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Conflitti sociali in Peru: escalation di violenze - Cristiano Morsolin da Lima




CONFLITTI SOCIALI IN PERU

 

Qui in Peru continuano ad acutizzarsi conflitti sociali esplosivi con centinaia di proteste  a Lima come nella Sierra andina e nella Selva amazzonica. Sul piede di guerra sono i contadini cocaleros, i lavoratori nella sanita pubblica (di fronte al governo Toledo praticamente allo sfascio) e tutto il popolo che sopratutto in provincia, si e’ scagliato contro le autorita municipali corrotte. 

Vi allego un commento di Mario Mancini del Movimento Laici per l’America Latina e un commento del Coordinamento Nazionale dei diritti umani CNDDHH.

Saluti di pace

Cristiano Morsolin da Lima

Osservatorio Indipendente sulla regione Andina SELVAS – www.selvas.org 

 

 

Furia collettiva contro sindaci e autorità municipali sconvolgono il Perú. 
di Mario Mancini, coordinatore Mlal-Area Andina 


Dieci giorni di un autunno australe ci hanno riportato alla dura e spietata realtà di un paese sudamericano, che finora non è riuscito neanche a mettere in agenda il tema della governabilità. 

Pur trattandosi di casi diversi nella loro dinamica, si sono prodotti negli ultimi giorni fatti di grande gravità che ci obbligano, o meglio, obbligano le autorità nazionali, a prendere in serio il tema della credibilità delle istituzioni pubbliche. 

Ilave. Il 26 aprile una folla inferocita, dopo più di 20 giorni di proteste e di blocco della strada tra Puno e la frontiera boliviana, assalta la casa del sindaco provinciale, Cirilo Robles, e lo lincia fino alla morte. Accusato di “normali” atti di corruzione, probabilmente “semplice” rivale del vicesindaco, ma sicuramente “capro espiatorio” di un disagio maturato in anni di oblio ed emarginazione, il popolo aymara di Ilave chiede, oltre alle dimissioni del sindaco, anche il passaggio alla sovranità boliviana. 30 poliziotti facevano rispettare “l´ordine pubblico”, che da due settimane aveva messo a repentaglio la normalità del lato peruviano del mitico Lago Titicaca. È arrivata una commissione governativa di negoziazione da Lima; risposta: “non abbiamo niente da negoziare”. In effetti. 

Pucallpa. Il 21 aprile viene assassinato da sicari un giornalista locale, Alberto Rivera, che attraverso un programma radiofonico locale denunciava con fermezza le presunte attività economiche illegali dell´attuale sindaco provinciale di questa città, Luis Valdez, imprenditore, accusato di traffico illegale di legno amazzonico; inoltre, lo scorso anno, senza soffrire nessuna conseguenza giuridica, la polizia trovó in un camion della sua impresa 100 chili di pasta basica di cocaina. Due giorni dopo, Gavino Muñoz, sindaco indigeno shipibo del comune limitrofe di Iparia, alla terza elezione consecutiva e leader riconosciuto e rispettato, veniva assassinato da sicari a Pucallpa, mentre si accingeva a testimoniare in Tribunale per un processo di traffico di usura. 

Yurimaguas. Il 24 aprile scontri tra una fazione favorevole al sindaco del distretto di Lagunas e una maggioranza di oppositori provocano vari feriti; tema di fondo: le dimissioni della massima autorità per corruzione. Il 27 aprile un gruppo di indigeni Aguarunas prende come ostaggio il sindaco di Cahuapanas (altro comune della provincia di Alto Amazonas), Osvaldo Peralta, accusato di corruzione; per rappresaglia, gruppi indigeni Chayauitas prendono come ostaggi un gruppo di Aguarunas chiedendo a cambio la liberazione del sindaco. Poi saranno liberati tutti rimanendo in loco una situazione esplosiva. 

Ayaviri. Il 23 aprile il consiglio comunale di Ayaviri decreta la sospensione per un anno del sindaco in carica Ricardo Chavez, accusato di malversazione, corruzione e cattiva gestione dei programmi di assistenza sociale. Anche qui si produce uno scontro tra la fazione favorevole e l`altra contraria. 

Il panorama parla di 166 sindaci (su 1800) a livello nazionale che si trovano attualmente in processo di revocatoria (prevista dalla legge elettorale, deve essere richiesta da un minimo di 25% della popolazione elettorale di un territorio e deve essere ratificata in una consulta con il 50 + 1% dei voti). Accuse ordinarie: corruzione, malversazione, abuso di autorità. Oltre ai 166 moltissimi altri sono messi in seria discussione dalla propria cittadinanza (non tutti raccolgono le firme; esempio: nel caso di Ilave non esisteva processo di revocatoria in corso). Il Presidente Toledo “possiede” attualmente il 7% di popolarità, il Parlamento il 10% o giù di lì. Dati che parlano da soli e che si traducono in una tragedia della politica: la mancanza di rappresentatività, che emerge da un più lontano problema di riconoscimento reciproco. Il problema di uno stato senza cittadini e senza cittadinanza. Per i teorici, democrazia senza demos, come dire una banca senza denari. 

Perú. Dal 20 aprile in poi sono in mobilitazione di protesta a livello nazionale i seguenti settori: “Cocaleros”, chissá il movimento che sta richiamando l´attenzione dell´opinione pubblica, impegnata in una durissima lotta mediatica per criminalizzare contadini in situazione pauperrima che solo chiedono di essere considerati come parte in causa (ma questo merita un articolo a parte, qui solo vale contestualizzare); Minatori, che dopo circa 15 anni tornano in strada a rivendicare la negoziazione collettiva, semplicemente; Insegnanti, che un anno dopo chiedono al governo solo di mantenere gli impegni presi di aumentare una quota annuale di salario; Medici del settore pubblico, per miglioramento salariale e qualità del servizio; Pescatori artigianali, che chiedono da anni una regolamentazione del settore e investimenti per modernizzare il settore. 

Giusto per corroborare il concetto espresso: le opinioni possono essere sempre sindacabili (si puó dimostrare tutto e il contrario di tutto), ma i fatti sono questi e qualcosa vorranno pur dire. 
Due curiositá sul Bollettino Municipale. La prima, si tratta tutte di zone dove il MLAL opera con progetti, grandi, piccoli, in corso, futuri, passati: calma, è solo un caso, perché come dimostrato, riguarda un pó tutti. Anzi, ci stimola a continuare a rimanere “sul fronte” della lotta per la dignità. La seconda, più che una curiosità, una constatazione delicata, è che si tratta di zone a forte presenza indigenza (Aymara a Ilave, Quechua a Ayaviri, Shipibo a Pucallpa, Aguarunas y Chayauitas a Yurimaguas), per dimostrare, secondo l´opinione di codesto articolo, l´alienazione di intere Nazioni in uno stato assente o semplicemente eteronomo (in parole povere: non sovrano, governato da altri). 

Lima, 28 aprile 2004
Mario Manzini, coordinatore MLAL

Movimento Laici America Latina: www.mlal.org 

 

 

 

Coordinadora Nacional de Derechos Humanos

 

Frente a conflictos sociales reafirmamos nuestra apuesta por diálogo democrático y  respeto integral a los derechos humanos 

 

Ante la situación de conflicto que ocurre en las provincias de Huamcabamba y San Ignacio, de los departamentos de Piura y Cajamarca, respectivamente, que ha originado el enfrentamiento de las comunidades de la zona con la compañía Minera Majaz; la Coordinadora Nacional de Derechos Humanos manifiesta lo siguiente: 

 

Nuestra preocupación por la forma distorsionada como algunos medios de comunicación y autoridades del gobierno central  han informado acerca de los acontecimientos ocurridos en la zona. 

 

El pasado 20 de abril de 2004, la población de Huancabamba marcho pacíficamente hacia la comunidad de Pan de Azúcar con el objetivo de dialogar con los representantes de la Minera Majaz, el Ministerio de Energía y Minas, Ministerio del Interior, Iglesia, Defensoría del Pueblo y otras autoridades locales. 

 

Ante la inasistencia de las autoridades al dialogo,  los pobladores se sintieron burlados y se dirigieron al campamento minero para reiterar el cumplimiento del mismo. 

 

En su intento de dispersar a los lugareños la  policía disparo proyectiles de gas lacrimógeno hiriendo al menos a siete campesinos, uno de ellos estaría herido de gravedad.

 

Ante la gravedad de la situación demandamos: 

 

1.   Que las autoridades del Ministerio del Interior y de Energía y Minas, cumplan con su obligación constitucional de garantizar  el derecho a la vida,  a la integridad física, a la libertad de expresión, a garantizar la participación informada y el derecho de la población a elegir  su modelo de desarrollo. 

 

2.   El establecimiento de un espacio de diálogo en el que participen los actores involucrados,  autoridades locales y sociedad civil, el mismo que debe darse en condiciones de igualdad y transparencia con los representantes del Gobierno Central. 

 

3.   Para generar condiciones de diálogo, el Ministerio de Energía y Minas debe disponer la suspensión  al menos por 90 días de todo tipo de actividades de la empresa  Minera Majaz.

 

4.   El establecimiento de una agenda consensuada que aborde los temas que han generado la preocupación de la población ( irregularidades en el otorgamiento de la concesión a Minera Majaz en zona de frontera, en el procedimiento y permisos solicitados ante el Ministerio de Energía y Minas, falta de licencia social, entre otros). 

 

5.   Establecimiento de una comisión investigadora del Congreso sobre los graves hechos ocurridos, en cumplimiento de su función fiscalizadora. 

 

La Coordinadora Nacional de Derechos Humanos ante los graves hechos ocurridos en el interior del país - Puno, la problemática de los cocaleros, los conflictos mineros en general- exhorta a las autoridades del Gobierno Central y a la población en general a plantear soluciones concertadas mediante el diálogo democrático, observando el respeto integral de los derechos humanos.

 

 

Lima, 23 de abril de 2003

 

 

Coordinadora Nacional de Derechos Humanos

http://www.dhperu.org

 

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