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Stedile e Balduino sull'agrobusiness in italiano



1) A chi interessa il modello agricolo dell¹agrobusiness? Articolo di
Stedile su Caros Amigos
 
2) Balduino, presidente della CPT lancia una maledizione contro
l¹agrobusiness 
 

1) A chi interessa il modello agricolo dell¹agrobusiness?

 João Pedro Stedile*

La stampa divinizza l¹agrobusiness senza mettere in rilievo che esso
fornisce solo 500.000 posti di lavoro.
Da che il governo Lula ha assunto il mandato, stranamente la stampa
brasiliana in modo unanime, si è dedicata quotidianamente a  lodare i
successi dell¹agrobusiness.

Perché questa campagna unificata, permanente, proprio ora? Una delle
spiegazione può essere l¹influenza crescente dei neoliberisti nel governo
Lula, rappresentati dai ministeri dell¹Agricoltura, o meglio
dell¹esportazione agricola, dell¹Industria e ³Sadia²  e dell¹area economica.
Un¹altra spiegazione può essere il tentativo di impedire che il governo
decida di fare una riforma agraria di massa. E così predicano che l¹unico
cammino per risolvere i problemi della povertà e della mancanza di lavoro
nelle campagne sarebbe il modello dell¹agrobusiness.

Ora, la povertà, la disoccupazione e la disuguaglianza sociale che esistono
nell¹ambito dell¹ambiente rurale brasiliano sono frutto di proprio di 500
anni di un modello agricolo che ha privilegiato le esportazioni, da quando
qui sono arrivati gli europeiŠ e i loro interessi.

20 milioni senza scarpe
La stampa brasiliana monopolizzata  da sette gruppi e chiaramente vincolata
agli interessi di classe  dei grandi proprietari e delle imprese
transnazionali esportatrici di materie prime, svolge il suo ruolo di
propaganda. Mostra tutti i giorni macchine agricole nuove, navi cariche e
indici di esportazione agricola, come se questo fosse sinonimo di soluzioni
economiche e sociali. E nasconde che nelle campagne brasiliane abbiamo 30
milioni di persone che vivono in condizioni di povertà assoluta, che  20
milioni di persone non hanno mai indossato un paio di scarpe, che 50 milioni
soffrono la fame tutti i giorni. Che 30 milioni di persone non hanno più i
loro denti. Dimentica di mostrare che solo l¹8% della popolazione arriva
all¹università e che nel Nordest il 60% della popolazione delle campagne è
ancora analfabeta. 
Dimentica di dire che nel paese che è la maggiore frontiera agricola del
mondo esistono 4,5 milioni di famiglie di lavoratori senza terra!

Quali di questi problemi risolve il modello dell¹agrobusiness? Nessuno. Al
contrario, è proprio questo modello agricolo che ha generato tanta
disuguaglianza, povertà e disoccupazione.

Perché il modello agricolo dell¹agrobusiness è organizzato per produrre
dollari, e prodotti che interessano gli europei e gli asiatici e non i
brasiliani. E per questo non produce cibo, lavoro e giustizia sociale.
L¹agrobusiness concentra. Porta all¹esterno le ricchezze prodotte qui,
invece di distribuirle.
Ma vorrei approfittare della vostra pazienza per mostrare che, anche dal
punto di vista della logica del capitalismo nazionale, il modello
dell¹agrobusiness, è irrazionale, o stupido, se volete. Ossia, questo
modello interessa solo al capitale  internazionale e neppure allo sviluppo
del capitalismo brasiliano.

Andiamo ai dati statistici, risultanti da questo modello agricolo, cantato
in prosa e in versi.

Il Brasile ha approssimativamente 350 milioni di ettari agricoltivabili, che
potrebbero essere dedicati alla coltivazione. Ma grazie alla concentrazione
della proprietà della terra, coltiviamo 50 milioni di ettari, solo il 14 %
di quello che dovremmo coltivare. E quest¹area coltivata resta stabile dal
1985. 
Le moderne aziende dell¹agrobusiness occupano il 75% di questa area
coltivata, le terre migliori per produrre soltanto soia, cotone, cacao,
arance, caffè, canna da zucchero e eucalipto. Che interessano al mercato
estero. Immaginate se il popolo brasiliano avesse solo questi prodotti da
mettere in tavola! 
   
E esiste una altra parte di aziende agricole, che anno parte di questo
modello, ancora peggiori, poiché si dedicano solo all¹allevamento estensivo
o a speculare sulla rendita della terra.
Secondo dati dell¹INCRA, basati su dichiarazioni dei proprietari, esistono
in Brasile   54.761 immobili rurali   classificati come ³grandi proprietà
improduttive², pertanto espropriabili, che ammontano a non meno di 120
milioni di ettari (un¹intera Europa fermaŠ.)

La bugia  della modernità
Il Piano Nazionale di Riforma Agraria ha applicato la concettualizzazione
della Legge Agraria e ha diviso tutte le proprietà esistenti in piccole
(fino a 200 ettari, in media), medie (da 200 a 2000 ettari) e grandi
proprietà (al di sopra dei 2000 ettari). E poi ha analizzato il
comportamento dei fattori di produzione in relazione a ciascun settore.

Il relazione all¹occupazione, la piccola proprietà dà lavoro a 14 milioni di
persone, la media a 1,8 milioni e la grande proprietà dell¹agrobusiness,
soltanto a 500.000.
La famosa modernità capitalista è una bugia. Il 63% di tutta la frotta dei
trattori brasiliani è usato dai proprietari con meno di 200 ettari. E le
proprietà superiori ai 1000 ettari possiedono appena il 36%  dei trattori.
Ossia, la cosiddetta grande proprietà ³moderna² non riesce neanche a
stimolare l¹industria nazionale dei trattori. Per questo da 20 anni la
domanda dei trattori non aumenta. L¹industria sta vendendo circa 50.000
trattori all¹anno, mentre all¹inizio degli anni 80 era arrivata a venderne
65.000. 

Ma al momento di utilizzare il credito rurale, delle banche ufficiali, con
risorse pubbliche e tasse di interesse differenziate, si possono vedere i
differenti interessi. Durante l¹ultimo raccolto (2003/2004), la piccola
proprietà ha avuto accesso a 3 miliardi di reais e la media e la grande
proprietà  hanno utilizzato 24 miliardi di reais della Banca del Brasile. E
ciò che è peggio, solo dieci imprese transnazionali legate all¹agrobusiness,
hanno preso dalla Banca del Brasile 4 miliardi di denaro pubblico
brasiliano. 
Dieci imprese transnazionali hanno ottenuto più credito dei 4 milioni di
famiglie di piccoli agricoltori. E ci sono ancora persone che credono che le
imprese transnazionali vengono qui ad investire il capitale straniero. Al
contrario, essere vengono ad accedere al nostro risparmio nazionale. Stiamo
finanziando queste imprese straniere e la stampa batte le mani!

In termini di risultati della produzione, secondo l¹IBGE, la grande
proprietà rappresenta appena il 13,6% di tutta la produzione, la media
proprietà il 29,6 per cento e il 56,6 % di tutta la produzione
agrozootecnica nazionale viene dalla  agricoltura familiare. E guardando ai
settori di produzione è ancora più chiaro quali interessi sostiene ciascun
segmento. Anche nella produzione animale, la piccola proprietà rappresenta
il 60% di tutta la produzione, in funzione della produzione di latte, suini,
polli. 

Per quanto riguarda i salariati agricoli, simbolo del capitalismo, la media
proprietà dà lavoro a 1 milione di persone, la grande a solo 500.000. E pur
essendo familiare, la piccola proprietà dà lavoro, oltre ai membri delle
famiglie, a quasi un milione di salariati agricoli.

La deviazione viene dalla colonia
Il Brasile è vittima di questa politica di stimolo alle esportazioni
agricole dal tempo del colonialismo. E tutti sanno che questo modello non ha
sviluppato nessun paese. Anche in termini di esportazione, il paese guadagna
quando esporta merci, di origine industriale, con alto valore aggregato. E
per questo che la   Embraer  da sola, con le sue esportazioni di aerei,
rappresenta la metà del valore di tutta l¹esportazione di soia! Nessuno si
sviluppa esportando materie prime. E nel caso brasiliano è ancora peggio,
poiché chi sta guadagnando denaro con le esportazioni agricole, sono le
transnazionali come la Monsanto, la Cargill, la  Bunge, la ADM, che
controllano il commercio agricolo mondiale. Esse ottengono un profitto medio
del 28% sul valore esportato senza produrre nulla.

Se il Brasile vuole risolvere i problemi di lavoro, povertà nelle campagne,
disuguaglianza sociale, non sarà certo per il cammino dell¹agrobusiness.
Sarà con la riforma agraria, che è la democratizzazione della proprietà
della terra. Attraverso l¹organizzazione della produzione agricola con
l¹agricoltura familiare e orientando la produzione verso alimenti destinati
al mercato interno, al popolo. Se tutto il popolo brasiliano avesse un
reddito sufficiente ad alimentarsi bene, ci sarebbe una domanda nazionale
infinitamente superiore a ciò che oggi viene esportato. La soluzione è far
si che il popolo possa comprare cibo.

Se la politica non cambia, continueremo ad avere una minoranza che guadagna
molti dollari, la povertà che aumenta e il governo che fa discorsi dicendo
che aumenterà la borsa-famiglia per assistere gli affamati che continueranno
ad aumentare. 
Finché un giorno, l¹accumulo di queste contraddizioni genererà una nuova e
vera politica. 


Articolo pubblicato nel numero di giugno della rivista Caros Amigos

  


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2) Balduino, presidente della CPT lancia una maledizione contro
l¹agrobusiness 
 

30/06/2004
Dom Tomás Balduino dice che l¹agrobusiness è il cammino peggiore e può
portare alla desertificazione. Parla inoltre della criminalizzazione dei
movimenti sociali e dei transgenici che sono contro la riforma agraria.

Dom Tomás   presidente nazionale della Commissione Pastorale della Terra e
storico militante della lotta per la terra e per i diritti dei popoli
indigeni, dice che ha lanciato una maledizione contro l¹agrobusiness perché
questa è la faccia più nefasta del capitalismo. Egli sostiene che i passi
avanti nella lotta per la Riforma Agraria non sono dovuti al governo ma,
soprattutto, alle conquiste delle organizzazioni popolari. A 81 anni, il
religioso domenicano, che ha partecipato alla fondazione della CPT e del
CIMI (Consiglio Indigenista Missionario) ha concesso una intervista a AnotE
(Agenzia di Notizie Speranza), che informa sulle pastorali e le comunità
ecclesiali del   Ceará, durante l¹assemblea regionale della CPT a
Fortaleza, il 19 giugno.
Balduino ha criticato la criminalizzazione dei movimenti sociali che ³viene
ripresa con la rottura del sigillo bancario di organizzazioni legate al MST²
e la posizione del governo in relazioni alle sementi geneticamente
modificate. ³Appoggiare i transgenici è lo stesso che non volere la Riforma
Agraria e l¹agricoltura familiare². Ha affermato.

La Riforma Agraria e la demarcazione delle terre indigene sono sempre
questioni che suscitano polemiche. Quali i passi avanti e i fallimenti
dell¹attuale governo in quest¹area?

Ci sono molti passi avanti grazie alle stesse organizzazioni popolari, non
al governo. Per questo, penso che ciò che è stato fatto per la Riforma
Agraria in questo paese si deve quasi totalmente alle occupazioni di terra e
alle altre mobilitazioni sociali. Il segno storico di questa gestione e il
Piano Nazionale di Riforma Agraria (PNRA), perché è la prima volta, in 500
anni, che il governo adotta una politica concreta ed effettiva in
quest¹area. Tuttavia considero il PNRA timido e ridotto perché non è quello
di un milione di famiglie che i movimenti e gli studiosi hanno dimostrato
che è possibile. In relazione alla causa indigena, il governo è fermo. Il
progresso che esiste è nella consolidazione delle organizzazioni e della
loro articolazione con i gruppi di appoggio.

Il MST è il movimento organizzato più importante nella lotta per la Riforma
Agraria nel paese. Quale relazione ha la CPT con i Senza Terra?

Sempre una relazione di ³companheirismo², collaborazione e appoggio. Alcuni
dicono che il MST è il braccio della CPT. Questo è per svalutare le
organizzazioni popolari. L¹élite non crede che il popolo possa pensare  con
la propria testa e camminare con le proprie gambe. Il MST ha piena autonomia
e è un onore per la CPT stimolare la nascita di entità autonome, con
direzione, programmi e strategie proprie. I movimenti comunicano con noi, ci
invitano, ci consultano, ma sono essi gli autori di ciò che realizzano. La
Chiesa appoggia, e è solidale, le azioni e le mobilitazioni dei movimenti.
.
Il governo brasiliano punta molto sull¹agrobusiness mirando alle
esportazioni. Lei ritiene che questa sia la strada migliore?

Penso che sia la strada peggiore. Non sono contro l¹agrobusiness nel senso
di organizzare economicamente e tecnicamente l¹agricoltura. Tuttavia, il
modello che sta dietro tutto questo, è nefasto: è il profitto. Dall¹altro
lato, l¹organizzazione dei movimenti delle campagne nella lotta per la
Riforma Agraria punta alla dignità e alla partecipazione. E¹ una lotta che
mira a recuperare i valori fondamentali della persona umana. Come
nell¹agrobusiness l¹obiettivo è il capitale, pare sia la cosa più importate.
Distruggono l¹ambiente, riempiono il suolo di concimi e veleno e
sostituiscono centinaia di lavoratori con alcune macchine. Oltre a ciò,
questo settore non fa un uso cosciente della terra, pensando al futuro. Il
risultato è che avremo da qui ad alcuni anni, la desertificazione. Hanno
raggiunto le sorgenti che per la gran parte sono   nell¹area del cerrado
Così stanno portando alla fine di questa vegetazione. La tecnica estensiva e
l¹usi intensivo di agrotossici, contaminano quel che resta dei lenzuoli
freatici e questo finisce con l¹uccidere piante e animali.

Ciò che i difensori dell¹agrobusiness chiamano metodi avanzati, sta
provocando un enorme passo indietro nel nostro paese, riportandolo alla
condizione del Brasile colonia e distruggendo l¹ambiente futuro. Nel periodo
coloniale il Brasile era un esportatore di pau-brasil, canna da zucchero,
spezie, caffé.  Andiamo avanti così e alcuni sostengono che questo è il
cammino per lo sviluppo: producendo materie prime per l¹esportazione,
concentrando il denaro nelle mani di pochi e espellendo i lavoratori dalle
campagne. 

Oltre a questo, l¹agrobusiness intensifica anche la concentrazione della
terra. Il settore avanza nel cerrado, nel  Pantanal, in Amazzonia e sta
anche dominando con una estrema voracità, le piccole proprietà. Allo stesso
tempo, l¹agricoltura sta soffrendo di un processo di impoverimento molto
forte e i piccoli agricoltori sono obbligati a lasciare la terra. Una
piccola parte del capitale prodotto dall¹ogrobusiness contribuisce al
superavit primario, ma la grande massa di denaro resta nelle mani di pochi.
Per la popolazione lavoratrice non resta niente. E¹ l¹impoverimento del
paese e l¹arricchimento dell¹élite. Per questo ho lanciato una maledizione
contro l¹agrobusiness. Questo ha sollevato molte polemiche ma io la confermo
perché è la faccia più nefasta del capitalismo.

Che posizione ha la CPT sui transgenici?

E¹ sempre stata radicalmente contraria. Gli argomenti che sostengono che gli
alimenti geneticamente modificati sono inoffensivi per la salute, non hanno
base scientifica, neanche in quella dichiarazione dell¹ONU che è stata
forzata dagli Stati Uniti. Ciò che preoccupa è che usano l¹ONU per tutto,
anche per coprire cose che la scienza non ha definito. Ma sopponiamo che i
transgenici non siano pericolosi e che non ci siano più dubbi. Per noi, per
il MST e  per la CPT, il veleno sta nell¹egemonia. Essi diventano padroni
della produzione e dei semi costituendo un monopolio che elimina
l¹agricoltura familiare. Credo che questo governo Lula non ha visto bene
nell¹affrontare la questione transgenici. Appoggiarli è lo stesso che non
volere la Riforma Agraria e l¹agricoltura familiare

Secondo lei, che deve fare il governo Lula per rispondere alle speranza che
sono state depositate in lui?

Iniziare i cambiamenti, avrebbe dovuto farlo fin dall¹inizio, quando aveva
tutta la popolazione con quella esplosione di felicità. Mai un presidente
della Repubblica ha avuto un festeggiamento così bello e popolare come
l¹insediamento di Lula. Era una forza straordinaria che spingeva alle
trasformazioni necessarie per la nostra società. Ciò che la gente chiama
cambiamento è realizzare il Brasile dei brasiliani. Fino ad ora, il Brasile
è una colonia del mercato internazionale. Prima la nostra metropoli era il
Portogallo, oggi si chiama FMI e WTO. E¹ il capitale, soprattutto  volatile,
speculativo, senza patria, senza popolo e allo stesso tempo, che domina
tutti i popoli e soprattutto i poveri. E¹ questo cambiamento che Lula deve
fare e se non risponde a questa necessità sarà il suo sarà uguale a tutti
gli altri governi.Alla fine, chiunque, di qualsiasi tendenza, può fare un
governo in cui tutti abbiano un pochino delle cose, mantenendo questa
dominazione economica, perfino José Serra lo può fare.

Non possiamo smettere di fare critiche, ma riconoscendo che abbiamo fatto un
passo, che più che da Lula, è costituito da tutto un insieme di presenze
nelle istituzioni do governo. Abbiamo coscienza che Lula sta e deve stare
dal nostro stesso lato, per questo lavoro insieme ai movimenti popolari,
rivendicando all¹interno del governo e non con un governo nemico. Tutta
questa organizzazione popolare che è cresciuta e che lo ha eletto potrebbe
spingere progetti come quello della prevenzione in campo sanitario, della
alfabetizzazione di massa, della Riforma Agraria di massa che modifichi
questa crudele struttura fondiaria. Questo ha subito la collaborazione delle
teste migliori e dei migliori cuori che ci sono nelle basi popolari.

C¹è una netta differenza dall¹altro lato, la destra sta tentando di far
cadere Lula perché non si sono adattati al fatto di aver perso il trono dopo
500 anni di dominazione. Un altro punto che dobbiamo sottolineare è il
rafforzamento della società civile. Prima, per esempio, l¹organizzazione dei
Senza Terra era un gruppo criminalizzato. Ora, alcuni membri del Congresso
Nazionale stanno riprendendo a criminalizzarlo, con la richiesta di rottura
del sigillo bancario di organizzazioni legate al MST. Sono deputati che
mangiano mosche e ingoiano cammelli. Le mosche del MST saranno controllate
fino ai centesimi, ma si continuerà a tenere gli occhi chiusi di fronte ai
grandi furti della Sudene e della Sudam (Sovrintendenza dello Sviluppo del
Nordest e dell¹Amazzonia, rispettivamente), delle banche, del denaro
pubblico e delle privatizzazioni.