Osservazioni e proposte in merito al progetto di legge “Norme in materia di Gestione, trasformazione, riuti lizzo e bonifica dei siti inquinati”
- Subject: Osservazioni e proposte in merito al progetto di legge “Norme in materia di Gestione, trasformazione, riuti lizzo e bonifica dei siti inquinati”
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- Date: Thu, 1 Mar 2007 11:48:35 +0100 (CET)
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Audizione del 26 febbraio 2007 Consiglio Regionale della Campania Osservazioni e proposte in merito al progetto di legge: “Norme in materia di Gestione, trasformazione, riutilizzo e bonifica dei siti inquinati” Nel progetto di legge del consiglio regionale della Campania, dal titolo “Norme in materia di gestione, trasformazione, riutilizzo e bonifica dei siti inquinati”, si riscontra un incipit enfatico, al quale non corrispondono poi, politiche e strumenti adeguati. Ad esempio, l’obiettivo rifiuti zero nell’art. 1, presuppone un complesso di politiche preventive dalla riduzione della produzione e dei consumi, fino al conferimento dei materiali riciclati in filiera, che sembra pressoché assente nel testo in oggetto. Si badi che l’assenza di una politica dei rifiuti improntata ai suddetti principi pone il testo normativo in assoluta inosservanza de diritto comunitario e del diritto interno (Sul punto si vedano all. 3 della Relazione della Struttura di coordinamento e supporto ex O.P.C.M. n. 3529, dal titolo Profili di illegittimità ed inopportunità del piano regionale dei rifiuti della Campania; ed all. 2 Governare e gestire la raccolta differenziata). Con l’art. 10, comma 4 del progetto di legge in oggetto, nella parte in cui si afferma “…..Nelle more dell’approvazione, resta in vigore il piano vigente…” nella sostanza, si ratifica il c. d. “Piano Catenacci” del marzo 2006, o quanto meno lo si fa proprio, gli si da dignità di legge ed efficacia fintanto che non venga approvato il nuovo piano regionale rifiuti. Ciò significa che nei prossimi anni governo e gestione dei rifiuti in Campania continueranno a sottostare alle indicazioni del “Piano Catenacci”. Dal punto di vista concettuale, oltreché sul piano dell’effettività, la suddetta locuzione, di cui all’art. 10, comma 4, è una norma che va immediatamente eliminata, poiché produce l’effetto di protrarre nel tempo la scelta dissennata ed illegittima di spostare l’intero ciclo integrato dei rifiuti dalla fase della prevenzione alla fase terminale, ovvero sullo smaltimento dei rifiuti attraverso gli inceneritori (si vedano da ultimo CGCE del 6 dicembre 2006; risoluzione di febbraio 2007 del Parlamento europeo e bozza di decreto-legge per l’eliminazione del Cip/6, tutti atti tesi ad uscire dalla logica dell’incenerimento). Nel progetto di legge in oggetto occorre, dunque, eliminare la locuzione “Nelle more dell’approvazione resta in vigore il piano vigente”, di cui all’art. 10, comma 4, sostituendola con una disposizione che, da una parte sospenda, in attesa del nuovo piano regionale, il “Piano Catenacci” nella parte in cui prevede la realizzazione di tre inceneritori nel territorio campano, e dall’altra crei i presupposti normativi per attivare realmente il processo della differenziata, così come imposto dal diritto comunitario e dal diritto interno. Il disegno di legge è una opportunità per la Regione; è una opportunità per riappropriarsi delle proprie competenze e per costruire un “ponte” verso il regime ordinario, una occasione per incentrare l’intero ciclo integrato dei rifiuti sulla differenziata. Altrimenti, il rischio è che, alla luce dell’art. 10, comma 4, fintanto che non venga approvato il nuovo piano regionale dei rifiuti, il governo e la gestione dei rifiuti in Campania siano determinate sulla base del piano emergenziale del 2006, ovvero sulla politica degli inceneritori. Il “Piano Catenacci”, come ampiamente evidenziato dai lavori della cabina di regia, è un piano illegittimo ed inopportuno, che viola le norme relative alla raccolta differenziata, al riciclaggio, al riuso, e al riutilizzo dei rifiuti. Si tratta di un piano regionale che viola il principio comunitario della prevenzione, infatti, con la previsione dei tre inceneritori, è completamente sbilanciato in favore di un sistema di combustione classico (incenerimento). Con l’art. 10, comma 4 del testo in oggetto, si conferma la deriva impiantistica, che una volta attuata, anche dopo l’approvazione del nuovo piano, impedirà il decollo della raccolta differenziata. Infatti, gli inceneritori per essere economicamente vantaggiosi dovranno bruciare una quantità dei rifiuti tali da porsi in contrasto con gli obiettivi e lo spirito della raccolta differenziata. Si invita pertanto il consiglio regionale, prima di approvare il progetto di legge in oggetto, di confrontarsi con i documenti prodotti dalla cabina di regia, in particolare nella parte in cui si dimostra come il rispetto delle percentuali relative alla raccolta differenziata rendono pressoché inutile il ricorso alla realizzazione di inceneritori; impianti, anche laddove di ultimissima generazione che, come è stato acquisito dai lavori della Cabina di Regia, sono, per l’emissione di polveri sottili, estremamente pericolosi per la salute e per l’ambiente (sul punto si rinvia alle audizioni del dott. Burgio, della dott.ssa Gentilini, del dott. Valerio, del prof. Lorenzo Tomatis). Nella malaugurata ipotesi di approvazione dell’art. 10, comma 4 del testo in oggetto, si porranno in essere, con l’avallo del consiglio regionale della Campania, delle misure che pregiudicheranno in futuro il ciclo integrato dei rifiuti, ed in particolare, proprio la raccolta differenziata. Si ratificherà la scelta di realizzare sul territorio campano tre inceneritori, e di ciò i consiglieri regionali se ne dovranno assumere tutte le responsabilità. Nel progetto di legge in oggetto è molto debole la parte relativa alla riduzione dei consumi, elemento fondante della c. d. politica delle “R”. Occorre che il progetto di legge introduca un sistema di riduzione dei consumi, ad esempio attraverso la riduzione degli imballaggi, soluzioni di design e vuoto a rendere, creando le condizioni, anche di mercato, per attuarle. La parte della proposta di legge relativa alla raccolta differenziata è assolutamente debole. Manca il riparto di funzioni per governare la raccolta differenziata, e tutto è spostato sul piano gestionale degli ambiti. Questa parte va assolutamente ripensata e dovrà costituire la parte fondante dell’intero impianto legislativo. Occorre inserire nel progetto di legge in oggetto, quale norma inderogabile, la provincializzazione degli Ato, ed escludere qualsivoglia eccezione di sorta. In merito al governo della raccolta differenziata ed ai suoi effetti benefici, non soltanto sulla salute e sull’ambiente, ma altresì sulla crescita occupazionale, si rinvia alla relazione della cabina di regia sulla differenziata. Nel testo in oggetto la politica delle “R”, che è poi quella che realmente conduce a rifiuti zero, è molto debole; non si indicano ipotesi di raccolta “porta a porta”, il riciclaggio dei materiali è solo accennato e non si prospettano le misure per la realizzazione degli impianti necessari per attuarlo. Dai calcoli della cabina di regia vi è una copertura impiantistica, relativa alla differenziata, che non raggiunge il 25% della necessità, il “Piano Catenacci” prevede solo alcuni impianti di compostaggio. Sarebbe opportuno che il progetto di legge in oggetto fosse chiaro sulla differenza tra riciclaggio e recupero: il primo comporta il riutilizzo di materiali per produrre nuovi beni; il secondo comporta l’incenerimento di materiali destinandoli a smaltimento. Sarebbe opportuno che nel progetto di legge in oggetto si facesse cenno ad ipotesi di smaltimento dei rifiuti attraverso c.d. “tecniche a freddo”, ovvero tecniche più avanzate, e già sperimentate con successo in alcune province (Savona), che non producono alcuna emissione inquinante. Nel progetto di legge non sembrano esserci previsioni legislative in merito al conferimento del materiale differenziato ed alla predisposizione della filiera. Dai calcoli della cabina di regia, se si attuasse la raccolta differenziata nella misura prevista dalla normativa vigente, al ciclo integrato dei rifiuti in Campania non servirebbe neanche più l’impianto di Acerra. Napoli, 26 febbraio 2007 Comitato Allarme Rifiuti *-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-* visita il mio blog sui temi dell'ambiente e lascia un commento http://nunzia1978.spaces.live.com/ oppure http://nunzia1978.splinder.com/ nunzia lombardi
ecco il documento consegnato in regione, scusate ma è colpa della microsoft nunzia Audizione del 26 febbraio 2007 Consiglio Regionale della Campania Osservazioni !
e propos
te in merito al progetto di legge: “Norme in materia di Gestione, trasformazione, riutilizzo e bonifica dei siti inquinati”
Nel progetto di legge in oggetto occorre, dunque, eliminare la locuzione “Nelle more dell’approvazione resta in vigore il piano vigente”, di cui all’art. 10, comma 4, sostituendola con una disposizione che, da una parte sospenda, in attesa del nuovo piano regionale, il “Piano Catenacci” nella parte in cui prevede la realizzazione di tre inceneritori nel territorio campano, e dall’altra crei i presupposti normativi per attivare realmente il processo della differenziata, così come imposto dal diritto comunitario e dal diritto interno. Il disegno di legge è una opportunità per la Regione; è una opportunità per riappropriarsi delle proprie competenze e per costruire un “ponte” verso il regime ordinario, una occasione per incentrare l’intero c!
iclo integrato dei rifiuti sulla differenziata. Altrimenti, il rischio è che, alla luce dell’art. 10, comma 4, fintanto che non venga approvato il nuovo piano regionale dei rifiuti, il governo e la gestione dei rifiuti in Campania siano determinate sulla base del piano emergenziale del 2006, ovvero sulla politica degli inceneritori.
Napoli, 26 febbraio 2007 *-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-* visita il mio blog sui temi dell'ambiente e lascia un commento opp
ure nunzia lombardi!
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