Del Mondo
Kurdo anno 2 -
numero 8
Bollettino settimanale a
cura dell’Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia (UIKI –
Onlus)
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La Turchia contro l’attacco USA in Iraq
Flash Bulletin 8
marzo 2002 (BBC)
Il Premier turco Bulent Ecevit sollecita gli Stati Uniti a concentrarsi per risolvere il conflitto tra Israele e Palestina, invece di contrastare l’Iraq di Saddam Hussein. Ha detto che non c’è necessità di uno scontro militare USA contro l’Iraq, anche se Baghdad non permette il ritorno degli ispettori ONU, sostenendo che il paese costituisce solo una piccola minaccia. La Turchia, alleato chiave degli USA nella regione, ha sofferto molto per le sanzioni economiche che sono state imposte al vicino Iraq diffidando dell’effetto potenziale che potrebbe avere un conflitto sulla minoranza kurda. Secondo quanto ritiene al Turchia sono andati perduti, a causa dell’embargo, circa 80 miliardi di dollari. I commenti dei generali hanno acceso il dibattito circa l’adesione della Turchia all’UE FB, 11 marzo 2002 Quando in Turchia un generale parla, in un paese segnato da tre colpi di stato militari in 20 anni, lo si prende sul serio. Ancora di più se si tratta di uno dei capi del Consiglio per la sicurezza nazionale, che esercita un’influenza significativa sul potere politico. “La Turchia non ha ricevuto il più piccolo sostegno da parte dell’UE su nessuna questione che riguarda i suoi interessi nazionali. L’UE assume degli atteggiamenti e punti di vista totalmente negativi che si oppongono agli interessi della Turchia” ha detto il generale. Inoltre, egli ha suggerito di cercare alleanze più forti con la Russia o l’Iran, come mezzo più efficace per assicurare la sicurezza regionale. L’esercito turco, che stava dietro i colpi di stato del 1960, 1971 e 1980, ufficialmente è a favore dell’adesione all’UE, ma i commenti di Kilic hanno dimostrato un quadro differente, evidenziando un dibattito controverso che si sta svolgendo all’interno dell’apparato statale. La tripartitica coalizione di governo turca è stata messa a dura prova dalle visioni opposte di Yilmaz e di Bahceli, del partito ultranazionalista, su questioni come la pena di morte e la concessione di maggiori diritti alla minoranza kurda. Con Ecevit che sostiene l’abolizione della pena di morte, ma che teme l’insegnamento in lingua kurda, che potrebbe sostenere le intenzioni separatiste di una minoranza forte di 12 milioni di individui. L’adesione della Turchia all’Unione Europea è indispensabile FB, 11 marzo 2002 Il Primo Ministro turco, Bulent Ecevit, ha dichiarato che la Turchia raggiungerà il suo obiettivo di entrare nell’UE nonostante debba impegnarsi a realizzare difficili riforme prima dell’adesione. Il suo commento è giunto dopo un intenso dibattito scatenatosi nel paese circa l’eventuale adesione al blocco pan europeo. “Diventare membri a pieno titolo dell’UE è un diritto innegabile e indispensabile per la Turchia”, ha comunicato Ecevit in una dichiarazione scritta, proprio un giorno dopo l’esternazione di un generale turco che aveva paventato la possibile adesione della Turchia a qualche altra unione regionale. “Potrebbe esserci qualcosa di cui la Turchia possa lamentarsi nei confronti dell’UE .. (ma) è fuori discussione l’eventualità che noi cerchiamo alternative nuove, perché ci scoraggiamo affrontando le difficoltà e gli ostacoli che incontreremo da ora in avanti sulla via dell’adesione” ha detto Ecevit. Il Generale Kilic aveva detto, fra l’altro che si deve duramente criticare Brussels per il suo assumere “punti di vista totalmente negativi che vanno ad infrangere gli interessi nazionali della Turchia”. Quanto Kilic ha rimarcato è particolarmente importante vista la sua posizione di segretario generale del Consiglio per la sicurezza nazionale, che è l’organismo superiore di decisione in Turchia, attraverso il quale i militari turchi esercitano un’influenza significativa sulla politica. Insieme a lui, gli oppositori all’UE reclamano il fatto che l’Unione non abbia alcuna intenzione di assecondare la Turchia e che stia usando i suoi criteri politici per indebolirla o addirittura rafforzare i diritti dei kurdi, che per 15 anni hanno ingaggiato una guerra di autodeterminazione del sud est della Turchia. Trenta arresti per le manifestazioni della giornata mondiale della donna FB, 11 marzo 2002 Circa 30 donne sono state arrestate in Turchia quando alcune grandi marce, svoltesi in Turchia, in occasione della Festa della donna, sono finite in scontri con la polizia, come hanno dimostrato anche le immagini trasmesse da CNN Turk. A Gebze e Batman le donne che sono state fermate sono state poi interrogate ed arrestate. Non sono state rese note, invece, le ragioni dell’arresto. Una manifestazione che si è svolta a Izmir, alla quale hanno partecipato le donne del partito HADEP, che hanno manifestato reclamando il diritto al lavoro e denunciando l’aumento del costo della vita. Secondo l’Unione delle donne turche nel paese soltanto una donna su tre è occupata, in confronto al doppio di cinquant’anni fa. Sale a 47 il numero delle vittime dello sciopero fino alla morte in Turchia FB, 11 marzo 2002 Un uomo di 27 anni è deceduto per lo sciopero fino alla morte, portando a 4 le vittime di questo nuovo anno. La protesta è contro il nuovo sistema delle carceri d’isolamento, ma la risposta del governo è che lo standard del nuovo sistema è in allineamento con gli standard europei e rifiuta ogni dialogo con i protestanti, accusandoli invece di appartenere ad “organizzazioni terroriste” La sig.ra Fogg sollecita la partecipazione della società civile al processo di adesione all’UE FB, 11 marzo 2002 L’Ambasciatrice rappresentante dell’UE in Turchia lo scorso fine settimana, in un discorso tenuto in occasione del simposio organizzato dal Comitato per la libertà di pensiero e la Commissione europea, ha dichiarato che l’Unione vuole che la società civile sostenga il processo di adesione della Turchia all’UE, sottolineando che ci sono diverse offerte per la Turchia in questo senso. La Fogg ha dichiarato che è nella missione dell’UE aiutare la Turchia in ogni modo possibile nel quadro della strategia d’adesione all’Unione. “Se alcuni ambienti ancora sono dubbiosi circa questo nostro ruolo, naturalmente ne siamo rattristati. Se essi non fanno altro che far girare pettegolezzi cercando di creare timori, siamo rattristati ancora di più”. Secondo la Fogg, nelle democrazie le elite politiche e i governi sono consapevoli di dover permettere l’espressione pluralistica della società civile, a meno che non si prevedano forme di violenza e dovrebbero tollerare che determinati mezzi di comunicazione esprimano le proprie opinioni a meno che non siano provocatorie. Ocalan al Parlamento Europeo Iniziativa Internazionale “Libertà per Ocalan-Pace in Kurdistan”, 8 marzo 2002 Il
6 marzo 2002 l’Iniziativa Internazionale “Libertà per Ocalan – Pace in
Kurdistan”, insieme ad alcuni esponenti del KNK (Congresso Nazionale Kurdo) Musa
Kaval e Remzi Kartal, è stata ricevuta al Parlamento europeo da Luigi Vinci e
altri parlamentari. L’Incontro ha suscitato l’interesse di molti parlamentari e
si è concluso con una performance del gruppo musicale kurdo Lori. Si è discusso
del processo Ocalan, dei parlamentari kurdi detenuti in Turchia, della cruciale questione dei diritti
umani e dell’abolizione della pena di morte. Luigi Vinci ha dichiarato che non
si deve dimenticare che è stato proprio Abdullah Ocalan ad aver reso il
possibile l’idea per la pace fra turchi e kurdi e questo va apprezzato.
Gli avvocati di Ocalan rischiano sette anni di carcere UIKI, 10 marzo 2002 La memoria delle brutte scene capitate nel piccolo porto turco di Mudanya è ancora fresca. Nel maggio del 1999 una folla fanatica aizzata dai media tentò di linciare gli avvocati di Ocalan, di ritorno dall’isola di Imrali, l’isola prigione nel mare di Marmara. Questo provocò loro numerosi problemi e solo con l’aiuto delle guardie riuscirono ad abbandonare l’isola. (...) Dal 6 marzo Aysel Tugluk, Mahmut Sakar e Irfan Dundar sono a giudizio di fronte alla 6a camera della Corte per la Sicurezza dello Stato di Istanbul. Rischiando fino a sette anni di prigione. L’avvocato Tugluk ha già ricevuto una condanna a tre anni e mezzo per aver definito il suo cliente "signor" Ocalan, nel corso di un dibattimento. Il giudizio non è ancora esecutivo. La condanna ad otto anni è dovuta al fatto che, secondo l’accusa, attraverso la diffusione degli scritti di Abdullah Ocalan si sarebbe contributo alla diffusione di materiale terroristico. (...) Nel frattempo la Corte di Strasburgo ha deciso che l’udienza principale del caso Ocalan si terrà nell’ottobre di quest’anno. L’attuale procedimento contro gli avvocati di Ocalan è un chiaro ostacolo al diritto alla difesa del Presidente Ocalan. Una condanna degli avvocati finirebbe per influenzare il corso del procedimento dinanzi alla Corte europea dei diritti umani. Che il Newroz 2002 sia un referendum Ozgur Politika, 12 marzo 2002 Osman Ocalan del Consiglio di Presidenza del PKK ha chiamato il popolo kurdo a scendere in piazza sia prima che dopo il Newroz, per festeggiare fortemente il capodanno e ha chiesto che lo si renda un’occasione per approfondire la richiesta di istruzione e trasmissioni radio-televisive in kurdo e per l’abolizione della pena di morte. “Un giorno come questo è importante per prima cosa perché il popolo kurdo possa esprimere in piazza le sue proposte di soluzione dei problemi. Su questa base invitiamo tutti a festeggiare il Newroz, non in centinaia di migliaia, ma in milioni. Dal più piccolo dei luoghi fino a tutti gli altri luoghi”. Osman Ocalan ha continuato dicendo che la lotta, che anche le donne stanno portando avanti, ha un grande significato, per questo ha voluto salutarle dopo l’8 marzo. “La politica di negazione del problema kurdo di Turchia dovrà essere sostenuta a livello internazionale, non si può legalizzare la negazione con la scusa della sensibilità nazionale, sia gli Stati Uniti che l’UE ritengono che dei cambiamenti debbano essere effettuati”. Se la Turchia non risolve i suoi problemi con i kurdi, attraverso il dialogo, ci saranno alcune sanzioni cui verrà sottoposta. Che i nazionalisti si dimostrano tanto tesi è conseguenza del fatto che sono consapevoli di non poter continuare con le proprie politiche e che non vogliono far vedere come l’atteggiamento degli USA è cambiato. Infine, il Consiglio di Presidenza ha rilevato che, rispetto all’imminente VIII Congresso, niente resterà senza soluzione, anzi lo spirito del Congresso sarà proprio quello di trovare delle soluzioni per ogni questione. La Turchia sta facendo ogni sforzo per bloccare fin d’ora le nostre nuove politiche. Per questo diciamo alla Turchia che noi ci stiamo preparando al Congresso e che può preparare una delegazione attraverso la quale presentare le sue proposte. In un periodo in cui il Medioriente si trova in una tale agitazione, diamo importanza ad un dialogo tra il popolo turco e kurdo e lo vediamo positivo e di aiuto anche per gli altri popoli” ha dichiarato alla trasmissione “Cozum” di Medya TV. EDIZIONI ACHAB VIA CAROTO, 2/A - 37121 VERONA TEL. +39 045 8489196 - FAX +39 045 8403149 www.edizioni-achab.it
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