[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Repressione dei movimenti popolari e indigeni, messaggio inviato da C. Morsolin



Sono appena rientrato dal Brasile dove ha avuto un gran eco il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre. Atterro in Italia e scopro che i nostri mass-media si stanno dimenticando di denunciare la brutale repressione del governo dell'Ecuador nei confronti dei movimenti popolari e indigeni. Sto ricevendo vario materiale inviatami dal carissimo amico Gianni Tarquini, coordinatore della "Comunità Internazionale di Capodarco" in Ecuador. Mi lega al paese andino un'esperienza di cooperazione con i ragazzi lavoratori (sopratutto lustrascarpe) nel microcosmo della strada di Quito e Ibarra. Penso ai ragazzi del progetto "Muchachos solidarios" rifugiati presso l'Università Salesiana: sento che un modo di esprimere la mia solidarietà puo' essere la denuncia, la diffusione di notizie sulla storia di questo ultimo leviantamento popular. Ti chiedo gentilmente di diffondere a catena questo messaggio che contiene vari comunicati della Conaie (Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador), il documento delle Ong italiane al governo ecuadoriano, la carta aperta del foro nazionale delle Donne indigene e negre, la denuncia della Università Politecnica Salesiana di Quito, della Commissione Ecumenica dei Diritti Umani, la solidarietà di Via Campesina, MST del Brasile e altra organizzazioni riunite a Porto Alegre.

GLOBALIZZIAMO LA SPERANZA DANDO VOCE AI POPOLI INDIGENI DELL'ECUADOR !

Cristiano Morsolin

 

LETTERE DI GIANNI TARQUINI DA QUITO

Da: Comunidad Capodarco <anita@accessinter.net>
A: NOI RAGAZZI DEL MONDO <ainram@tin.it>
Data: giovedì 1 febbraio 2001 0.27
Oggi io ho passato tutto il giorno nella Salesiana, abbiamo convocato lí la stampa insieme a CONFIE. C'erano Nadia, p. Giorgio, è venuto anche il Presidente della Conferenza episcopale che si è proposto come mediatore. ASA e FEPP hanno regalato 500 dollari per comprare acqua, viveri e pannolini per i tanti bambini (anche Irene ha partecipato questa mattina). L'Università è circondata e ogni tanto buttano dentro qualche lacrimogeno e cercano di impedire che gli aiuti arrivino dentro.

A presto , Gianni

Data: mercoledì 31 gennaio 2001 16.49
Oggetto: Repressione ECUADOR da diffondere

Cari, qui il Governo sta usando maniere forti nel tentativo di reprimere le proteste dei movimenti sociali (in particolare indigeni). Sono stati arrestati i dirigenti perchè inciterebbero alla sovversione e si cerca di impedire l'arrivo di indigeni a Quito e le marcie pacifiche. L'uNIVERSITà salesiana sta appoggiando-accogliendo i manifestanti, ma hanno tagliato telefono, acqua e luce nei locali; inoltre i militari hanno fatto irruzione e sequestrato cucine e viveri che pérmettono la sopravvivenza, hanno ferito varie persone che tentano di marciare verso il Parlamento. La situazione è grave: la nostra presenza nel Paese ci obbliga a chiedere il rispetto dei diritti umani. Se riuscite a mettervi in contatto con i responsabili del Ministero degli Esteri metteteli al corrente della grave situazione. Organizzate qualcosa in Italia.

Gianni Tarquini

Fecha: Lunes 29 de Enero de 2001
Asunto: RE: UN COMUNICADO FRENTE A LA CRISIS
Queridas, estoy totalmente de acuerdo que en este momento hay que respaldar las organizaciones sociales que se oponen a un sistema economico y social elitario y que deja la mayoría de la población en gran dificultad para satisfacer las nececitades bàsicas. Nuestro intervento de cooperación, iposibilitado a cambiar la estructura economica, para tener sentido tiene que ser màs de grupo de presión a favor de los derechos humanos, sociales y economicos. Ademàs como representantes del norte, centro decisional del mundo, nuestra palabra, lastimosamente, tiene màs valor. Callarnos sería como respaldar quien se opone para que Ecuador se encamine hacia una sociedad democràtica y con oportunidades equitativas para todos sus ciudadanos.

Gianni Tarquini - CICa Capodarco

LAS ORGANIZACIONES NO GUBERNAMENTALES ITALIANAS AL GOBIERNO ECUATORIANO Y AL PAIS:

En condición de Organizaciones No Gubernamentales Italianas que trabajamos en Ecuador, contribuyendo a través de acciones de solidaridad al desarrollo con equidad, ante la situación de crisis social y política que vive el País expresamos que:

1. Es necesario e ineludible la suspensión de medidas de represión que se han evidenciado a lo largo de estos días y que tienen a su haber un centenar de personas detenidas y heridas como consecuencia de las agresiones ejercidas por parte de la fuerza pública.

2. Se deben establecer las garantías de los derechos ciudadanos por la libertad de expresión, al tiempo que creemos necesario que los conflictos se traten en un espacio de diálogo y concertación de voluntades con todos los sectores sociales que hoy demandan una salida a la crisis.

Por lo tanto nos permitimos recomendar que el gobierno nacional sensible ante esta situación se muestre abierto a crear las condiciones necesarias para el establecimiento del diálogo que posibilite identificar las soluciones que demanda la mayoría de la población.

Terra Nuova - TN

Centro Regionale d’ Intervento per la Cooperazione – CRIC

Comunità Capodarco- CICA

Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli- CISP

Volontariato Italiano per lo Sviluppo – VIS

Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale- ACCRI

Ricerca e Cooperazione- RC

INDIGENI CONTRO

A Quito, in Ecuador, lontano dalle pagine dei nostri giornali e dalle telecamere delle nostre televisioni, gli indigeni sono tornati in piazza. Oggi come un anno fa, quando il levantamiento indigeno costrinse alle dimissioni il presidente Mahuad, l'obiettivo della rivolta dei ponchos è la politica economica neoliberista seguita dal governo per rispettare quanto imposto dal Fondo monetario internazionale. Diversamente da un anno fa, il governo ha scelto la linea dura: ci sono stati decine di feriti e centinaia di arresti, tra qui quello del leader della Confederazione delle nazioni indigene dell'Ecuador, Antonio Vargas. Gli indigeni continuano ad arrivare nella capitale Quito e a manifestare, nonostante la polizia, e il presidente Noboa, al suo posto grazie all'intervento degli Usa contro il levantamiento di un anno fa, è in difficoltà. Le parole d'ordine del governo sono le stesse usate a Davos contro i manifestanti: tolleranza zero verso i cortei e le proteste. L'ordine neoliberista non si discute. Nemmeno se la maggioranza della popolazione vive sotto la soglia di povertà, se le risorse naturali vengono saccheggiate (anche l'Agip partecipa al banchetto), se la moneta nazionale è stata sostituita dal dollaro. Come a Davos l'ordine non è stato rispettato…

Enzo Mangini, Carta 31/1/2001

ECUADOR, 31 GEN 2001 (14:19)

CRESCE LA PROTESTA SOCIALE DOPO ARRESTO LEADER INDIOS
 
L’arresto di Antonio Vargas, leader della Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador (Conaie) e di altri dirigenti sindacali ha fatto crescere il malcontento all’interno dei movimenti sociali scesi in piazza da lunedì scorso contro la politica economica del governo di Quito. Gli indios, protagonisti di una serie di mobilitazioni a carattere nazionale contro i recenti aumenti di alcuni servizi pubblici, hanno promesso che le dimostrazioni andranno avanti e che centinaia di manifestanti continueranno ad affluire nella capitale nelle prossime ore. Gli indios mantengono al momento semi-paralizzata la strada Panamericana che attraversa il Paese andino, bloccando il transito degli automezzi destinati al rifornimento dei generi di prima necessità nelle principali città ecuadoriane. Di pari passo le forze di sicurezza nazionali sono state dislocate nelle aree più ‘calde’ senza, tuttavia, essere riuscite finora ad impedire dimostrazioni o blocchi stradali. Il governo ha ribadito di non essere in alcun modo disposto a trattare con i manifestanti, mentre il ministro dell’interno Juan Manrique ha avvertito che chiunque dimostri ‘intenzioni sovversive’ verrà immediatamente arrestato. Il governo è al momento sostenuto dai più importanti imprenditori di Quito e Guayaquil che reclamano il ‘polso di ferro’ contro i manifestanti, accusati di arrecare gravi danni alle loro attività commerciali.
 
ARRESTATO DIRIGENTE CONFEDERAZIONE NAZIONALITÀ INDIGENE
 
Mentre usciva da una intervista con Radio Democrazia di Quito, Antonio Vargas, presidente della Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador (Conaie), è stato arrestato da agenti del governo. Lo ha reso noto la Conaie in un comunicato diffuso poche ore fa dalla capitale. “Nell’opporci a questo atteggiamento del capo del governo e del presidente della Repubblica – recita la nota - denunciamo la loro incapacità di governare con riferimento ai diritti umani ed alla Costituzione. Fare uso della violenza della forza pubblica, delle pallottole, della repressione, delle incarcerazioni per fermare la lotta contro la fame, la corruzione ed il saccheggio delle risorse e dei beni dello Stato è la forma di governo delle tirannie per proteggere i loro esclusivi interessi, delle classi al potere”. La Conaie riferisce inoltre il bilancio di una giornata di agitazioni indette per protestare contro la politica economica del presidente Gustavo Noboa, accusato di applicare “servilmente” le ricette strutturali del Fondo monetario internazionale (Fmi). “Circa 10 feriti da armi da fuoco e 30 da bombe lacrimogene, decine di asfissiati, quasi 300 detenuti, un numero imprecisato di feriti dai colpi di manganello e dalle catene, le perquisizioni di decine di abitazioni, la minaccia attraverso i mezzi di comunicazione per chiedere in altre parole il silenzio e la sottomissione al potere; è l'unica risposta che proviene da questo governo”. “La resistenza saggia e millenaria di secoli, ci aiuterà a eludere questa repressione e con dignità a difendere la vita nostra e quella delle prossime generazioni. Ci appelliamo alla comunità nazionale ed internazionale e ai mezzi di comunicazione – conclude il comunicato -, affinché respingano l'autoritarismo e gli abusi di potere da esso generati ed esigano la libertà di Antonio Vargas e degli altri compagni arrestati”.
MISNA, 30/1/2001

Il Governo risponde con autoritarismo alle rivendicazioni pacifiche dei movimenti sociali ecuadoriani

5000 Indigeni ed indigene, provenienti dalla Provincia di Cotopaxi e da altre regioni del paese, hanno marciato oggi lungo le vie del centro "ricco" di Quito accompagnati da studenti, associazioni locali e lavoratori/trici. La manifestazione pacifica contro le recenti misure economiche dettate dal FMI e obbedientemente adottate dal Governo Ecuadoriano ha avuto come risposta una rigidissima repressione da parte della polizia e dell'esercito. Sotto il lussuoso Hotel Quito si è consumata questo pomeriggio una violentissima ondata repressiva, con spari e ripetuti lanci di gas lacrimogeni contro uomini e donne di tutte le età che hanno raggiunto la capitale - dopo varie ore di viaggio a piedi e in bus- per esercitare pacificamente il loro diritto di espressione e di dissenso contro una politica economica e sociale che sta sempre più emarginando la maggior parte della popolazione ecuadoriana.
Non soddisfatta dell'aver sgomberato la via 12 de diciembre la polizia ha poi continuato a lanciare bombe lacrimogene sui manifestanti/e in riunione nei locali dell'Università Politecnica Salesiana, istituzione che ha aperto le porte alle migliaia di indigeni/e provenienti da tutto il paese. Il Rettore di questa Università ha dichiarato ai mezzi di comunicazione che era suo dovere offrire ospitalità a queste persone che sono state altrove rifiutate- con la forza e l'autoritarismo- e che hanno tutto il diritto di esprimere le loro rivendicazioni.
Il Governo nei giorni scorsi ha dichiarato che avrebbe usato ogni mezzo a sua disposizione contro "le minacce all'ordine costituzionale"; e sta mantenendo la promessa considerato che nell'ultima settimana vi sono stati numerosi sgomberi violenti di blocchi stradali e di riunioni, centinaia di arresti, decine di persone ferite in tutto il paese e censure sui mezzi di comunicazione.
Il movimento indigeno ha annunciato che nei prossimi giorni il "levantamento" crescerà e che si attende l'arrivo di più di 10000 persone alla capitale; ha inoltre invitato la comunità nazionale ed internazionale a rifiutare totalmente le gravi misure repressive adottate dal Governo e a fare pressioni affinché si apra uno spazio di dialogo franco e democratico con i settori sociali scesi in protesta.
Il Governo Ecuadoriano da parte sua continua a negare spazi di dialogo con le principali organizzazioni indigene (CONAIE: FENOCINE; FEINE), adducendo che le rivendicazioni del movimento indigeno sono inaccettabili e incostituzionali.
In un paese democratico sono forse incostituzionali il diritto di espressione e di vita?

Fonte:www.carta.org

IL PRESIDENTE DELLA CONAIE E' ARRESTATO DA AGENTI DEL GOVERNO
Mentre il Presidente della CONAIE, Antonio Vargas, usciva da una intervista con Radio Democrazia di Quito, è stato arrestato con la violenza da agenti del governo, nelle prime ore della mattina di oggi, 30 gennaio.
Nel rifiutare questo atteggiamento del capo del governo e del presidente della Repubblica, denunciamo la loro incapacità di governare con riferimento ai diritti umani ed alla Costituzione. Fare uso della violenza della forza pubblica, delle pallottole, della repressione, delle incarcerazioni per fermare la lotta contro la fame, la corruzione ed il saccheggio delle risorse e dei beni dello Stato... questa è la forma di governare delle tirannie per proteggere i loro esclusivi interessi, delle classi al potere.
Sono loro che questa mattina si sono espresse attraverso i mezzi di comunicazione, rifiutando il malcontento sociale e domandando al proprio governo, mano dura.
Circa 10 feriti da armi da fuoco e 30 da bombe lacrimogene, decine di asfissiati, quasi 300 detenuti, un numero imprecisato di feriti dai colpi di manganello e dalle catene, le perquisizioni di decine di abitazioni, la minaccia attraverso i mezzi di comunicazione per chiedere in altre parole il silenzio e la sottomissione al potere; è l'unica risposta che proviene da questo governo.
La resistenza saggia e millenaria di secoli, ci aiuterà a eludere questa repressione e con dignità a difendere la vita nostra e quella delle prossime generazioni.
Chiamiamo la comunità nazionale ed internazionale, i mezzi di comunicazione, a non accettare ed a rifiutare l'autoritarismo ed ogni abuso di potere che ciò generi ed ad esigere la libertà di Antonio Vargas e degli altri compagni arrestati.
Ricardo Ulcuango – VICE-PRESIDENTE CONAIE
Quito, 30 Gennaio 2001

Comunicato della Conaie

Governo di Noboa responsabile di feriti indigeni attraverso una brutale repressione militare.
Le manifestazioni di protesta di cinquemila indigeni, nella città di Latacunga contro le politiche economiche dettate dal FMI e raccolte servilmente dal Presidente Noboa, hanno avuto come risposta: per lo meno 6 persone ferite con arma da fuoco, il cui stato di salute è critico.
Queste mobilitazioni indigene e popolari, convocate dalla Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador- CONAIE, hanno avuto risposta per lo meno in 10 Province dell'Ecuador. Praticamente, la regione sierra è paralizzata, i prodotti non arrivano ai mercati che cominciano a scarseggiare.

Importanti marce, con decine di migliaia di indigeni, lavoratori e studenti, si realizzano nelle capitali di province e cantoni, nonostante le minacce del Capo del Comando Unito, che ha segnalato alcuni giorni fa di "non responsabilizzarsi degli arresti e di quanto possa accadere nel momento in cui si realizzino manifestazioni"

Con la sparatoria - poche volte vista in Ecuador- realizzata durante due ore da parte di unità militari contro un corteo assolutamente pacifico ci chiediamo se questi ordini di repressione violenta furono impartiti dalle missioni del Comando Sud dell'Esercito degli Stati Uniti. Con il Plan Colombia si vuole regionalizzare la guerra, il genocidio e etnocidio più feroce che quello eseguito al tempo delle dittature militare in America Latina e in altre regioni del pianeta? A noi popoli dell'Ecuador, ci assassinano non solo con la violenza istituzionale, con le misure economiche che beneficiano solo ai settori finanzieri e la grande impresa, ora pretendono eliminarci con pallottole e carcere.

Attribuiamo al Presidente della Repubblica, al suo Ministro della Difesa, al Capo del Comando Unito e al Comandante della Forza Aerea di Cotopaxi la responsabilità della situazione dei feriti e dei più di cento detenuti. Signor Presidente Noboa, Lei che dice di essere cristiano e cattolico, è la stessa persona che ordina o permette queste pratiche genocide? Questi procedimenti la rendono un buon cristiano e santo della devozione della cupola ecclesiastica cattolica?

Richiediamo alle altre istanze dello Stato, della giustizia e del Congresso Nazionale la investigazione e la sanzione dei responsabili materiali e intellettuali di questo intento di massacro.
Alla comunità nazionale ed internazionale richiediamo di ripudiare l'agire del Governo e della sua forza poliziesca e militare e di esigere il rispetto dei diritti umani, costituzionali e collettivi delle nazionalità indigene dell'Ecuador.

Antonio Vargas, Presidente - CONAIE

* * Servicio Informativo "alai-amlatina" * * *
ECUADOR: VIOLENTAS REPRESIONES Y DETENCIONES A MOVIMIENTOS POPULARES

Más de 10 mil indígenas han llegado hasta la capital del Ecuador, se anuncia la llegada de por lo menos 5 mil más.
Hombres, mujeres y niños, han sido cercados y reprimidos por la Policía en los alrededores de la Universidad Politécnica
Salesiana, donde se encuentran reunidos.
Lluvias de bombas lacrimógenas, intentos de corte de agua potable, corte de líneas telefónicas de la universidad,
impedimento de aprovisionamiento de alimentos y vituallas, entre otros, es la estrategia utilizada para amedrentar las
intenciones de los indígenas.
Las peticiones de los indígenas se centran en la derogación de las últimas medidas económicas implementadas a finales del año anterior, que incluyeron alza de los precios de los combustibles, gas y gasolina, incrementos de los pasajes de
transporte terrestre, entre otros. El gobierno se ha negado contantemente a mantener ningún diálogo con el movimiento y
por el contrario lo ha calificado de subversivo.
Detenciones
En la mañana del martes 30 de enero, fueron detenidos por la Policía, el presidente de la Confederación de Nacionalidades
Indígenas del Ecuador, Conaie, Antonio Vargas, y el presidente del Frente Popular, Luis Villacís. Sumándose a los más de 100
detenidos en todo el país. Además se denunció el intento de detención de otros líderes indígenas, quienes fueron ayudados
a escapar por la población civil.
El Ministro de Gobierno y Policía, Juan Manrique, en rueda de prensa justificó su acción, señalando que Vargas "públicamente llama a la subversión, al cambio de gobierno, a las reivindicaciones sociales..." e intentó cambiar la orientación de las protestas sociales señalando que "hay un afán político de dirigentes indígenas que están defendiendo sus particulares intereses". De esta manera el gobierno a desplazado grupos policiales y militares en varios puntos de la ciudad y del país que reprimen cualquier intento de marcha o protesta. Los saldos hasta ahora incluyen 15 heridos de bala, algunos
grabes, varios impactados por bombas lacrimógenas y decenas de asfixiados.
Mientras tanto, el desabastecimiento de productos de primera necesidad se hace cada vez más evidente en los mercados de las
ciudades, luego de varios días de cortes de carreteras.

Medios de comunicación
Desde el fin de semana pasado, los medios de comunicación que han cubierto los hechos de las movilizaciones, han sido
despojados de sus grabaciones y el lunes 29 fueron advertidos de "no convertirse en eco de rumores que pretenden causar
alarma, ante la escasa convocatoria -según el gobierno- de las movilizaciones y la evidente falta de apoyo popular" llamado a
los medios al abandono de "prácticas nocivas como el amarillismo y sensacionalismo periodístico". Frente a esto
los gremios periodísticos del país han levantado sus voces de protesta.
_____________________________________________
Servicio Informativo "Alai-amlatina" Agencia Latinoamericana de Informacion
URL:
http://alainet.org Quito, 31/1/2001

Movilización indígena y campesina en Quito.

Miles de indígenas y campesinos ecuatorianos llegaron hoy a esta capital y realizaron movilizaciones en otras ciudades del interior, en lo que definieron como un "levantamiento nacional" contra las medidas económicas del presidente Gustavo Noboa, que incluyen un aumento en las tarifas del transporte público de 75 por ciento, y en los precios de los combustibles de 25 por ciento.

En medio de versiones de que en las próximas horas se decretaría el estado de emergencia, luego que la policía lanzara gases lacrimógenos contra los manifestantes, aunque no hubo detenidos ni lesionados, Noboa advirtió que no permitirá las protestas de los indígenas y campesinos, a quienes calificó como "subversivos".

En similares términos se pronunció el Comando Conjunto de las fuerzas armadas, que aseveró que aplicaría mano dura contra todos los grupos que "con el pretexto de exigir la derogatoria de las medidas económicas" amenacen con desestabilizar al gobierno.

El vicepresidente Pedro Pinto declaró que el gobierno "tiene las puertas abiertas al diálogo", y aseguró que para llegar a esa instancia es necesario que las partes comprometidas en el conflicto depongan algunas de sus posiciones.

Antonio Vargas, presidente de la Confederación de Nacionalidades Indígenas de Ecuador (Conaie), en respuesta al vicepresidente señaló que "los indígenas no necesitamos medidas compensatorias", y afirmó que "está en marcha el levantamiento con el bloqueo de carreteras".

"Nosotros lo que necesitamos es lo que necesita el pueblo ecuatoriano: la derogatoria de las alzas en el transporte público que han encarecido los productos de consumo popular y los reajustes en los combustibles", dijo.

Unos 200 campesinos indígenas irrumpieron en la Universidad Politécnica Salesiana, en un barrio cercano al centro capitalino, y se instalaron en el patio del centro docente. Poco a poco comenzaron a ingresar más, hasta completar unos tres mil, que instalaron tiendas de campaña afirmando que permanecerían en el lugar por tiempo indeterminado.

El rector de la universidad, Eduardo Delgado, dijo que el ingreso de los indígenas fue pacífico, y que mientras permanecieran allí sin causar desórdenes, el plantel seguiría impartiendo clases normalmente a sus alumnos.

Mientras, cientos de campesinos indígenas mantenían bloqueados varios tramos de la Carretera Panamericana. La provincia de Chimborazo es donde hay más tensión, ya que unos 12 mil indígenas y campesinos tomaron esta mañana el cerro Cacha, donde operan las antenas retransmisoras de 15 radiodifusoras y de varios canales de la televisión ecuatoriana. Unos 50 policías resguardan el capitalino parque de El Arbolito, que dirigentes indígenas habían anticipado que sería su sitio de concentración en el comienzo de un "levantamiento nacional" contra el gobierno de Noboa.

CONAIE: Conaie@listas.ecuanex.net.ec

Quito, 31 de enero del 2001

 
Antonio Vargas se pronuncia desde la cárcel:
         
“No se desanimen, que en esta lucha venceremos”

                                
Desde el Centro de Detención Provisional de Quito (CDP), donde se encuentra recluido el presidente de la CONAIE, Antonio Vargas,  llamó a continuar con el
levantamiento indígena popular y a no desanimarse en la lucha.

“Compañeros ni la cárcel ni la muerte detendrán el avance incontenible de nuestro pueblo indígena y de las fuerzas populares organizadas, sin temores sin miedo continúen luchando, esa es el pedido de vuestros dirigentes, es el mandato sagrado...”, son sus palabras en un texto remitido a las bases de la CONAIE.

Por otra parte, en la tarde de hoy, el gobierno de Noboa mandó a reprimir una pacífica marcha indígena que salía de las instalaciones de la Universidad Politécnica Salesiana, en Quito, en la que resultaron 7 compañeros heridos.

Entre los heridos se encuentran: María Victoria Vega, María Juana Toaquisa, Gaspar Morales, Cesar Olivo, Florestino Jamba, y dos compañeros más aún no
identificados.

Además de la detención del compañero Presidente de la CONAIE, Antonio Vargas, han sido detenidos también en el día de hoy varios dirigentes sociales,
entre ellos: Luis Villacís, Presidente del Frente Popular; y, Mario Morales, Presidente de la Federación de Trabajadores Libres de Pichincha (FETRALPI).

A esta ola de represión se suma el bloqueo informativo desatado por el gobierno, al interrumpir las líneas telefónicas de las oficinas de ECUARUNARI, CONAIE, como también de la Universidad Politécnica Salesiana, en Quito. Así mismo, agentes de policía han quitado víveres a las personas solidarias que se disponían llegar a los predios de la Universidad donde se encuentran concentrados los compañeros indígenas.

El colmo de irrespeto a los elementales derechos humanos por parte de este Gopbierno es el corte del servicio de agua potable de la servía para satisfacer
sus necesidades de sed y alimentación de cerca de 10 mil indígenas que estamos en esta universidad.

A ESTAS FORMAS DE DIALOGO DEL PRESIDENTE LOS PUEBLOS Y NACIONALIDADES INDÍGENAS RESPONDEMOS CON MAYOR INTENSIDAD DESDE EL CAMPO, que en todas las provincias se mantienen
el bloqueo total de las vías,  La toma de la catedral en la ciudad de Cuenca, la toma de la Gobernación en Pastaza, la elección popular del Gobernador en Bolivar y grandes concentraciones en las diferentes provincias.
Quito, 30 de enero del 2001       
Ricardo Ulcuango , VICEPRESIDENTE ECUARUNARI
--------------------------------------------------------------------------------
Sent: Tuesday, January 30, 2001 4:08 PM
Subject: URGENTE DESDE QUITO
Queridos amigos:
Necesitamos su pronunciamiento personal y/o institucional urgente. Los
>>>> pueblos indigenas organizados han llegado a Quito, aproximadamente
8,000
>>>> personas, para pedir la derogatoria de medidas economicas que
>>>recientemente
>>>> ha tomado el gobierno nacional.
>>>> El Parque de El Arbolito, un espacio publico al que usualmente llegaban
>>>los
>>>> indígenas en sus protestas ha sido acordonado por militares, en su
>lugar,
>>>> los indigenas llegaron ayer a la Universidad Salesiana. El dia de hoy,
>30
>>>de
>>>> Enero, los servicios de abastecimiento de agua potable y telefono han
>>sido
>>>> suspendidos. Los militares y policias han rodeado la Universidad,
>>>impidiendo
>>>> el paso de alimentos, medicinas y hasta de pañales desechables y
>>>medicinas!!
>>>> Tambien hoy a las 8h30 fue detenido, sin orden de captura, el
presidente
>>>de
>>>> la Confederacion de Nacionalidades Indigenas del Ecuador, al salir de
>una
>>>> entrevista radial.
>>>> Ante una interminable lista de hechos del todo ilegales y violatorios
>del
>>>> sistema juridico ecuatoriano e internacional, les pedimos enviar una
>>carta
>>>> al Presidente del Ecuador, el Sr. Gustavo Noboa (fax 593 2 580735 o
>email
>>>> despresi@ec-gov.net) pidiendo el respeto y garantias a los compromisos
>>>> legales que ha hecho el Ecuador con la comunidad internacional a traves
>>de
>>>> pactos y convenios relacionados con la proteccion de los derechos
>>humanos,
>>>y
>>>> tambien declarandose vigilantes de las acciones que tome el gobierno
>para
>>>> responder las protestas.
>>>> Les pedimos enviarnos una copia a este email o al fax (5932) 563517 o
>>>> 529125.
>>>> En momentos como este, su solidaridad es clave.
>>>> Un abrazo,
Paulina Garzon
Centro de Derechos Economicos y Sociales
Quito
---------------------------------------------------------------

CARTA ABIERTA AL PRESIDENTE DE LA REPUBLICA

El Foro Nacional de la Mujer, el Consejo Nacional de Mujeres Indígenas y el Movimiento de Mujeres Negras de Quito, ante el levantamiento que protagonizan los pueblos indígenas en oposición a las medidas de ajuste tomadas por su gobierno, defiende el derecho de este sector de la sociedad ecuatoriana, contemplado en la Constitución Política, a manifestar su desacuerdo y a exigir la reorientación de la política económica.

En defensa de la necesidad que todos los ecuatorianos y ecuatorianas tenemos de resolver los conflictos de una manera democrática y civilizada, las organizaciones de mujeres abajo firmantes, exigimos a las autoridades a cuya cabeza se encuentra usted Señor Presidente, que cese inmediatamente la represión desatada contra los hombres, mujeres, jóvenes, niñas y niños indígenas.

Le exigimos, además, que inicie un proceso verdadero de diálogo con los indígenas y con otros sectores que de diversa manera expresan su incon formidad.

Señor Presidente, su deber es crear un espacio en donde todas las partes que conforman el país puedan expresar sus propuestas, para encontrar en forma conjunta soluciones a la crisis que vive el Ecuador.

Las mujeres ecuatorianas queremos vivir en una sociedad que se construya a través de la participación ciudadana, mediante mecanismos democráticos que permitan asumir los intereses de todos los sectores y tomar decisiones en consenso, para alejar el peligro de la confrontación violenta que nos amenaza.

Quito, enero 30 del 2001

María Pilar Vela

FORO NACIONAL DE LA MUJER

Teresa Simbaña 

CONSEJO NACIONAL DE MUJERES INDIGENAS

Irma Bautista Nazareno

MOVIMIENTO DE MUJERES NEGRAS DE QUITO

-----------------------------------------------------------------------------

-----Original Message-----
De : Milton Cerda Universidad Salesiana Q. Dep. Informatica <mcerda@upsq.edu.ec>

 

Quito, 31 de enero de 2001

BOLETIN DE PRENSA

LA UNIVERSIDAD POLITECNICA SALESIANA AL PAIS

La Universidad Politécnica Salesiana (UPS) fiel a su compromiso cristiano, ha abierto sus puertas para acoger solidariamente a nuestros hermanos indígenas que se han trasladado a la Capital, para hacer conocer sus planteamientos y demandas al Gobierno Nacional.

Para crear un ambiente de diálogo, la Universidad pide a los organismos de Gobierno que cese la represión, se flexibilicen las partes y la libertad de expresión sea respetada como garantía de una democracia participativa y se busque una solución digna a este problema.

Esta situación es el reflejo de los profundos problemas sociales que se viven en nuestro país: como la corrupción, el problema de la migración, el deterioro constante de la calidad de vida, el problema de la educación y de la salud, etc.

Es urgente iniciar un proceso de diálogo nacional, libre y democrático, en el que se discutan políticas económicas y sociales, la toma de acciones efectivas frente a la corrupción y a los corruptos, propuestas para enfrentar la crisis educativa y de la salud, medidas urgentes para detener el deterioro del medio ambiente, entre otros.

Estos son aspectos sobre los cuales la Universidad Salesiana no puede permanecer indiferente, menos aún mirar con ojos indolentes como los problemas actuales están llevando al país a una suerte de desmembramiento y quiebra, en donde los conflictos sociales y regionales, están exacerbando y destruyendo las relaciones entre ecuatorianos.

Por el Consejo Superior de la Universidad Politécnica Salesiana

P. Luciano Bellini

RECTOR C.I. 060171143-5

--------------------------------------------

 Quito 31 de enero del 2001
Boletín de Prensa
Continúan la persecución contra dirigentes populares
El día de hoy, 31 de enero, aproximadamente a las 12H00, fue detenido
Fernando Villavicencio, miembro de la Coordinadora de Movimientos Sociales
cuando salía del Congreso Nacional por parte de miembros de la Fuerza
Pública.
Exigimos al Gobierno Nacional que rectifique esta política represiva que
viola los derechos y libertades fundamentales de los ecuatorianas y
ecuatorianas y solamente agudiza la crisis social que vive el país.

Las continuas muestras de intolerancia e irrespeto a las personas que
ejercen su legítimo derecho a la libertad de expresión podrían provocar, a
corto plazo, graves incidentes de violencia y enfrentamientos. Es deber del
Gobierno evitar esta situación y abrir vías alternas y respetuosas para la
resolución de los conflictos.

Hna. Elsie Monge
Directora Ejecutiva de la CEDHU
Comisión Ecuménica de Derechos Humanos
Calle carlos Ibarra #176 y 10 de agosto
Edf. Yuraj Pirca, noveno piso
Telf: (5932)570619
Fax: (5932)580825
cedhu@ecuanex.net.ec
http: www.derechos.net/cedhu/index.htm

------------------------------------------------------------------
Solidaridad con el pueblo ecuatoriano
ECUADOR SE PARALIZA ANTE NUEVO LEVANTAMIENTO DE
SU PUEBLO

La Coordinadora Latinoamericana de Organizaciones del Campo,
CLOC, y la Vía Campesina, ambas representativas de 300
millones
de campesinos, campesinas e indígenas en todo el mundo,
reunidas
en el marco del Foro Social Mundial en Porto Alegre, Brasil,
ante los últimos acontecimientos ocurridos en Ecuador declaran
lo siguiente:

Desde el 22 de enero del 2002, miles de ecuatorianos bloquean
carreteras, caminos, ocupan universidades, medios de
comunicación, oficinas de organismos internacionales y marchan
hacia la capital, Quito, para exigir que el gobierno presidido
por Gustavo Noboa detenga su política de empobrecer más al país,
con medidas económicas neoliberales tales como el aumento al
IVA, el incremento al precio de los combustibles, el gas y el
transporte.

Ante sus justas demandas, el Gobierno ecuatoriano solo ha
respondido con la represión más brutal de que se tenga historia
en los últimos años y manifestada en el secuestro de los
dirigentes Antonio Vargas de CONAIE y Luis Villacís del Frente
Popular, mas de 300 detenidos, decenas de heridos, uso
indiscriminado de gases lacrimógenos y armas de guerra en contra
de manifestantes pacíficos.

La represión del gobierno ecuatoriano sin duda está relacionada
al llamado Plan Colombia, que es una forma de intervención
disfrazada de los gobiernos norteamericanos ante la resistencia
de los pueblos a someterse a las políticas neoliberales.

Es todo el pueblo ecuatoriano el que exige un cambio de
políticas económicas

La CLOC y la Vía Campesina exigimos:

1.  La intervención de los gobiernos latinoamericanos para
impedir que continúe la represión y que se le de vigencia plena
a la defensa de los derechos humanos.

2.  La liberación inmediata de nuestros compañeros dirigentes
detenidos injustamente.

3.  La no aplicación del Plan Colombia

4.  Al gobierno de Gustavo Noboa poner fin a la implementación
de las políticas económicas neoliberales que solo profundizan la
pobreza del pueblo

Finalmente nos solidarizamos con el luchador pueblo ecuatoriano,
sus organizaciones políticas y sociales, sus pueblos indígenas y
les manifestamos nuestra decisión irrestricta de acompañarles
hasta el final, porque su lucha también es la nuestra.

GLOBALICEMOS LA LUCHA, GLOBALICEMOS LA ESPERANZA

Porto Alegre, Brasil 31 de Enero del 2001
*************************************
Comunidad Web de Movimientos Sociales
http://www.movimientos.org/
 
Vía Campesina denuncia represión y persecución en Ecuador y
Honduras


Nosotros y nosotras, representantes de las organizaciones
campesinas e indígenas del mundo aglutinadas en la Vía
Campesina, reunidas en el Foro Social Mundial en Porto Alegre,
Brasil a los Gobiernos y a la opinión pública nacional e
internacional, denunciamos los actos de represión y
persecución en contra de nuestros hermanos y hermanas
campesinas e indígenas de Ecuador y de Honduras en Centro
América.

1o. El día martes 23 de enero del 2001, mientras se realizaban
movilizaciones de protesta en diferentes provincias de
Ecuador, en contra de las medidas económicas neo-liberales
aplicadas por el actual Gobierno presidido por el Doctor
Gustavo Noboa Bejarano, fueron brutalmente reprimidos por la
fuerza pública y el ejército, dando como resultado 7 heridos
de gravedad y más de cien detenidos.

2o. El día viernes 19 de enero del 2001 la Empresa Asociativa
Campesina Morazan, ubicada en el Progreso, departamento de
Yoro, Honduras fue violentamente desalojada por cuarta vez por
la policía nacional, confabulada con las autoridades
judiciales y cuerpos de seguridad privada del terrateniente
Nicolas Malof. Esta tierra ha venido siendo ocupada por
nuestros compañeros y compañeras desde hace 20 años.

Ante los hechos anteriormente denunciados, responsabilizamos
al Presidente de la República y al Ministro de Defensa del
Ecuador así como a la policía nacional, al terrateniente
Nicolás Malof y a las autoridades judiciales de Honduras y
EXIGIMOS:

1o. La investigación inmediata y sanción a los responsables
materiales e intelectuales del intento de masacre a nuestros
hermanos y hermanas campesinos e indígenas del Ecuador.

2o. Que se deje sin efecto la orden de desalojo de la Empresa
Asociativa Campesina La Morazan, mientras no se investigue la
naturaleza jurídica de la propiedad de la tierra y se proceda
de inmediato a la solución definitiva de este problema
agrario.

A nuestros compañeros y compañeras campesinas e indígenas de
Honduras y el Ecuador les manifestamos nuestra solidaridad y
nos mantendremos vigilantes para que se respeten nuestros
legítimos derechos.

GLOBALICEMOS LA LUCHA, GLOBALICEMOS LA ESPERANZA


Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos,
CIOAC, México.
Coordinadora Nacional, Plan de Ayala- CNPA.
Unión Nacional de Organizaciones Regionales Campesinas,
UNORCA, México
Coalición de Organizaciones Democráticas Urbanas y Campesinas,
CODUC,
Unión Nacional de Productores Beliceños, BAPO
Coordinadora Nacional de Organizaciones Campesinas, CNOC,
Guatemala.
Consejo Coordinador de Organizaciones Campesinas de Honduras,
COCOCH
Coordinadora de Organizaciones Campesinas del Caribe, WINFA.
Red de Mujeres Afro caribeñas, Costa Rica
Asociación Campesina Centro Americana para la Coordinación y
el Desarrollo,
ASOCODE.
Confederación de Afiliados al Seguro Social Campesina,
CONFEUNASSC, Ecuador
Federación de Organizaciones Indígenas, campesinas y negras,
FENOCIN Ecuador;
Movimiento Sin Tierra, Brasil
Articulación de Mujeres trabajadoras rurales, Brasil
Articulación de afectados por represas, AMAB, Brasil
El Surco, Chile
Asociación Nacional de Mujeres Rurales, ANAMURI, Chile
Asociación de Mujeres Campesinas, NEHUEN, Chile
Movimiento Campesino de Santiago del Estero, MOCASE, Argentina
Confederación Campesina Europea, CPE.
Confederación Paysanne de Francia.
Unión Nacional de Productores de Indonesia, FSPU
Unión Nacional de Productores Campesinos, KMP, Filipinas
*************************************
Comunidad Web de Movimientos Sociales
http://www.movimientos.org/

                      

Porto Alegre, Brasil 27 de Enero del 2001