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Carovana intercontinentale dei movimenti sociali contro il Plan Colombia



CAROVANA INTERCONTINENTALE DEI MOVIMENTI SOCIALI
CONTRO IL PLAN COLOMBIA

Giovedi’ 4 ottobre 2001 la Carovana Intercontinentale
dei movimenti sociali contro il Plan Colombia e’
approdata ad Ibarra (Ecuador) – 130 km. dalla
frontiera con la Colombia. 
Una delegazione di cittadini provenienti da una decina
di paesi del mondo ( tra cui Nuova Zelanda, Usa,
Sudáfrica, Nepal, Costa Rica, Guatemala, Colombia,
Spagna, Svezia, Svizzera, Austria e Germania) e’ stata
accolta dai movimenti sociali dell’Imbabura e dal
Prefetto del governó provinciale Gustavo Pareja
Cisneros (Presidente del consorcio dei consigli
comunali del Nord-Ecuador CUNNORTE che raggruppa 28
municipi).

Organizzazioni di base di 5 continenti ( tra cui il
movimento dei senza-terra MST del Brasile, la Consulta
popolare per il debito estero del Brasile, il
cordinamento delle vedove e delle giovani maya del
Guatemala CONAGUA, il movimento popolare delle donne
della Colombia, le comunita’ nere della Colombia, la
Federezione campesina del Peru’, il movimento per la
riforma agraria dello Sri Lanka, l’Assemblea
permanente dei diritti dei giovani dell’Ecuador, il
coordinamento popolare di Quito, ecc.) riunitesi a
Cochabamba il 16 settembre per la III Conferenza
dell’Azione Globale dei Popoli (sito web: www.agp.org)
hanno organizzato questa carovana militante che dalla
Bolivia e’ giunta in Peru’, ora in Ecuador per
arrivare direttamente in Colombia.
Tra gli obiettivi ci si prefigge di “accompagnare e
rafforzare i processi organizzativi delle comunita’
sia in Colombia che in Ecuador, di esprimere e
rafforzare la solidarieta’ tra i popoli del mondo, di
rendere visibile la situazione della frontiera
colombo-equatoriana e gli sforzi che i movimenti
sociali e i governi locali stanno sviluppando per
ricercare alternative di resistenza al Plan Colombia,
di documentare la realta’ delle regióni colpite dal
Plan Colombia”.

Durante la conferenza stampa tenuta presso la sede del
Consiglio provinciale, Vanesa Bolaños, portavoce dei
movimenti sociali dell’Imbabura, ha evidenziato la
lotta per la pace e per l’autodeterminazione dei
popoli nella costruzione di un fronte globale di
resistenza contro il neoliberismo per la giustizia e
la solidarieta’.
Trasgu, portavoce spagnola della caronava ha
sottolineato che “il terrorismo si presenta sotto
volti diversi, non solo con gli attentati in Colombia
ma anche, per esempio, nella costruzione
dell’Oleodotto OCP in Ecuador  perche’ migliaia di
contadini vengono derubati della loro terra”.
Edison , rappresentante della Commissione di
Solidarieta’ e Diritti Umani dell’Imbabura COSDI ha
posto l’accento sul fatto che si maschera la lotta
contro la droga sradicando qualsiasi manifestazione
contraria al modello neoliberale anche se cio’
significa l’eliminazione della societa’ civile. Si
tratta di un piano di guerra finalizzato a rafforzare
le forze armate e non ad un investimento sociale che
potrebbe promuovere lo sviluppo sostenibile dei
popoli.
Il sindaco di Cotacachi Auki Tituaña (che i movimenti
indigeni stanno proponiendo come candidato per le
elezioni presidenziali dell’anno prossimo) ha
enfatizzato che”noi popoli indigeni abbiamo sofferto
oltre 70 milioni di vittime nel processo della
conquista e della colonizzazione, una cifra Maggiore
al numero di morti delle due guerre mondiali. Oggi la
conquista continua con l’imperialismo neoliberale e
per questo do’ il benvenuto alla Carovana
Internazionale per la Pace”.
Alla fine il Prefetto del governó provinciale Gustavo
Pareja Cisneros ha concluso l’incontro esprimendo
solidarieta’ al prefetto di Sucumbios Luis Bermeo (uno
dei 5 prefetti di Pachacutik, il riferimento político
dei movimenti indigeni) che ha recentemente subito un
attentato.
Ma sono molte le voci di protesta per il Plan Colombia
che si sono levate sia contro il governo colombiano
sia contro il Congresso degli Stati Uniti 
Lo stesso vescovo, mons. Gonzalo López Marañón di San
Miguel de Sucumbíos (Ecuador), insieme al collega
mons. Flavio Morales Grisales di Mocoa-Sibundo'
(Colombia) entrambi alla frontiera con l'Ecuador dove
si trova il maggior numero di coltivazioni bombardate
con armi chimiche dagli effetti devastanti sul terreno
e sugli esseri umani, hanno scritto ai parlamentari
statunitensi chiedendo la sospensione del Plan
Colombia perché "la produzione di cocaina non si ferma
con le armi o devastando l'ambiente": "il rimedio che
si vuole attuare è peggiore del danno provocato" dalla
coca”.

L’implementazione del Plan Colombia dal luglio 2000 e
l’Iniziativa Regionale Andina come política
complementaria di quest’anno, evidenziano un’incidenza
sempre maggiore della política estera statunitense
nella regione. La percezione di minaccia alla
sicurezza nazionale dei paesi vicini alla Colombia e
gli effetti della globalizzazione nelle capacita’
politiche delle nazioni andine, sono preoccupazioni
latenti non solo degli stati ma anche della societa’
civile.
Queste preoccupazioni si incrementano quando sono piu’
visibili gli effetti dell’implementazione di questo
Piano. La persistente crisi umanitaria, il non
rispetto del diritto fondamentale alla vita delle
persone, gli incendi massicci delle coltivazioni
utilizzando erbicidi chimici, l’introduzione di agenti
biologici, causano rischi sia per la salute umana che
per l’ambiente e, tra i vari aspetti , hanno promosso
lo sradicamento interno e la migrazione colombiana
verso l’Ecuador.
D’altro lato l’inserimento dell’Ecuador nel conflitto
attraverso l’installazione della base militare di
Manta, sta incidendo non solo nelle popolazioni della
frontiera ma anche nel contesto della realta’
socio-economica e política di tutto il paese.

Questo processo di regionalizzazione del conflitto sta
attivando la societa’ civile che ha formato un gruppo
civile di monitoraggio degli effetti del Plan Colombia
in Ecuador, di cui fanno parte a livello
internazionale personalita’ importanti come Heinz
Dieterich e Noam Chomsky e a livello nazionale
attivisti storici della difesa dei diritti umani come
Alexis Ponce – Assemblea Permanente dei Diritti Umani 
APDH, Pablo de la Vega – Centro di Documentazióne in
diritti umani  “Segundo Montes Mozo s. J.”.
Inoltre va rilevato che sono aumentate anche le
minacce per i militanti della pace.
Hélice Monge del Centro Ecumenico diritti umani CEDHU,
Alexis Ponce dell’Assemblea Permanente dei diritti
umani APDH, Pablo de la Vega del Centro di
documentazione “Segundo Monte Mozos”, Ines Espinoz del
Foro Ecuatoriano dei diritti umani FEDHU e Jhonny
Jiménez del servizio Pace e Giustizia SERPAJ hanno
scritto recentemente una lettera di denuncia al
presidente della Repubblica Noboa sottolineando che
“visto che abbiamo espresso la nostra discrepanza con
la política ufficiale in inserire l’Ecuador nel
conflitto interno della Colombia e di subordinare la
nostra sovranita’ nazionale fino all’estremo di
convertire il nostro paese in una base per le truppe
nord-americane, siamo stati vittime di minacce contro
la nostra integrita’ e vita, noi difensori dei diritti
umani, intellettuali, religiosi, sindacalisti,
dirigenti studenteschi, movimenti sociali, da parte di
un gruppo “militare e político” denominato Legione
Bianca. Risulta ovvio che le risposte e le minacce
provengono da settori che si sentono feriti della
nostra condotta per esigere la vigenza piena e
assoluta dei diritti umani”. 

La Carovana Intercontinentale dei movimenti sociali
contro il Plan Colombia rappresenta un ulteriore passo
nel cammino di opposizione e resistenza e assume un
significato particolare proprio oggi che si festeggia
S. Francesco d’Assisi. 
Qui sperduti tra le Ande dell’Abya Yala ricordiamo il
nostro S. Francesco con il poncho indigeno, mons.
Leonidas Proaño, vescovo degli indios, che ha sempre
denunciato anche l’imperialismo nord-americano e la
colonizzazione che continua attraverso il debito
estero.
Oggi si cerca di cancellare la sua memoria, la sua
profezía e sopratutto il volto popolare della Chiesa
dei poveri ispirata dal Cristo Liberatore.
In quest’ottica di normalizzazione e restaurazione
incontriamo Mons. Antonio Arregui, vescovo di Ibarra,
eminenza política della conferenza episcopale di cui
e’ vice-presidente e sopratutto potentíssimo exponente
dell’Opus Dei.
Proprio recentemente mons. Arregui ha provveduto ad
annullare un processo di partecipazione dal basso
attivato dalla Commissione di Solidarieta’ e Diritti
Umani dell’Imbabura COSDI che ha organizzato due
laboratori sul Plan Colombia e per i rifugiati
colombiani, con il fine di elaborare un progetto
comune di accoglienza per gli oltre 1000 “desplazados”
colombiani ad Ibarra. L’intervento diretto di mons.
Arregui ha spinto  l’ACNUR, Alto Commissariato per i
rifugiati delle Nazioni Unite ad affidargli
direttamente il progetto di accoglienza, attraverso la
pastorale migratoria della Diocesi.
Continuiamo ad ostinarci a credere nella pace, della
giustizia, nella ricchezza della diversita’ e nella
poverta’ (anzi nella miseria!) del potere oppressore
che denunciamo gridando la nostra radicale opposizione
al Plan Colombia perche’ UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE.

Cristiano Morsolin, e-mail: utopiamo@yahoo.it
Ibarra (Ecuador), venerdi 5 ottobre 2001


PER APPROFONDIMENTI:

Plan Colombia in Ecuador,  8 luglio   :
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01298.html
Documenti della CONAIE e della “Comisión de
Solidaridad y Derechos Humanos de Imbabura” di Ibarra
elaborati da Edison Jativa e Samir Salgado, in merito
al Plan Colombia che sta regionalizando il conflitto
in Ecuador e nell’area Andina.

Aggiornamento n.11,  28 luglio:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01408.html
Minacce ad attivista dei diritti umani Alexis Ponce –
Assemblea Permanente dei Diritti Umani

Aggiornamento n.12, 15 settembre:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01544.html
Nuovo dossier su intimidazioni ad attivisti dei
diritti umani in Ecuador

Plan Colombia n.13, 29 settembre :
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01631.html
Interventi sul Plan Colobia di Alexis Ponce, Assemblea
Permanente dei Diritti Umani

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Pablo de la Vega – Centro de documentación en derechos
humanos “Segundo Montes Mozo”   
Avenida 10 de Agosto n. 26-57 y Gral. Vicente Aguirre
, Edif. Tauro Of. 802 -  Quito
telefono: (593-22) 900.353    Telefax: (593-22)
541.077	E-mail: montesdh@hotmail.com

Alexis Ponce – Asamblea Permanente de Derechos Humanos
APDH del Ecuador
Avenida Lizardo Garcia 235 y Andres Xaura, entre
Tamayo y 6 de Diciembre
Telefax (593-22) 505.129	E-mail: quijote@porta.net
apdhec@hotmail.com

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