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Fwd:corrispondenza di domenica sulla situazione dopo l
- Subject: Fwd:corrispondenza di domenica sulla situazione dopo l
- From: "disobbedientimolise\@libero\.it" <disobbedientimolise@libero.it>
- Date: Wed, 14 Apr 2004 14:52:16 +0200
AGGRESSIONE PARAMILITARE CONTRO MANIFESTAZIONE ZAPATISTA PROVOCA DECINE DI
FERITI
Global Project - 9:52am - 11 Aprile 2004 - San Cristóbal de Las Casas -
Chiapas - Messico
Il dieci aprile é una data simbolica in Messico e in particolare per le
comunità indigene zapatiste: é infatti l'anniversario dell'assassinio del
generale Emiliano Zapata, uno dei due leader - con Pancho Villa - della
Rivoluzione Messicana del 1910.
Per festeggiare la ricorrenza con un evento che non fosse solamente
commemorativo, le basi d'appoggio zapatiste della Zona Altos avevano deciso
ieri di organizzare una manifestazione che, partendo dal Caracol Corazón
Centrico de Los Zapatistas delante del Mundo, ovvero dalla comunità tzotzil
di Oventik, si recasse in alcune comunità del Municipio di Zinancantan,
nelle vicinanze, per portare solidarietà ma soprattutto preziose cisterne
colme d'acque alla gente che vive in questa zona.
Infatti da svariati mesi a Jech'vó, Elambó Alto, Elambó Bajo e Pasté,
simpatizzanti del PRD (Partito della Rivoluzione Democratica) con
l'appoggio
del presidente del Municipio di Z9inancantán, anch'egli perredista, hanno
brutalmente tagliato l'erogazione dell'acqua a tutte le famiglie zapatiste,
con l'unico motivo che queste sono in resistenza, non riconoscono
l'autorità
municipale e quindi non meritano i servizi basici.
Da gennaio le basi d'appoggio zapatiste di queste comunità sono
costantemente sotto la pressione di aggressioni e minacce, mentre le
autorità municipali ostentano indifferenza facendo finta che non ci sia
nessun tipo di problema.
Così ieri varie cisterne d'acqua aprivano la carovana di 150 carri, circa
quattromila persone basi d'appoggio zapatiste, che nel pomeriggio
raggiungono la comunità di Jech'vó dove distribuiscono l'acqua e nella cui
minuscola piazzetta celebrano un atto politico che dura circa mezz'ora.
Fino a questo momento la marcia era stata assolutamente pacifica e
rispettosa degli abitanti delle comunità toccate dal precorso del
convoglio.
Però mentre migliaia di persone assistevano ai discorsi pronunciati nella
piazza un gruppo di una ventina di individui, identificati come
paramilitari
affiliati al PRD e provenienti dalla vicina comunità di Pasté, iniziò ad
alzare una barricata di pietre nel mezzo della strada principale, proprio
nel punto in cui erano parcheggiati i primi carri della carovana zapatista,
bloccandoli completamente.
Mentre si avvicinavano ai carri gli zapatisti che avevano concluso l'atto a
Jech'vó i paramilitari aumentarono a più di un centinaio. Dopo circa 40
minuti di attesa e l'apparizione di due pattuglie della Polizia Municipale
che si unirono al blocco dei paramilitari, gli indios zapatisti, uomini e
donne la maggioranza con il volto coperto da passamontagna, decidono di
liberare la strada dalle pietre per potersene così andare. Questo avviene
sotto la pioggia di insulti dei paramilitari completamente ubriachi,
insulti
ai quali presto si aggiungono pietre e i potentissimi petardi che si usa
lanciare da queste parti il Sabato Santo.
Chiaramente gli zapatisti cercano di non cader nella provocazione e, per
quanto possibile di non rispondere all'aggressione e di lasciare la
comunità
il prima possibile. Quando già la testa della carovana si trovava a vari
chilometri da Jech'vó sulla strada del ritorno, viene raggiunta dalla
notizia che i paramilitari hanno aperto il fuoco contro le ultime persone
che se ne stavano andando e poco dopo iniziano a sopraggiungere i primi
feriti.
Il bilancio dell'aggressione a pietre e pallottole é impressionante: si
parla di una trentina di feriti, tra cui sette zapatisti molto gravi
ricoverati nell'ospedale di San Cristóbal e altri tre nella Clinica
Autonoma
di Oventik. Un'altra persona, zapatista, raggiunta da una pallottola alla
testa, é in fin di vita.
La situazione a Jech'vó rimane tesa per tutta la notte. I paramilitari,
dopo
aver distrutto le cisterne d'acqua appena portate e dato fuoco ad un
piccolo
negozio cooperativo, per molte ore hanno tenuto circondate le case dove si
erano riunite le famiglie zapatiste della zona.
Per tentare di sbloccare la situazione iniziano a mobilitarsi i telefoni
non
tanto delle autorità del luogo quanto quello in possesso degli zapatisti e
delle varie associazioni di San Cristóbal, in particolare la Rete dei
Difensori Comunitari di Diritti Umani ed il Centro Fray Bartolomé de Las
Casas.
A tarda notte raggiungono la zona H.Álvarez, presidente della Commissione
per la pace in Chiapas e il rappresentante della Secretaría de Pueblos
Indios, mentre il governatore dello Stato, Salazar Mendiguchía, alla fine
invia un contingente di polizia.
Verso le tre del mattino l'aria di Jech'vó ritorna ad essere di calma
apparente.
Oggi domenica 11 aprile le associazioni che si occupano di diritti umani
decideranno quali misure prendere per tenere sotto controllo la situazione
che resta tesissima e cercare di arrivare ad una soluzione.
http://chiapas.mediosindependientes.org/