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PLAN COLOMBIA E AMERICA LATINA
- Subject: PLAN COLOMBIA E AMERICA LATINA
- From: "nuovacolombia" <nuovacolombia@yahoo.it>
- Date: Wed, 16 Jul 2003 00:24:55 +0200
PLAN COLOMBIA E AMERICA LATINA *
Nello scenario mondiale attuale, caratterizzato da una marcata
politica espansionista ed imperialista degli Stati Uniti del
Nordamerica, la Colombia riveste un ruolo strategico e centrale sul
piano degli sviluppi e delle forme storiche concrete della
contraddizione imperialismo-antimperialismo.
Paese dalle incalcolabili ricchezze, già all'inizio degli anni '60
era stata definita dal Pentagono come "pietra angolare" per gli Stati
Uniti in America latina. Bagnata da due oceani, con migliaia di
pescosissime coste ed una varietà infinita di microclimi che
permettono di coltivarvi ogni tipo di prodotto durante tutto l'anno,
la Colombia è l'ottavo esportatore mondiale di greggio, il terzo di
caffè, il secondo di banane ed il primo di smeraldi e fiori, oltre a
possedere ingentissime risorse di legname, oro, uranio e carbone.
Inoltre, è tra i primi tre paesi al mondo per ricchezze idriche e
biodiversità.
Considerata non a caso la "porta d'accesso" al Sudamerica per gli
Stati Uniti, rappresenta per l'imperialismo nordamericano un tassello
di primaria importanza per elevare il suo coefficiente di dominio e
controllo nel sub-continente, indispensabile a garantirgli una base
d'accumulazione capitalistica -in termini di saccheggio delle materie
prime, iper-sfruttamento della forza lavoro e collocazione delle
merci- necessaria al mantenimento di un'egemonia mondiale nella
piramide dei paesi imperialisti.
Dominio e controllo che gli USA ambiscono a totalizzare nella regione
attraverso l'imposizione, entro la fine del 2003, dell'Area di Libero
Commercio delle Americhe (ALCA), una sorta di grande "accordo"
giuridico-politico che investirebbe tutte le Americhe (dall'Alaska
alla Patagonia) in materia commerciale, finanziaria ed economica, e
che consentirebbe a Washington di plasmare ulteriormente le già
deboli e dipendenti economie latinoamericane in funzione dei propri
interessi. Tra le altre cose, il passaggio all'ALCA implicherebbe per
le multinazionali una posizione di potere incontrastabile (anche sul
piano giuridico) a detrimento dei diritti -sempre più negati- dei
lavoratori e della già calpestata sovranità degli stati nazionali del
sub-continente.
Negli ultimi anni, la crescente avanzata politico-militare del
movimento guerrigliero colombiano (in particolar modo delle Forze
Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo) e la
ricomposizione di quello popolare, così come la ripresa energica
delle lotte e dei processi di liberazione in quasi tutta l'America
latina (Venezuela in primis), hanno moltiplicato gli ostacoli
all'imposizione di questo progetto strategico dell'imperialismo
gringo, che si è visto "obbligato" a fabbricare un braccio armato per
spianare la strada all'entrata in vigore dell'ALCA. E' stato così
concepito il Plan Colombia, piano sostanzialmente militare di ben
7500 milioni di dollari di "aiuti" allo Stato colombiano (di cui
oltre 2000 erogati prima da Clinton ed adesso da Bush) che ha portato
nel paese andino elicotteri da guerra Black Hawk ed Huey, aerei-spia
OV 7-Bronco ed aerei da guerra, tecnologie belliche di punta,
l'addestramento e la dotazione bellica di vari battaglioni contro-
guerriglia e truppe speciali dell'esercito colombiano da parte delle
centinaia di assessori militari del Pentagono, così come di mercenari
presenti in territorio colombiano sotto la copertura d'imprese
di "lavoro interinale", ed esempio la Dyncorp, che ricevono in realtà
dal Comando Sud degli USA appalti per condurre operativi contro-
insorgenti.
Il Plan Colombia, che nasce e viene presentato con il pretesto della
lotta al narcotraffico, mira a garantire il controllo nordamericano
sul polmone verde della Terra, l'Amazzonia; a proteggere gli
interessi e le infrastrutture appannaggio delle multinazionali, come
nel caso dell'Occidental Petroleum (OXY) e dell'oleodotto colombiano
Caño Limón-Coveñas, del progetto di costruzione di un nuovo canale
interoceanico nel nord-owest della Colombia e della costruzione
dell'Autostrada Panamericana; a frenare la crescita del movimento
guerrigliero colombiano, attraverso una reingegneria delle forze
armate del paese andino, per poi arrivare a sconfiggerlo sul terreno
militare; a sabotare ed impedire lo sviluppo ed il consolidamento di
processi quali quello bolivariano in Venezuela, e quelli che si
stanno dando in paesi come l'Ecuador, la Bolivia o il Brasile, tanto
per citarne alcuni, che in un modo o nell'altro, aldilà delle
contraddizioni che evidenziano e delle diverse possibili prospettive
interne, rappresentano un ostacolo per l'ALCA e rientrano in un
quadro più generale di effervescenza sociale e ricerca di alternative
al modello economico ultraliberista in America latina.
Collateralmente o intrinsecamente al Plan Colombia, gli Stati Uniti
stanno operando un riposizionamento geostrategico e militare nel
continente attraverso una serie di passaggi e forzature, di cui vale
la pena sottolineare i più significativi: l'assunzione del controllo
della base militare di Manta, col pretesto della lotta al
narcotraffico, nel nord dell'Ecuador ed in prossimità della frontiera
con la Colombia; l'istallazione di una base operativa ad Aruba e
Curaçao (giurisdizione olandese); l'operazione "Nuevo Horizonte", che
prevede l'insediamento di oltre 10.000 marines nella Repubblica
Dominicana; l'arrivo di migliaia di soldati a stelle e strisce in
Guatemala, ufficialmente per lavori umanitari; l'insediamento di una
base militare e d'intelligence altamente specializzata nell'amazzonia
boliviana, camuffata da istituto di ricerca biologica e smascherata
recentemente; la messa in moto della cosiddetta "Iniziativa Regionale
Andina", con oltre 800 milioni di dollari, che estende ai paesi
limitrofi il Plan Colombia stesso; la dislocazione di effettivi
militari nel dipartimento colombiano di Arauca, in cui si estrae la
quasi totalità del milione di barili di petrolio prodotto dalla
Colombia, e la dotazione di apparecchiature satellitari e
d'intelligence di punta della base militare di Tres Esquinas, nel sud
del paese, che ne fanno la più avanzata, nel suo genere, in America
latina.
Nell'ambito del Plan Colombia, e nel contesto del delirio
guerrafondaio di Bush che si è recentemente e criminalmente abbattuto
sul popolo iracheno, negli ultimi mesi sono giunte in Colombia
centinaia di marines e soldati statunitensi che, come ha dimostrato
la recente cattura da parte delle FARC-EP di tre agenti della CIA
conseguente all'abbattimento dell'aereo-spia su cui viaggiavano nel
sud del paese, sono parte attiva di un intervento militare diretto e
permanente.
La possibilità di un'invasione, anche se per gradi, è oggi all'ordine
del giorno ed è reclamata a gran voce dal presidente narco-terrorista
Uribe Vélez, protagonista di un processo accelerato di
fascistizzazione del regime colombiano e fervido sostenitore della
politica della guerra globale. La vietnamizzazione del conflitto
sociale e armato colombiano, che dura da oltre 50 anni, è attualmente
una realtà così come lo è la sua internazionalizzazione che
specularmene registra l'inizio di una corsa agli armamenti dei paesi
limitrofi, preoccupati dall'aumento spropositato e smisurato del
potenziale bellico della Colombia, conseguente al Plan.
Tuttavia, le FARC-EP non solo non arretrano ma avanzano portando la
guerra con sempre maggiori forza e contundenza nelle città,
sviluppando e ramificando il Movimento Bolivariano per la Nuova
Colombia (quale organizzazione ampia e di massa, ancorché
clandestina) ed il Partito Comunista Colombiano Clandestino, ed
esigendo uno Scambio di prigionieri di guerra e la smilitarizzazione
di due dipartimenti nel sud del paese quale condizione per iniziare
un processo di dialoghi.
Il movimento popolare, nonostante il terrorismo di Stato che l'ha
massacrato per anni, è in una fase di ricompattamento e crescita e le
lotte di contadini, lavoratori, studenti, sfollati, donne, ecc. si
estendono e si capillarizzano intorno alle rivendicazioni più
immediate, così come al progetto di costruzione di una nuova
Colombia, in pace e con giustizia sociale.
La resistenza e l'avanzata del processo in Colombia e di quello
bolivariano in Venezuela, ne fanno le trincee più dinamiche e solide
della lotta all'imperialismo monopolistico, alle oligarchie nazionali
ed al progetto di neo-colonizzazione (incarnato nell'ALCA e nel suo
braccio armato, il Plan Colombia), lotta che si radica e radicalizza
sotto la bandiera del bolivarianismo. In tutto il continente aumenta
e si diffonde la consapevolezza della necessità di conquistare la
seconda e definitiva indipendenza dell'America latina, strategica non
solo per i suoi popoli ma anche per tutti quei popoli che stanno
portando avanti una lotta di liberazione nazionale e sociale.
ASSOCIAZIONE nazionale NUOVA COLOMBIA
Mail: nuovacolombia@yahoo.it
http://www.nuovacolombia.net
Tel: 335-8059837
* Pubblicato su "Senza Censura" n. 11
http://www.senzacensura.org