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Il Consejo Indígena Popular de Oaxaca arriva in Italia ! ! ! (TOUR EUROPEO)




A partire dal 22 Dicembre sarà in Italia una delegazione del Consejo 
Indígena de Oaxaca  Ricardo Flores Magón Magón, organizzazione sociale, 
indipendente, formata da uomini e donne dei popoli Amuzgo, Chatino, 
Chinanteco, Mixe, Mixteco, Triqui, Zapoteco, così come da un numero 
significativo di meticci, membri delle seguenti organizzazioni: 
Comitato di Difesa dei Diritti del Popolo (Comité de Defensa de los 
derechos del Pueblo, CODEP), Fronte Unico di Difesa Indigena (Frente 
Único de Defensa Indígena, FUDI), Organizzazioni Indie per i Diritti 
Umani in Oaxaca (Organizaciones Indias por los Derechos Humanos en 
Oaxaca, OIDHO); Movimento Sociale Magonista (Movimiento Social 
Magonista, MSM).

Invitiamo quanti fossero interessati ad organizzare iniziative a 
contattarci urgentemente. Il Tour sarà accompagnato da due video, una 
sulla storia del CIPO-RFM, un altro sulle mobilitazioni del 18 novembre 
scorso. Durante il tour la delegazione (un compagno ed una compagna) 
presenterà una serie di progetti per favorire una solidarietà concreta 
verso i Popoli Indigeni di Oaxaca. Uno dei progetti vedrà inoltre la 
pubblicazione dei racconti e delle poesie di Raúl Gatica, uno dei 
dirigenti della organizzazione indigena di Oaxaca (info: 
editoria@comite-arcoiris.com). Entro oggi dovrebbe anche iniziarsi la 
stampa di un manifesto del tour europeo del Consejo, una specie di 
locandina-poster che sarà venduta durante il tour e che le varie 
organizzazioni solidali possono acquistare per pubblicizzare le proprie 
iniziative (la locandina è 50x70 cm in quadricromia). Il contributo 
richiesto, sarebbe di 300.000 lire ma non devono essere considerate 
come limite alle iniziative ..

E’ importante che ogni realtà ci contatti quanto prima possibile e che 
venga fatto almeno un primo versamento. Al momento esiste l’interesse 
di diverse realtà delle seguenti città: L'Aquila, Pescara, Foggia, 
Lecce, Riccione, San Marino, Bologna, Vicenza, Padova, Trento, Brescia, 
Bergamo, Milano, Roma, Lucca, Volterra, Siena, Genova, Vercelli ecc.. 
Il tour vero e proprio partirà a partire dal 10 gennaio, anche se ci 
auguriamo che ci siano iniziative nel periodo che va dal 23 dicembre 
fino al 10 gennaio). La prima iniziativa confermata sarà a Como, il 22 
dicembre.

Per informazioni: Alessandro cel 0349-3650834

La Situazione dei Popoli Indigeni
[tratto da un progetto che il Consejo presenterà nel suo tour in Europa]

    E’ necessario ricordare che a partire dal 1917, lo Stato Messicano 
sostenne l’idea che la Nazione dovesse essere formata da messicani di 
una sola cultura, dal momento che la pluralità di queste poteva 
debilitare la nazione medesima;  dovettero passare molti anni di 
ingiustizie e di tenaci lotte per i popoli indigeni, prima che questo 
iniziasse a cambiare ed oggi possiamo dire che la promulgazione di 
norme legislative è una prima conseguenza di ciò, sebbene sia ancora da 
compiersi la parte più difficile: la loro applicazione.

   Secondo i dati del XI Censo Generale sulla Popolazione e sulle 
Abitazioni, realizzatosi nel 1990 dall’INEGI (Istituto Nazionale di 
Statistica, Geografia ed Informatica) in Messico ci sono insediamenti 
indigeni in 23 stati della Repubblica Messicana, stimandosi una 
quantità di 8.701.688 persone, appartenenti a 56 popoli diversi. 
Tuttavia, dati dell’Istituto Nazionale Indigenista (INI) stimano che la 
popolazione autoctona nazionale equivalga al 10% del totale del paese, 
cosa che significa circa 9 milioni di indigeni. 14 anni fa, lo 
stesso  organismo e la Direzione Generale per l’Educazione Indigena 
della SEP, avevano già contato più di dieci milioni di indigeni.

     Per attendere le loro necessità rispetto alla salute, esistono 6,4 
letti ospedalieri e 10,9 medici per ogni 100.000 indigeni. Nella media 
nazionale, invece, l’attenzione medica è di 79,3 letti ospedalieri e 
96,3 medici per ogni 100.000 abitanti.

    In media, l’80% delle oltre 750.000 abitazioni che occupano le 
popolazioni indigena sono insalubri per le precarie condizioni in cui 
si trovano, a causa della mancanza di drenaggio e acqua corrente, tra 
le altrecose.

     Secondo i risultati della Inchiesta Nazionale Alimentare (ENA) del 
1999, più del 75% della popolazione dei popoli indigeni ha presentato 
un qualche livello di desnutrizione. Si stima, d’altra parte, che il 
reddito pro capite sia inferiore ad un dollaro giornaliero, includendo 
le risorse ufficiali che si destinano a questo settore della società  e 
che negli ultimi sei anni sono state di circa 0,30 dollari giornalieri 
per persona.

     Le comunità indigene sono disseminate in 23 Stati della Repubblica 
Messicana, in circa 44.000 villaggi. Secondo dati dell’INI, si assicura 
l’esistenza di 59 gruppi etnici. Dei 2.403 municipi esistenti in 
Messico, in 803 vivono gli indigeni e di questi 281 sono quelli che 
hanno i livelli di emarginazione più alta.

   L’83% dei municipi indigeni riportano un tasso molto alto di 
emarginazione, dove il tasso di analfabetismo è del 43%, cioè, più di 
tre volte più alto della media nazionale, dove il 58% dei bambini di 5 
anni non vanno a scuola e circa la terza parte della popolazione tra i 
6 ed i 14 anni non sanno né leggere né scrivere.

     Della popolazione che ha un lavoro, il 76% si dedica ad attività 
della campagna ed il resto ad altri lavori, propri della città. Stime 
della Segreteria per la Riforma Agraria (SRA) segnalano che le comunità 
possiedono circa 14 milioni di ettari di terra, che significano il 7,8% 
della superficie nazionale. Le terre possedute dai gruppi etnici si 
distinguono poi per essere strappate a quelle più inospitali delle 
montagne o dei deserti.  Questi sono quindi terreni inadatti 
all’agricoltura. Nonostante alcune comunità possano avere foreste, come 
i Chimalapas di Oaxaca, questi non possono sfruttarle per mancanza di 
risorse e per problemi burocratici.

      Infine, rispetto alle violazioni dei diritti, alle questioni 
della terra, ai conflitti agrari ed alla amministrazione della 
giustizia, ci troviamo di fronte ad una lunga lista di violazioni, a 
partire dai metodi di tortura impiegati, come denunciato dalla 
Commissione Nazionale per i Diritti Umani (CNDH).

     Per cercare di abbattere la povertà, a partire dal 1988 si sono 
creati programmi da parte dell’INI (Istituto Nazionale Indigenista) e 
della Segreteria di Sviluppo Sociale (SEDESOL) nei quali si 
canalizzavano le risorse per lo sviluppo dei popoli indigeni, secondo 
uno schema partecipativo e di corresponsabilità che, senza dubbio, per 
l’uso politico che hanno tenuto, la mancanza di pianificazione 
oggettiva, la mancanza di attenzione efficace e, soprattutto, una 
formazione adeguata e integrale, hanno fatto sì che questi programmi 
abbiano tenuto un basso impatto per contenere l’impoverimento estremo, 
la desnutrizione, l’insalubrità, la crescita accelerata della 
disoccupazione e la conseguente emigrazione verso gli Stati Uniti per i 
diversi gruppi indigeni del Messico, provenienti da Oaxaca, Stato del 
Messico, Hidalgo, Chiapas, Veracruz, Guerrero e Michoacán 
fondamentalmente.

    Anche l’emigrazione interna è sommamente alta, si calcola che nel 
solo Distretto Federale di Città del Messico, abitino più di 2 milioni 
di indigeni, parte dei quali vivono ammassati nelle cosiddette città 
perdute e nelle cinture di miseria della grande capitale.

Altre informazioni sono disponibili a questo indirizzo web:
http://www.comite-arcoiris.com/italiano/cipo/cipo.html

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Comitato Internazionalista Arco Iris
Via Antonio Gramsci 3
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