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Argentina: Il modello è nato nel 1989 ed è stato sepolto nel 2001
- To: <latina@peacelink.it>
- Subject: Argentina: Il modello è nato nel 1989 ed è stato sepolto nel 2001
- From: "Nello Margiotta" <animarg@tin.it>
- Date: Thu, 20 Dec 2001 20:43:03 +0100
Luis Bruschtein (www.carta.org)
Nel 1989 c'era un'alternativa politica che approfittò per installare il
modello neoliberista. Nel 2001 non si vede un riferimento, ma questi
saccheggi hanno sepolto quello che Menem e Cavallo avevano cominciato
Nel 1989, il processo economico che innescò l'iperinflazione e i saccheggi
diede origine al modello attuale con Carlos Menem presidente e Domingo
Cavallo al ministero dell'economia. Con questo antecedente dà i brividi
pensare quale potrebbe essere la conseguenza politica di questi saccheggi
del 2001 e del crollo del modello se la storia si ripetesse. La
iperinflazione che provocò i saccheggi del 1989 fu usata come strumento di
disciplina sociale, come avvertimento di quello che sarebbe potuto succedere
se lo stato fosse intervenuto a regolare i mercati e a razionalizzare le
privatizzazioni. L'iperinflazione aveva punito i più poveri e venne usata
per continuare a punirli applicando il modello che ha provocato i saccheggi
del 2001.
Quando cominciarono i saccheggi, a maggio del 1989 nei supermercati di
Rosario, come in questa occasione, la gente reagì con isteria e panico.
Questa volta, la sensazione più diffusa è stata la tristezza e la
frustrazione. Nel 1989 la democrazia era stata recuperata da appena cinque
anni. Il ricordo ancora fresco della dittatura militare e i levantamientos
"delle facce dipinte" (i golpisti del colonnello Rico, ndt) recenti facevano
pensare che una protesta sociale di quel tipo poteva avvenire solo con
attivisti e con un'organizzazione sovversiva e che qualsiasi tipo di
protesta sarebbe stata punita duramente dalle Forze armate. Negli anni '80,
la trasgressione produceva un panico viscerale.
Questa volta, più che panico o isteria, c'era gente che piangeva davanti ai
televisori che mostravano le immagini dei saccheggi, le file dei pensionati,
le marce di protesta e la repressione, c'è stata indignazione contro il
governo, i politici e i banchieri, astio, stanchezza perché si vive in un
paese castigato e castigatore.
Nel 1989, quando ci furono i saccheggi, Menem aveva già vinto le elezioni
promettendo aumenti dei salari e rivoluzioni produttive. La grande
maggioranza aveva la speranza che le cose sarebbero cambiate con il nuovo
presidente che aveva il bagaglio popolare del peronismo. Nel 2001, Menem è
uno spettro del passato, che ha privatizzato, licenziato, indebitato e
distrutto, il responsabile storico di quello che succede adesso. Defraudata
dal radicalismo e dal giustizialismo, questa volta la gente non vede un
referente politico che sia chiaramente di alternativa, come nel 1989.
Le due volte i saccheggi sono scoppiati con un governo radicale e, sebbene i
motivi siano diversi, è probabile che il radicalismo non potrà ritornare al
governo per molti anni.
Nel 1989 furono saccheggiati circa cento supermercati e negozi in tutto il
paese. Secondo le informazioni ancora frammentarie, è possibile pensare che
questa volta la cifra sarà molto più alta e che ha partecipato molta più
gente. Dodici anni fa, non ci sono stati saccheggi nella Capitale. Al
massimo ci sono state voci di saccheggiatori che si avvicinavano alle
avenidas, e tutti i negozi hanno chiuso. Ieri non ci sono state voci, ma
vari episodi di saccheggio e repressione nella Capitale, compreso il centro,
a Once e Constituciòn. Nel 1989, il saldo è stato di quattordici morti,
ottanta feriti e circa 600 arrestati, a differenza dei sei morti, della
quantità ancora imprecisata di feriti e arrestati che ci sono stati finora.
Tuttavia, nel 1989 i saccheggi furono usati per sotterrare il paradigma
dello stato sociale de vecchi peronisti e radicali e imporre il mercato
neoliberista di Menem, Cavallo e Fernando De la Rua. Oggi, i saccheggi
finiscono di rompere l'egemonia del discorso neoliberista e, per quanto non
esista un nuovo paradigma, aprono prospettive economiche e sociali più
legate al lavoro e alla produzione. C'è un'altra differenza: quando finirono
i saccheggi del 1989, la maggioranza del paese pensò che si era trattato
solo di uno scatto della storia. Oggi nessuno può evitare l'inquietudine che
suscita il pensierioche possano essercene altri in futuro. E non sarebbe
male, se allo stesso tempo si comprendesse che accadranno ogni volta che
cresce la differenza tra ricchi e poveri.
Nello
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