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Amnesty International: Cile, trent'anni dopo non possono esserci più scuse per l'impunità
- Subject: Amnesty International: Cile, trent'anni dopo non possono esserci più scuse per l'impunità
- From: "Ufficio Stampa Amnesty " <press@amnesty.it>
- Date: Wed, 10 Sep 2003 20:12:20 +0200
Gent.mi tutti,
vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
Amnesty International:
Amnesty International: Cile, trent'anni dopo non possono esserci
più scuse per l'impunità
Grazie per la cortese attenzione
Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International Ufficio Stampa
Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it
COMUNICATO STAMPA
CS127-2003
AMNESTY INTERNATIONAL: CILE, TRENT'ANNI DOPO NON POSSONO ESSERCI PIÙ SCUSE
PER L'IMPUNITÀ
"Quest'anno l'anniversario del colpo di Stato militare dovrà essere marcato
dal pieno impegno delle autorità cilene per raggiungere verità, giustizia e
riconciliazione e per assumere tutte le misure necessarie al fine di
riconoscere e rispettare i diritti delle vittime delle violazioni dei
diritti umani e delle loro famiglie". È quanto dichiarato da Amnesty
International alla vigilia del trentesimo anniversario del golpe diretto da
Augusto Pinochet, che diede vita a un regime militare che governò il Cile
fino al 1990.
Tredici anni dopo il ritorno del governo civile, molte preoccupanti
questioni - come l'impunità per gli autori delle gravi violazioni dei
diritti umani commesse sotto il regime militare e la richiesta di piena
riparazione per le vittime e le loro famiglie - rimangono irrisolte nella
lotta per affrontare la pesante eredità di 27 anni di gravi abusi dei
diritti umani.
"Il colpo di Stato dell'11 settembre 1973 divise la società cilena e
inaugurò una catena di eventi brutali le cui ripercussioni si avvertono
ancora oggi, a 30 anni di distanza" - ha affermato Amnesty International.
"Di fronte agli attuali richiami all'unità nazionale, occorre ribadire che
un'effettiva riconciliazione non potrà essere raggiunta fino a quando non
saranno stabilite verità e giustizia".
Le diffuse e sistematiche "sparizioni", esecuzioni extragiudiziali e
torture di cui si rese responsabile il regime militare cileno costituiscono
crimini contro l'umanità. La sorte della maggior parte degli "scomparsi"
resta sconosciuta e la vasta maggioranza dei responsabili di quelle
violazioni dei diritti umani rimane impunita.
Le recenti proposte in tema di diritti umani avanzate dal governo cileno
rappresentano un passo positivo, ma Amnesty International continua a
intravedere diversi ostacoli sul cammino per ottenere quella giustizia,
quella verità e quella riparazione per cui le vittime e le loro famiglie
stanno lottando da 30 anni. Il principale di questi ostacoli è costituito
dal Decreto legge 2191 del 1978, conosciuto come Legge di amnistia, che
garantisce l'immunità dai procedimenti giudiziari ai militari implicati
negli abusi dei diritti umani commessi all'indomani del colpo di Stato e
fino al marzo 1978.
"Questa legge, che ha ostacolato la verità e la giustizia per 25 anni, è
incompatibile con gli obblighi assunti dal Cile sulla base del diritto
internazionale. Deve essere invalidata e abolita" - ha sottolineato
l'organizzazione per i diritti umani.
Un altro ostacolo è rappresentato dall'ampia giurisdizione dei tribunali
militari, che va ridotta. Le autorità cilene devono assumere i
provvedimenti opportuni per far sì che i casi di violazioni dei diritti
umani commesse dalla giunta militare siano esaminati da corti civili.
Inoltre, l'impunità per i violatori dei diritti umani non deve essere
perpetuata attraverso amnistie, provvedimenti di grazia o ulteriori atti
che garantiscano l'immunità dai procedimenti giudiziari ai militari che
sostengono di aver agito eseguendo ordini superiori. Amnesty International
ricorda che invocare il rispetto degli ordini superiori in caso di crimini
contro l'umanità è assolutamente proibito dal diritto internazionale.
Dopo 30 anni di campagne per i diritti umani in Cile, Amnesty International
rinnova la richiesta a nome di migliaia di vittime affinché le autorità
agiscano immediatamente per dare seguito ai propri recenti propositi
attraverso un programma di piene indagini e riparazioni.
Ulteriori informazioni
Un mese fa, il presidente Ricardo Lagos ha reso noto il programma del
governo per affrontare l'eredità degli abusi dei diritti umani commessi
sotto il regime militare di Augusto Pinochet. Le proposte del governo
vengono finalmente incontro alla richiesta di migliaia di vittime della
tortura, che chiedono il riconoscimento ufficiale della sofferenza patita e
una riparazione per questa gravissima violazione dei diritti umani. Due
commissioni governative istituite all'inizio degli anni 1990 hanno
ufficialmente documentato 3197 casi di vittime di "sparizioni", esecuzioni
extragiudiziali e uccisioni a seguito di tortura sotto il regime militare.
Tuttavia, questi dati non comprendono le migliaia di vittime di tortura
sopravvissute a quell'incubo.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 10 settembre 2003
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