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CILE: Marcela Rodríguez, non sarà Ocalan ma ha bisogno del nostro aiuto



Marcela Rodríguez Valdivieso è una donna cilena di 46 anni, la cui unica
colpa, agli occhi della giustizia militare cilena (in Cile è bene
ricordarlo, convivono parallelamente la giustizia militare e quella civile.
Nel caso dei prigionieri politici, questi vengono sottoposti ad entrambi i
sistemi giudiziari, procedura che viola il principio giuridico
internazionale del "non bis in idem"), è stata quella di aver partecipato
ad una azione per liberare un giovane prigioniero politico della dittatura
che si trovava in ospedale a causa delle torture subite dalle forze di
polizia cilene.

Era il 14 Novembre 1990, quando Marcela partecipò all'azione di riscatto
del giovane Ariel Antonioletti (militante della organizzazione cilena Mapu
Lautaro). Durante l'azione lei venne colpita da una pallottola alla spina
dorsale e da allora Marcela vive su una sedia a rotelle. Ariel
Antonioletti, riscattato dal gruppo, venne poi ricatturato dalle forze
speciali della polizia e giustiziato sul posto, con un colpo di pistola
alla nuca (metodo sbrigativo della "giustizia" cilena che speriamo sia
deprecato da chiunque legga questa lettera).

E' dal 1990 quindi che Marcela vive su una sedia a rotelle. In questi nove
anni la sua vita è trascorsa tra il carcere e gli Ospedali, con 17 ricoveri
ospedalieri a causa di un sistema di assistenza medica che in Cile non le
può garantire il diritto alla vita, come risulta chiaramente dalla
dichiarazione del Collegio Medico del Cile che, in data 27 Ottobre 1999,
certifica la sua situazione, affermando che "in Cile non esiste la
possibilità di riabilitazione né di trattamento per una paziente
paraplegica con le complicazioni di cui soffre Marcela" e "raccomandando la
sua immediata uscita dal paese, per ragioni mediche, verso un paese che
possa offrirle le cure di cui ha bisogno".

Nella giornata dell'8 febbraio Marcela Rodríguez Valdivieso ha presentato
all'ambasciata italiana a Santiago del Cile la richiesta di "residenza per
ragioni umanitarie". 

Facciamo appello alla vostra sensibilità, invitandovi a sostenere tale
richiesta con ogni mezzo possibile, inviando messaggi di appoggio a tale
richiesta all'ambasciatore italiano (e-mail:"italcom@entelchile.net"), al
Ministro della giustizia (e-mail:"DILIBERTO_O@camera.it" fax: 06-68897778),
al Presidente della Repubblica (fax: 06-69885378) e per visione alla
Organizzazione di Difesa Popolare (e-mail:"odep@reuna.cl") ed al nostro
comitato (e-mail:"ale.ramon@numerica.it"). Certi della vostra
partecipazione, vi rinnoviamo un saluto fraterno, Comitato
Internazionalista Arco Iris 

Maggiori informazioni si trovano al seguente sito internet:
  http://www.presos.org/italia

--- Lettera di Marcela Rodríguez all'ambasciatore italiano a Santiago --- 

                               Santiago del Cile, 8 Febbraio 2000
Signor
Emilio Barbaranni
Ambasciatore dell'Italia in Cile
Clemente Fabres 10 50
Providencia (Santiago del Cile)
Tel. 0056-2-259029 / 259212
Fax 0056-2-232467
Telex 0034 441321 ITDPL CZ
E-mail: "italcom@entelchile.net"

Riferimento: Richiesta di residenza per ragioni umanitarie

Signor Ambasciatore:

Il mio nome è Marcela Rodríguez. Mi trovo attualmente in stato di arresto
presso l'Ospedale Lucio Córdova, a causa di due condanne (per un totale di
20 anni e due giorni di carcere) emesse da due tribunali militari, dopo un
processo durato 9 anni. Come deve essere di sua conoscenza, nella
democrazia cilena i militari continuano a conservare quote importanti di
potere politico a quasi 10 anni dall'inizio del processo di transizione
verso la democrazia. Quanto esposto viola un principio fondamentale per uno
Stato di Diritto, cioè,  quello del diritto ad un processo giusto ed
imparziale presso tribunali civili.

Il mio stato di salute è grave. Sono una persona handicappata, soffro di
una paraplegia spastica e di una immobilità del mio corpo al 75%. In Cile
non ho possbilità di riabilitazione integrale, così come è certificato da
professionisti della Commissione per i Diritti Umani del Collegio Medico e
dell'Istituto Medico Legale del Cile. In questi anni, in due opportunità
sono stata invitata da istituti sanitari, per ricevere trattamenti
all'estero, trattamenti che mi avrebbero permesso di migliorare
sostanzialmente la qualità della mia vita. Purtroppo, questo non è stato
possibile dato che i processi erano in corso presso la Giustizia Militare. 

In queste condizioni il mio avvocato, il signor Hugo Gutiérrez, ha
richiesto recentemente al Presidente del Cile un indulto, figura legale che
include la possibilità di commutare la mia pena di detenzione in esilio. Il
governo cileno solamente sarebbe disposto a considerare questa possibilità
se un governo straniero mi accogliesse attraverso la via del rifugio
umanitario. Per questo, mi dirigo a Lei per richiederle un visto di
residenza umanitaria presso il suo paese, per il quale le accludo i
documenti che giustificano tale domanda. 

Nel concedermi la grazia del visto richiesto, il suo governo offrirebbe un
elemento importante per dare una soluzione rapida e felice alla mia
situazione, cosa che comporterebbe un beneficio anche per il governo cileno.

Ringraziandola anticipatamente per l'accoglienza della mia richiesta, mi
congedo. 

Attentamente,
Marcela Rodríguez Valdivieso

Documenti inclusi alla richiesta:

- Richiesta di indulto al Presidente della Repubblica del Cile
- Certificato dell'Istituto Medico Legale
- Certificati del Collegio Medico.
- Relazione degli Interventi ospedalieri
- Testimonianza Personale

--------------------
Per tutti coloro che in ragione delle loro idee vengono privati del Diritto
alla Libertà, riproduciamo il testo di una nota canzone latinoamericana. A
Gregorio Piccin, oggi agli arresti domiciliari, a Maria José Baños Andujar,
oggi rimessa in libertà dallo stato spagnolo (a causa del suo stato di
salute) ed a tutti coloro che non nominiamo .....    

Io ti nomino (libera traduzione a cura di Ramón Ponce, testo originale a
seguire)

Per l'allodola nella gabbia, 
per il pesce nella rete, 
per il mio amico che è prigioniero 
perché ha detto ciò che pensa. 

Per i fiori strappati, 
per l'erba calpestata, 
per gli alberi potati, 
per i corpi torturati, 
io ti nomino, LIBERTA'. 

Per i denti stretti,
per la rabbia soffocata, 
per la gola ormai svuotata, 
per le bocche che non cantano. 

Per il bacio clandestino, 
per il verso censurato, 
per le migliaia di esiliati, 
per i nomi proibiti, 
io ti nomino, LIBERTA'.

Ti nomino in nome di tutti, 
per il tuo nome più vero, 
ti nomino e quando scende la notte, 
quando nessuno mi vede, 
scrivo il tuo nome sulle pareti della mia città. 

Il tuo nome più vero, 
il tuo nome e gli altri nomi, 
che non nomino per timore. 

Per l'idea perseguitata, 
per i colpi ricevuti, 
per colui che non resiste, 
per coloro che si nascondono, 
per la paura che essi hanno, 
per i tuoi passi che vigilano, 
per la forma in cui ti attaccano, 
per i figli che ti uccidono, 
io ti nomino, LIBERTA'. 

Per le terre ormai invase, 
per i popoli conquistati, 
per la gente sottomessa, 
per gli uomini sfruttati, 
per i morti nel rogo, 
per il giusto giustiziato, 
per l'eroe assassinato, 
per i fuochi ormai spenti, 
io ti nomino, LIBERTA'. 

Ti nomino in nome di tutti, 
per il tuo nome più vero, 
ti nomino e quando scende la notte, 
quando nessuno mi vede, 
scrivo il tuo nome sulle pareti della mia città. 

Il tuo nome più vero, 
il tuo nome e gli altri nomi, 
che non nomino per timore. 

Per gli uomini, 
per i popoli, 
per l'idea, 
LIBERTA'.

----------
                          Yo te nombro 

Por el pájaro enjaulado, 
por el pez en la pecera, 
por mi amigo que está preso 
porque ha dicho lo que piensa. 
Por las flores arrancadas, 
por la hierba pisoteada, 
por los arboles podados, 
por los cuerpos torturados, 
yo te nombro, "LIBERTAD". 

Por los dientes apretados, 
por la rabia contenida, 
por el nudo en la garganta, 
por las bocas que no cantan, 
por el beso clandestino, 
por el verso censurado, 
por los miles exiliados, 
por los nombres prohibidos, 
yo te nombro, "LIBERTAD". 

Te nombro en nombre de todos, 
por tu nombre verdadero, 
te nombro y cuando oscurece, 
cuando nadie me ve. 

Escribo tu nombre en las paredes de mi ciudad. 
Tu nombre verdadero, 
tu nombre y otros nombres, 
que no nombro por temor. 

Por la idea perseguida, 
por los golpes recibidos, 
por aquel que no resiste, 
por aquellos que se esconden, 
por el miedo que te tienen, 
por tus pasos que vigilan, 
por la forma en que te atacan, 
por los hijos que te matan, 
yo te nombro, "LIBERTAD". 

Por las tierras invadidas, 
por los pueblos conquistados, 
por la gente sometida, 
por los hombres explotados, 
por los muertos en la hoguera, 
por el justo, ajusticiado, 
por el héroe asesinado, 
por los fuegos apagados, 
yo te nombro, "LIBERTAD". 

Te nombro en nombre de todos, 
por tu nombre verdadero, 
te nombro y cuando oscurece, 
cuando nadie me ve. 

Escribo tu nombre en las paredes de mi ciudad. 
Tu nombre verdadero, 
tu nombre y otros nombres, 
que no nombro por temor. 

Por los hombres, 
por los pueblos, 
por la idea, 
L I B E R T A D.

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