e funzionano solamente grazie al lavoro invisibile degli immigrati. Nelle global cities si concentrano i lavori che non vuole fare nessuno: pulire, cucinare, lavare… Lavori indispensabili e non razionalizzabili per i quali gli occupatissimi manager non hanno tempo. Gli immigrati sono accettabili solamente in quanto atti a riprodurre i centri di affari occidentali. I movimenti migratori non sono una conseguenza della globalizzazione, bensì una componente indispensabile di essa. Mentre si dovrebbero abolire le frontiere per beni, capitali e servizi, la mobilità degli esseri umani viene controllata e limitata. Homo Oeconomicus: don't feed him, cook him! Sul mercato mondiale le donne assolvono diverse funzioni strettamente legate al ruolo loro assegnato. Il lavoro domestico è la base irrinunciabile del sistema capitalistico. E questo lavoro riproduttivo (non retribuito) viene svolto principalmente dalle donne. Sia che si tratti di casalinghe o di donne delle pulizie, il loro lavoro non viene considerato tale e non figura nei bilanci. Ma cosa sarebbe un direttore di banca con una camicia non stirata? Un'agenzia di assicurazioni che non venisse pulita ogni giorno? Che cosa ne sarebbe dell'intero mercato mondiale se le donne non mettessero al mondo e non crescessero ? gratis beninteso - i loro figli? Come potrebbero funzionare i convegni di "global leaders" come il WEF senza il deprezzato lavoro delle donne? Solo grazie a questa divisione del "lavoro" imposta con la forza è possibile lo sfruttamento della forza di lavoro femminile. E c'è di più: nell'ambito delle lavoratrici domestiche illegali e delle prostitute la doppia morale della nostra società emerge chiaramente. Le lavoratrici clandestine vengono tollerate perché i loro servizi vengono richiesti. Tuttavia, nel momento in cui diventano visibili, rischiano l'espulsione. Che cosa accadrebbe se, dopo Ginevra, Colonia e Seattle, anche a Davos le cose non andassero così liscie? Se i dispotici "global leaders" cominciassero ad accorgersi che non possono più fare e disfare come credono? Potrebbe accadere che nella Davos illuminata dai riflettori mondiali covasse aria di rivolta. Potrebbe accadere che molta gente dimostrasse di non essere più d'accordo con un mondo fatto da WEF, IWF, WTO, Banca Mondiale. Potrebbe accadere che nella Davos coperta di neve, malgrado il freddo e il vento gelido, gli animi si riscaldassero. Sta a noi fare le cose giuste al momento giusto e nel posto giusto. Dialogo ipocrita La coordinazione anti- WTO si è posta come obiettivo quello di smascherare il mito dello spirito pacificatore di Davos. Per questo motivo anche quest'anno, come durante la manifestazione dell'anno scorso, non accettiamo, né accetteremo, nessun dialogo con i dirigenti della WEF .Contestiamo alla WEF e alle varie élite politiche ed economiche, responsabili della morte di fame di milioni di persone, qualsiasi legittimazione e non possiamo perciò accettare di sedere con loro al tavolo dei negoziati. Il motivo della nostra presenza a Davos è quello di combattere contro una politica economica che non fa che rafforzare il divario tra nord e sud, ricchi e poveri e che soprattutto danneggia ulteriormente la situazione delle donne. Manifestazione Sabato, 29 gennaio 2000 ore 15 - Stazione di Davos Dorf Contact: Anti-WTO Koordination Postfach 7611 3001 Bern http://www.reitschule.ch/reitschule/anti-wto e-mail: anti-wto at reitschule.ch tel (0041) (0)31 302 66 60 (nuevo 5.1.2000: 306 69 52) fax (0041) (0)31 302 78 74
- Prev by Date: pace e solidarieta': il sito di Ettore Masina
- Next by Date: lillipuziani sulla mailing list NOOMC-it
- Previous by thread: pace e solidarieta': il sito di Ettore Masina
- Next by thread: lillipuziani sulla mailing list NOOMC-it
- Indice: