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Cap Anamur e respingimenti alla frontiera.
- Subject: Cap Anamur e respingimenti alla frontiera.
- From: "as. int. mi ranchito" <miranchitoarci at yahoo.it>
- Date: Tue, 13 Jul 2004 13:15:56 +0200 (CEST)
as. int. mi ranchito" <miranchitoarci at yahoo.it> wrote:
Compagne/compagni, vorrei ricordare che i respingimenti alla frontiera, in
questi primi mesi del 2004 sono stati 24.202: una immensa Cap Anamur che si
attua quotidianamente ai valichi italiani (leggere sotto Ansa 29/6/2004).
Al di la' della grave vicenda dei migranti della Cap Anamur, caso spettacolare
di violazione dei diritti umani, il nostro impegno deve essere sistematico e
metodico e deve attivarsi contro ogni atto differenzialista e razzista.
La legge Bossi/Fini/Berlusconi, figliazione della famigerata legge
Turco/Napolitano, e' parte di un impianto di norme discriminatorie e
segregazioniste piu' generali, tra cui la legge 30/2003 sul lavoro e quelle che
ostacolano l'esercizio dei diritti civili, sociali, politici e culturali
delle/dei lavoratrici/lavoratori migranti.
Con solidarieta'.
Roberto
(ANSA) - ROMA, 29 GIU - Aumenta la pressione migratoria illegale in Italia nel
2004. Da gennaio a maggio sono stati rintracciati 46.825 clandestini: erano
stati 41.204 negli stessi mesi dell' anno precedente. Si tratta di un
incremento del 13%. In questo periodo, però, si è registrato un calo degli
sbarchi: da 3.936 a 1.752. Sono gli ultimi dati sul fenomeno, forniti dal
prefetto Alessandro Pansa, direttore centrale dell' immigrazione e della
polizia delle frontiere, attraverso il sito internet della polizia di Stato.
Nel corso del 2003 la pressione migratoria illegale ha subito una flessione
netta: gli stranieri rintracciati in posizione irregolare sono stati 81.775,
contro i 113.090 del 2002. Questa tendenza è confermata anche dai respingimenti
alla frontiera: da 37.656 a 24.202. Ma nei primi 5 mesi di quest' anno, i
numeri indicano un' inversione della tendenza. Quanto ai clandestini
effettivamente allontanati dall' Italia, sono stati 27.155 (il 58% degli
irregolari rintracciati);
erano stati 24.165 nello stesso periodo del 2003. Continuano invece a
diminuire anche nel 2004 gli arrivi via mare di clandestini: nel periodo
gennaio-maggio 2002 erano stati 9.737; erano scesi a 3.936 nei primi 5 mesi del
2003; sono diventati 1.752 quest' anno. Quasi la totalità (1.740) sono sbarcati
in Sicilia (erano stati 3.678 nel 2003); 12 in Calabria (contro i 177 del 2003)
e nessuno in Puglia (81 nel 2003). Capitolo emersione: sono state presentate
istanze di regolarizzazione per 694.312 stranieri; al 19 aprile del 2004 è
stato rilasciato un permesso di soggiorno a 640.011. Il più alto numero di
permessi è stato rilasciato a cittadini rumeni (133.607), seguiti dagli ucraini
(100.727), dagli albanesi (47.388) e dai marocchini (47.406). (ANSA).
2004-06-29 16:46
Alice <osservatorio_corelli at yahoo.it> wrote: -----Messaggio originale-----
Da: Filippo Miraglia [mailto:miraglia at arci.it]
Inviato: lunedì 5 luglio 2004 14.34
arci
Nuova Associazione
Via dei Monti di Pietralata, 16 - 00157 Roma
--------------------------------------------------------------------------------
Alla c.a. dei
Comitati Regionali
Comitati Territoriali
Componenti del Consiglio Nazionale
ARCI Nuova Associazione
Care compagne e cari compagni,
avrete seguito dagli organi di informazione nazionali la vicenda della nave
tedesca Cap Anamur, che ospita a bordo 37 profughi sudanesi raccolti dalla nave
nel canale di Sicilia.
Il governo ha finora mantenuto una posizione negativa facendo ricorso agli
accordi internazionali in tema di diritto d'asilo (in particolatre la
Convenzione di Dublino e il protocollo di New York), sostenendo che la nave
avrebbe dovuto sbarcare i profughi a Malta e che quindi non possono sbarcare in
Italia.
La posizione del tutto strumentale del governo, tende ad evitare che si apra un
canale di ingresso protetto per i richiedenti asilo, cosa che noi
auspichiamo da anni, e che la vicenda della Cap Anamur possa diventare un
"pericoloso precedente" in tal senso.
Siamo intervenuti con un appello ai sindaci che trovate di seguito, al quale ha
risposto direttamente l'ANCI e in particolare il sindaco di Ancona responsabile
del gruppo immigrazione dell'associazione dei comuni italiani.
Stiamo raccogliendo le adesioni di sindaci importanti, adesioni che sarebbe
utile venissero anche dal territorio con l'impegno dei comitati.
Nei prossimi giorni siamo stati chiamati dalle altre organizzazioni a
collaborare per una visita sulla nave Cap Anamur che dovrebbe svolgersi
giovedì 8 luglio e per la quale stiamo con Alfio Foti, Carmen Cordaro e gli
altri compagni dell'ARCI Sicilia che ringrazio. Saremo quindi impegnati ad
aprire una falla in questo muro che il governo sta cercando di costruire
intorno al nostro Paese contro gli immigrati e lo faremo in questi giorni con
il contributo di tutti e come sempre in collaborazione con il movimento, le
organizzazioni sindacali e le istituzioni democratiche.
Stiamo preparando con i nostri amici dell'ASGI un ricorso delle ong alla Corte
Europea dei Diritti Umani (CEDU) ed uno a firma degli stessi profughi che
porteremo giovedì sulla nave.
Mi scuso per la sommarietà di questa nota che cercherò di aggiornare nelle
prossime ore.
Sono sempre a disposizione per ogni chiarimento.
saluti
Filippo Miraglia
Responsabile ARCI Nazionale Immigrazione
piazza dei Ciompi 11, 50127 Firenze
via dei Monti di Pietralata, 16, 00157 Roma
e mail miraglia at arci.it
Appello ai sindaci italiani per l'accoglienza dei profughi della Cap Anamur
La vicenda dei 37 profughi sudanesi della Cap Anamur spiega bene qual è
l'Europa che non vogliamo. L'Europa che purtroppo prevale anche nella bozza di
Costituzione e che il governo Berlusconi ben rappresenta. Non vogliamo una
Europa disumana in cui prevalgano calcoli e discorsi politicisti anche di
fronte alla vita delle persone, alle tragedie umane, alle conseguenze nefatse
delle guerre.
Vogliamo invece una Europa costruita dal basso, in cui il riconoscimento di
diritti, primo tra tutti quello alla vita e al benessere delle persone,
rappresentino la via maestra.
Per questa ragione pensiamo che alla volontà di chiusura del governo, che
ricorre a presunte questioni procedurali senza alcun senso di responsabilità e
incurante della storia e della vita di questi 37 profughi, possa e debba
rispondere una volontà ed una disponibilità all'accoglienza delle comunità
locali, delle tante città che pochi giorni fa hanno affidato il governo in gran
parte alle forze di centro sinistra. E se c'è uno spazio nel quale deve essere
evidente una differenza tra questo governo e l'opposizione è proprio quello del
riconoscimento dei diritti e del rispetto della vita e della dignità delle
persone.
Facciamo appello ai sindaci dei comuni italiani affinchè ciascuno di loro
dichiari al governo e al Ministero dell'Interno la propria disponibilità ad
accogliere e farsi carico di almeno uno di questi 37 profughi.
Facciamo in modo che l'esistenza di una Italia della solidarietà, dei diritti e
dell'accoglienza prevalga su quella della chiusura e della intolleranza.
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Il seguente appello arriva dalla nave Cap Anamur.
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Appello dalla Cap Anamur
Da giovedì mattina la nostra nave incrocia 15 miglia davanti a Porto Empedocle
in Sicilia. Noi insistiamo a voler entrare nel porto così come avevamo
progettato ed eravamo anche stati autorizzati a fare. Finora le autorità non ci
hanno comunicato perché venga ora negata l'autorizzazione che ci era stata
originariamente concessa.
Il confronto con diverse forze armate dello Stato italiano è grottesco e mira
evidentemente a gettare nell'ansia se non nel terrore il nostro equipaggio e i
passeggeri a bordo. Protestiamo contro questo trattamento.
I naufraghi che abbiamo salvato non sono "clandestini", non avendo ancora
oltrepassato le frontiere europee. Conformemente agli ordini e in
ossequio ai precetti del diritto internazionale, così come della prassi
abituale, noi abbiamo immediatamente comunicato la lista di tutte le persone a
bordo. Tutto questo non può in alcun caso essere interpretato come "tentativo
di entrata illegale". Non abbiamo intenzione di
scontrarci con il governo italiano o di fare pressione su chicchessia.
Chiediamo semplicemente il diritto di entrare a Porto Empedocle, perché la
situazione a bordo diviene sempre più difficile. E' certo che coloro che ci
impediscono di portare i naufraghi in un porto sicuro, sono anche pienamente
responsabili delle conseguenze. Non ci lasceremo dirottare in un altro porto.
Abbiamo 37 naufraghi a bordo e non siamo perciò nella condizione di metterci a
giocare con le autorità. Deve essere trovata una soluzione adeguata agli
standard internazionali dei diritti dell'uomo e sulla base dei principi
umanitari. La domanda su come debba essere trattata una simile situazione deve
trovare risposta sul piano dell'Unione europea: è la politica dell'Unione
europea, condotta violentemente dalla guardia costiera, dalla marina e dalla
guardia di finanza italiane, che ci impedisce di aiutare altre persone in
condizione di bisogno. Facciamo appello a tutti gli europei, e soprattutto ai
cittadini e alle cittadine italiane, affinché rendano chiaro che una simile
politica
non viene condotta in loro nome.
Noi continueremo a salvare tutte le vite umane che possiamo. Lo facciamo perché
non vogliamo che la morte di centinaia, forse migliaia di persone venga
considerata come un "caso normale" europeo.
Come organizzazione umanitaria indipendente dobbiamo continuare nella nostra
opera di salvataggio perché altrimenti nessuno lo fa.
Chiediamo alle donne e agli uomini d'Europa di farsi carico di questa
situazione.
A presto
per la Segreteria dell'Osservatorio
Alice
"Credo che il puro fatto di esistere implichi una certa responsabilità verso il
futuro, verso ciò che esisterà dopo di noi."
Gioconda Belli
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