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Colombia: uccisione di Catherine Aguilera



dal Mattino di Napoli
Catherine Aguilera guidava un movimento infantile  con centomila aderenti
che vuole cambiare la Colombia
Bogotà. Dodici anni, uccisa con un colpo alla testa. Davanti agli occhi del
fratello più grande che, tenendola per mano, la stava accompagnando a casa.
Un piccolo corpicino ormai in una pozza di sangue sul selciato, testimone
silenzioso e martoriato della cieca violenza che da quarant'anni affligge la
società colombiana. Ma Catherine Aguilera non sarà ricordata soltanto come l
'ennesima vittima innocente di una «guerra» intestina, con tanto di
«squadroni della morte», ma anche e soprattutto come una grande eroina della
battaglia per la pace in tutto il mondo.
A Bogotà tutti la conoscevano. Leader del movimento «Ninos por la paz»
(Bimbi per la pace) Catherine era molto popolare nel quartiere dove abitava
ed era ammirata per il suo impegno come figura preminente dell'associazione
istituita dall'Unicef a metà degli anni Novanta che ha organizzato decine di
manifestazioni.
Catherine Aguilera, racconta ieri il quotidiano «El tiempo», era appena
uscita da una lezione di inglese tenuta per mano dal fratello maggiore
Jonathan quando, mentre attraversava il centro commerciale più importante
della città, una pallottola l'ha raggiunta alla testa. È morta sul colpo.
Forse non si è accorta di nulla.
Un proiettile vagante? Le forze dell'ordine che stanno seguendo il caso non
lo escludono anche se sono più propensi a seguire la pista di un omicidio
premeditato, organizzato. Un agguato eseguito con un'arma munita di
silenziatore. E stranamente, senza testimoni. Tranne il fratello di
Catherine, ora in stato di shock.
Nessuno infatti, compreso il ragazzo che la stava accompagnando, ha sentito
il rumore dello sparo, nè visto nulla. La polizia accorsa sul posto - almeno
stando alle prime dichiarazioni ufficiali - non è riuscita ancora a
verificare se il colpo sia partito, come si presume, da una «postazione»
dello stesso centro commerciale.
Un corpicino di 12 anni straziato. Appena appresa la notizia la madre della
piccola, Marlene Goez, è scoppiata in un pianto di rabbia: «Era una bambina.
Una persona innocente. Non capisco perchè debba succedere una cosa così
tremenda a un'adolescente di appena 12 anni. È inumano. Non riuscirò mai a
darmene una spiegazione...».
Non è la prima volta che un episodio di violenza colpisce in Colombia un
bambino impegnato in campagne pacifiste. L'anno scorso fu sequestrato
Dagoberto Ospina, nove anni, che aveva presieduto una «Giornata nazionale
per la pace». Il bimbo è stato poi liberato con un blitz nel febbraio di
quest'anno dalla polizia che ha addossato la responsabilità alle Forze
armate rivoluzionarie della Colombia (Farc).
Il movimento dei «Ninos por la paz» è molto attivo e conta circa centomila
aderenti che moltiplicano senza sosta le loro iniziative: orientamento di
coetanei, drammatizzazione teatrale della violenza sociale, organizzazione
del «Carnevale della pace» e assistenza ai bambini che hanno perso tutto per
fenomeni naturali come il terremoto del 1999. Non a caso per tre anni (dal
1998 al 2000) il movimento dei «Ninos por la paz» è stato candidato al
premio Nobel per la pace.


Nello

www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm