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Emergenza alimentare a Polhó: a rischio la vita di 5.000 profughi di guerra



GRUPPO MANI TESE DI LUCCA

Emergenza alimentare a Polhó: a rischio la vita di 5.000 profughi di guerra
Fame, violenza e militarizzazione: si rafforza la strategia di 
contro-insurrezione
Aumentano le adesioni e la partecipazione italiana alla campagna di solidarietà

A dieci anni dall'insurrezione armata dell'Esercito Zapatista di 
Liberazione Nazionale, rischia di precipitare la situazione già precaria 
dei 5.500 desplazados (profughi) accampati a San Pedro Polhó, capoluogo 
dell'omonimo Municipio Autonomo, Altos de Chiapas.

La Croce Rossa Internazionale ha deciso di lasciare questa zona sostenendo 
che "la priorità in questo momento è l'Iraq" e dopo che lo status 
internazionale degli indigeni che dal 1997 (dopo il massacro di Acteal) 
vivono ancora in accampamenti precari, è passato da vittime di guerra a 
profughi interni, cui non viene garantito alcun diritto.

La presenza della CRI in questa zona, seppur con alcune riserve, 
rappresentava un segnale minimo di attenzione sanitaria alle oltre 5.000 
persone che vivono in condizioni igieniche e sanitarie allarmanti, perché 
impossibilitate a far ritorno alle comunità di origine a causa della 
minaccia rappresentata da gruppi paramilitari che - come denunciato anche 
da Don Samuel Ruiz - si sono riattivati negli ultimi mesi.

Il Municipio Autonomo di San Pedro Polhó e la Giunta del Buon Governo di 
Oventik denunciano che "ad aggravare questa situazione è la pesante 
militarizzazione e la presenza di paramilitari che non permettono agli 
zapatisti di andare a lavorare nelle milpas" (campi di mais) e fa appello 
alla società civile nazionale ed internazionale per un'azione urgente. Con 
una lettera inviata alla solidarietà italiana chiedono un appoggio 
economico d'emergenza. "Adesso - scrivono - non abbiamo nessun appoggio per 
coprire queste necessità vitali, perciò vi presentiamo questa situazione, 
perché sappiamo che non siamo soli e che voi siete parte di questa lotta".

"Nonostante tutta la sofferenza noi continueremo a resistere e a costruire 
l'autonomia. Ringraziamo per gli sforzi che realizzerete per appoggiare 
questa necessità alimentare".

E' possibile contribuire all'emergenza dei profughi nel Municipio di Polhó 
con versamenti sul conto corrente bancario di Mani Tese (piazzale Gambara 
7/9 - 20146 Milano) n° 40 c/o Banca Popolare Etica, sede di Padova, 
Piazzetta Forzaté 2, ABI 05018, CAB 12100 specificando la causale "Micro 
2025 - Emergenza Chiapas".

La presenza a Polhó della Croce Rossa Internazionale era appoggiata 
dall'Unione Europea che solo il 27 gennaio scorso ha invece concesso un 
finanziamento di 15.000.000 di euro al governo del Chiapas con la seguente 
motivazione: "Appoggiare gli sforzi del governo del Chiapas per combattere 
la povertà e contribuire a rafforzare le azioni di conservazione delle 
risorse naturali della Selva Lacandona", definendo questo progetto 
"sviluppo sociale integrato e sostenibile in Chiapas".

Si tratta, in realtà, di appoggiare la strategia di saccheggio delle 
risorse naturali della Selva disegnata nei progetti del Corridoio Biologico 
Mesoamericano e del Plan Puebla Panama che comporta una crescente 
militarizzazione e l'intensificazione dell'offensiva contro le comunità 
indigene nei Municipi Autonomi in Chiapas.
Il 22 gennaio scorso, nella regione dei Montes Azules, con l'intervento di 
corpi di polizia federale e statale, sono state bruciate 23 case e 
sgomberati violentemente gli abitanti della comunità di Nuevo San Rafael, 
ed è stato impedito l'accesso alla zona dei rappresentanti di 
organizzazioni per i diritti umani, come il Centro per i Diritti Umani Fray 
Bartolomé de las Casas, lasciando questa zona completamente isolata. La 
politica degli "sgomberi" rientra pienamente nella strategia dei grandi 
piani di sviluppo che riguardano questa zona del mondo.
Nella regione del Caracol de La Garrucha, con popolazione di etnia Tzeltal 
cui fanno riferimento le basi d'appoggio dei Montes Azules, prosegue la 
devastazione dei boschi con i permessi del governo: già migliaia di metri 
cubi di legname sono stati saccheggiati e svenduti, per altro, ad un prezzo 
miserabile.
Da segnalare, inoltre, le continue aggressioni da parte di funzionari 
municipali del PRD contro le basi di appoggio dell'EZLN nella comunità di 
Zinacantán, con l'interruzione della fornitura di acqua potabile ed 
impedendo il transito agli zapatisti che ha portato le basi d'appoggio 
della zona a manifestare numerose il 13 febbraio scorso.

In aggiunta, s'inasprisce il livello di controllo sugli osservatori di pace 
internazionali, con la richiesta di un parlamentare chiapaneco di "fare 
ricorso all'espulsione" per queste persone in quanto "violerebbero le 
regole del permesso di soggiorno turistico".

Di fronte alla situazione allarmante, facciamo appello agli organi di 
stampa affinché, oltre che occuparsi di analisi e approfondimento delle 
"teorie" zapatiste, pongano attenzione sulla realtà della difficile 
sopravvivenza quotidiana delle comunità indigene zapatiste attraverso cui 
prende corpo il progetto di autonomia indigena.



Sottoscrivono quest'appello:



Associazione Paviainseriea - Pavia

Associazione Mani Tese
Cantieri Sociali per l'America Latina di Roma
Centro Sociale Intifada di Empoli

Centro Sociale 28 Maggio (BS)
Comitato Chiapas Brescia
Comitato Chiapas "Maribel" Bergamo
Comitato Chiapas Torino
Coordinamento Toscano di sostegno alla lotta zapatista

Consolato Ribelle del Messico - Brescia

Fondazione Neno Zanchetta
Leo Forte - Massa Carrara

RNSF - gruppo Chiapas
Officina Shake - Castellanza

Sabrina Benenati e Franco Cazzola - Siena
Un Mondo di Mondi - La Spezia

Roberto Salvatore - L'Aquila

Scuola per la Pace della Provincia di Lucca
S.A.L. Onlus (Solidarietà con l'America Latina)

ComuniClown - Reir para no Olvidar - Ass. Socioculturale di Clown per
le popolazioni perseguitate - SAVONA
Popoli in Dialogo per la Pace - Ass. Culturale per il Dialogo tra le
culture - SAVONA

Associazione Jambo - commercio equo e solidale - Fidenza
Comitato di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana "La Madrugada" - Firenze
Stefania Grillo - Roma

Marco Carricato - Bologna

Giuliano Albertini

Giovanni Esposito - Vietri s/m - SALERNO
Massimiliano Piacentini - Lucca

Circolo Bolivariano Roma

MBR-200 - Roma

è possibile aderire scrivendo all'indirizzo rsens@tin.it

il comunicato verrà aggiornato con le nuove adesioni