Sono appena rientrato dal Brasile dove ha avuto un gran eco il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre. Atterro in Italia e scopro che i nostri mass-media si stanno dimenticando di denunciare la brutale repressione del governo dell'Ecuador nei confronti dei movimenti popolari e indigeni. Sto ricevendo vario materiale inviatami dal carissimo amico Gianni Tarquini, coordinatore della "Comunità Internazionale di Capodarco" in Ecuador. Mi lega al paese andino un'esperienza di cooperazione con i ragazzi lavoratori (sopratutto lustrascarpe) nel microcosmo della strada di Quito e Ibarra. Penso ai ragazzi del progetto "Muchachos solidarios" rifugiati presso l'Università Salesiana: sento che un modo di esprimere la mia solidarietà puo' essere la denuncia, la diffusione di notizie sulla storia di questo ultimo leviantamento popular. Ti chiedo gentilmente di diffondere a catena questo messaggio che contiene vari comunicati della Conaie (Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador), il documento delle Ong italiane al governo ecuadoriano, la carta aperta del foro nazionale delle Donne indigene e negre, la denuncia della Università Politecnica Salesiana di Quito, della Commissione Ecumenica dei Diritti Umani, la solidarietà di Via Campesina, MST del Brasile e altra organizzazioni riunite a Porto Alegre. GLOBALIZZIAMO LA SPERANZA DANDO VOCE AI POPOLI INDIGENI DELL'ECUADOR ! Cristiano Morsolin
LETTERE DI GIANNI TARQUINI DA QUITO Da: Comunidad Capodarco <anita@accessinter.net> A presto , Gianni Data: mercoledì 31 gennaio 2001 16.49Oggetto: Repressione ECUADOR da diffondere Cari, qui il Governo sta usando maniere forti nel tentativo di reprimere le proteste dei movimenti sociali (in particolare indigeni). Sono stati arrestati i dirigenti perchè inciterebbero alla sovversione e si cerca di impedire l'arrivo di indigeni a Quito e le marcie pacifiche. L'uNIVERSITà salesiana sta appoggiando-accogliendo i manifestanti, ma hanno tagliato telefono, acqua e luce nei locali; inoltre i militari hanno fatto irruzione e sequestrato cucine e viveri che pérmettono la sopravvivenza, hanno ferito varie persone che tentano di marciare verso il Parlamento. La situazione è grave: la nostra presenza nel Paese ci obbliga a chiedere il rispetto dei diritti umani. Se riuscite a mettervi in contatto con i responsabili del Ministero degli Esteri metteteli al corrente della grave situazione. Organizzate qualcosa in Italia. Gianni Tarquini Fecha: Lunes 29 de Enero de 2001Asunto: RE: UN COMUNICADO FRENTE A LA CRISIS Queridas, estoy totalmente de acuerdo que en este momento hay que respaldar las organizaciones sociales que se oponen a un sistema economico y social elitario y que deja la mayoría de la población en gran dificultad para satisfacer las nececitades bàsicas. Nuestro intervento de cooperación, iposibilitado a cambiar la estructura economica, para tener sentido tiene que ser màs de grupo de presión a favor de los derechos humanos, sociales y economicos. Ademàs como representantes del norte, centro decisional del mundo, nuestra palabra, lastimosamente, tiene màs valor. Callarnos sería como respaldar quien se opone para que Ecuador se encamine hacia una sociedad democràtica y con oportunidades equitativas para todos sus ciudadanos. Gianni Tarquini - CICa Capodarco LAS ORGANIZACIONES NO GUBERNAMENTALES ITALIANAS AL GOBIERNO ECUATORIANO Y AL PAIS: En condición de Organizaciones No Gubernamentales Italianas que trabajamos en Ecuador, contribuyendo a través de acciones de solidaridad al desarrollo con equidad, ante la situación de crisis social y política que vive el País expresamos que: 1. Es necesario e ineludible la suspensión de medidas de represión que se han evidenciado a lo largo de estos días y que tienen a su haber un centenar de personas detenidas y heridas como consecuencia de las agresiones ejercidas por parte de la fuerza pública. 2. Se deben establecer las garantías de los derechos ciudadanos por la libertad de expresión, al tiempo que creemos necesario que los conflictos se traten en un espacio de diálogo y concertación de voluntades con todos los sectores sociales que hoy demandan una salida a la crisis. Por lo tanto nos permitimos recomendar que el gobierno nacional sensible ante esta situación se muestre abierto a crear las condiciones necesarias para el establecimiento del diálogo que posibilite identificar las soluciones que demanda la mayoría de la población .Terra Nuova - TN Centro Regionale d’ Intervento per la Cooperazione – CRIC Comunità Capodarco- CICA Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli- CISP Volontariato Italiano per lo Sviluppo – VIS Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale- ACCRI Ricerca e Cooperazione- RC INDIGENI CONTRO A Quito, in Ecuador, lontano dalle pagine dei nostri giornali e dalle telecamere delle nostre televisioni, gli indigeni sono tornati in piazza. Oggi come un anno fa, quando il levantamiento indigeno costrinse alle dimissioni il presidente Mahuad, l'obiettivo della rivolta dei ponchos è la politica economica neoliberista seguita dal governo per rispettare quanto imposto dal Fondo monetario internazionale. Diversamente da un anno fa, il governo ha scelto la linea dura: ci sono stati decine di feriti e centinaia di arresti, tra qui quello del leader della Confederazione delle nazioni indigene dell'Ecuador, Antonio Vargas. Gli indigeni continuano ad arrivare nella capitale Quito e a manifestare, nonostante la polizia, e il presidente Noboa, al suo posto grazie all'intervento degli Usa contro il levantamiento di un anno fa, è in difficoltà. Le parole d'ordine del governo sono le stesse usate a Davos contro i manifestanti: tolleranza zero verso i cortei e le proteste. L'ordine neoliberista non si discute. Nemmeno se la maggioranza della popolazione vive sotto la soglia di povertà, se le risorse naturali vengono saccheggiate (anche l'Agip partecipa al banchetto), se la moneta nazionale è stata sostituita dal dollaro. Come a Davos l'ordine non è stato rispettato… Enzo Mangini, Carta 31/1/2001
Il Governo risponde con autoritarismo alle rivendicazioni pacifiche dei movimenti sociali ecuadoriani 5000 Indigeni ed indigene, provenienti dalla Provincia di Cotopaxi e da altre
regioni del paese, hanno marciato oggi lungo le vie del centro "ricco"
di Quito accompagnati da studenti, associazioni locali e lavoratori/trici. La
manifestazione pacifica contro le recenti misure economiche dettate dal FMI e
obbedientemente adottate dal Governo Ecuadoriano ha avuto come risposta una
rigidissima repressione da parte della polizia e dell'esercito. Sotto il
lussuoso Hotel Quito si è consumata questo pomeriggio una violentissima
ondata repressiva, con spari e ripetuti lanci di gas lacrimogeni contro uomini e
donne di tutte le età che hanno raggiunto la capitale - dopo varie ore di
viaggio a piedi e in bus- per esercitare pacificamente il loro diritto di
espressione e di dissenso contro una politica economica e sociale che sta sempre
più emarginando la maggior parte della popolazione ecuadoriana. Fonte:www.carta.org IL PRESIDENTE DELLA CONAIE E' ARRESTATO DA AGENTI DEL GOVERNO Comunicato della Conaie Governo di Noboa responsabile di feriti indigeni attraverso una brutale
repressione militare. Queste mobilitazioni indigene e popolari, convocate dalla Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador- CONAIE, hanno avuto risposta per lo meno in 10 Province dell'Ecuador. Praticamente, la regione sierra è paralizzata, i prodotti non arrivano ai mercati che cominciano a scarseggiare. Importanti marce, con decine di migliaia di indigeni, lavoratori e studenti, si realizzano nelle capitali di province e cantoni, nonostante le minacce del Capo del Comando Unito, che ha segnalato alcuni giorni fa di "non responsabilizzarsi degli arresti e di quanto possa accadere nel momento in cui si realizzino manifestazioni" Con la sparatoria - poche volte vista in Ecuador- realizzata durante due ore da parte di unità militari contro un corteo assolutamente pacifico ci chiediamo se questi ordini di repressione violenta furono impartiti dalle missioni del Comando Sud dell'Esercito degli Stati Uniti. Con il Plan Colombia si vuole regionalizzare la guerra, il genocidio e etnocidio più feroce che quello eseguito al tempo delle dittature militare in America Latina e in altre regioni del pianeta? A noi popoli dell'Ecuador, ci assassinano non solo con la violenza istituzionale, con le misure economiche che beneficiano solo ai settori finanzieri e la grande impresa, ora pretendono eliminarci con pallottole e carcere. Attribuiamo al Presidente della Repubblica, al suo Ministro della Difesa, al Capo del Comando Unito e al Comandante della Forza Aerea di Cotopaxi la responsabilità della situazione dei feriti e dei più di cento detenuti. Signor Presidente Noboa, Lei che dice di essere cristiano e cattolico, è la stessa persona che ordina o permette queste pratiche genocide? Questi procedimenti la rendono un buon cristiano e santo della devozione della cupola ecclesiastica cattolica? Richiediamo alle altre istanze dello Stato, della giustizia e del Congresso
Nazionale la investigazione e la sanzione dei responsabili materiali e
intellettuali di questo intento di massacro. Antonio Vargas, Presidente - CONAIE * * Servicio Informativo "alai-amlatina" * * * Más de 10 mil indígenas han llegado hasta la capital del
Ecuador, se anuncia la llegada de por lo menos 5 mil más. Medios de comunicación Movilización indígena y campesina en Quito. M iles de indígenas y campesinos ecuatorianos llegaron hoy a esta capital y realizaron movilizaciones en otras ciudades del interior, en lo que definieron como un "levantamiento nacional" contra las medidas económicas del presidente Gustavo Noboa, que incluyen un aumento en las tarifas del transporte público de 75 por ciento, y en los precios de los combustibles de 25 por ciento.En medio de versiones de que en las próximas horas se decretaría el estado de emergencia, luego que la policía lanzara gases lacrimógenos contra los manifestantes, aunque no hubo detenidos ni lesionados, Noboa advirtió que no permitirá las protestas de los indígenas y campesinos, a quienes calificó como "subversivos". En similares términos se pronunció el Comando Conjunto de las fuerzas armadas, que aseveró que aplicaría mano dura contra todos los grupos que "con el pretexto de exigir la derogatoria de las medidas económicas" amenacen con desestabilizar al gobierno. El vicepresidente Pedro Pinto declaró que el gobierno "tiene las puertas abiertas al diálogo", y aseguró que para llegar a esa instancia es necesario que las partes comprometidas en el conflicto depongan algunas de sus posiciones. Antonio Vargas, presidente de la Confederación de Nacionalidades Indígenas de Ecuador (Conaie), en respuesta al vicepresidente señaló que "los indígenas no necesitamos medidas compensatorias", y afirmó que "está en marcha el levantamiento con el bloqueo de carreteras". "Nosotros lo que necesitamos es lo que necesita el pueblo ecuatoriano: la derogatoria de las alzas en el transporte público que han encarecido los productos de consumo popular y los reajustes en los combustibles", dijo. Unos 200 campesinos indígenas irrumpieron en la Universidad Politécnica Salesiana, en un barrio cercano al centro capitalino, y se instalaron en el patio del centro docente. Poco a poco comenzaron a ingresar más, hasta completar unos tres mil, que instalaron tiendas de campaña afirmando que permanecerían en el lugar por tiempo indeterminado. El rector de la universidad, Eduardo Delgado, dijo que el ingreso de los indígenas fue pacífico, y que mientras permanecieran allí sin causar desórdenes, el plantel seguiría impartiendo clases normalmente a sus alumnos. Mientras, cientos de campesinos indígenas mantenían bloqueados varios tramos de la Carretera Panamericana. La provincia de Chimborazo es donde hay más tensión, ya que unos 12 mil indígenas y campesinos tomaron esta mañana el cerro Cacha, donde operan las antenas retransmisoras de 15 radiodifusoras y de varios canales de la televisión ecuatoriana. Unos 50 policías resguardan el capitalino parque de El Arbolito, que dirigentes indígenas habían anticipado que sería su sitio de concentración en el comienzo de un "levantamiento nacional" contra el gobierno de Noboa. CONAIE: Conaie@listas.ecuanex.net.ecQuito, 31 de enero del 2001 Antonio Vargas se pronuncia desde la
cárcel:
“No se desanimen, que en esta lucha venceremos” Desde el Centro de Detención Provisional de Quito (CDP), donde se encuentra recluido el presidente de la CONAIE, Antonio Vargas, llamó a continuar con el levantamiento indígena popular y a no desanimarse en la lucha. “Compañeros ni la cárcel ni la muerte detendrán el avance incontenible de nuestro pueblo indígena y de las fuerzas populares organizadas, sin temores sin miedo continúen luchando, esa es el pedido de vuestros dirigentes, es el mandato sagrado...”, son sus palabras en un texto remitido a las bases de la CONAIE. Por otra parte, en la tarde de hoy, el gobierno de Noboa mandó a reprimir una pacífica marcha indígena que salía de las instalaciones de la Universidad Politécnica Salesiana, en Quito, en la que resultaron 7 compañeros heridos. Entre los heridos se encuentran: María Victoria Vega, María Juana Toaquisa, Gaspar Morales, Cesar Olivo, Florestino Jamba, y dos compañeros más aún no identificados. Además de la detención del compañero Presidente de la CONAIE, Antonio Vargas, han sido detenidos también en el día de hoy varios dirigentes sociales, entre ellos: Luis Villacís, Presidente del Frente Popular; y, Mario Morales, Presidente de la Federación de Trabajadores Libres de Pichincha (FETRALPI). A esta ola de represión se suma el bloqueo informativo desatado por el gobierno, al interrumpir las líneas telefónicas de las oficinas de ECUARUNARI, CONAIE, como también de la Universidad Politécnica Salesiana, en Quito. Así mismo, agentes de policía han quitado víveres a las personas solidarias que se disponían llegar a los predios de la Universidad donde se encuentran concentrados los compañeros indígenas. El colmo de irrespeto a los elementales derechos humanos por parte de este Gopbierno es el corte del servicio de agua potable de la servía para satisfacer sus necesidades de sed y alimentación de cerca de 10 mil indígenas que estamos en esta universidad. A ESTAS FORMAS DE DIALOGO DEL PRESIDENTE LOS PUEBLOS Y NACIONALIDADES INDÍGENAS RESPONDEMOS CON MAYOR INTENSIDAD DESDE EL CAMPO, que en todas las provincias se mantienen el bloqueo total de las vías, La toma de la catedral en la ciudad de Cuenca, la toma de la Gobernación en Pastaza, la elección popular del Gobernador en Bolivar y grandes concentraciones en las diferentes provincias. Quito, 30 de enero del
2001
Ricardo Ulcuango , VICEPRESIDENTE ECUARUNARI --------------------------------------------------------------------------------
Sent: Tuesday, January 30, 2001 4:08 PM
Subject: URGENTE DESDE QUITO Queridos amigos: Necesitamos su pronunciamiento personal y/o institucional urgente. Los >>>> pueblos indigenas organizados han llegado a Quito, aproximadamente 8,000 >>>> personas, para pedir la derogatoria de medidas economicas que >>>recientemente >>>> ha tomado el gobierno nacional. >>>> El Parque de El Arbolito, un espacio publico al que usualmente llegaban >>>los >>>> indígenas en sus protestas ha sido acordonado por militares, en su >lugar, >>>> los indigenas llegaron ayer a la Universidad Salesiana. El dia de hoy, >30 >>>de >>>> Enero, los servicios de abastecimiento de agua potable y telefono han >>sido >>>> suspendidos. Los militares y policias han rodeado la Universidad, >>>impidiendo >>>> el paso de alimentos, medicinas y hasta de pañales desechables y >>>medicinas!! >>>> Tambien hoy a las 8h30 fue detenido, sin orden de captura, el presidente >>>de >>>> la Confederacion de Nacionalidades Indigenas del Ecuador, al salir de >una >>>> entrevista radial. >>>> Ante una interminable lista de hechos del todo ilegales y violatorios >del >>>> sistema juridico ecuatoriano e internacional, les pedimos enviar una >>carta >>>> al Presidente del Ecuador, el Sr. Gustavo Noboa (fax 593 2 580735 o >>>> despresi@ec-gov.net) pidiendo el respeto y garantias a los compromisos >>>> legales que ha hecho el Ecuador con la comunidad internacional a traves >>de >>>> pactos y convenios relacionados con la proteccion de los derechos >>humanos, >>>y >>>> tambien declarandose vigilantes de las acciones que tome el gobierno >para >>>> responder las protestas. >>>> Les pedimos enviarnos una copia a este email o al fax (5932) 563517 o >>>> 529125. >>>> En momentos como este, su solidaridad es clave. >>>> Un abrazo, Paulina Garzon Centro de Derechos Economicos y Sociales Quito ---------------------------------------------------------------
CARTA ABIERTA AL PRESIDENTE DE LA REPUBLICA El Foro Nacional de la Mujer, el Consejo Nacional de Mujeres Indígenas y el Movimiento de Mujeres Negras de Quito, ante el levantamiento que protagonizan los pueblos indígenas en oposición a las medidas de ajuste tomadas por su gobierno, defiende el derecho de este sector de la sociedad ecuatoriana, contemplado en la Constitución Política, a manifestar su desacuerdo y a exigir la reorientación de la política económica.En defensa de la necesidad que todos los ecuatorianos y ecuatorianas tenemos de resolver los conflictos de una manera democrática y civilizada, las organizaciones de mujeres abajo firmantes, exigimos a las autoridades a cuya cabeza se encuentra usted Señor Presidente, que cese inmediatamente la represión desatada contra los hombres, mujeres, jóvenes, niñas y niños indígenas. Le exigimos, además, que inicie un proceso verdadero de diálogo con los indígenas y con otros sectores que de diversa manera expresan su incon formidad. Señor Presidente, su deber es crear un espacio en donde todas las partes que conforman el país puedan expresar sus propuestas, para encontrar en forma conjunta soluciones a la crisis que vive el Ecuador. Las mujeres ecuatorianas queremos vivir en una sociedad que se construya a través de la participación ciudadana, mediante mecanismos democráticos que permitan asumir los intereses de todos los sectores y tomar decisiones en consenso, para alejar el peligro de la confrontación violenta que nos amenaza. Quito, enero 30 del 2001 María Pilar Vela FORO NACIONAL DE LA MUJER Teresa Simbaña CONSEJO NACIONAL DE MUJERES INDIGENAS Irma Bautista Nazareno MOVIMIENTO DE MUJERES NEGRAS DE QUITO ----------------------------------------------------------------------------- -----Original
Message-----
De : Milton Cerda Universidad Salesiana Q. Dep. Informatica <mcerda@upsq.edu.ec>
Quito 31 de
enero del 2001
Boletín de Prensa Continúan la persecución contra dirigentes populares El día de hoy, 31 de enero, aproximadamente a las 12H00, fue detenido Fernando Villavicencio, miembro de la Coordinadora de Movimientos Sociales cuando salía del Congreso Nacional por parte de miembros de la Fuerza Pública. Exigimos al Gobierno Nacional que rectifique esta política represiva que viola los derechos y libertades fundamentales de los ecuatorianas y ecuatorianas y solamente agudiza la crisis social que vive el país. Las continuas muestras de intolerancia e irrespeto a las personas que ejercen su legítimo derecho a la libertad de expresión podrían provocar, a corto plazo, graves incidentes de violencia y enfrentamientos. Es deber del Gobierno evitar esta situación y abrir vías alternas y respetuosas para la resolución de los conflictos. Hna. Elsie Monge Directora Ejecutiva de la CEDHU Comisión Ecuménica de Derechos Humanos Calle carlos Ibarra #176 y 10 de agosto Edf. Yuraj Pirca, noveno piso Telf: (5932)570619 Fax: (5932)580825 cedhu@ecuanex.net.ec http: www.derechos.net/cedhu/index.htm ------------------------------------------------------------------
Solidaridad
con el pueblo ecuatoriano
ECUADOR SE PARALIZA ANTE NUEVO LEVANTAMIENTO DE SU PUEBLO La Coordinadora Latinoamericana de Organizaciones del Campo, CLOC, y la Vía Campesina, ambas representativas de 300 millones de campesinos, campesinas e indígenas en todo el mundo, reunidas en el marco del Foro Social Mundial en Porto Alegre, Brasil, ante los últimos acontecimientos ocurridos en Ecuador declaran lo siguiente: Desde el 22 de enero del 2002, miles de ecuatorianos bloquean carreteras, caminos, ocupan universidades, medios de comunicación, oficinas de organismos internacionales y marchan hacia la capital, Quito, para exigir que el gobierno presidido por Gustavo Noboa detenga su política de empobrecer más al país, con medidas económicas neoliberales tales como el aumento al IVA, el incremento al precio de los combustibles, el gas y el transporte. Ante sus justas demandas, el Gobierno ecuatoriano solo ha respondido con la represión más brutal de que se tenga historia en los últimos años y manifestada en el secuestro de los dirigentes Antonio Vargas de CONAIE y Luis Villacís del Frente Popular, mas de 300 detenidos, decenas de heridos, uso indiscriminado de gases lacrimógenos y armas de guerra en contra de manifestantes pacíficos. La represión del gobierno ecuatoriano sin duda está relacionada al llamado Plan Colombia, que es una forma de intervención disfrazada de los gobiernos norteamericanos ante la resistencia de los pueblos a someterse a las políticas neoliberales. Es todo el pueblo ecuatoriano el que exige un cambio de políticas económicas La CLOC y la Vía Campesina exigimos: 1. La intervención de los gobiernos latinoamericanos para impedir que continúe la represión y que se le de vigencia plena a la defensa de los derechos humanos. 2. La liberación inmediata de nuestros compañeros dirigentes detenidos injustamente. 3. La no aplicación del Plan Colombia 4. Al gobierno de Gustavo Noboa poner fin a la implementación de las políticas económicas neoliberales que solo profundizan la pobreza del pueblo Finalmente nos solidarizamos con el luchador pueblo ecuatoriano, sus organizaciones políticas y sociales, sus pueblos indígenas y les manifestamos nuestra decisión irrestricta de acompañarles hasta el final, porque su lucha también es la nuestra. GLOBALICEMOS LA LUCHA, GLOBALICEMOS LA ESPERANZA Porto Alegre, Brasil 31 de Enero del 2001 ************************************* Comunidad Web de Movimientos Sociales http://www.movimientos.org/ Vía Campesina denuncia represión y
persecución en Ecuador y
Honduras Nosotros y nosotras, representantes de las organizaciones campesinas e indígenas del mundo aglutinadas en la Vía Campesina, reunidas en el Foro Social Mundial en Porto Alegre, Brasil a los Gobiernos y a la opinión pública nacional e internacional, denunciamos los actos de represión y persecución en contra de nuestros hermanos y hermanas campesinas e indígenas de Ecuador y de Honduras en Centro América. 1o. El día martes 23 de enero del 2001, mientras se realizaban movilizaciones de protesta en diferentes provincias de Ecuador, en contra de las medidas económicas neo-liberales aplicadas por el actual Gobierno presidido por el Doctor Gustavo Noboa Bejarano, fueron brutalmente reprimidos por la fuerza pública y el ejército, dando como resultado 7 heridos de gravedad y más de cien detenidos. 2o. El día viernes 19 de enero del 2001 la Empresa Asociativa Campesina Morazan, ubicada en el Progreso, departamento de Yoro, Honduras fue violentamente desalojada por cuarta vez por la policía nacional, confabulada con las autoridades judiciales y cuerpos de seguridad privada del terrateniente Nicolas Malof. Esta tierra ha venido siendo ocupada por nuestros compañeros y compañeras desde hace 20 años. Ante los hechos anteriormente denunciados, responsabilizamos al Presidente de la República y al Ministro de Defensa del Ecuador así como a la policía nacional, al terrateniente Nicolás Malof y a las autoridades judiciales de Honduras y EXIGIMOS: 1o. La investigación inmediata y sanción a los responsables materiales e intelectuales del intento de masacre a nuestros hermanos y hermanas campesinos e indígenas del Ecuador. 2o. Que se deje sin efecto la orden de desalojo de la Empresa Asociativa Campesina La Morazan, mientras no se investigue la naturaleza jurídica de la propiedad de la tierra y se proceda de inmediato a la solución definitiva de este problema agrario. A nuestros compañeros y compañeras campesinas e indígenas de Honduras y el Ecuador les manifestamos nuestra solidaridad y nos mantendremos vigilantes para que se respeten nuestros legítimos derechos. GLOBALICEMOS LA LUCHA, GLOBALICEMOS LA ESPERANZA Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos, CIOAC, México. Coordinadora Nacional, Plan de Ayala- CNPA. Unión Nacional de Organizaciones Regionales Campesinas, UNORCA, México Coalición de Organizaciones Democráticas Urbanas y Campesinas, CODUC, Unión Nacional de Productores Beliceños, BAPO Coordinadora Nacional de Organizaciones Campesinas, CNOC, Guatemala. Consejo Coordinador de Organizaciones Campesinas de Honduras, COCOCH Coordinadora de Organizaciones Campesinas del Caribe, WINFA. Red de Mujeres Afro caribeñas, Costa Rica Asociación Campesina Centro Americana para la Coordinación y el Desarrollo, ASOCODE. Confederación de Afiliados al Seguro Social Campesina, CONFEUNASSC, Ecuador Federación de Organizaciones Indígenas, campesinas y negras, FENOCIN Ecuador; Movimiento Sin Tierra, Brasil Articulación de Mujeres trabajadoras rurales, Brasil Articulación de afectados por represas, AMAB, Brasil El Surco, Chile Asociación Nacional de Mujeres Rurales, ANAMURI, Chile Asociación de Mujeres Campesinas, NEHUEN, Chile Movimiento Campesino de Santiago del Estero, MOCASE, Argentina Confederación Campesina Europea, CPE. Confederación Paysanne de Francia. Unión Nacional de Productores de Indonesia, FSPU Unión Nacional de Productores Campesinos, KMP, Filipinas ************************************* Comunidad Web de Movimientos Sociales http://www.movimientos.org/ Porto Alegre, Brasil 27 de Enero del
2001 |