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Stedile sul prossimo governo Lula e l'agricoltura



Da   CARTA CAPITAL 23 dicembre 2002


INTERVISTA CON JOAO PEDRO STEDILE
di Sergio Lirio

1. I giornali dicono che il MST è rimasto insoddisfatto nei confronti
del PT poiché non si è parlato di un tempo preciso per gli insediamenti
dei senza terra che sono accampati ai bordi delle strade. Con che tempi
vi aspettate l'insediamento delle 85.000 famiglie - o 100.000 -
accampate? Accettereste un prolungamento di questo tempo? Controllerete
le invasioni all'inizio del governo Lula? Avrete più "pazienza" con Lula
di quello che avete avuto con i governanti precedenti?

Risposta:  “ La stampa brasiliana è di una mediocrità e di una mancanza
di etica a tutta prova. Inventano fatti, fanno titoli assurdi, che non
hanno niente a che vedere con i fatti o l'argomento. Da che il
Presidente Lula è stato eletto, noi abbiamo mantenuto canali di
comunicazione con le équipe del governo. Abbiamo parlato. E abbiamo
presentato molti suggerimenti su ciò che è necessario fare nel breve
periodo per rimediare ai gravi problemi sociali che esistono nelle
campagne, come eredità di dieci anni di neoliberismo che ha unicamente
accresciuto la miseria, la fame, la disperazione. C'è accordo tra di noi
che la priorità sia la lotta contro la fame, l'insediamento delle
famiglie accampate e il recupero della situazione degli insediamenti che
sono stati abbandonati".
2. Avete dato o darete indicazioni per il ministero della riforma
agraria? Cosa vi aspettate dal ministro indicato per questo incarico?
Quali sono secondo voi i cambiamenti più urgenti nel modo di lavorare
del ministero e dell'Incra?

Risposta:  “La nostra politica è pubblica e chiara. E' nella natura dei
movimenti sociali mantenere l'autonomia in relazione allo stato e a
qualsiasi governo; Noi siamo orgogliosi di aver fatto la campagna per
Lula dal 1989. Anche noi ci consideriamo vincitori. Ma i metodi di
lavoro sono diversi. Noi non indichiamo nessuna persona per nessun
incarico. Questo è compito del governo. Ci sono le elezioni per questo.
Il nostro movimento continuerà a svolgere la sua funzione storica,
coscientizzare e organizzare i poveri delle campagne perché lottino per
i loro diritti. E sosteniamo la tesi   che il latifondo, ossia la grande
proprietà improduttiva, sia la principale causa, in ambiente rurale,
della fame, della povertà e delle disuguaglianza sociale. Per questo la
nostra priorità, la nostra lotta principale, sarà sconfiggere,
combattere il latifondo. La novità, ora, è che avremo un governo
impegnato con il cambiamento sociale e anche  con la lotta al latifondo.
Prima il governo neoliberista sosteneva il latifondo e per questo
lottavamo anche contro di lui".

3. Il  movimento ha  sempre considerato le invasioni come una forma di
pressione, anche per la mancanza di altri canali di comunicazione con il
governo federale. Come avverranno le discussioni e i negoziati con il
prossimo governo? Lei pensa  che  un posto   nell'annunciato consiglio
di sviluppo economico e sociale potrebbe essere utile?  Lei pensa che i
negoziati andranno avanti anche se Lula non riuscirà a realizzare subito
le promesse della campagna?

Risposte;   “I movimenti sociali devono mantenersi sempre autonomi in
relazione alle forme di lotta che svilupperanno per fare pressione sul
governo. E' insito nella natura della democrazia il diritto dei gruppi e
delle classi sociali di fare pressione. Nella storia dell'umanità  non
c'è stata nessuna conquista sociale senza lotta sociale. Lei parla di
invasioni, ma le occupazioni sono una cosa differente dalle invasioni..
L'invasione è quella che viene fatta dal fazendeiro, che invade terra
pubblica, e poi falsifica i documenti, praticando una espropriazione per
accumulare a proprio vantaggio.   L'occupazione è realizzata da un
movimento sociale, è un atto compiuto da masse di persone, per
esercitare una pressione sociale nei confronti del latifondo, perché il
governo applichi la legge e espropri quel latifondo. Finché ci saranno
latifondi, grandi proprietà improduttive da un lato e migliaia di senza
terra dall'altro, ci saranno occupazioni di terra!! Questo fa parte
della realtà sociale brasiliana ingiusta e non delle strategie o della
volontà dei dirigenti.  Noi pensiamo che uno dei pochi settori in cui il
nuovo governo può andare avanti sarà in campo sociale. In ambiente
rurale, potrà fare passi avanti nella soluzione del problema della fame
e delle misure di emergenza per gli accampamenti.
I problemi il governo li avrà con il grande capitale transnazionale con
il FMI, con il governo Bush, con l'ALCA.

4. Che cosa pensa della proposta di un patto sociale? Lei crede che Lula
riuscirà a riunire i principali attori sociali attorno ad un progetto
comune, di interesse nazionale, o ci sono probabilità che l'idea
fallisca ancora una volta, come con altri governi?

Risposta:  “In Brasile, l'espressione patto sociale è logorata. Ha
funzionato solo in Europa, in società sviluppate, dove il patto sociale
è stato utilizzato come forma per rendere possibile una proposta
socialdemocratica.  Qui ritengo un'esagerazione chiamare "patto sociale"
delle riunioni di consigli sociali che sono necessarie, ma che non
risolvono il problema.
Le soluzioni dei problemi sociali non dipendono dalla riunioni,
dipendono dalle misure di politica economica e sociale che affrontino
realmente i problemi e rendano meno drammatiche le contraddizioni e le
disuguaglianze esistenti nella società
Un gesto simbolico del governo, dei dirigenti, a volte ha molto più peso
che ore di discussioni tra diversi.
Non c'è mai stata distribuzione di reddito, in una qualsiasi società,
perché i ricchi si sono seduti a tavola con i poveri e hanno deciso di
abbandonare i propri privilegi.
 Per questo esistono lo Stato e il Governo che, in nome della
maggioranza, assume misure, per correggere le distorsioni che il potere
economico va creando con il suo processo naturale di accumulazione... Se
la soluzione dei problemi dipendesse dalla volontà delle persone di
riunirsi, non ci sarebbe bisogno di Stato e Governo.

5. Quali sono gli errori che lei spera che il PT non commetta, in campo
sociale ed economico?

Risposta;  “In campo economico spero che il nuovo governo non commetta
l'errore strategico di accettare l'ALCA, che sarebbe la perdita della
sovranità in ogni settore e la sottomissione totale agli USA. Possono
aumentare le relazioni commerciali con gli USA, questa è un'altra cosa.
Ma l'ALCA come è stata proposta, è la fine del Brasile, come nazione
indipendente. E noi lotteremo in tutte le forme possibili per impedirlo.

Nell'agricoltura, speriamo che il governo neon cada nella bestialità di
accettare i semi transgenici. Che sarebbe la fine dell'agricoltura
brasiliana. E, anche dal punto di vista del mercato,  la perdita di
mercati futuri importanti. E dal punto di vista dell'ambiente e della
salute pubblica  un rischio. E' una falsità diffusa dalla Monsanto e da
altre multinazionali, l'idea che il transgenico è più produttivo e non
fa male alla salute. Fa bene solo ai loro tassi di interesse.
In area sociale, spero che il nuovo governo non cada nella paura di fare
cambiamenti. Per fare mutamenti sociali e favorire i poveri bisogna
essere coraggiosi e scontrarsi con gli interessi di coloro che oggi
hanno privilegi. Se il governo cadrà nell'errore di amministrare
soltanto il bilancio pubblico, non ha prospettive. Noi lo abbiamo eletto
perché assuma concrete misure di cambiamento.

6. Oltre ad insediare tutte le famiglie accampate, il futuro governo
dovrà salvare buona parte degli insediamenti già esistenti, che soffrono
per la mancanza di strutture e sostegno? A quale di questi due temi
bisognerà dare priorità: a insediare gli accampati o alla strutturazione
degli insediamenti?  L'eredità finanziaria lasciata dal governo Cardoso,
non renderà difficile il lavoro del futuro governo? Lei pensa che sarà
possibile avere i soldi per rispondere a tutte le domande?

Risposta:   “ Come ho detto prima, forse la parte più facile e rapida
tra le cose a cui il governo deve dare soluzione, sarà occuparsi delle
famiglie accampate e insediate. Perché per questo c'è bisogno di poche
risorse. Questo non dipende da nessun accordo internazionale e non
colpirà gli interessi del capitale internazionale. Abbiamo molta terra a
disposizione, improduttiva. Basta la volontà politica. E anche i
problemi degli insediamenti si risolvono con pochi soldi.
Penso che la questione  più difficile, per quanto riguarda
l'agricoltura, sarà  a medio e lungo termine,  se il governo riuscirà a
impedire la diffusione del neoliberismo che per noi, in agricoltura,
significa diffusione del modello nordamericano di agricoltura. Durante
gli otto anni di Cardoso, hanno fatto una politica di instaurazione di
questo modello, che ha favorito solo le multinazionali. Queste
controllano oggi il commercio agricolo dei cereali, controllano le
grandi agroindustrie e la ricerca, i semi. Hanno comprato i magazzini di
stato e il governo si è ritirato dall'agricoltura.
Bisogna ricostruire un nuovo modello agricolo che privilegi la
produzione di alimenti, la produzione per il mercato interno e non per
l'esportazione. Anche per quanto riguarda la soia, che è il nostro
principale prodotto agricolo di esportazione, esportiamo solo il 30% di
ciò che produciamo e è una sciocchezza pensare che esportare prodotti
agricoli, tiri il paese fuori dalla crisi.....la Embraer da sola esporta
il corrispettivo di tutta la soia brasiliana. Dobbiamo esportare
prodotti con valore aggregato, ossia con molti giorni di lavoro
incorporati.
Privilegiare il sostegno e il miglioramento delle condizioni di vita
degli agricoltori perché abbiano un reddito e restino nelle campagne.
Riattivare l'EMBRAPA come grande impresa pubblica di ricerca.  E
produrre i nostri semi. Stimolare le piccole e medie agroindustrie, in
forma cooperativa. Questo è il nostro programma e la proposta per il
medio e lungo periodo".
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