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Fw: Colombia: i paramilitari minacciano le organizzazioni sociali del Cauca



 
----- Original Message -----
Sent: Sunday, May 06, 2001 7:07 PM
Subject: Colombia: i paramilitari minacciano le organizzazioni sociali del Cauca

Autorità locali, dirigenti sindacali e contadini della regione del Cauca sono stati minacciati di morte da parte dei paramilitari. Minacce simili erano avvenute nei confronti della popolazione dell’Alto Naya, ma anche allora nessuno fece nulla ed oggi il bilancio di 70 morti non fa che arricchire le statistiche del dramma vissuto dal popolo colombiano. A seguire troverete spunti per capire, agire e bloccare l’azione dei paramilitari.

          - Commissione Colombia -
     Comitato Internazionalista Arco Iris

INVIARE IL SEGUENTE TESTO AGLI INDIRIZZI
POSTI ALLA FINE DI QUESTO MESSAGGIO

Hacemos Responsable el Doctor Andrés Pastrana Arango por lo que pueda suceder a la población civil del Cauca (Popayán), amenazada por las autodefinidas Autodefensas Unidas de Colombia.

Cualquier atentado fuera realizado contra la vida de los hombres y las mujeres amenazadas por dicho grupo criminal, será por nosotros atribuido a los agentes del Estado colombiano, por sus omisión o complicidad con las AUC.

Esto aclarecerá en nosotros y en la opinión pública italiana la estrategia del Estado, el exterminio sistematico de cualquier agrupación democratica y progresista en Colombia y pondrá en evidencia que los repetidos compromisos del gobierno Pastrana para combatir los grupos paramilitares no son otra cosa que miserable retorica para utilizo internacional.

En la desgraciada eventualidad que se realizaran las amenazas expuestas, nos sentiríamos en pleno derecho de operar en las formas mas adecuadas y radicales de protestas hacia las sedes diplomaticas del Estado colombiano.

Además, en caso de esta eventualidad exigiremos el retiro de las empresas italianas de Colombia, cuya lista parcial se encuentra a esta dirección:

 http://www.ice.it/estero2/bogota/util.htm

Cordialmente y con determinación
                                                        _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ (firma)

TRADUZIONE DEL TESTO
DA INVIARSI ALLE AUTORITA’ ITALIANE IN COLOMBIA
(posti alla fine del messaggio)

Responsabilizziamo il Presidente Pastrana per quanto possa succedere alla popolazione civile di Popayán, minacciata dalle cosiddette Autodefensas Unidas de Colombia.

Qualunque attentato fosse realizzato contro la vita gli uomini e le donne minacciati da questo gruppo criminale verrà da noi attribuito  agli agenti dello Stato colombiano, per loro omissione o complicità con le Auc.

Ciò renderà chiaro a noi ed a all'opinione pubblica italiana la strategia statale di sterminio sistematico di qualunque formazione democratica e progressista in Colombia e renderà ancora più evidente che i ripetuti impegni del governo Pastrana a combattere i gruppi paramilitari altro non sono che misera retorica ad uso internazionale.

Nel malaugurato caso in cui si realizzassero le minacce suddette ci sentiremo in pieno diritto di operare le forme più adeguate e radicali di protesta verso le sedi diplomatiche in Italia dello Stato colombiano.

Inoltre, nel caso di questa eventualità, esigeremo il ritiro delle imprese italiane dalla Colombia, la cui lista parziale si trova al seguente indirizzo:

 http://www.ice.it/estero2/bogota/util.htm

Cordialmente e con determinazione
                                                           _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ (firma)

    Appello delle Organizzazioni del Cauca

 5 Maggio 2001

COLOMBIA: Le comunità, i dirigenti delle organizzazioni sociali e sindacali e persino lo stesso governatore, Floro Tunubalá, sono stati dichiarati obiettivo militare dalle Autodifese Unite della Colombia e sono state invitate a abbandonare le loro terre entro 48 ore.

Il 26 aprile alle nove di sera nella città di Popayán sono stati assassinati Francisco Isaias Cifuentes, insegnante, e la propria sposa, Leyder Maria Fernadez Cuellar, mentre il loro figlio è risultato ferito. La violenza paramilitare che colpiva la regione del Cauca è arrivata a Popayán.

Il 4 maggio 2001 sono stati consegnati ai mezzi di comunicazione alcuni comunicati, firmati dalle Autodifese del Cauca e dalle Autodifese Unite della Colombia, nei quali si concedono 48 ore per abbandonare la zona alle seguenti comunità, sindaci e dirigenti popolari e sindacali:

Cartago: il sindaco
Tuluá: il sindaco
Villa Rica: il sindaco
Timbio: il sindaco
El Patia: il sindaco
Rosas: il sindaco
Paramo de Mira Flores: la comunità
El Doblo: la comunità
Santander de Quilichao: la comunità della zona piana
El Valle del Patia, Balboa, Mercaderes
I dirigenti di ASOINCA e del CIMA

E’ molto importante lanciare una azione internazionale per difendere il diritto delle comunità a vivere nei propri territori secondo le proprie aspirazioni ed i propri stili di vita. Per favore participate a questa emergenza, inviando lettere all’attenzione del Presidente della Colombia.

Indirizzate le vostre lettere di appoggio a:

Dr. Andrés Pastrana Arango  (Presidencia de la República de Colombia)
Oficina de Derechos Humanos
rdh@presidencia.gov.co
pastrana@presidencia.gov.co
Téfono. 0057-1-5629300 ext. 3550  0057-1-284 33 00
Fax 0057-1-286 74 34    0057-1-286 68 42   0057-1--284 21 86

Dr. Humberto de la Calle Lombana
Ministro del Interior - República de Colombia
minint@anticorrupcion.gov.co
Tel: 0057-1-3147300 Ext 0057-1-2315 691
Fax: 0057-1-31473 00     0057-1-6915455
Fax 00-57-1-2515884

Dr. Eduardo Cifuentes
Defensor del Pueblo - República de Colombia
defensor@col1.telecom.com.co, dquejas@col1.telecom.com.co, oprensa@col1.telecom.com.co

Sres: Junta Directiva Departamental Asociación de Institutores del Cauca - ASOINCA
asoinca@emtel.net.co, asoinca@latinmail.com
Fax: 0057 - 28 - 24 4159

  Attentamente, Giunta Direttiva Dipartimentale di ASOINCA
        Popayán - Cauca - Colombia

Situazione dell’ordine pubblico e violazione dei diritti umani nel dipartimento del Cauca

Il Movimento del Sud-occidente Colombiano denuncia di fronte alla comunità nazionale ed internazionale le gravi violazioni dei diritti umani ed in particolare quello del diritto alla vita, messe in atto dai gruppi paramilitari, autedefinitisi “Autodifese Unite della Colombia  Auc”, attraverso i diversi massacri, iniziati nel giugno del 2000 in tutto il centro e nord del Cauca.

Le comunità del Cauca che sono state attaccate dai paramilitari, nella loro maggioranza fanno parte del Movimento del Sud-occidente Colombiano. Questo Movimento, nel mese di Novembre del 1999, aveva firmato con il Governo Nazionale un accordo, in cui il governo si impegnava a garantire la sicurezza ed il rispetto delle loro vite e dei diritti umani in senso generale. L’impegno firmato dai rappresentanti del Governo Nazionale ed i rappresentanti del Movimento del Sud-occidente Colombiano dice testualmente:

"Il Ministero degli Interni formerà un Ispettorato con delegati della Commissione per i Diritti Umani della Procura della Repubblica, dell’Ufficio di Difesa del Popolo, della Conferenza Episcopale e dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani. L’Ispettorato riceverà e diffonderà fronte alle autorità competenti i casi di violazione dei diritti, delle libertà e delle garanzie cittadine che mettano a repentaglio la vita, l’onore ed i beni delle persone che, direttamente o indirettamente, hanno partecipato alla mobilitazione. Le loro riunioni e la loro presenza potranno essere convocate dalle parti ed il Governo Nazionale somministrerà gli appoggi logistici ed operativi per il loro spostamento.

Il Governo Nazionale riconosce la legittimità della protesta del Sud-occidente Colombiano e dei suoi dirigenti popolari, essendo questi rappresentanti delle comunità di fronte allo Stato, riconoscimento che si esprime nei dialoghi e negli accordi realizzati e sottoscritti dalle parti. Così anche, rispettando i diritti costituzionali e legali del caso, il Governo Nazionale considera che la protesta cittadina, per questa sola ragione, non genera sanzioni né in ambito lavorativo e nè penali, individuali o collettive, contro coloro che hanno partecipato o hanno appoggiato la mobilitazione".

Il processo di incursioni paramilitari nel Dipartimento del Cauca che genera morte, torture, violazioni, spostamenti forzati ed in generale violazioni dei diritti umani, si esprime attraverso la descrizione dei seguenti fatti e testimonianze:

"Noi contadini che storicamente abbiamo lavorato per alimentare la popolazione delle città, siamo oggi coloro che soffrono tutte le conseguenze dei conflitti interni al paese, scontri che nemmeno riusciamo a comprendere perchè si siano determinati. In questa occasione è toccato a noi, umili cittadini del nord del Cauca” (testimonianza di un contadino)

ALTO NAYA

Il massacro dell’Alto Naya avvenuto durante la settimana di Pasqua è quello più recente. Non si conosce ancora il numero esatto delle vittime perché è difficile inviare sul posto una commissione ispettrice. Gli abitanti della regione affermano che potrebbero essere oltre 80. Le vittime sono state assassinate a coltellate ed utilizzando le motoseghe. L’esercito si è presentato solo nel villaggio di Timba, chiedendo dove si trovassero i morti perché lì non ne vedevano. Il prete diceva però loro che dovevano entrare nella zona, ad una sei o otto ore di cammino.

COMUNE DI BUENOS AIRES

Nel mese di giugno, arrivano le Autodifese Unite della Colombia (AUC) e con queste arriva la morte, che ronda irriverente tutto il comune. Secondo quanto menzionato, provengono da Córdoba ed Urabá, con il pretesto di mettere fine alla guerriglia ed ai suoi collaboratori... Il 9 di giugno, sporcano le pareti delle case del quartiere La Ventura, nella giurisdizione di Timba, facendo conoscere la loro presenza e manifestando contro la guerriglia ed i suoi collaboratori; fanno disoccupare le abitazioni del quartiere, istallano posti di blocco nello stesso, nella via che porta da Timba ai distretti di El Porvenir e El Ceral; i passeggeri sono perquisiti e minacciati con offese volgari, con maltrattamenti fisici e psicologici. Nel primo blocco stradale assassinano a due giovani minorenni: CARLOS ANDRÉS PARRA CRIOLLO, per non avere documenti d’identità né il libretto di circolazione della moto su cui erano, ed un'altra persona non identificata per non aver dato informazioni sulla guerriglia, informazioni che per altro non aveva.

Il 21 giugno realizzano nuovamente un blocco stradale sulla stessa via, detengono RUBERNEY CARABALLÍ che si stava spostando con un amico a bordo di una moto, dal quartiere El Llanito a Timba; lui è stato torturato e successivamente assassinato. Lo stesso giorno, nel quartiere San Francisco, assassinano a LAURENTINO LONDOÑO ed a OTONIEL SARRIA, accusati di essere collaboratori della guerriglia.

Il 2 luglio, nella giurisdizione di Timba (Valle), le AUC (Autodifese Unite della Colombia) assassinano due giovani residenti a Timba (Cauca): CORNELIO CORPUS e NELSON QUINA, conosciuti nel luogo come persone dedicate al lavoro ed alle loro famiglie, senza vincolo alcuno con gruppi al margine della legge. Il 5 luglio le AUC, nel quartiere La Ventura, obbligano i passeggeri di un autobus a scendere. Successivamente, li fanno sdraiare per terra ed assassinano a LUIS EDUARDO YULE, membro del territorio indigeno di La Paila Naya, (ubicato tra i comuni di El Ceral ed El Naya), ed un abitante del comune di Corinto, che non è stato poi identificato. Viene anche detenuto ELADIO VIVEROS che approfittando della disattenzione dei suoi sequestratori, scappa e si presenta presso l’Ufficio di Difesa del Popolo, nella sede regionale del Valle, alla ricerca di protezione; come rappresaglia sua moglie è sequestrata ed obbligata a dare alle AUC 40 capi di bestiame ed un automezzo, anche se successivamente viene liberata.

In data non certa, nel quartiere di San Francisco viene assassinato LUIS CARLOS ZUÑIGA, padre di cinque figli e con lui è assassinata un’altra persona non identificata. Così anche viene fatto scomparire il giovane SIGIFREDO LEON, che dopo un mese riappare morto nei pressi di Jamundí (Valle). Nel comune di Buenos Aires, assassinano anche un uomo che era chiamato PICHURRIA.

Il 28 agosto, a Timba (Buenos Aires), è assassinato ARIEL HURTADO, presso la fermata dell’autobus della medesima località.

Nel mese di settembre, la violenza paramilitare si fa più dura, le AUC assassinano nel comune di de La Balsa quattro persone: JAIME FILIGRANA, ISIDORO FILIGRANA, HUGO DIAZ e WILLINTON DIAZ, e trenta persone in più vengono trasportate in altri luoghi, uomini e donne, alcune in cinta, delle quali abusano sessualmente.  Tutte queste persone sono giustiziate il giorno seguente di fronte agli abitanti di La Balsa e lanciate nel fiume Cauca; delle esecuzioni sommarie della notte non si ha il conto, perché “solo loro sanno”.

Nel mese di ottobre le AUC, in data non precisata, assassinano DANIEL MENESES ed il dirigente della comunità, PEDRO. L’8 dello stesso mese, è giustiziato JACOBO SADOWNIK e la signora LIBIA. Insieme ad altre vittime i loro corpi sono lanciati nel fiume Cauca. Nel frattempo si intensificano le sparizioni e le esecuzioni sommarie.


Gli abitanti della zona affermano:

"Con l’ingresso delle AUC a questa regione, le persecuzioni sono state frequenti, controllano l’ingresso dei veicoli nella città, il commercio, l’ingresso di alimenti e le attività sociali. Tutte le persone della zona si sentono minacciate, in particolare quelle di Timba, La Esperanza, El Ceral e Palo Blanco; secondo quanto hanno manifestato le AUC, colui che non è guerrigliero è informante o collaboratore, per questo dicono che il massacro sarà grande, che ancora non è successo nulla. Quanto impera è la paura ed il terrore".

SANTANDER DE QUILICHAO

Il 14 giugno nel quartiere di Palo, comune di Caloto appare una lista di ventidue nomi, apparentemente emessa dalle AUC, con al margine dello stesso la scritta: "stiamo facendo pulizia".

Tra i mesi di ottobre e novembre, secondo le autorità, gli scomparsi e le persone assassinate sono circa 70.

SUAREZ

26 luglio. Secondo informazione disponibile, ha luogo la prima incursione delle AUC, nel dipartimento del Cauca. Questi, con messaggi  alle pareti si identificano come “Fronte Farallones” delle AUC. Gli abitanti hanno paura di cancellare le scritte. Tra le tante si trova:  "guerrigliero è arrivato il tappo per il tuo culo"; "polizia ed esercito: paramilitari della burocrazia", "fuori i guerriglieri dal dipartimento della Valle del Cauca". I commenti degli abitanti sono frammentari rispetto agli avvenimenti che indicano come autori materiali le AUC. Sono molte le morti attribuite alle AUC, però la paura dei familiari, li obbliga a trasportare i loro cadaveri, per dare loro cristiana sepoltura, ai luoghi d’origine, senza denunciare il fatto alle autorità.

MORALES

Giovedì 16 novembre alle 5 del mattino, c’è una incursione paramilitare delle AUC, a cinque minuti dal comune di Morales, dove si realizza un blocco stradale. Alle 11:00 a.m. nel quartiere di Loma de Oso dello stesso comune, si realizza un nuovo blocco, dove le AUC si appropriano di merci consistenti alimentari dirette al Centro delle provviste del quartiere di Santa Barbara.

CAJIBIO

Cajibío, dipartimento del Cauca, è una zona rurale dove le terre sono ricche e fertili e dove la produzione agricola da un buon sostentamento alla economia contadina. E’ qui dove il 19 novembre si vive una situazione di angoscia e allarme generale a causa della apparizione di gruppi paramilitari, autodenominate Autodefensas Unidas de Colombia -AUC-  che fanno incursione prima nella zona di Dinde, sequestrando la gente per circa due ore, chiedendo documenti d’identità e comparando i nomi con una lunga lista che hanno; molte persone vengono rinchiuse in una stanza ed in modo umiliante vengono rasate a zero e fatte oggetto di scherno e burla. Successivamente sulla base della lista che portano, un giovane di 17 anni, ANGELINO LARGACHA, viene sequestrato e, ad oggi, non si sa dove sia.

Mercoledì 22 novembre, nelle prime ore della mattinata gli emissari della morte delle autodenominate AUC entrano a Carmelo, riuniscono tutta la gente della comunità ed in loro presenza imbavagliano tre commercianti di nome JAINER CAMPO (22 anni), JAIME ROJAS (61 anni) e ALCIBIADES CAMAYO (40 anni), questi sono proprietari di negozi del luogo; dopo averli imbavagliati li assassinano, accusandoli di essere aiutanti della guerriglia.

Giovedì 23 novembre le AUC sono nel quartiere di Santa Catalina, nel comune di La Pedregosa, dove trattengono molti passanti, chiedono loro documenti d’identità e li minacciano dicendo che uccideranno i collaboratori della guerriglia.

Venerdì 24 novembre alle 6 del mattino si presentano nuovamente i paramilitari, nella zona del centro di La Pedregosa, in un numero approssimativo di 50 uomini in uniforme, due dei quali con i volti coperti da passamontagna ed altri con il volto scoperto, nella maggioranza di pelle bruna chiara, con l’accento della costa e con tagli di capelli stile militare. Alcuni stanno portando ai contadini DIEGO ARNULFO CAMAYO, che era stato portato via dalla propria abitazione la notte prima ed i fratelli ERIC CAMAYO, del quartiere  Santa Catalina, entrambi legati e con un cappio al collo. I fratelli Camayo, erano agricoltori, Diego Arnulfo era gerente della Cooperativa Multiactiva La Pedregosa, consigliere eletto per il Movimento Contadino e Popolare e Segretario del CINCOP (Comitato di Integrazione delle Organizzazioni del Comune di La Pedregosa). Successivamente vengono fatti scendere i contadini a cui erano stati legati i piedi e che venivano fatti saltellare grottescamente lungo la strada in presenza della comunità; nel frattempo il resto degli uomini deteneva tutti i contadini che stavano passando, esigendo i documenti d’identità, e li faceva sedere di fronte agli ingressi delle case del comune.

Verso le 10 del mattino passano da questo luogo i contadini GERMAN VALENZUELA del quartiere Buena Vista e ADOLFO BENALCAZAR, che si stavano muovendo a bordo di una moto. Questi vengono fatti scendere dalla moto e vengono chiesti loro i documenti d’identità. Di fronte ad una breve cenno di protesta di Germán Valenzuela, questi viene fatto stendere per terra, il suo viso viene preso a pedate, sfigurandolo e viene legato. Così anche, il contadino DAGOBERTO VELASCO del quartiere Buena Vista viene sequestrato, legato e portato via.

Dopo le sei del pomeriggio i contadini di La Pedregosa, trovano i corpi di DIEGO ARNULFO CAMAYO, ERIC CAMAYO, GERMAN VALENZUELA y DAGOBERTO VELASCO buttati di fronte alla chiesa del luogo. Questi erano stati assassinati con spari alla testa. Diego Arnulfo Camayo presentava segni di tortura.

Questo è l’itinerario di terrore che vive la popolazione contadina del municipio di Cajibío dal 19 novembre, giorno in cui hanno fatto la loro macabra apparizione i paramilitari, situazione che ha obbligato allo spostamento forzato vari contadini, che oltre al terrore, stanno soffrendo delle difficoltà nei mezzi di trasporto e nelle comunicazioni, perchè i paramilitari hanno tagliato le linee telefoniche per impedire qualsiasi comunicazione tra i contadini. I problemi nei trasporti hanno fatto sì che gli alimenti comincino a scarseggiare, rendendo difficile la permanenza nella regione.

Le organizzazioni sociali e popolari dei diritti umani del Dipartimento del Cauca, lanciano un S.O.S a tutta la società colombiana ed in particolare alle organizzazioni nazionali ed internazionali per i diritti umani affinchè si pronuncino di fronte a questa grave situazione e perché esercitino la loro pressione verso lo stato colombiano.

MOVIMIENTO SUD-OCCIDENTE COLOMBIANO - CIMA - ANUC-UR - ASOINCA - FENSUAGRO - ASOCOMUNAL LA VEGA -
MOVIMIENTO CAMPESINO Y POPULAR CAJIBIANO

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Autorità Colombiane nel Mondo

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Autorità Colombiane in Italia

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Autorità Italiane in Colombia

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