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I: Giudizio a Pinochet



Vi giro questo appello su Pinochet.


----- Original Message ----- 
From: Miguel Rodriguez 
Sent: Monday, January 31, 2000 9:21 PM
Subject: Giudizio a Pinochet

C'è tempo solo fino a Martedi 1 Febbraio 2000, per far sentire la nostra
voce: ora che il tiranno sta nella gogna di Londra, non permettiamogli di
farsi beffa per l'ultima volta delle leggi, per non far prevalere le ragioni
di stato Britanniche sulla giustizia, sulla verità, per non passare sui
cadaveri di migliaia di persone uccise, di migliaia di "desaparecidos", di
torturati, di annientati dal dolore e dalla paura di ciò che hanno vissuto.

Sembra inverosimile pensare che tante cose sentite sulle dittature
Latino-americane corrispondano alla realtà, ma ogni volta che trattiamo
questo argomento con il freddo distacco di chi non sa cosa dire, di chi non
vuole ascoltare il dolore, la paura o l'orrore disumano che è stato causato
a delle persone, "Loro" hanno vinto, insinuando nei nostri animi la paura
camuffata da indifferenza.

E' difficile spiegare cosa significhi una dittatura militare a coloro che
non l'hanno vissuta  e quali siano le sue ripercussioni sul fisico e sulla
psiche delle persone , ma penso che lo scopo ultimo di una dittatura sia
impiantare il seme della paura indelebilmente nella carne e nel cervello
della gente. Ricordo  spesso in queste situazioni il racconto di un amico
più grande di me, morto qualche anno fa, con una salute minata dalle torture
subite nei campi di concentramento.

Lo presero in casa nel cuore della notte, come tanti, lo portarono
incappucciato fuori città e lo sbatterono in cella, poi lo picchiarono a
sangue fin che svenne, senza dirgliene il motivo, forse perché motivi non ne
avevano.Lui non si interessava di politica, nessuno lo interrogò, lo
lasciarono lì per giorni e giorni; perse il conto delle ore e dei giorni,
semi nudo e senza poter vedere la luce. Lo portavano alla sala delle torture
ad intervalli irregolari; durante alcuni periodi la sua cella era inondata
dall'acqua putrida di un torrente che scorreva lì vicino e che con maestria
idraulica era stato convogliato nei sotterranei della tortura : capì allora
che quella era la notte.

La sala delle torture era una stanza senza finestre dove degli uomini
incappucciati lo appendevano per i piedi al soffitto, gli lanciavano alcune
secchiate d'acqua gelida, perché trasmettesse meglio l'elettricità e gli
conficcavano dei flessibili elettrodi, uno nell'ano ed l' altro nei
genitali. Quasi non sentiva nulla all'inizio, erano mani esperte a farlo,
questo si sentiva, giacchè si fermavano sempre un attimo prima che lui
svenisse, erano dei veri esperti, sapevano quanta corrente applicare in base
al peso e alla taglia dell' individuo. Tentò un giorno di dire che  lui si
interessava solo di calcio e fu allora che un boia gli disse che lo
sapevano, e gli fecero vedere una vecchia foto che lo ritraeva con altri
studenti universitari prima di una partita: in quella foto riconobbe alcune
persone che facevano parte dei collettivi politici dell' università; inutile
fu tentare di dire che lui li conosceva solo di vista. Un giorno sentì
qualcuno che chiamava, era della cella vicino alla sua. Quella voce durante
le notti fu la sua ancora, lui gli chiese come si chiamava, ma la voce gli
insegnò a non chiedere, gli disse di togliersi i pochi stracci asciutti che
aveva addosso prima che arrivasse l'acqua per poi rimetterseli quando quando
questa scendeva:  così sopravvisse alle polmoniti. Quando il panico lo
attanagliava, l'amico gli faceva domande, lo obbligava a pensare ad altro,
gli teneva la mente occupata, e così ripassarono assieme tutti gli episodi
del Don Chisciotte di Miguel de Cervantes imparato a scuola, gli episodi
salienti della guerra di liberazione contro la Spagna e tante canzoni
popolari, fin quando una sera non sentì più la sua voce; allora il mio amico
sentì di morire, forse era già morto;  non seppe dove si trovava e dopo un
pò nemmeno chi fosse: ciò fu scambiato per un gesto di ribellione dai
carnefici o forse pensarono che era diventato scemo, come tanti. Lo
sbatterono allora in una cella ancora piu angus ta e lì lo lasciarono in
isolamento a marcire; passarono i giorni e le settimane e forse anche i
mesi. Non vide mai nessuno, gli lanciavano da mangiare da un buco;morì tante
volte, fin quando uno strano giorno, dopo mesi di isolamento si ricordarono
di lui e aprirono la sua cella: allora lui vide il suo carnefice, il suo
boia, il suo torturatore e disse.......finalmente un "essere umano". Questa
è solo un' aspetto di una dittatura  militare!

Miguel Angel Rodriguez.


COPIATE LA LETTERA e INDIRIZZATELA A:

 The Rt. Hon.
 Jack Straw, MP
 Secretary of State for Home Affairs
 Home Office
 50 Queen Anne's Gate
 London SW1H 9AT



FIRMATELA CON NOME, COGNOME E INDIRIZZO ED INVIATELA A
gen.ho@gtnet.gov.uk <mailto:gen.ho@gtnet.gov.uk>

POI RILANCIATE QUESTO TESTO A TUTTI GLI INDIRIZZI e.mail DELLA VOSTRA RUBRICA

Dear Secretary of State,

We know how delicate your position is and what pressures are exerted on you
from all sides. Yet we cannot accept that you consider releasing Sr Pinochet
on grounds of his poor health. What precedence is there for a war criminal
to be released because he may not stand the strain of a trial?

Sr Pinochet would be released on compassionate grounds, thus depriving his
victims and theirs relatives and friends, or citizens of the world, of ever
seeing justice done, while those he had tortured and assassinated never had
the benefit of either compassion or a fair trial.

Besides, we are convinced that the "humanitarian" question raised about Sr
Pinochet has already been answered in so far as Spanish Penal Law has
established sufficiently comfortable forms of emprisonment for people over
70 and we consequently consider that no additional measure is called for on
the part of British authorities to meet this demand for compassion.

So far we had admired your unwavering support to the cause of justice. Yet,
as you now win Mrs Thatcher's approval, you may be condemning Pinochet's
victims and the relatives and friends of those he had killed to renewed
moral torture, in a most literal sense (cf. European Court for Human Rights,
case of "Kurt vs. Turkey" - 25 May 1998), a torture that has already lasted
for 25 years and in some cases has gravely impaired the survivors' health.

It still seems to us that the only possibility for Justice to be done is for
the former dictator to be tried in Spain. We would have preferred a trial in
Chile, but whatever the current government now claims, it seems impossible
under the present circunstances  (cf. the report produced by the
International Federation of the Leagues of Human Rights - March 1999). Any
suggestion that he should be tried either b y the International Penal
Tribunal or in Chile is a dilatory move that would result in removing him
from the hold of European Justice. Besides, we cannot quite understand why
he should be too frail to stand a trial in Spain, but not to face a
transtlantic flight and a trial in Chile.

We therefore trust that you will resume your former position and support the
demand for Sr Pinochet to be tried. Human Rights are not patient of a third
way. They demand Truth and Justice.

Yours sincerely
(NOME Cognome)
(Indirizzo)
(CITTA- Paese)
(Mail)