[napoli] Incontro pubblico su “Armi e Pericolo Nucleare”, Napoli 8 febbraio 2019



Comunicato stampa

Incontro pubblico su “Armi e Pericolo Nucleare”
Napoli, Domus Ars, 8 febbraio 2019, ore 18,00

Il Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio - Campania ha organizzato per venerdì 8 febbraio, dalle ore 18,00 alle 20,30, presso la DOMUS ARS Centro d'Arte, Musica e Cultura, sita in via Santa Chiara, 10/C, Napoli, un incontro pubblico sul pericolo della guerra nucleare.

Intervengono Manlio Dinucci e p. Alex Zanotelli, da anni protagonisti sulla scena internazionale delle battaglie contro la guerra e contro il pericolo nucleare;
introducono e moderano Vittorio Moccia e Valentina Ripa.

Le lancette del Doomsday Clock, l’orologio del rischio di estinzione dell’umanità creato dal Bulletin of the Atomic Scientists nel 1947, segnano solo due minuti alla mezzanotte già dal 2018, a causa degli armamenti nucleari e del cambiamento climatico. Ora l’annuncio del ritiro USA dal trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces), subito seguito da un analogo annuncio da parte della Russia, amplifica enormemente i pericoli che corrono in particolare l’Italia e l’Europa, riportandoci ai momenti peggiori della Guerra Fredda.

Come Europei, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale siamo abituati a considerare la guerra come un evento che riguarda zone del mondo geograficamente, culturalmente e politicamente da noi lontane e ci sentiamo coinvolti solo per le grandi migrazioni di persone che da quelle guerre fuggono; quella nucleare la consideriamo addirittura come una ipotesi fantascientifica, un semplice “deterrente” risalente alla Guerra Fredda e mai una minaccia reale; eppure i nostri territori sono fortemente militarizzati e ospitano sedi di comando e ordigni nucleari dalla potenza distruttiva incalcolabile.

Nel mondo sono installate 20.000 bombe nucleari e nella stessa Italia, pur contraria per volontà popolare all’uso civile dell’energia nucleare, nelle zone militari di Ghedi e Aviano stazionano oltre 70 atomiche B61, che nel 2020 verranno rimodernate con le più pericolose B61-12, ordigni a potenza variabile da montare sui famigerati e costosissimi F35. Se si tiene conto anche del rilancio delle bombe nucleari tattiche per il trasporto su terra, c’è il rischio che venga sdoganato l’uso del nucleare su ogni livello di conflitto bellico.

L’Italia ha responsabilità gravi e la situazione della militarizzazione della Campania, in questo contesto, è a dir poco preoccupante. A Giugliano in Campania risiede il JFC, un comando militare NATO che ha lo scopo condurre operazioni militari in Medioriente, Africa e aree adiacenti, avvalendosi del supporto di intelligence di un Hub di direzione strategica, anch’esso su Napoli. A Capodichino è attiva una base militare US Navy che rappresenta il quartier generale della US Naval Forces Europe e della Sesta Flotta degli Stati Uniti, riservata al Mediterraneo, la cui nave ammiraglia staziona a Gaeta. Infine Napoli ospita una sede di AfriCom, comando militare delle Forze Armate USA per prevenire e sconfiggere, al di fuori del contesto NATO, le minacce agli interessi degli Stati Uniti nella quasi totalità del continente africano.

Per non farci mancare nulla, sebbene la Giunta del Comune di Napoli lo abbia dichiarato “denuclearizzato” dal 2015, nel Porto di Napoli – come in altri 11 porti civili italiani – continuano a transitare natanti con motori o armamenti a tecnologia nucleare.

L’iniziativa del giorno 8 rientra in una più ampia mobilitazione per spingere il Governo Italiano ad aderire al Trattato ONU di messa al bando delle armi nucleari (del 2017), firmato già da 122 Paesi e che l’Italia si rifiuta di sottoscrivere: si proporrà ai partecipanti di firmare una richiesta rivolta alla Giunta e al Consiglio Comunale di Napoli affinché, attraverso una mozione, l’amministrazione cittadina possa chiedere al Governo italiano di ratificare il trattato.

Napoli, 4 febbraio 2019

Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio – Campania
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