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Una storia di vita
INTRODUZIONE
Prima di partire per il Peru’ dove condividero’ tre
mesi con i ragazzi lavoratori nats di Manthoc,
Movimento di bambini e adolescenti figli di operai
cristiani che stanno festeggiando 25 anni di storia,
del loro protagonismo nell’ottica della valorizzazione
critica del lavoro minorile, vi invio questa storia di
vita e l’archivio di tutto il materiale che ho messo
in rete grazie a Peacelink. Oggi e’ la festa di
Francesco D’Assisi e per me ha un valore particolare
anche perche il 4 ottobre 1986 ho iniziato la mia
militanza sociale con Arena 1 dei “Beati i costruttori
di pace” con P. Alex Zanotelli e Don Tonino Bello.
Saluti latinoamericani
Morsolin Cristiano, e-mail: utopiamo@yahoo.it
IN PERU’
MANTHOC
Jr. Manuel Medrano n. 126 zona A Ciudad de Dios
Lima 29 – Peru’ – Telefax (0051-1) 276-1202 / 276-8150
Pagina web: www.MANTHOC.50megs.com
IN ECUADOR
Fundacion “CRISTO DE LA CALLE”,
Calle Maldonado 14-119 y Guillermina Garcia
Ibarra - Ecuador
Telefono (00593) 6.641056 ( 7 ore di differenza
dall’Italia)
Directora Claudia Ibadango, e-mail:
cristodelacalle@yahoo.com
Telefono : (00593) 6.953955
IN ITALIA
Famiglia Morsolin
Via Eritrea, 20 – 36078 Valdagno (VI) – Tel.
0039.0445.403615
STRADA FACENDO S’APRE IL CAMMINO:
GLOBALIZZIAMO LA SPERANZA
Intervista biografica a Cristiano Morsolin promossa
da Floriana Donati, giornalista del “Giornale di
Vicenza”.
Domanda: Ci parli del tuo passaggio dall'Universita'
accademica all'Universita' della Strada?
E’ una scelta “esistenziale” che ho maturato cammin
facendo e che sintetizza le tappe di una presa di
coscienza, di una crescita che tuttora continua e mi
rimanda alle radici profonde di una scelta che va
rinnovata ogni giorno.
Nell’ottobre ’91 avevo iniziato à frequentare la
facolta di Scienze politiche à Padova con il sogno di
entrare nell’equipe del prof. Antonio Papisca, preside
della Scuola di Specializzazione dei Diritti Umani.
Venivo dall’esperienza di volontariato maturata
nell’Operazione Mato Grosso (OMG), nel movimento
“Beati i costruttori di pace”, nei gruppi giovanili
dell’Oratorio: l’idealita’ adolescenziale mi animava
nel desiderio di cambiare un mondo ingiusto che
opprime 2/3 dell’umanita’. Il campo-scuola in Brasile
nell’agosto del ’90 (sulle spiaggie di Recife ho
festeggiato il mio 18´compleanno) mi ha aperto gli
occhi su di una realta’ di poverta' e sfruttamento che
chiama sul banco degli imputati il Primo Mondo, ricco
e epulone. Ritenevo importante entrare nella “stanza
dei bottoni”, nelle istituzioni internazionali come
l’Onu per rivoluzionare un sistema che produce
strutturalmente esclusione, guerra e fame. Ricordo gli
entusiasmi nel dibattere di cancellazione del debito
estero, di diritti dei popoli , di distribuzione delle
risorse nelle Arene gremite di decine di migliaia di
giovani contro il Sudafrica dell’apartheid, contro la
distruzione dell’Amazonia, contro la repressione del
governo cinese nei confronti delle richieste di
democrazia degli studenti di piazza Tiennammen, contro
la Guerra del Golfo.
L’abbandono dell’Universita’ accademica rappresenta
una scelta di rottura anche con un pacifismo
perbenista incapace di sporcarsi le mani, che si
limita alle denunce, alle dichiarazioni di principio.
Si corre il rischio di voler cambiare il mondo senza
la coerenza di cambiare il proprio stile di vita
personale e comunitario.
E’ stato difficile cadere dal trono del prilegio dello
studente universitario, sperimentando sulla propria
pelle l’alienazione della catena di montaggio (ho
lavorato per 4 mesi in una fabbrica, lavorando anche
nei turni della notte). Mi sono confrontanto
direttamente con quei meccanismi di
efficenza-competitivita-stakkanovismo, di idolatria
del lavoro su cui si fonda il miracolo economico del
nordest.
E’ stato difficile prendere coscienza che l’opzione
preferenziale dei poveri come nuovo volto della Chiesa
di base, scoperto in Brasile (proprio durante il
periodo di maggior conflitto tra il Vaticano e la
Teologia della Liberazione ), mi interpellava nel
profondo, spaziando oltre i boicottaggi, le raccolte
firme, oltre il commercio equo e solidale, ecc,
interrogandomi radicalmente sulla ricerca di senso che
sprigiorna la condivisione, la gratuita’,
l’accoglienza della diversita’.
E’ stato difficile superare le barriere e gli
stereotipi del buonismo, che crea dipendenza e
assistenzialismo e non libera, del voler salvare il
mondo, ma sopratutto capire la radicalita’
dell’UNIVERSITA' della STRADA, come scuola di vita.
Ho iniziato à frequentare questa universita’
controcorrente durante l’anno di Obiezione di
coscienza al servizio militare che ho svolto nella
comunita’ d’accoglienza “Il Glicine” di Schio per
giovani con disagio psichiatrico. L’immersione in
questo mondo di solitudine, esclusione, abbandono
familiare mi ha fatto conoscere l’altro faccia della
medaglia, i piedi d’argilla del “miracolo” economico
del nordest. Allo stesso tempo ho sperimentato la
ricchezza di questo “laboratorio alternativo” che
costruisce solidarieta’, cooperazione e imprenditoria
sociale, accoglienza, una nuova normalita’ includente
nel territorio. Sono orgoglioso di aver servito la
Patria attraverso la condivisione con gli amici matti
!!!
Ma il trampolino di lancio che ha consolidato la mia
vocazione di cittadinanza attiva e di militanza
sociale e’ stato sicuramente l’animazione di strada
con i “picciriddi scanazzati” del Borgo Vecchio,
quartiere “ad alto rischio” di Palermo. Nella lotta
contro l’opressione mafiosa emerge il valore, le
potenzialita’, la passione, la dignita’, la tenacia,
la ricchezza culturale del nostro Sud.
Nel microcosmo della strada la questione dell’infanzia
negata non si limita alla
dispersione scolastica, lavoro minorile, delinquenza,
baby killer, legge del branco, ecc. ma assume una
connotazione particolarmente colorata in termini di
protagonismo, di riscatto, di liberazione, di
convivenza civile, di riconoscimento delle diversita’,
di non violenza, di educazione alla legalita’ che
rielabora il linguaggio della violenza, del
ghetto-clan.
La complessita’ di questo universo richiede una
formazione personale e professionale per imparare à
leggere la storia con gli occhietti dei Piccoli della
Terra e per dare risposte globali che migliorino la
qualita’ della vita, che rivendichino i diritti
calpestati, che ridisegnino l’orizzonte della
normalita’ includente, che ridiano voce, spazio e
valore ai piccoli costruttori di pace. Per questi
motivi partecipo ad un corso di formazione pilota
gestito dalla Scuola Universitaria Europea per
Operatore di Condivisione, SUEOC, di Gubbio (PG) : per
un anno e mezzo vivo insieme ad altri 20 giovani
provenienti da tutt’Italia un’esperienza di
autogestione e di formazione come educatore
professionale, condividendo il cammino con disabili
della Comunita’ “S. Girolamo” che, tra mille
contraddizioni, mi hanno insegnato à “fare strada ai
poveri senza farsi strada” (d. Lorenzo Milani).
Nel febbraio ’99 approdo à Roma, su invito di don
Franco Monterubbianesi , fondatore 30 anni fa delle
Comunita' CAPODARCO, per lavorare al suo fianco
nell’ufficio internazionale dell’Associazione “Noi
Ragazzi del Mondo”, che rappresenta il settore
dell’educazione allo sviluppo e alla mondialita’
dell’ong “Comunita’ Internazionale di Capodarco”
(CICA). Approfondisco la dimensione della cittadinanza
planetaria, accompagnando percorsi di liberazione di
ex-ragazzi/e di strada, oggi animatori moltiplicatori
di una coscienza nuova, in Brasile, in Ecuador, in
Guatemala e in Peru. L’orizzonte della mondialita’
proietta l’universo dell’infanzia negata in una
prospettiva di globalizzazione della speranza contro
il neoliberalismo imperante. Tanti piccoli costruttori
di pace mi insegnano quanto sia urgente ed
indispensabile organizzare la speranza per valorizzare
l’unicita’ di ogni persona affinche’ la relazione con
l’Altro si trasformi in paradigma di cambiamento nel
proprio ambiente familiare, di lavoro, nelle reti
amicali e comunitarie del proprio territorio. Questo
nuovo stile di vita fondato sull’accoglienza, sulla
sobrieta’, sulla reciprocita rappresenta l’humus per
costruire un mondo piu’ giusto e fraterno, segno di un
Regno di amore e di pace, presente qui sulla terra
senza aspettare di arrivare in Cielo…Questa globalita’
sintetizza il percorso che va letto con il linguaggio
della condivisione: pensare mondiale, giudicare
nazionale per agire nel locale.
À 29 anni, sperduto tra le Ande dell’Abya Yala (come
gli indios chiamano il continente latinoamericano)
continuo à frequentare l’Universita’ della STRADA…
DOMANDA: Quali motivazioni ti spingono à impegnarti
nel sociale?
E’ un cammino di ricerca che e’ nato come scelta di
volontariato e da qualche anno sta crescendo
nell’ottica della cittadinanza attiva e della
militanza sociale. Strada facendo sto apprendendo il
vocabolario della PACE che assume i colori
dell'Arcobaleno della giustizia, della condivisione,
dell'accoglienza, della progettualita'. In Italia la
parola solidarieta' e' abusata e snaturata nel suo
significato profondo: preferisco parlare di
"convivialita' delle differenze" (don Tonino Bello)
come sorgente di una mistica che riconosce l'Altro
nella sua unicita' e condivide la ricchezza dello
scambio, del dono per costruire un Noi abitabile.
Nella quotidianita' la vita ti svela questo MISTERO
d'AMORE a volte incomprensibile, che ti rialza quando
cadi, che ti fa ricominciare da capo quando sei troppo
sicuro di te stesso…
E' il desiderio di una felicita ' comunitaria che ti
fa sentire l'appartenenza al villagio globale, la
responsablita' dell'interdipendenza dei popoli non
ridotti a merce.
E ' un percorso di indignazione di fronte alle
ingiustizie, di denuncia dei diritti negati che
ricerca un'alternativa praticabile come prassi di
liberazione.
E' la danza della diversita' che ti fa sentire il
bisogno di relazione con l'Altro, il bisogno di
intrecciare la propria vita con quella dei compagni/e
di viagggio. E' il gioco dellla rete che costruisce
ponti, condivide risorse e capacita', fa emergere le
potenzialita' del cambiamento. A volte le intuizioni
dei PROFETI ti proiettano avanti, ti illuminano il
cammino. Ho conosciuto don Luigi Ciotti, l'Abbe'
Pierre, d.Tonino Bello, Dom Helder Camara, Mons.
Samuel Ruiz e tanti altri profeti che mi hanno aiutato
a aver fiducia, a credere nella CHIESA dei POVERI,
volto popolare del Padre e della Madre della VITA. In
particolare ho vissuto insieme a don Paolo Turturro a
Palermo e a d. Franco Monterubbianesi a Roma: anche i
profeti sono uomini con le loro contraddizioni e per
questo non vanno mitizzati o idealizzati pero' hanno
aperto nuove piste, hanno tracciato nuovi sentieri,
hanno anticipato i tempi. Un esempio particolarmente
significativo e' don Franco Monterubbianesi, fondatore
30 anni fa delle comunita' d'accoglienza CAPODARCO,
oggi sparse in 15 regioni d'Italia. Allora gli esclusi
erano i disabili e con loro ha celebrato i primi
matrimoni come progetti di liberazione e di maternita'
allargata, attraverso la condivisione della vita a
tempo pieno in comunita' insieme ai primi obiettori di
coscienza in convenzione nella storia italiana.
Oggi le testimonianze della Comunita' "Gruppo 78" di
Volano (Trento), fondata da Miriam e Santino Boglioni,
e della Comunita' "Progetto Sud" di Lamezia Terme,
fondata da d.Giacomo Panizza e Angela Regio, sono
esempi di cooperazione e imprenditorialita' sociale
riconosciuti a livello nazionale. D. Vinicio Albanesi,
"figlio" spirituale di don Franco, ha cercato di
traghettare la radicalita' di Capodarco nel CNCA -
Coordinamento Nazionale delle Comunita' d'Accoglienza,
fondato da d. Luigi Ciotti del Gruppo Abele di Torino
nel '82.
Don Franco a 70 anni ci ha colpito con la sua
vocazione di ragazzo del mondo, lanciando nel '96
l'associazione internazionale "Noi Ragazzi del Mondo"
come sogno-progetto di cittadinanza planetaria a
partire dal protagonismo delle nuove generazioni.
Questi SEGNI DEI TEMPI allargano gli orizzonti della
normalita' che trasforma la trincea dell'esclusione in
uno spazio di inclusione dove la strategia
dell'attenzione, della progettualita' incarnata nel
territorio, puo' abbattere le barriere del razzismo,
della discriminazione e della poverta’.
DOMANDA: Perche’ ti occupi dell’infanzia negata?
Inizialmente ho scelto di occuparmi dell’infanzia
negata nel mondo perche’ rappresenta una questione
cruciale per l’umanita’, il punto nevralgico che
raccoglie un insieme di provocazióni-sfide per la
societa’ che necesita urgentemente di capire fino in
fondo cosa significa costruire un mondo a misura di
bambino e di bambina, dove venga rispettato il diritto
al gioco, ad opinare, alla famiglia, all’educazione,
alla salute, all’organizzazione autogestita, a vivere
in condizioni dignitose nel lavoro, nella citta’,
nella campagna, ecc.
Nell’era della globalizzazione la questione
(drammática e allo stesso tempo ricca di potenzialita’
e risorse) dell’infanzia negata costituisce un trait
d’union con tutte quelle problematiche che rischiano
di ipotecare il futuro dela Terra a livello di
qualita’ della vita, di rapporto tra le generazioni,
di convivenza sociale, di sviluppo sostenibile, ecc.
Cammin facendo ho preso coscienza che questo processo
e’ una chiave d’accesso per riscoprire le mie radici,
la mia infanzia nella prospettiva di approfondire la
mia identita’, il mio essere bambino. Penso per
esempio all’importanza di cresceré in liberta’:
ricordo la mia infanzia a giocare per strada, nei
prati, a pescare nel Rio, ad assaltare l’albero di
“brombe” nel gran prato di fronte a casa mia, a rubare
le caramelle nel negozio di Evelino...Fino a 6 anni
ero un vero monello ( se fossi nato a Napoli forse
sarei diventato un sciuscia’, se fossi nato a Rio de
Janeiro avrei potuto intraprendere la carriera del
pixote, del menino de rua, del pirañito che ti assalta
in gruppo...). Sulla mia pelle ho sperimentato come
il mio essere ribelle veniva represso dalla
disciplina, dall’ordine, dalla violenza della mia
maestra delle elementari che non mi vergogno a
definire fascista. Sono cresciuto un po’ con la rabbia
di indignarmi, di non accettare le ingiustizie che
vedevo quotidianamente in classe quando la maestra
picchiva, tirava i capelli, puniva tutti i compagni/e
fuorche’ il sottoscritto, Marta e Tommaso, intoccabili
solo perche’ appartenenti ad una classe sociale
differente dalla plebe (avra’ pensato la maestra
fascista), figli di dirigenti laureati...
Sono profondamente riconoscente alla mia famiglia, al
papa’ Florindo e alla mamma Marisa, per avermi
cresciuto in un ambiente aperto che ha fatto maturare
il mio spirito ribelle in senso positivo perche’
stimolato dall’amicizia e dalla condivisione di
persone, famiglie, comunita’ controcorrente. Penso
agli incontri dei GRUPPI FAMIGLIA (dove si giocava, si
viveva insieme e si intrecciava la vita con la fede
nella lettura della Parola sulla stile delle comunita’
ecclesiali di base latinoamericane), alle domeniche al
Mucchione, alla settimana con i piccoli fratelli di
Spello sulle ginocchia di Fratel Carlo Carretto. Penso
alle feste di quartiere, alle sgambelate organízate da
Espressione Popolare, che fin dagli anni ’80 lottava
contro il regime democristiano e il clericalismo della
balena bianca...Penso all’importanza di essere
cresciuto in una Chiesa di base come comunita’ di
famiglie aperte al mondo, che vive la scelta dei
poveri non solo nel legame fraterno con missionari
come d. Egidio in Brasile, diacono Beppino in
Guatemala, d. Giannantonio e d. Bruno in Cameroun,
amici cari che hanno accompagnato la Parrocchia,
l’Oratorio.
Cosi’ Carla e Gianpietro fondano la bottega del
commercio equo e solidale “Canalete” (sulle orme di d.
Luigi e d. Piero in Colombia), Daniela e Paolo
iniziano una delle prime cooperative sociali per
disabili del Veneto nei primi anni ’80, Lucia e Bruno
adottano due fratellini peruviani, Lucia e Gianni
condividono l’esperienza dei focolarini, Wilma e
Andrea accompagnano i gruppi per fidanzati che si
preparano al matrimonio, Wilma lavora in Brasile
nell’ambito del volontariato internazionale con il
MLAL (Movimento Laici per l’America Latina), Marisa
porta l’esperienza di fermento del “cattocomunismo”
del Pci di Berlinguer e degli indipendenti di sinistra
come Reniero la Valle. Daniela e Beppe e Sandro
lanciano la commissione “Giustizia e Pace”.
Don Pino e’ il prete “rosso” (che in seguito
diventera’ coordinatore internazionale del “Prado”
portando l’esperienza dei preti operai nelle
parrocchie) che infiamma centinaia di giovani
dell’Oratorio d. Bosco. Con la stessa etichetta che ti
affibiano quando ricerchi le cause delle ingiustizie e
dello sfruttamento, il testimone passa a don
Gianantonio, tra i fondatori dei “Beati i costruttori
di pace”, e successivamente a don Bruno (che ha
lasciato un segno indelebile con la sua spiritualita’
e umanita’) nella Sacrestia d’Italia (cosi’ si
chiamava Vicenza prima del crollo della DC nell’93)
accompagnano i vari gruppi educando all’impegno
socio-politico, mettendo in guardia le coscienze sulla
perversita’di un sistema che idolatra il profitto a
qualsiasi costo e che ha abortito degenerazioni
strutturali come il caso Maso, il rampantismo alla De
Michelis o alla Zoso, il secessionismo della Lega
Nord...
Ma questo ambiente innovativo non e’ un nido chiuso...
Penso alla ribellione adolescenziale condivisa con
due personaggi d’eccezione che mi hanno aperto gli
occhi su cosa significa emarginazione, razzismo ,
discriminazione ma anche desiderio di una normalita’
DIVERSA: Antonio, ragazzo eritreo e di colore (negli
anni ’80 una rarita’!!!) e Massimo, un montanaro
spilungone che veniva da una contrada sperduta di
Castelvecchio (ricordo che quando facevamo educazione
fisica sotto la tuta portava un vecchio pigiama alla
cowboy perche’ lavorando tra la neve, spaccando legna,
ecc, era molto freddo...).
Grazie a loro mi sento a mio agio se faccio animazione
in una classe di Tor Bella Monaca (Roma) con ragazzi/e
provenienti da Africa, Asia, America Latina o con una
banda di meninos de rua di Rio de Janeiro...
DOMANDA: Non hai mai pensato di mollare?
Naturalmente non sono ne’ un eroe ne’ un
extraterrestre: le difficolta’ e le fatiche di un
percorso controcorrente sono infinite e si mettono nel
conto le numerose contraddizioni con la coscienza che
“l’amore crea visceralmente tensione” (Moltman). La
fiducia in me stesso, con le mie debolezze e i miei
limiti ma anche con le mie doti e capacita', mi
stimola ad affrontare i conflitti con una buona dose
di relativita’, sia perche non posseggo in tasca la
verita, sia perche’ strada facendo s’apre il cammino.
Istintivamente scatto all’attacco ma le varie
esperienze mi hanno insegnato a muovermi piano per
ascoltare meglio, per rispettare i tempi e i ritmi
dell’Altro, per trovare punti di acordó. E’ una
consapevolezza intima che mi incoraggia ad affrontare
le prove con serenita’ perche dopo l’ uragano nasce
l’arcobaleno. E’ una rinascita continua che mi lascia
sempre meravigliato e stupito perche non segue calcoli
macchiavellici o giochi di potere..
Il nostro eurocentrismo colonizzatore à volte
rappresenta una rigidita’ invalicabile che non ci
permette di “perdere tempo” per un sorriso, una
carezza, per ammirare un tramonto, ecc.
Questo allenamento alle piccole attenzioni quotidiane
mi e’ testimoniato dall’esempio di compagne/i di
viaggio, amiche tanto care con cui sono cresciuto, ho
lottato, ho riso e ho pianto. Sono legami profondi à
cui ti senti unito come una cordata che sale la
montagna; quando ti disperi sono l’appiglio per non
chiudere la porta del cuore, per continuare ad osare,
a sperare, malgrado tutto...
Penso alle giovani animatrici di Palermo, alle
famiglie scouts di Ostiglia (MN), al grupo GIOC
(Gioventu’ Operaia Cristiana) di Rossano Calabro, alle
amiche dell’associazione “Nats” di Bologna, alle
operatrici della comunita’ “Il Glicine”, alle amiche
umbre della Sueoc, alle compagne dell’OMG in Peru’,
alle sorelle di Roma...
DOMANDA: Come sei approdato in Ecuador ?
Dal febbraio '99 lavoro nella cooperazione
internazionale nell’ambito dell’educazione alla
mondialita’ per costruire ponti di scambio e di
solidarieta tra ragazzi/e del Nord e del Sud del
Mondo. Ho avuto l’opportunita’ di tessere relazioni
significative d’amicizia con adolescenti e giovani
dell’America Latina, grazie ad esperienze di
condivisione in Ecuador, Brasile e Peru’. Penso a
persone care che hanno scelto la militanza sociale
come una vocazione che li vede schierati in trincea.
Penso a Rene’, 36 anni, ex rifugiato politico che dopo
aver partecipato direttamente agli accordi di pace in
Guatemala nella commissione internazionale della
guerriglia accompagna minori “a rischio” del quartiere
marginale “EL Limon” di Citta’ del Guatemala,
nell’educazione popolare e nella gestione del
conflitto in un Paese ferito da oltre 30 anni di
guerra civile foraggiata dagli Stati Uniti d’America.
Penso a Alzeni,30 anni, che lotta a fianco dei sem
terra brasiliani nell’ambito della Pastorale della
Terra del nordeste, CPT. Penso ad Anita , 17 anni,
che 6 anni fa viveva in strada in Ibarra e ora e’ una
delle migliori animatrici dell’Ecuador. Penso a p.
Alfredo che accompagna i movimenti afro-discendenti e
il popolo della strada di Salvador do Bahia (Brasil).
Penso a Claudia, 30 anni, sociologa e ballerina che
usa lo strumento della danza come educazione popolare
nelle favelas di Rio de Janeiro. Potrei citare tanti
altri esempi di compagne/i di viaggio: sono legami che
trasmettono dignita’, coraggio, sono storie di
cambiamento dal basso che palpitano di speranza e
passione per la vita. Per questo l’elaborazione di
progetti di sviluppo sostenibile, di educazione
popolare, non si rivolgono ad un’utenza qualsiasi ma
sono reti per sostenere il protagonismo di piccoli
cittadini che stanno sperimentando sulla loro pelle
un’utopia possibile. A volte nel chiuso di un’ufficio
si perde quest’orizzonte vitale e si degenera
nell’opportunismo, nel burocratismo, nel rampantismo,
nel parassitismo… una mentalita’ che non mi appartiene
ma che devi sempre rinfrescare con una tenace
opposizione per rimanere fedele a valori e utopie che
non si possono tradire con giochi di potere o
ipocrisie politiche.
Ripartire per l’America Latina per me ha significato
riscoprire l’opzione per la periferia invece che per
il centro, ha significato approfondire la funzione del
facilitatore che stimola e accompagna invece di
manipolare e accentrare, ha significato scegliere il
“lato debole” della tenerezza, della reciprocita’,
della trasparenza, invece che il “lato forte” del
potere, dell’imposizione a senso unico,
dell’onnipotenza. Ha significato scegliere la
precarieta’, la poverta’, la semplicita’ come stile di
vita per impare a dare valore alle piccole cose.
E’ un’opzione per il Sud, per la strada scomoda della
frontiera, per il cammino controcorrente che rimette
in discussione le tue certezze se accetti di toglierti
la maschera eurocentrica, del sentirsi buono, bravo,
ecc. Significa ostinarsi a credere che la “pietra
scartata” puo’ ridisegnare le fondamenta della
comunita’, che il colore e il calore dell’esclusione
puo’ rivoluzionare la normalita’ quotidiana per tutti.
DOMANDA: Come’ la tua giornata tipo?
Consiglio di leggere i miei diari per avere una
visione globale del lavoro educativo che sto
svolgendo.
Alle 6.30 Alejo da’ la sveglia a tutta la
casa-famiglia. Alle 7.30 accompagno Alejo,4 anni, e
Ciarrito,7 anni all’asilo. Dalle 8.00 alle 9.00 posso
lavorare con internet per mantenere aperto il ponte
con l’Italia e l’America Latina anche in qualita’ di
redattore sociale e di corrispondente dell’agenzia di
stampa missionaria MISNA e della rete telematica
PEACELINK. Durante il mattino i ragazzi sono a scuola
e cosi’ siamo piu’ liberi di lavorare in ufficio
tenendo i contatti con il Tribunale dei minori, per le
visite alle famiglie originarie (si cerca di incidere
sulle condizioni di prevenzione di abusi,
maltrattamenti, violenze, ecc), per il confronto con
la psicologa e le differenti figure professionali che
fermano l’equipe della comunita’ “Cristo de la calle”.
Pranzo a turno nelle 6 case-famiglie che ospitano 40
bambini/e e adolescenti. Trascorriamo il pomeriggio
tra giochi e compiti di scuola. La comunita’ organizza
corsi di educazione sessuale, di autostima, di
artigianato con materiale di riciclaggio,ecc. Il
venerdi sera i piu’ grandi si radunano per verificare
la settimana di lavoro al Parco di Yuyucocha che il
Municipio ha loro affidato per stimolare
l’autogestione e la piccola imprenditorialita’.
Insieme a Claudia, la “pasionaria” direttrice di
Cristo de la calle (che ha la mia stessa eta’, 29
anni), coordiniamo il gruppo “Jovenes luchadores para
una niñez justa” che affronta tematiche legate alla
cittadinanza giovanile, la formazione degli animatori,
il consolidamento del gruppo formato in maggioranza da
adolescenti che provengono dalla strada o lavorano in
strada vendendo frutta, caramelle, giornali,ecc e
vanno alla scuola serale. La sera la trascorro con
Anita, Xiomaira, Fernando, Viviana, Alejo y Charrito
nella “nostra” casa che cerca di riprodurre un
ambiente familiare sano e accogliente. Mi viene
difficile pensare ad una giornata tipo perche ogni
giorno e’ una nuova avventura!!!
Un messaggio conclusivo ...
Forse avete visto qualche puntata della telenovela
“Terra Nostra” che racconta la storia dell’emigrazione
italiana in Brasile negli inizi del novecento. Molte
famiglie venete hanno ramificazioni in Argentina come
in Svizzera, in Germania come negli Usa, in Australia
come in Francia. Oggi non vogliamo ricordare questa
pagina sofferta che ha plasmato il miracolo economico
del nord-est, una delle zone attualmente piu’
produttiva del mondo. Ora l’orgoglio veneto e’
conosciuto in tutto il mondo per l’intraprendenza, lo
spirito di sacrificio, la cultura del lavoro e sta
sradicando la mentalita’ che l’Italia significa solo
mafia, spaghetti e pizza.
Facciamo memoria della realta’ vissuta dai nostri
nonni nell’era patriarcale, del contributo delle
bambine all’economia domestica, delle responsabilita’
dei ragazzi nei pascoli, nel duro lavoro in campagna.
Ricordiamoci dell’accoglienza, della solidarieta’
esistente tra le famiglie delle contrade delle zone
periferiche e rurali..
Oggi milioni di emigranti dal Terzo Mondo vengono a
bussare al Castello del benessere che abbiamo
costruito depauperando le risorse del Sud, exportando
la nostra tangentopoli nella corruzione locale,
concentrando la ricchezza nelle mani di pochi
privilegiati a discapito della maggioranza povera:
corriamo il rischio di offrire loro solo razzismo e
rifiuto....
Sto ritornando da Lima dove il Manthoc, Movimento di
adolescenti e bambini lavoratori figli di operai
cristiani, con 25 anni di storia di organizzazione dei
NATs (niños adolescentes trabajadores) a livello
latinomericano sta testimoniando l’importanza della
valorizzazione critica del lavoro minorile quando si
garantiscono le condizioni di dignita’, di
protagonismo dei Nats.
I movimenti Nats sono delle organizzazioni gestite
principalmenteda bambini e adolescenti lavoratori
presenti in America Latina, Africa e Asia. I Nats si
riuniscono e si organizzano per andare contro ogni
forma di sfruttamento economico dei minori, ritenendo
il lavoro, quando svolto mediante opportune modalita’,
un mezzo di sviluppo e crescita del soggetto, anche
quando si tratta di un bambino. I Movimenti promuovono
il protagonismo dei Nats come risorsa fondamentale
delle politiche sociali. Rivendicano un lavoro degno,
che dia il giusto spazio ad educazione e gioco.
Chiedono che sia fatta una netta distinzione tra il
lavoro e le altre attivita’ illegali come
prostituzione, schiavitu’ e delinquenza, che sono
reati e vanno combattuti, sia nei confronti dei minori
che degli adulti.
Sembra che la storia si ripeta; in realta’ i contesti
sono completamente diversi pero’ legati da una
matrice, da un destino comune: i movimenti dei Nats a
livello mondiale sono parte del “popolo, dei popoli di
Seattle”, la loro resistenza e’ segno di una
rivoluzione gia’ in atto che puo fermentare un
cambiamento dal basso. Globalizzare la speranza a
partire dal protagonismo dei Nats e’ un’investimento
per il futuro di tutta l’umanita’.
Sono molte le strade della solidarieta’ e della
condivisione ma anch’io ti voglio fare delle proposte:
sentiamoci uniti nella consapevolezza che UN ALTRO
MONDO E’ POSSIBILE!
Rimaniamo in contatto, scrivimi all’indirizzo e-mail
di posta elettronica: utopiamo@yahoo.it
Cristiano Morsolin, Ibarra (Ecuador), sabato 25 agosto
2001
ARCHIVIO dall’ECUADOR
Diario n. 1, maggio 2001 :
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Le prime impressioni all’arrivo nel paese andino
Diario n.2 , 8 giugno 2001 :
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Visita alle comunita’ indigene vicino a Lauci e
Riobamba e giornata mondiale dell’infanzia
Aggiornamento n.3, 11 giugno :
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01212.html
Proposta per l’Ass. “Noi Ragazzi del Mondo”-Ecuador e
articolo di ALAI
Aggiornamento n.4, 23 giugno:
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Intervista al sindaco indio Tauki Tituaña, al
Presidente di Pachacutik Miguel Lluco sullo stato del
dialogo con il governó dopo il leviantamento di
febbraio e intervento del Parlamentare indigeno Luis
Gilberto Talahua Paucar dal titolo: “construir sin
discriminación ni racismo”.
Aggiornamento n.5, 24 giugno:
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Speciale Diritti Umani dopo la relazione annuale di
Amnesty Internacional con intervista a Alexis Ponce
dell’Assemblea Permanente dei Diritti Umani.
Diario n.6 , 28 giugno:
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La passione per la vita della comunita’ per ragazzi/e
di strada “Cristo de la calle”
Usa triplicano truppe in Ecuador, 2 luglio:
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Traduzione di un articolo del Financial Times, diffuso
da Equipo Nizkar della Spagna.
Plan Colombia e impatto nell’Amazzonia, 3 luglio:
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Articolo di Hugo Cabieses dell’agenzia alternativa
ALAI.
Aggiornamento n.7 , 4 luglio:
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Valutazione globale del Plan Colombia nella regione
andina e in Ecuador di Heinz Dieterich, professore
mexicano autore del libro “La cuarta via al poder, el
21 de Enero desde una perspectiva latinoamericana” con
interviste a Fidel Castro, Hugo Chavez e Noam Chomsky.
Plan Colombia in Ecuador, 8 luglio :
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Documenti della CONAIE e della “Comisión de
Solidaridad y Derechos Humanos de Imbabura” di Ibarra
elaborati da Edison Jativa e Samir Salgado, in merito
al Plan Colombia che sta regionalizando il conflitto
in Ecuador e nell’area Andina.
Plan Colombia en Ecuador, 11 luglio :
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Stessi documenti in lingua spagnola
Articolo Adista sull’Ecuador, 17 luglio :
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La giornalista Claudia Fanti traduce una selezione di
questi miei materiali per il numero di Adista di
questa settimana.
Aggiornamento n. 8, 18 luglio:
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Articoli del giornalista Kintto Lucas sulla realta’
dei popoli indigeni nell’Amazzonia ecuatoriana e sui
problemi che la fumigazione anticoca sta causando ai
campesinos e la denuncia del partito Verde nei
confronti della multinazionale REPSOL che sta
distruggendo il bosco tropicale in Ecuador.
Al G8 non dimentichiamoci del Plan Colombia, 18 luglio
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01349.html
Norma Bertullacelli della Rete contro G8 cita il mio
documento sul Plan Colombia in Ecuador.
Diario n. 9 , 20 luglio :
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Aggiornamento dei vari progetti per minori a Quito
Globalización Colonizadora, 20 luglio:
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Intervento di Mons. Luna Tobar, exponente della
Teologia della Liberazione, su G8 a Genova.
Aggiornamento n.10 , 26 luglio:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01368.html
Congresso straordinario della CONAIE – Confederazione
nazionalita’ indigene e messaggio al Paese
Aggiornamento n.11, 28 luglio:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01408.html
Minacce ad attivista dei diritti umani Alexis Ponce –
Assemblea Permanente dei Diritti Umani
Aggiornamento n.12, 15 settembre:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01544.html
Nuovo dossier su intimidazioni ad attivisti dei
diritti umani in Ecuador
Plan Colombia n.13, 29 settembre :
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Interventi sul Plan Colobia di Alexis Ponce, Assemblea
Permanente dei Diritti Umani
Aggiornamento n.14, 29 settembre :
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Intervento del senatore verde Francesco Martone in
Ecuador
Intervista a Miguel Lluco, leader indigeno, n.15, 30
settembre:
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Debito estero in Ecuador, n.16 , 1 ottobre :
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01661.html
In ricordo del profeta della liberazione Leonidas
Proaño, n.17 , 3 ottobre:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01671.html
Ricordo di Mons. Proaño, SECONDA PARTE, n.18, 3
ottobre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01673.html
Grido degli esclusi in Brasile, n.19 , 3 ottobre:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01674.html
Grido degli esclusi, SECONDA PARTE, n.20 , 4 ottobre :
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01679.html
Informazione alternativa in America Latina, n.21 , 4
ottobre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01680.html
NEWS DAL GUATEMALA
Commenti di E. Galeano e Rigoberta Menchu’ dopo il
martirio della missionaria usa Barbara Ann Ford,
collaboratrice di Mons.Juan Gerardi e Mons. Julio
Cabrera nel Quiche’, 11 maggio:
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Prime notizie dopo la condanna dei tre militari
accusati di aver ucciso Mons. Juan Gerardi, martire
della pace e della giustizia, 10 giugno :
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L’ex dittatore Rios Montt viene denunciato per
genocidio, 11 giugno :
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Rene’ Muñoz (rifugiato político negli anni ottanta,
dopo aver contribuito agli accordi di pace lavora nel
coordinamento di ong e cooperative CONGCOOP) inquadra
la realta’ del paese centroamericano, 14 giugno:
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Vari commenti dopo la storica sentenza del processo
per il martirio di Mons. Gerardi:
14 giugno:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01214.html
Testimonianza di Ana Lucrecia Molina Theissen diffusa
dalla Fondazione “Rigoberta Menchu” in merito alla
recente incriminazione del dittatore Rioss Montt,
attuale presidente del Parlamento, 19 giugno:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01235.html
Aggiornamento dal Guatemala, 25 luglio:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01387.html
Articolo di Rene’ Muñoz, educatore popolare di Citta’
del Guatemala
Documento dal Guatemala, 30 settembre:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01647.html
Documento delle organización indigene per la Cumbre
mondiale contro il razzismo di Durban
NEWS DAL PERU’
Documento rivolto al futuro presidente, elaborato dal
Movimento Nazionale Bambini e Ragazzi lavoratori
organizzati del Peru’ (MNNATSOP), 7 aprile:
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Commento alle elezioni presidenziali vinte dall’indio
Toledo, che a otto anni laborava a Lima come
lustrascarpe, di Jose’ Pinto: reconstuir la esperanca
desde abajo, 15 giugno:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01218.html
Plan Colombia e impatto nell’Amazzonia, 3 luglio:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01281.html
Diario n.1 dal Peru: presentazione Manthoc, 25 agosto:
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Diario n.2 dal Peru’: relazione di Alfredo Quispe,
16anni, ex-delegato Manthoc, su Protagonismo infantile
e nueve sfide del lavoro minorile in Peru’, 26 agosto:
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Diario n.3 dal Peru’ : pronunciamento del Monvimento
nazionale dei nats organizzati del Peru sulla Cumbre
mondiale dell’Onu per l’Infanzia in programa a
settembre a New York, 28 agosto:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01461.html
Diario n.4 dal Peru’, 9 settembre :
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01491.html
Commento ai miei diari di Marina Beccuti, rete latina,
11 settembre:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01502.html
NEWS DAL BRASILE
Il documento conclusivo del primo Congresso Regionale
della Pastorale della Terra del nordest brasiliano, 5
maggio :
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01215.html
Congresso nazionale della Pastorale della Terra CPT
del Brasile, in Bahia, 21 giugno:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01242.html
Intervista al coordinatore nazionale della CPT Ignacio
Revers, 30 giugno:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01271.html
Terrorismo e Nuovo ordine mondiale, dom Tomas
Balduino, 28 settembre:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01616.html
Intervento di Frei Alamiro Andreade da Silva, 3
ottobre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01667.html
NEWS DALL’ITALIA
Riflessione a margine di Civitas, sul cammino in
Italia per dare voce al protagonismo dei ragazzi
lavoratori nel microcosmo della strada, attraverso la
proposta NATS, 8 maggio :
www.nonluoghi.it/bimbisud.html
Articolo di Frei Betto da Genova, 20 luglio :
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01361.html
Ancora Frei Betto da Genova , 22 luglio:
www.peacelink.it/webgate/latina/msg01370.html
La tierra de Colon a Latinoamerica
PER APPROFONDIMENTI:
Associazione Internazionale “Noi ragazzi del Mondo” :
www.ainram.cjb.net
ITALIANATS: www.equomercato.it/nats.html
www.italianats.org
Amici scout di NAMASTE (Ostiglia – MN ):
www.namaste-ostiglia.it
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