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ECUADOR: APDH: Denuncia alla Comunità Internazionale



        Assemblea Permanente per i Diritti Umani, (APDH Ecuador)
          - Commissione per la Crisi ed il Monitoraggio dei 
                   Diritti Umani in Ecuador -

- Continua la repressione contro gli indios - 

La militarizzazione di strade e comunità e la discriminazione etnica, viste
contro gli indios, invece di diminuire sembrano aumentare. 

"Sulla previsione di disordini, blocchi stradali e lanciato l'allarme per
un possibile avanzamento della protesta indigena verso Quito" (capitale
dell'Ecuador), le Forze Armate, protette dallo Stato d'Emergenza, hanno
proceduto a militarizzare le vie di comunicazione. 

E' oramai pubblicamente riconosciuto che i militari esercitano ferrei
controlli sugli autobus e sulle automobili lungo la statale Panamericana
che attraversa la regione montagnosa ecuadoriana (luogo dove si concentra
la popolazione indigena per la sua grande maggioranza). La giustificazione
presentata dalle forze armate è che si stiano cercando "armi" che
potrebbero essere utilizzate per attentati dinamitardi o terroristi, in
questo paese sudamericano che è stato l'eccezione e non ha precisamente
lasciato tracce di guerriglia in tutta la regione. 

Il meccanismo arbitrario utilizzato dai militari in questo controllo
continua ad essere lo stesso:

Vengono creati posti di blocco per fermare i veicoli di pubblico trasporto
che collegano le diverse province. Quì vengono fatti scendere i passeggeri
per controllare se questi posseggano "armi" e quando gli utenti di questi
autobus risultano essere indios, questi vengono separati immediatamente,
espulsi dall'autobus (anche se hanno pagato il biglietto) e portati via dal
luogo  (senza ricevere alcuna spiegazione) in ragione esclusiva della loro
apparenza ed origine etnica. 

Ciò significa che qualsiasi indio, proprio per il fatto di essere indio,
viene espulso dai mezzi pubblici e costretto a ritornare alla propria
comunità, a piedi, sebbene questi abbia faccende da compiere in altri luoghi. 

Questa politica sistematica e di massa stà venendo impiegata dai militari
nelle strade dell'Ecuador ed è stata pubblicameta dai notiziari della
televisione, che presentano la notizia come se si trattasse di un fatto
"normale" (ciò avveniva sabato 15 verso sera). 

La ragione riportata dalle Forze Armate ed inconsciamente sostenuta dai
notiziari (in mano a bianchi e meticci) è che i soldati attuino così per
"ordine superiore" , che abbiano l'ordine di impedire che ogni indigeno
raggiunga la città di Quito (dal momento che il movimento indigeno ha
annunciato che sabato 15 gennaio sarebbe iniziata la marcia indigena verso
la capitale per fare rispettare le loro richieste). 

Lo "Stato d'Emergenza", come stato d'eccezione, che vede un degradante
trattamento degli indios ecuadoriani, sviluppa abusi e discriminazioni
etniche di stampo razzista. Queste nozioni arbitrarie di discriminazione,
persecuzione, potere e controllo si esercitano però unicamente contro gli
indios, sugli autobus e nelle auto circolanti nel paese. 

Rapporto 2: La grande stampa, i potenti mezzi di comunicazione, hanno fatto
scomparire o tolto importanza alle perquisizioni ed agli arresti selettivi
di sabato 16. Ad eccezione del potente quotidiano della costa "Expreso", i
mezzi non pubblicano notizia alcuna nemmeno sul trattamento discriminatorio
verso gli indios (sugli autobus e lungo le vie di comunicazione). E quando
lo fanno disminuiscono le notizie stesse. Solamente il quotidiano citato ha
pubblicato fotografie dei danni creati all'abitazione di uno dei dirigenti
arrestati (Ciro Guzman). E' rilevante il fatto che questo stesso quotidiano
avesse denunciato pubblicamente che il Presidente Mahuad, due giorni prima
dell'annunciata dollarizzazione, avesse cercato l'appoggio delle Forze
Armate per un "golpe alla Fujimori", e che le Forze Armate si fossero
rifiutate di appoggiarlo. 

Chiediamo il vostro aiuto per ottenere spazio sui mezzi di comunicazione
internazionali.

Rapporto 3: Oggi tra le 7.00 e le 8.00 mentre erano alla testa di una
manifestazione pacifica sono stati arrestati i cittadini Rommel Jumbo ed
Enrique Guzmán, dalla pattuglia della polizia n°271 all'incrocio di El Inca
e Río Coca (nei pressi di Avenida 6 di dicembre, a nord di Quito).
Solamente si sa che il primo di loro è stato anni fa (1985) membro di un
gruppo insorgente e che, dopo la sua distruzione, si è dedicato alle
attività più diverse. Non si conosce al momento il luogo dove siano stati
portati.

Rapporto 4 (Richiesta): Il movimento indigeno ha fatto appello urgente alla
comunità internazionale per i Diritti Umani, appello che la APDH
dell'Ecuador anche appoggia: la necessità di osservatori internazionali che
raggiungano il paese e possano monitorare in modo diretto quanto stà
succedendo, in previsione di una annunciata repressione di massa e di
"massacri degli indios", come sostenuto dalla CONAIE, la potente
organizzazione delle nazionalità indigene. 

Abbiamo inviato le prime richieste in tale senso ed attendiamo risposte dal
Canada e dagli Stati Uniti (per il momento). 

Vi chiediamo di mettervi in contatto con noi via e-mail
"quijote@gyeunix1.porta.net" o via telefax 00593-2-52118. Inviaremo
successivamente alcune istruzioni per questa partecipazione internazionale.

Rapporto 5. Continua la minaccia che gli arrestati siano sottoposti a
processi da tribunali speciali militari. Di fronte a ciò, la APDH e la
Commissione di Crisi e Monitoraggio hanno deciso di chiedere domani martedì
18 gennaio, al Tribunale Costituzionale che dichiari incostituzionali
questi ordini di trasferimento dei processi dei detenuti ai tribunali
militari e che i civili siano giudicati in istanze giudiziarie comuni.

Rapporto 6: Le prime ostruzioni indigene della statale Panamericana che
attraversa la regione montagnosa ecuadoriana, sono iniziate oggi,
nonostante la militarizzazione. Sucumbíos (regione amazzonica e zona
petrolifera) si trova paralizzata totalmente per mano della popolazione
indigena, degli abitanti della zona e dei sindacati del settore petrolifero.

Alexis Ponce
Rappresentante Nazionale APDH dell'Ecuador
E-mail:"quijote@gyeunix1.porta.net"

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