[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
Intervista a JOAO PEDRO STEDILE: BILANCIO DEL 2004
- Subject: Intervista a JOAO PEDRO STEDILE: BILANCIO DEL 2004
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Thu, 30 Dec 2004 12:16:44 +0100
- User-agent: Microsoft-Outlook-Express-Macintosh-Edition/5.02.2106
Title: Intervista a JOAO PEDRO STEDILE: BILANCIO DEL 2004
Intervista a JOAO PEDRO STEDILE: BILANCIO DEL 2004
Questo è stato una anno medio. E¹ stato buono perché abbiamo continuato il nostro lavoro di accumulazione di forze (Š) E¹ stato cattivo perché la riforma agraria è ferma. E¹ stato cattivo perché il governo Lula si è illuso con l¹agrobusiness (Š). Il Presidente può pensare quel che vuole. Io penso come Carlos Lessa (ex-presidente della BNDS dimesso) che lo stanno ingannando. Il nostro dovere, come amici, è dirgli che questa politica è sbagliata.
(AO JORNAL SEMANAL "CORREIO DA CIDADANIA" - Sao Paulo, 27 de dezembro 2004 - Editor: Plinio de Arruda Sampaio)
1.- Qual è la sua valutazione sull¹andamento della riforma agraria nel 2004? Che cosa è mancato e cosa c¹è stato di buono?
Il processo di riforma agraria del governo Lula cammina a passo di tartaruga. Non è riuscito ad onorare l¹impegno assunto dal Presidente Lula con i movimenti sociali nel novembre del 2003, che prevedeva l¹insediamento di 430.000 famiglie in tre anni e che dava la priorità all¹insediamento delle 200.000 famiglie accampate. Gli obiettivi non sono stati realizzati. L¹Incra continua ad agire come un pompiere. Mancano risorse per colpa della politica economica. Mancano funzionari per portare a termine le necessarie pratiche. Manca una direzione del piano nazionale di riforma agraria che, rispetto alla sua strategia generale, è stato abbandonato.
Ciò che c¹è stato di buono è stato l¹avvio dell¹assicurazione agricola, e l¹ampliamento delle risorse del Pronaf anche se non raggiungono ancora la maggioranza degli insediati, ma almeno c¹è stato un miglioramento per gli agricoltori familiari.
2.- Le misure provvisorie adottate per liberalizzare la coltivazione e la commercializzazione dei transgenici e la legge di biosicurezza che ancora sta passando alla Camera paiono mostrare chiaramente che, da ora in poi, i brasiliani dovranno convivere con gli organismi geneticamente modificati. Quali aspetti politici ed economici si possono trarre da questo quadro?
Le azioni del governo federale in relazione alla liberalizzazione dei semi transgenici, sono state una vergogna! Il governo è diventato ostaggio degli interessi delle transnazionali come la Monsanto, la Sygenta ecc. degli interessi del Governatore Rigoto (PMDB-RS), che ha esercitato continuamente pressioni e dei latifondisti, che hanno sognato di guadagnare denaro con facilità con i semi transgenici e dopo due anni, già stanno sopportandone le consequenze. Prima di tutto perché la soja transgenica non è più produttiva di quella convenzionale. Secondo perché la Monsanto ha richiesto e riscosso dagli agricoltori del Rio Grande del Sud non meno di 80 milioni di reais nell¹ultimo raccolto, 0,60 per sacco di soja. E ora annuncia che vuole 1,20 per sacco. Questo rappresenta il 5% del prezzo della soja. E¹ il ritorno del feudalesimo, della rendita. Una transnazionale riscuote senza fare niente. Senza vendere un grammo di semi, senza piantare nulla.
Dietro la questione dei semi transgenici, ancor più della precauzione che dobbiamo avere in relazione all¹ambiente e alla salute (ogni pianta transgenica richiede uno studio specifico non si può generalizzare) c¹è il problema del controllo delle transnazionali sulla nostra agricoltura, poiché i semi transgenici permettono la proprietà privata dei semi, della vita. Quel che sta in gioco è la sovranità dell¹agricoltura brasiliana, è il diritto degli agricoltori a poter coltivare i loro propri semi o no. E il governo non ha capito nulla di questo e ha fatto la figura del merlo delle transnazionali, patrocinate dal loro portavoce, all¹interno del governo, il ministro dell¹agricoltura, il Signor Roberto Rodrigues ( o come preferisce chiamarlo il governatore del Paraná, Roberto Requiao, il Ministro RR, riferendosi alla soja Rondup che usa la stessa sigla, soja RR) .
3- Chi sono i colpevoli del fatto che la situazione dei brasiliani non è sostanzialmente cambiata nel corso del 2004? O Lei non concorda con questa affermazione?
Il Brasile vive una grave crisi, una crisi storica, una crisi di destino. Il paese, la società e il governo non hanno un progetto di sviluppo. Non hanno un progetto nazionale. Vedete bene che non sto parlando di un progetto socialista. Sto parlando del fatto che la società brasiliana manca di un piano di volo. L¹aereo sta volando ma non sa in che direzione andare. E questo è grave. Gli adulatori di professione sostengono semplicemente che l¹inflazione è sotto controllo, che l¹economia è tornata a crescereŠ. Questo non significa niente per il nostro popolo. Dove stiamo andando? Questa è la domanda chiave! E cosa faremo perché ogni brasiliano abbia assicuratoŠ.lavoro, terra, casa e educazione. Solo di questo il popolo ha bisogno.
In questa mancanza di progetto, c¹è continuità con la politica economica neoliberista, cantata in prosa e versi, elogiata dal presidente e da molti ministri come se fosse la soluzione. L¹attuale politica economica non fa che aggravare i problemi del popolo. E in futuro, quando analizzeremo le statistiche del passato, ci renderemo conto che questo è stato il periodo recente della nostra storia con la maggiore concentrazione di reddito.
4-La crescita che avuto l¹agrobusiness negli ultimi anni impedisce che l¹agricoltura familiare si presenti e si consolidi come un modello di sviluppo per il Brasile? Che modello deve seguire il paese per crescere?
L¹agricoltura familiare è un successo in Brasile poiché riesce a produrre alimenti e sopravvivere senza nessun sussidio, al contrario di quanto avviene in altri paesi. E¹ il settore che genera posti di lavoro e produce per il mercato interno, per alimentare la popolazione!
Il cosiddetto modello dell¹agrobusiness interessa soltanto circa 100.000 aziende al massimo, che possiedono più di 500 ettari. Si dedicano a produrre dollari. Sono orientati all¹esportazione. Succede che la borghesia brasiliana, gemella ideologica dell¹agrobusiness ha passato due anni a far propaganda costantemente in TV presentandolo come via d¹uscita. E via d¹uscita per i capitalisti delle grandi aziende. Ma non lo è, non è una soluzione per il popolo. Per fortuna i prezzi agricoli nel mercato internazionale stanno diminuendo, il mercato consumatore esterno non cresce e così poco a poco, si chiarisce che l¹agrobusiness non è che mera propaganda ideologica per combattere la riforma agraria e l¹agricoltura famialiare.
Voglio citare solo due esempi per mostrare come non si tratti di un modello di sviluppo. Negli ultimi due anni, l¹agrobusiness ha portato alla perdita di lavoro per 600.000 persone nelle campagne, secondo le stime statistiche che ho letto. E nei nostri accampamenti sentiamo che molti senza terra sono venuti ad accamparsi perché cacciati dalla crescità della ³modernitಠdelle aziende dell¹agrobusiness.
Secondo esempio: nel 1975/80 al culmine della crescita della soja quando i piccoli agricoltori avevano accesso al credito sussidiato, l¹industria dei trattori vendeva in media 65.000 trattori all¹anno. Ora, passati trent¹anni e con tutta la propaganda della TV tutte le aziende in tutto il Brasile hanno comprato soltanto 36.000 trattori. Dove sta lo sviluppo?
5.- Lei è rimasto sorpreso dalla crescita dell¹economia nel 2004? Quale impressione ha avuto nel sentire il Presidente Lula dire che chi è rimasto sorpreso dalla crescita dell¹economia nel 2004, rimarra ancor più sorpreso nei prossimi due anni?
L¹economia brasiliana soffre di un processo spiegato dagli economisti come mancanza di pianificazione. E continua a vivere una crisi prolungata nella quale si manifesta un andamento ciclico di due anni di piccola crescita e due anni di caduta. Così negli ultimi venti anni, dal 1984. Non c¹è nessun indicatore o situazione che giustifichi la previsione che l¹economia si comporterà diversamente. Ora, Palocci (Ministro dell¹Economia) e il gruppo di tucani* che ancora comanda nel suo ministero e nella banca centrale, hanno avuto fortuna, poiché in questi ultimi due anni è successo, senza alcuna interferenza del governo, che l¹economia brasiliana è cresciuta, ma niente garantisce che nei prossimi due anni non ci sia una flessione. La cosa principale è sapere che l¹attuale politica economica mette al primo posto il pagamento degli interessi, le banche, le esportazioni. E che il governo raccoglie 90 miliardi di reais in tasse da tutti i 177 milioni di brasiliani e li trasferisce a 8.000 ricchi che sono padroni dei titoli del debito pubblico interno. E questo è concentrazione di reddito. Questo è usare il denaro pubblico per la speculazione. Immaginate 90 miliardi di reais usati per la riforma agraria, per l¹educazione, le infrastrutture, l¹industria di base.
Il Presidente può pensare quel che vuole. Io penso come Carlos Lessa (ex-presidente della BNDS dimesso) che lo stanno ingannando. Il nostro dovere, come amici, è dirgli che questa politica è sbagliata.
6.- Secondo lei che peso hanno avuto per il paese le elezioni municipali del 2004?
Nessuno, il risultato non ha modificato la correlazione di forze tra le classi sociali brasiliane. Tutti i partiti hanno potuto dire che hanno vinto!
E i sindaci in Brasile (anche quello di São Paulo) non cambiano la correlazione di forze. Anche se nelle capitali c¹è un simbolismo politico notevole. Ma quello che cambia la correlazione di forze è il popolo organizzato che lotta per i suoi diritti.
7. Il 2004 è stato un anno buono o cattivo per il MST e perché?
E¹ stato un anno medio. E¹ stato buono perché abbiamo continuato il nostro lavoro di accumulazione di forze, aumentando gli accampamenti, aumentando i corsi di formazione, le alleanze con altri settori sociali. Abbiamo realizzato numerose attività di massa, dalla giornata dell¹aprile rosso, alle giornate commemorative dei 20 anni del MST, molte conferenze, insieme ad altre forze sociali ecc. E¹ stato buono perché lentamente stiamo cercando di ricollocare la riforma agraria nell¹agenda politica.
E¹ stato cattivo, perché la riforma agraria è ferma. E¹ stato cattivo perché il governo Lula si è illuso con l¹agrobusiness. E¹ stato cattivo perché le forze conservatrici hanno usato tutta la propaganda possibile per creare la falsa idea che l¹agrobusiness porta progresso. Non so dove sta il progresso. Il fazendeiro maggior produttore di fagioli del Brasile, che opera nell¹ambito dell¹agrobusiness, ha fatto assassinare quattro esattori del ministero del lavoro, è stato eletto sindaco ed è uscito di prigione. Il maggior produttore di soja del mondo è il maggiore predattore della zona pre-amazzonica e ha divorato molte migliaia di ettari di terre pubbliche nel Mato Grosso. L¹agrobusiness è così moderno e dà tanto profitto che il ministro dell¹agricoltura sta facendo pressione per inserire nel bilancio del 2005 2,2 miliardi di reais, a titolo di sussidio per riparare ai danni subiti dagli esportatori agricoli!!
Mentre noi abbiamo nel bilancio 2004 1, 7 miliardi per la Riforma Agraria, ma il Ministro Palocci ne ha trattenuta metà per pagare l¹aumento dei tassi di interesse che il governo ha deciso, per pagare i banchieri. E oggi abbiamo il più alto tasso di interesse reale del mondo. E noi abbiamo ancora il coraggio di raccontare barzellette sui portoghesiŠ.
* tucani: esponenti del partito socialdemocratico dell¹ex presidente Cardoso