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GLI INDIOS DELL'ECUADOR IN ITALIA



                   ECUADOR, PROSPETTIVE DI UNA ESPERIENZA

Nelle giornate del 21 e 22 gennaio un paese è salito alla ribalta delle
cronache mondiali, l'Ecuador con i suoi 12 milioni di abitanti, di cui
quasi tre milioni di etnia indigena.

E proprio gli Indios sono stati i protagonisti di questa sollevazione nata
come reazione alla "dollarizzazione" e alle misure economiche neoliberiste
(adottate dal governo di turno) che condannavano l'80% della popolazione
ecuadoregna alla povertà.

Per capire di più chi siano stati i soggetti della sollevazione, le loro
ragioni ed il perchè apparentemente questa sollevazione sia stata soffocata
sul nascere, avremo l'opportunità di ricevere una delegazione degli Indios
della CONAIE, la Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador che
raggruppa la quasi totalità degli indios ecuadoregni.

Invitiamo quindi tutte le associazioni, le organizzazioni ed i gruppi
interessati ad organizzare una iniziativa nella propria città, a partire
dalla seconda metà di Aprile, a contattarci con urgenza.

Ovviamente sarà necessario dividere i costi dei voli aerei tra le realtà
che si attiveranno, ragione per cui ogni realtà dovrà versare una somma di
circa 100.000-150.000 lire, oltre ad assumersi i costi di trasporto interno
(dalla sede della propria iniziativa fino a quella successiva) e di
mantenimento della delegazione stessa, composta da due rappresentanti della
CONAIE (vitto e alloggio).

In attesa di vostre notizie, vi inviamo un saluto fraterno

    Comitato Internazionalista Arco Iris
     per il Coordinamento di Solidarietà con i Popoli Indigeni

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| Per contatti:                   |
|  Tel/Fax:030-2190006            |
|  E-mail:"ale.ramon@numerica.it" |
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Riproduciamo a seguire un testo che potrebbe motivare il dibattito:


  SEATTLE ED ECUADOR: NUOVI PROCESSI DI RESISTENZA NELLA SOCIETA' CIVILE
MONDIALE

Nel mondo in cui viviamo, quanto è simbolico acquisisce una dimensione
fondamentale. In questo mondo simbolico, due eventi recenti si sono
rivelati carichi di un significato speciale per i tempi che verranno, il
primo è stato Seattle e l'emergenza di una società civile globale; l'altro
è stato l'emergenza politica del movimento indigeno ecuadoregno, che nel
mese di gennaio ha destituito il Presidente democristiano Jamil Mahuad ed
ha costituito un effimero governo di "Salvezza Nazionale".

La protesta di diversi settori della società civile contro le negoziazioni
della Organizzazione Mondiale del Commercio, OMC, a Seattle, hanno
evidenziato che sulle democrazie esistenti, comprese quelle d'Europa e
degli Stati Uniti, c'è un potere reale che non è sottomesso a nessun tipo
di controllo popolare.

Questo è il potere finanziario, avallato dalle transnazionali del credito e
dello sviluppo, dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale e
dalla OMC.

E' questo potere che ha preso in ostaggio le democrazie del mondo intero, e
che obbliga i paesi a competere tra di loro per concedere nuove sicurezze e
garanzie al capitale finanziario: tassazioni minime, esenzione di controlli
fiscali, costi della forza lavoro ridotti al minimo, eliminazione dei
sindacati e della contrattazione collettiva, eliminazione delle regole
rispetto alla salvaguardia dell'ambiente, disconoscimento delle diversità
etniche, ecc...

Ed è proprio contro questa volontà di sottomettere in ogni senso il mondo
intero alle leggi del mercato ed al controllo dei grandi monopoli
multinazionali, che diverse organizzazioni della società civile, di diverse
parti del mondo, hanno protestato a Seattle.

Si tratta, in definitiva, di costruire una cittadinanza globale, che possa
contrastare  il potere finanziario mondiale, le istituzioni ed i poteri
politici che lo sostengono. Le democrazie si costruiscono con l'ampliamento
degli spazi pubblici, con il controllo dei cittadini sulle proprie
condizioni di lavoro e di vita, ecc...

La costruzione di una società democratica, fondata sul principio
dell'uguaglianza, è un obiettivo che si iscrive ogni volta con maggior
forza dentro l'orizzonte della liberazione di tutta l'Umanità. La
globalizzazione non può essere solo di merci e di capitali, è necessaria
anche la mondializzazione della democrazia, della cittadinanza
partecipativa alla formazione della società civile di carattere planetario. 

Questo è il nucleo simbolico, carico di speranze, che Seattle ha permesso
di scorgere.

Dall'altra parte, e dopo la stagnazione del processo del Chiapas e
dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), l'azione degli
indios ecuadoregni, incorpora nuovamente il movimento indigeno come il
centro di attenzione dei processi emergenti. 

E' certo che in venti anni di "democrazia" neoliberale in Ecuador, il
deterioramento delle condizioni di vita ha provocato l'estensione della
povertà che adesso coinvolge l'80% della popolazione.

Durante tutto questo periodo, la democrazia è stata il quadro politico per
l'imposizione di duri pacchetti di aggiustamenti economici e per la
privatizzazione del settore pubblico.

Al tempo stesso, in Ecuador, è stata trasparente la connivenza tra
oligarchie economiche e oligarchie politiche. Di fatto, sono le stesse
oligarchie economiche che esercitano il potere politico e realizzano un
lavoro corporativo a partire dallo Stato, in favore dei propri interessi
parassitari.

L'azione degli indios ecuadoregni ha posto allo scoperto questa relazione
perversa tra le elites economiche e controllo dello Stato, in un contesto
apparentemente democratico. 

La richiesta degli indios sulla dissoluzione dei tre poteri dello Stato
(Esecutivo, Legislativo e Giudiziario), e la formazione di un governo di
Salvezza Nazionale con il sostegno di settori progressisti dell'esercito,
ha scosso le basi dell'attuale struttura del potere in Ecuador, mostrando i
limiti della "democrazia" in Ecuador.

Adesso, l'alternativa si traduce o in un cambiamento fondamentale del
modello economico vigente, che ha radicalizzato le sue proposte con la
"dollarizzazione" dell'economia ecuadoregna, o nella instabilità permanente
del sistema, e nel quale l'istituzionalità democratica finirà per
disgregarsi definitivamente.

O la democrazia ecuadoregna consentirà alle masse popolari di essere
artefici del proprio destino o il suo collasso sarà inevitabile.

Il futuro della liberazione sociale in America Latina, è il germe che può
svilupparsi a partire da quest'ultima azione politica degli indios in
Ecuador. 

Speriamo che gli eventi futuri confermino le utopie e che un nuovo periodo
possa svilupparsi in questo inizio di millennio.

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Comitato Internazionalista Arco Iris 
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