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MESSICO: Primo Incontro Internazionale degli Studenti
- To: (Recipient list suppressed)
- Subject: MESSICO: Primo Incontro Internazionale degli Studenti
- From: "Comit. Intern.sta Arco Iris" <ale.ramon@numerica.it>
- Date: Tue, 14 Mar 2000 13:42:00 +0100
Riceviamo e Diffondiamo:
Da: Enrique Cisneros "llanero@mail.internet.com.mx"
Vi inviamo la convocazione del 1° Incontro Internazionale degli Studenti,
al quale hanno manifestato l'interesse di parteciparvi studenti e docenti
del Praguay, dell'Italia,.dell'Argentina, di Panama, del Canada e di 7
università degli Stati Uniti, oltre agli studenti delle universtà e scuole
messicane di Zacatecas, Chiapas, Baja California, Guerrero, Tamulipas,
Queretaro, Yucatan e Veracruz.
Vi sollecitiamo ad aiutarci, diffondendo detta Convocazione.
Considerando che la lotta contro il progetto neoliberalista di
privatizzazione dell'educazione pubblica deve essere una lotta nazionale e
internazionale e, all'interno del piano di "Dignità e Resistenza" che il
Consiglio Generale in Sciopero (CGH) dell'Università Autonoma del Messico
(UNAM) stà portando avanti, si convocano gli studenti di tutto il mondo, a
partire dalla scuola media superiore, al 1° Incontro Internazionale degli
Studenti in Difesa dell'Educazione Pubblica e Gratuita (contro il progetto
neoliberista di Privatizzazione dell'Educazione), secondo le seguenti basi:
1) Il 1° Incontro si realizzerà a Città del Messico, da giovedi 20 a
lunedì 24 aprile del 2000, avendo come sede gli insediamenti della UNAM.
2) Ci saranno 3 livelli di partecipazione:
a) Partecipanti: saranno tutti gli studenti messicani, o di qualunque parte
del mondo, che saranno accreditati da un gruppo, collettivo o
organizzazione studentesca, come loro rappresentanti. In tutte le sessioni
dell'evento avranno diritto di parola e voto.
b) Osservatori: saranno i rappresentanti di organizzazioni universitarie:
docenti e lavoratori(trici) o ricercaotri(trici) e avranno solo diritto di
parola.
c) Invitati.
3) Rispettando la realtà di ogni paese, l'Incontro sarà fondamentalmente
deliberativo e di interscambio, trattando di determinare le azioni
congiunte per affrontare unitariamente le forze che pretendono privatizzare
la pubblica educazione.
4) I temi di discussione, così come il regolamento e le dinamiche interne
del funzionamento saranno proposte dagli organizzatori(trici), prendendo
come base i suggerimenti che si riceveranno entro il 5 aprile 2000. Al
momento ci hanno suggerito i seguenti temi: la globalizzazione e il
progetto neoliberalista di privatizzazione dell'educazione pubblica e
gratuita, l'autonomia universitaria, le forme di lotta e le proposte di
organizzazione. Possono intervenire tutti coloro che lo desiderano, anche
coloro che non assisteranno all'Incontro.
5) Gli organizzatori(trici) si impegnano a risolvere i problemi di
alloggio, pasti e trasporto dei presenti. Questo sarà in case private e con
l'appoggio delle organizzazioni sociali. Coloro che lo desiderano possono
trovare alloggio per contro proprio. A coloro che lo richiedono, possiamo
inoltre suggerire degli hotels vicino a dove si terranno le attività.
6) Tutti i partecipanti devono pagarsi il viaggio di andata e ritrno dai
luoghi di origine a Città del Messico.
7) Coloro che richiederanno ulteriori informazioni, dovranno inviare le
loro domande all'indirizzo di posta elettronica cgh_inter@yahoo.com.mx o
ad una casella postale o fax, che si divulgheranno prossimamente.
8) Coloro che vorranno iscriversi dovranno chiedere un questionario agli
indirizzi qui citati, ugualmente dovranno rispondere prima del 31 marzo del
2000.
Commissione Internazionale del Consiglio Generale in Sciopero della UNAM
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RENDICONTO DEL LAVORO DEL TAVOLO DI DISCUSSIONE LATINOAMERICANO IN
DIFESA DELL'UNIVERSITA' PUBBLICA CONTRO IL NEOLIBERISMO
RECINTO UNIVERSITARIO RUBE'N DARIO DELLA
UNIVERSITA' NAZIONALE AUTONOMA DEL NICARAGUA
MANAGUA 17/18 FEBBRAIO 2000
PRESENTI 101
RELAZIONI PRESENTATE 30
L'università pubblica, centro nevralgico della vita intellettuale dei paesi
latinoamericani, è stata uno spazio in cui si sono generate ed hanno avuto
spazio capacità e visioni che hanno saputo coniugare le aspirazioni sociali
dei nostri popoli. L'università è stata una istituzione strategica non solo
nella prospettiva accademica ma anche come eredità storica nel recupero e
nell'arricchimento di una cultura latinoamericana.
Oggi, questo spazio di riflessione e di creazione sociale attraversa un
processo di distruzione e ristrutturazione per renderlo funzionale al
progetto dei grandi interessi dei propietari nazionali e delle
multinazionali. Nonostante questo, siamo difronte ad un fenomeno che da più
di 10 anni non è capito nel modo giusto dalle comunità universitarie, nè si
son date risposte chiare ed efficaci per affrontarlo.
La ristrutturazione dell'univeristà, promossa dagli organismi
internazionali come la Banca Mondiale, la Banca per lo Sviluppo e l'OCSE, e
portata a termine dai rispettivi governi, è profonda ed integrale,
coinvolgendo sia le sue attività che le relazioni tra i suoi membri e tra
l'università e la società stessa.
Come cardine di questa trasformazione al centro della strategia dominante
stà la drastica riduzione del finanziamento statale per le università
pubbliche, sia in termini relativi che assoluti, con cui si dà slancio ad
un processo di privatizzazione dei finanziamenti e si sottomettono le
università a pressioni e decisioni del grande capitale.
Allo stesso modo, le azioni governative tendenti ad indebolirele forme
collegiali e democratiche di governo universitario, favoriscono usi
descrezionali e patrimonalisti delle risorse, che refforzano la formazione
di oligarchie privilegiate nelle istituzioni.
In questo quadro si attacca la gratuità dell'educazione superiore, si
riducono i salari dei lavoratori universitari e si costringono gli
accademici a trovare entrate extrasalariali ed extraistituzionali,
attraverso la commercializzazione, la degradazione e la stratificazione del
lavoro accademico.
Con queste pressioni finanziarie si impongono alle università pubbliche:
contenuti, orientamenti e destinatari dell'insegnamento, indagini nella
diffusione della cultura , che si mettono in atto attraverso un complesso
sistema di valutazione e di accreditamento esterni , che copiscono in
maniera diretta l'autonomia dell'università.
Non si tratta solo di un problema finanziario ed amministrativo, ma della
gestazione di un profondo processo di trasformazioni ideologiche,
epistemiologiche e di valori , che segnano la leggittimazione delle visioni
e dei progetti più conservatori della società, oltre all'umiliazione della
comunità universitaria, come strumento di controllo sociale e politico.
Il ricercato screditamento materiale e scientifico delle università
pubbliche risponde al disinteresse dei settori dominanti per la creazione,
l'innovazione e l'adattamento della scienza e della tecnologia autonome in
America Latina, con lo scopo di preservare il monopolio delle stesse, nei
centri capitalistici, e le loro intenzioni di mantenere le nostre
istituzioni come centri di conoscenza sussidiaria di questa realtà.
Allo stesso tempo, con la contrazione del finanziamento statale si
restringe l'ingresso e la permanenza degli studenti, provocando una
selezione elitista dell'accesso all'istruzione superiore, con cui le
università pubbliche intervengono come riproduttrici dell'esclusione e
disuguaglianza sociale.
Tutte queste trasformazioni si sono cristallizzate in una normativa
giuridica e nella creazione di organi governativi di direzione al di sopra
delle università, con il pretesto della razionalizzazione amministrativa.
Con queste strutture, i settori dominanti, rappresentati dai governi,
orientano direttamente e in maniera autoritaria il lavoro universitario.
esempio di ciò è l'attuale progetto di legge sull'istruzione superiore
della Repubblica Dominicana, così come quella approvata in Argentina ,
qualche anno fa, e le norme e le istituzioni che si sono stabilite in
Messico, in Ecuador ed in altri paesi.
I rifiuti verso questi cambiamenti radicali nelle università, sono
scaturiti principalmente dai movimenti studenteschi , che son stati
sottoposti ad intense repressioni, con feriti, morti e incarcerati, come in
Argentina, Cile, Nicaragua tra gli altri e attualmente in Messico, dove ci
sono più di 250 prigionieri politici universitari (con un totale di 1000
arresti) e sono stati spiccati altri 432 mandati di cattura.
La violenza autoritaria contro le lotte universitarie si è data lo scorso
gennaio, quando la polizia ha assaltato per 48 ore i recinti delle
università di Quito e Cuenca in Ecuador. In Colombia i paramilitari hanno
sequestrato e assassinato professori dentro gli edifici universitari.
Vittime della reppressione sono anche i sindacati universitari che si
oppongono alle politiche di disgregazione, di "flessibilità" lavorativa ed
ai tetti salariali. Di fronte a questa realtà, le forze contrarie al
neoliberismo non riescono ad articolare programmi ed azioni che contrastino
le misure liquidazioniste dell'università pubblica.
Parte importante sono stati gli intellettuali universitari che hanno
rinunciato ad esercitare il carattere libertario della scienza, adattandosi
alle condizioni ed agli obbiettivi che i settori dominanti hanno assegnato
all'università pubblica, per cui praticamente sono diventati esecutori e
riproduttori di queste strategie. Da parte loro, le forze politiche di
sinistra hanno trascurato il programma strategico dell'università pubblica,
nella costruzione di un progetto alternativo di società.
Se non accettassimo queste sfide, staremmo ostacolando le trasformazioni di
cui ha bisogno la nostra regione.
Per questo motivo, i presenti a questo tavolo di discussione, accademici,
studenti, sindacalisti e coloro che fanno parte del personale direttivo
delle Università Nazionale Autonoma del Nicaragua, l'Università Agraria
(Nicaragua), l'Università Nazionale di Ingegneria (Nicaragua), il
Consiglio Nazionale delle Università del Nicaragua, l'Università di El
Salvador (Salvador), l'Università Centro Americana di Managua (Nicaragua),
il Consiglio Superiore delle Università del Centro America, l'Università
Nazionale della Colombia di Bogotà (Colombia), l'Università di Buenos Aires
(Argentina), l'Università del Centro (Argentina ), l'Università di Luján
(Argentina), l'Università di San Paolo (Brasile), l'Università Autonoma di
Santo Domingo (Rep. Dominicana), l'Università dell'Avana (Cuba),
l'Università Nazionale Autonoma del Messico, l'Università Autonoma
Metropolitana-Unidad Xochimilco (Messico), l'Università Autonoma di
Zacatecas (Messico), l'Università Autonoma di Guerrero (Messico) decidono:
1) Convocare le forze dell'America Latina, particolarmente quelle che si
esprimono nel Foro di San Paolo, a moltiplicare e far confluire gli sforzi
in difesa dell'università pubblica contro il neoliberismo, condizione
necessaria per la costruzione di società e paesi giusti, democratici ed
egualitari nella nostra povera America Latina, una università che
garantisca l'accesso agli studi superiori gratuiti, perchè diritto del
popolo, e che sviluppi ricerche, docenze e divulgazione della cultura del
più alto livello al servizio delle necessità maggioritarie dei nostri paesi.
2) Costruire la Rete Latinoamericana in Difesa dell'Università Pubblica.
3) Promuovere in ognuno dei nostri paesi e sottoregioni del Continente la
divulgazione dei nostri lavori, dibattiti e conclusioni.
4) Promuovere riunioni di questo genere in ognuno dei nostri paesi e nelle
distinte sottoregioni , convocandoci per un nuovo tavolo di discussione
latinoamericano, l'anno prossimo, che si dovrebbe realizzare presso
l'Università Autonoma di Santo Domingo, Rep. Dominicana.
5) Promuovere nelle nostre università la creazione di cattedre, programmi
ed aree di ricerca sulla problematica universitaria pubblica, nello spirito
che ha caratterizzato questo tavolo.
6) Esprimere dichiarazioni pubbliche di solidarietà con gli universitari
messicani, ecuadoregni, colombiani, e dominicani ed un saluto alla riunione
della OCLAE.
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