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Fw: disastro in Brasile (da Carta.org)
Pesa 31,4 milioni di tonnellate ed è alta come un edificio di quaranta
piani. Il suo nome è P-36, ed è la maggior piattaforma petrolifera
esistente
al mondo, le sue riserve sono stimate in due miliardi di barili di "crudo",
la produzione giornaliera è di 180 mila, l'80 per cento di quella
dell'intero Brasile. In queste ore, P-36 è alla deriva, le alte tecnologie
utilizzate hanno spinto a considerare superfluo il suo ancoraggio. La
piattaforma, uno dei principali simboli della modernità vantata dal
presidente Cardoso, sta affondando a 150 chilometri dal litorale di Rio de
Janeiro. Il presidente di Petrobras, Henri Philippe Reichstul, conferma che
l'inclinazione è ora di trenta gradi ed è stata causata da tre esplosioni
seguite all'incendio divampato giovedì. Uno dei lavoratori è morto, per
altri nove, dispersi, ormai non ci sono più speranze. Reichstul sostiene
però che "non ci sono danni per l'ambiente, perché il petrolio non si è
riversato in mare". La via dello sviluppo energetico del paese non è in
discussione.
La federazione unica dei lavoratori petroliferi accusa invece Petrobras, e
ricorda che negli ultimi due anni a causa delle negligenze nella
manutenzione degli impianti delle piattaforme sono morte 18 persone.
Aggiunge poi, il sindacato, che dal 1997 l'impresa ha ridotto il personale
mettendo in grave rischio la sicurezza di tutti. I danni che la sospensione
dell'attività degli impianti causerà al Brasile vengono stimati in almeno
50
milioni di dollari al mese, un brutto colpo per l'economia di cui va tanto
fiero Cardoso. Ma con quel grattacielo, sulla costa brasiliana, si sta
inabissando anche la sua ideologia di rapina.