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notizie (dall'Internazionale)
Sospesi gli arresti domiciliari a Pinochet
Il 5 dicembre la Corte d'appello di Santiago ha accolto il ricorso dei
legali dell'ex dittatore Augusto Pinochet e ha sospeso gli arresti
domiciliari ordinati il 2 dicembre dal giudice Juan Guzmán. Il magistrato
aveva disposto il provvedimento nell'ambito dell'inchiesta sulla Carovana
della morte. Si chiamava così l'operazione condotta dalla polizia militare
cilena, dopo il golpe del 1973, durante la quale furono uccisi 77 oppositori
politici del regime. Secondo l'accusa Pinochet fu mandante dell'operazione.
I legali del generale sono riusciti a far revocare gli arresti domiciliari
accusando Guzmán di non aver effettuato alcun interrogatorio e di aver
ignorato le perizie mediche disposte dallo stesso tribunale nei confronti di
Pinochet. Intanto, il 5 dicembre, il presidente cileno Ricardo Lagos si è
riunito con i vertici delle Forze armate del paese che chiedono una riunione
immediata del Consiglio di sicurezza nazionale (Cosena) [6].
Cile. Il ministro degli Esteri, Soledad Alvear, è arrivato a Washington per
avviare colloqui commerciali con gli Stati Uniti che dovrebbero portare il
paese ad aderire al Trattato nordamericano di libero scambio (Nafta). Gli
accordi riguarderanno l'abolizione dei dazi e delle barriere doganali tra i
due paesi e l'introduzione di norme comuni per la difesa dei diritti dei
lavoratori e dell'ambiente. La notizia dei colloqui non è piaciuta ai paesi
del Mercato comune del Cono Sud (Mercosur), al quale il Cile è associato. Il
ministro degli Esteri brasiliano, Luis Lampreia, ha proposto il blocco delle
trattative per l'adesione del Cile al Mercosur [5].
Haiti. L'ex presidente Jean-Bertrand Aristide ha vinto le elezioni
presidenziali del 26 novembre, con il 91, 6 per cento dei consensi.
Jean-Arnold Dumas, candidato del Partito nazionale dei lavoratori, una
formazione minoritaria, ha avuto il 2 per cento dei voti, mentre Evans
Nicolas, legato all'ex dittatore Jean-Claude Duvalier, si è fermato all'1,5
per cento. Il voto è stato boicottato dall'opposizione: quasi la metà dei
votanti (circa 2,8 milioni di persone) ha disertato le urne dopo il ritiro
dalla competizione elettorale dell'alleanza dei 15 partiti di opposizione.
L'alleanza protesta contro i brogli che hanno determinato la vittoria di
Famiglia Lavalas, il partito di Aristide nelle precedenti elezioni
parlamentari e amministrative, in maggio [1].
Messico. Il Congresso ha cominciato a esaminare un progetto di legge per
risolvere il conflitto in Chiapas. Alla base del progetto sarà la proposta
avanzata quattro anni fa dalla Commissione legislativa di concordia e
pacificazione (Cocopa) per dare attuazione agli Accordi di San Andrés del
1996 tra governo e guerriglia zapatista. La Cocopa proponeva di introdurre
nella Costituzione il diritto per i dieci milioni di indigeni del paese al
riconoscimento della propria cultura e dei propri diritti, e di una certa
autonomia amministrativa. Accolta con soddisfazione dagli zapatisti, la
legge fu respinta dall'allora presidente Ernesto Zedillo. L'impegno a
riaprire il processo di pace con l'Esercito zapatista di liberazione
nazionale (Ezln) è stato assunto dal presidente Vicente Fox, entrato in
carica il 1 dicembre [5].
Perù. E' tornato a Lima Baruch Ivcher, l'imprenditore di origine israeliana
che tre anni fa aveva abbandonato il paese dopo che il governo di Alberto
Fujimori gli aveva tolto la nazionalità peruviana e la sua rete televisiva,
Frequencia Latina. Nel 1997 Ivcher fu vittima di una vera e propria
rappresaglia politica, a causa delle posizioni critiche assunte da
Frequencia Latina contro il governo e soprattutto i militari, accusati di
violare i diritti umani [5].
Venezuela. Il 3 dicembre si è tenuto un referendum per decidere se
sostituire gli attuali vertici sindacali del paese. La consultazione,
promossa dal presidente Hugo Chávez, è stata segnata da un'altissima
astensione: ha votato solo il 14 per cento degli aventi diritto. Secondo i
dati parziali del Consiglio elettorale nazionale il 65 per cento dei votanti
si è espresso a favore della proposta, il 27 per cento si è detto contrario,
mentre le schede nulle sono state l'8 per cento. Gli attuali vertici delle
rappresentanze dei lavoratori verranno sospesi per sei mesi, in attesa che
si organizzino le elezioni per insediare i nuovi dirigenti sindacali [5].
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dormono perchè hanno fame e quelli che non dormono perchè hanno paura di
quelli che hanno fame " Lula
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