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Fwd:corrispondenza di domenica sulla situazione dopo l



 AGGRESSIONE PARAMILITARE CONTRO MANIFESTAZIONE ZAPATISTA PROVOCA DECINE DI
 FERITI
 Global Project - 9:52am - 11 Aprile 2004 - San Cristóbal de Las Casas -
 Chiapas - Messico

 Il dieci aprile é una data simbolica in Messico e in particolare per le
 comunità indigene zapatiste: é infatti l'anniversario dell'assassinio del
 generale Emiliano Zapata, uno dei due leader - con Pancho Villa - della
 Rivoluzione Messicana del 1910.

 Per festeggiare la ricorrenza con un evento che non fosse solamente
 commemorativo, le basi d'appoggio zapatiste della Zona Altos avevano deciso
 ieri di organizzare una manifestazione che, partendo dal Caracol Corazón
 Centrico de Los Zapatistas delante del Mundo, ovvero dalla comunità tzotzil
 di Oventik, si recasse in alcune comunità del Municipio di Zinancantan,
 nelle vicinanze, per portare solidarietà ma soprattutto preziose cisterne
 colme d'acque alla gente che vive in questa zona.

 Infatti da svariati mesi a Jech'vó, Elambó Alto, Elambó Bajo e Pasté,
 simpatizzanti del PRD (Partito della Rivoluzione Democratica) con
l'appoggio
 del presidente del Municipio di Z9inancantán, anch'egli perredista, hanno
 brutalmente tagliato l'erogazione dell'acqua a tutte le famiglie zapatiste,
 con l'unico motivo che queste sono in resistenza, non riconoscono
l'autorità
 municipale e quindi non meritano i servizi basici.

 Da gennaio le basi d'appoggio zapatiste di queste comunità sono
 costantemente sotto la pressione di aggressioni e minacce, mentre le
 autorità municipali ostentano indifferenza facendo finta che non ci sia
 nessun tipo di problema.

 Così ieri varie cisterne d'acqua aprivano la carovana di 150 carri, circa
 quattromila persone basi d'appoggio zapatiste, che nel pomeriggio
 raggiungono la comunità di Jech'vó dove distribuiscono l'acqua e nella cui
 minuscola piazzetta celebrano un atto politico che dura circa mezz'ora.

 Fino a questo momento la marcia era stata assolutamente pacifica e
 rispettosa degli abitanti delle comunità toccate dal precorso del
convoglio.
 Però mentre migliaia di persone assistevano ai discorsi pronunciati nella

 piazza un gruppo di una ventina di individui, identificati come
paramilitari
 affiliati al PRD e provenienti dalla vicina comunità di Pasté, iniziò ad
 alzare una barricata di pietre nel mezzo della strada principale, proprio
 nel punto in cui erano parcheggiati i primi carri della carovana zapatista,
 bloccandoli completamente.

 Mentre si avvicinavano ai carri gli zapatisti che avevano concluso l'atto a
 Jech'vó i paramilitari aumentarono a più di un centinaio. Dopo circa 40
 minuti di attesa e l'apparizione di due pattuglie della Polizia Municipale
 che si unirono al blocco dei paramilitari, gli indios zapatisti, uomini e
 donne la maggioranza con il volto coperto da passamontagna, decidono di

 liberare la strada dalle pietre per potersene così andare. Questo avviene
 sotto la pioggia di insulti dei paramilitari completamente ubriachi,
insulti
 ai quali presto si aggiungono pietre e i potentissimi petardi che si usa
 lanciare da queste parti il Sabato Santo.

 Chiaramente gli zapatisti cercano di non cader nella provocazione e, per
 quanto possibile di non rispondere all'aggressione e di lasciare la
comunità
 il prima possibile. Quando già la testa della carovana si trovava a vari
 chilometri da Jech'vó sulla strada del ritorno, viene raggiunta dalla
 notizia che i paramilitari hanno aperto il fuoco contro le ultime persone
 che se ne stavano andando e poco dopo iniziano a sopraggiungere i primi
 feriti.

 Il bilancio dell'aggressione a pietre e pallottole é impressionante: si
 parla di una trentina di feriti, tra cui sette zapatisti molto gravi
 ricoverati nell'ospedale di San Cristóbal e altri tre nella Clinica
Autonoma
 di Oventik. Un'altra persona, zapatista, raggiunta da una pallottola alla
 testa, é in fin di vita.

 La situazione a Jech'vó rimane tesa per tutta la notte. I paramilitari,
dopo
 aver distrutto le cisterne d'acqua appena portate e dato fuoco ad un
piccolo
 negozio cooperativo, per molte ore hanno tenuto circondate le case dove si
 erano riunite le famiglie zapatiste della zona.

 Per tentare di sbloccare la situazione iniziano a mobilitarsi i telefoni
non
 tanto delle autorità del luogo quanto quello in possesso degli zapatisti e

 delle varie associazioni di San Cristóbal, in particolare la Rete dei

 Difensori Comunitari di Diritti Umani ed il Centro Fray Bartolomé de Las
 Casas.

 A tarda notte raggiungono la zona H.Álvarez, presidente della Commissione
 per la pace in Chiapas e il rappresentante della Secretaría de Pueblos
 Indios, mentre il governatore dello Stato, Salazar Mendiguchía, alla fine
 invia un contingente di polizia.

 Verso le tre del mattino l'aria di Jech'vó ritorna ad essere di calma
 apparente.

 Oggi domenica 11 aprile le associazioni che si occupano di diritti umani
 decideranno quali misure prendere per tenere sotto controllo la situazione
 che resta tesissima e cercare di arrivare ad una soluzione.

 http://chiapas.mediosindependientes.org/