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La "Democrazia" nel continente americano
Analizzerò di seguito i paesi del continente americano con i dati relativi
a "Lo sviluppo Umano - Diritti Umani" Anno 2000.
La voce "posizione" è quella dello "Sviluppo Umano" raggiunta dalla
compilazione di una serie di parametri.
La percentuale di "votanti" si riferisce alle ultime votazioni (mediamente
1998).
Il "pro-capite" è annuale e espresso in dollari.
"Donne livello ministeriale", significa in che percentuale sono le donne
con incarichi di livello ministeriale, che include ministri, segretari di
Stato, capo di banca centrale, agente di gabinetto (non W.C.....), relativo
all'anno 1998.
* sono dati non ufficiali (rifer. 1990).
N.D. =Non dichiarata.
Paese Posiz. votanti pro-capite donne livello minist.
CANADA 1 69% 23500 N.D.
STATI UNITI 3 36% 29600 26.3%
ARGENTINA 35 81% 12013 8.3
CILE 38 86% 8787 13.7
URUGUAY 39 92% 8623 6.7
COSTA RICA 48 70% 5987 15.0
DOMINICANA 51 75% 5102 20.0
MESSICO 55 57% 7704 5.0
CUBA 56 98% 3967 5.1
BELIZE 58 90% 4566 0.0
PANAMA 59 76% 5249 5.9
VENEZUELA 65 N.D. 5808 3.2
COLOMBIA 68 45% 6006 17.6
BRASILE 74 N.D. 6625 4.2
PERU 80 63*% 4282 10.5
PARAGUAY 81 80% 4288 7.1
ECUADOR 91 N.D. 3003 20.0
EL SALVADOR 104 89% 4036 6.3
HONDURAS 113 73*% 2433 11.1
BOLIVIA 114 70% 2269 5.9
NICARAGUA 116 77% 2142 5.0
GUATEMALA 120 54% 3505 0.0
HAITI 150 31% 1383 0.0
Da questo quadro si possono desumere alcune considerazioni.
Il concetto di Democrazia, come ho gia' avuto modo di esprimere nel mio msg
precedente, e' qualcosa di piu' complesso che non il semplice esercizio di
voto: include infatti anche la capacita' propositiva, consultiva e
vincolante delle masse, cioe' il fatto che queste possano proporre (come
nel caso dei referendum ma non solo...), essere consultate su determinati
argomenti che vanno a toccare i loro interessi (privatizzazione della
sanita', dell'istruzione, ecc.), per poter dare dei pareri che devono
essere vincolanti per il governo di turno. E inoltre direttamente collegato
al concetto di sviluppo (non nel senso neo-liberista...).
Nel continente americano ci sono paesi che hanno tentato la via
rivoluzionaria, armata e non, ottenendo diversi risultati gli uni dagli
altri, a secondo della forza del potere economico nazionale e
transnazionale che la contrastava. Cosi' nel caso del Cile abbiamo visto
una violenta dittatura sostenuta e finanziata dall'estero, spezzare le basi
di una nascente democrazia ; a Cuba cio' non si e' verificato per una serie
di ragioni che sarebbe troppo lungo e difficile da elencare e analizzare in
questo momento; in Nicaragua la "contra" non e' riuscita a vincere
militarmente, ma gli Stati Uniti sono comunque riusciti nel proprio
intento, cioe' quello di "albanizzare" (termine orrendo utilizzato da
Reagan) il paese; in El Salvador e Guatemala, non esistevano possibilità ne
che trionfasse militarmente la guerriglia (F.M.N.L. e U.R.N.G.), ne
tantomeno l'esercito con i suoi squadroni della morte, la C.I.A e i
finanziamenti U.S.A.
Alcuni di questi paesi vivono una "democrazia castrata", sotto ricatto
dell'esercito e dei suoi squadroni paramilitari, piu' o meno celati: penso
di poter dire che, per le mie modeste conoscenze, solo il Nicaragua e Cuba
non vivono sotto ricatto, dato che l'esercito non e' al servizio del gran
capitale e della destra internazionale filo-statunitense. In Nicaragua,
sebbene l'esercito non si chiami piu' da tempo EPS (ejercito popular
sandinista), sostanzialmente la sua formazione predomina ancora; per tale
ragione e' risultato difficilissimo, sia per il governo conservatore della
Chamorro, che per quello liberal-somozista di Aleman, costringere
l'esercito a reprimere nel sangue le manifestazioni di piazza dei tassisti,
degli autisti del bus, degli studenti per il 6%, ecc.
Con questo non voglio dire che in Nicaragua esista la Democrazia: voglio
dire che pero' non esiste la possibilita' di un colpo di stato o di una
dura repressione qualora vincesse una qualsiasi forza politica: altrettanto
non si puo' dire della Colombia che ha fatto terra bruciata della Union
Patriottica, ne tantomeno credo che i militari cileni starebbero a guardare
qualora Lagos iniziasse riforme che andassero a ledere gli interessi del
gran capitale e dei militari, o decidesse di nazionalizzare aziende di
settori strategici.
Infatti, altra cosa che ironicamente definirei "originale", e' il fatto che
i militari, in molti paesi latino- americani e non solo, sono diventati una
lobby economica: basti pensare che in Guatemala esiste una banca che si
chiama Banco del ejercito, e che gli ufficiali militari sono anche dei
latifondisti: risulta difficile percio' immaginare un'eventuale riforma
agraria per paura di un nuovo attacco militare (si ricordi che morire in
Guatemala non e' poi cos' difficile, si puo' sparire facilmente, essere
ucciso in qualsiasi momento dato che e' uno stato militarizzato, e la morte
di Mons. Girardi ne e' una prova).
Lo schema riportato all'inizio ci offre anche un'idea di quanto sia falsa
una democrazia concepita come quella attuale: cito di nuovo a titolo
d'esempio gli Stati Uniti, e lo faccio non a caso, ma per il fatto che
siano considerati un modello di democrazia da seguire (bipartitismo,
presidenzialismo, elezione diretta da parte della popolazione, liberta'
assoluta alle imprese, politica spettacolo, intolleranza verso gli
emigrati, e dulcis in fundo anche qualche invidia per la pena di morte,
fatto a mio avviso sconcertante in quanto, come dice un mio caro amico nel
braccio della morte di San Quentin "Si puo' vivere, si puo' morire, ma non
si puo' vivere aspettando di morie").
Ritorniamo agli Stati Uniti: all'ultima votazione ha preso parte il 36%
degli aventi diritto, sia perche' molti di questi sono esclusi per le
difficolta' di ottenere il certificato elettorale data l'incredibile
burocrazia che devono superare, che perche' ormai il popolo statunitense e'
spoliticizzato e ignorante al rigurado, e questo non perche' sia
geneticamente tale, ma perche' la martellante campagna della stampa di
regime (dal New York times al Washington Post, al Boston Globe, ecc)
mistifica fatti e avvenimenti assieme alla televisione che e' diventata un
semplice intrattenimento. Un'altra ragione e' la sfiducia in quel sistema
che non permette a nessun altra forza di vera opposizione di uscire allo
scoperto, date le proibitive spese di mantenimento, di pubblicita' ecc.
(che impongono sempre maggior legami alle lobby economiche che finanziano
campagne elettorali per averne poi un ritorno economico in licenze,
concessioni o appalti).
Facciamo due conti aritmetici: il 36% dei votanti dovra' dividersi fra due
schieramenti e fra questi uno sara' vincitore, ammettiamo con il 60%. Il
60% del 36%, equivale al 22%. Ergo, il vincitore delle elezioni sara' un
Presidente e\o un Congresso che rappresentara' il 22% dei cittadini che lo
hanno votato: non solo non mi sembra legittimato nel proprio paese, ma si
arroga il diritto di interferire in quasi tutti i paesi del mondo,
decretando guerre, "contro l'invasione comunista", "guerre umanitarie", e
l'ultima iniziativa per incontrare proseliti e' la guerra contro la peste
della cocaina, senza dire che l'80% dei guadagni di questo amorale
traffico, rimangono negli Stati Uniti stessi, fra l'altro esportatori di
quei prodotti chimici indispensabili per la trasformazione da foglia di
coca in cocaina.
Altro parametro interessante da prendere in considerazione per essere
analizzato, e' quello del PIL pro-capite: tralasciando scarse variazioni di
rilievo, l'indice dello "Sviluppo Umano" diminuisce parallelamente al
reddito pro-capite; la situazione e' ancora peggiore in quei ricchissimi
paesi come Colombia, Venezuela, Brasile dove la concentrazione della
ricchezza e' esgeratamente alta, per cui tali redditi pro-capite sono
ancora meno rispondenti alla realta' che in altri paesi. Infatti lo "Studio
sul panorama sociale latinoamericano" anno 1999-2000, divulgato a Santiago
del Cile dalla CEPAL (commissione economica per l'america latina e il
caribe) afferma che i poveri sono in America Latina 220 milioni (il 45%);
il 2% è stramiliardario, mentre solo il 9% guadagna cifre considerevoli;
quello che per comodita' di linguaggio potremo definire classe media
rappresenta il 14%, mentre il 75% non guadagna sufficientemente per
sopravvivere (non ho detto VIVERE).
Naturalmente chi ne fa le spese sono i piu' deboli, cioe' anziani e
bambini, ma anche e soprattutto le donne che sono discriminate da una
societa' fortemente maschilista: non voglio prendere in considerazione
altri paesi, che sarebbe come "sparare sulla Croce Rossa", ma Cuba e
soprattutto il Nicaragua. Questi sono due paesi in cui hanno trionfato le
rispettive rivoluzioni, grazie anche all'appoggio delle donne che sono
state indispensabili da tutti i punti di vista. Ebbene, gli stessi
rivoluzionari, una volta terminata la lotta armata, hanno iniziato il
lavoro piu' duro, cioe' quello di rivoluzionare la societa', dalla teoria
alla pratica: i successi sono stati molti e importanti, ma sul versante
della parita' tra uomo e donna hanno lasciato molto a desiderare.
Per me, invece, la parita' fra uomo e donna e' un fatto fondamentale in una
rivoluzione, in quanto "rivoluziona" (scusate il gioco di parole) i
rapporti tra uomo-donna-societa'-famiglia-lavoro. La parita' fra i sessi e'
percio' un fondamento irrinunciabile nella democrazia, nel ripsetto delle
differenze individuali, fisiche, fisiologiche, ormonali, ecc. che
intercorrono tra i due sessi, ma che non giustificano nesun tipo di
dicriminazione ne di sottomissione dell'uno o dell'altra. Ebbene questo
secondo me dovrebbe essere l'abc della democrazia, eppure non mi pare di
vedere niente di cio' all'orizzonte, anzi, mi pare che ci sia una sorta di
"revanchismo" contro le donne in tutti i paesi del mondo (si pensi al
centro destra italiano che assieme ai cattolici conservatori vorrebbe
relegare di nuovo la donna al ruolo di "angelo del focolare".
Mi fermo qui.
P.S. Non ho prodotti da vendere, candidature da presentare, partiti da
propagandare, ma solo idee da difendere.
Gianni