PERU, 9 APR 2002 AYACUCHO: INIZIATE UDIENZE PUBBLICHE SULLA ‘GUERRA SPORCA’, DRAMMATICHE TESTIMONIANZE (STANDARD, PEACE/JUSTICE) Sono iniziate nel dipartimento di Ayacucho le udienze pubbliche
convocate dalla Commissione per la Verità, chiamata a fare luce sulla morte di
30mila civili e la scomparsa di almeno altri 6mila, negli anni 1980-2000. In
un’atmosfera di tensione e dolore sono state ascoltate le testimonianze di
alcuni parenti delle vittime registrate nella regione, una delle più colpite
dalla violenza politica durante la lotta contro i guerriglieri di ‘Sendero
Luminoso’. La prima a parlare è stata Angelica Mendoza, madre di uno studente
19enne, Arquimedes, sequestrato dalla sua casa dai militari nel 1983 e mai più
rivisto vivo. Durante le ricerche del figlio, la signora ha raccontato di
essersi imbattuta con altri parenti di ‘desaparecidos’ in fosse comuni
contenenti ossa e corpi straziati per lo più di giovani studenti universitari.
Impossibile riuscire a sapere se tra quelli ci fosse anche Arquimedes. “Senza
giustizia non ci sarà pace né perdono – ha detto la signora Mendoza – e forse,
solo dopo aver conosciuto la giustizia potremo pensare alla riconciliazione. Per
ora è impossibile, perché i nostri cari non sono ancora tornati a casa. Vogliamo
almeno una lapide su cui piangerli”. In seguito ha testimoniato Liz Rojas
Valdez, 23 anni, figlia di una donna catturata dalla polizia 11 anni fa e
torturata a morte dai militari. “È importante che tutti conoscano la brutalità
di quel periodo – ha affermato la giovane – che tutti sappiano di quale violenza
è capace un essere umano”. Liz Rojas ha quindi raccontato che sua madre, una
maestra, venne catturata dalle forze dell’ordine nel 1991, mentre era andata a
comprare della verdura durante uno sciopero indetto dai guerriglieri di Sendero
Luminoso. Nonostante la dolorosa situazione Liz riuscì a diventare amica di uno
dei carnefici della madre il quale raccontò che la donna era stata segregata in
una cella così piccola che non poteva neanche stare seduta, né cibarsi dell’
unico vitto disponibile, il mangime normalmente dato ai porci. Tutte le detenute
venivano inoltre sistematicamente stuprate. Davanti alla Commissione, piangendo,
Liz ha concluso il suo racconto ricordando l’ultimo messaggio di sua madre,
affidato al poliziotto. “Señor, sai bene che non uscirò di qui viva. Ti chiedo
di dire a mia figlia di avere cura di se stessa, di essere forte e di non
separarsi mai da suo fratello Paul”. All’epoca Paul aveva 8 anni. Le udienze
pubbliche iniziate ieri si protrarranno fino a venerdì. Sono aperte a tutti
coloro vorranno narrare la propria storia di fronte al Paese. “Si tratta di
recuperare la memoria perduta e restituire la dignità a tutte le vittime della
violenza politica”, ha spiegato il presidente della Commissione, Salomon Lerner
Febres. “È un’opportunità storica – ha aggiunto - che non deve essere sprecata.
Non sarà facile ma servirà ad impedire che quanto accaduto si ripeta”. Tra i
casi che verranno trattati nell’arco dei prossimi giorni, sono comprese alcune
vicende accadute a Huamanga e Huanta, rappresentative della violenza politica e
della ‘guerra sporca’ che insanguinarono il Perù per due decadi. Di queste, ma
solo a mo’ di esempio, si ricordano la strage di Accomarca, dove il 14 agosto
1985, 69 contadini vennero massacrati dai militari, quella di Uchuraccay, dove
il 26 gennaio 1983 sette giornalisti e un ‘campesino’ furono linciati da una
folla presumibilmente spronata da uomini della Marina e la vicenda di otto
civili, prelevati dalle proprie case l’1 maggio 1987 a San Antonio de
Cuchucancha e mai più rivisti. (FB)
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