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discussione e caso cileno
drei di separare le due questioni:
da un lato una discussione proficua puo' essere fatta , a mio avviso, solo
se definiamo il tema, piu' generale possibile: per esempio, lo sviluppo del
processo democratico in america latina e sforzandoci tutti di riportare
analisi di situazioni particolari su valutazioni generali attinenti al tema;
la questione Prieto: se ne puo' prendere spunto per valutazioni sulla
democrazia in Cile, ma l'appello alla sua liberazione e il suo asilo
politico, e' questione leggittima, come leggittima e appoggiare o meno.
Trovo sintomatico la coincidenza degli arresti di Prieto e del generale
argentino, come se la giustizia italiana avesse voluto trovare una giusta
equidistanza tra due situazioni completamente opposte di una stessa
drammatica realta'.
Direi di preparare un appello, lo potrebbe stilare Gianni, articolato e
puntuale, da inviare al "simpatico" ministro della giustizia.
Nello
-----Messaggio Originale-----
Da: "PIER LUIGI GIACOMONI" <lan0105@bologna.it>
A: <pck-latina@peacelink.it>
Cc: <nicaragua@sirt.pisa.it>
Data invio: mercoledì 9 agosto 2000 10.33
Oggetto: Re: discussione
CARISSIMO,
sinceramente non capisco su che cosa dovremmo discutere: se Jaime Yovanovic
Pireto e' stato arrestato per motivi legati alla sua militanza politicia, va
rapidamente liberato, se invece c'e' dell'altro, il discorso e' molto
diverso.
Per il resto non condivido quasi nulla di cio' che scrivi nel tuo msg: i
paesi
latino-americani stanno tentando di intraprendere una loro strada verso la
democrazia. cio' naturalmente non avviene sul velluto. ci sono forze interne
ed
esterne che temono la forza della democrazia e che quindi vi si oppongono.
Ma
la sentenza della corte Suprema cilena sul caso Pinochet e le inchieste del
giudice Guzman Tapia dimostrano che si sta andando in una certa direzione.
queste sono cose possibili nelle democrazie non nelle dittature dove il
potere
e' tutto concentrato. Nelle democrazie e' possibile la lotta, nelle
dittature
no.
A PRESTO
In 2000-08-09 pck-latina@peacelink.it dice:
>Carissimi tutti voi (parafrasando la Castellari),
>spero che finalmente si stia iniziando a muovere qualcosa a livello
>di discussione. Concordo con Nello quando dice che Marina dovrebbe
>promuovere degli argomenti di discussione, pero' allo stesso tempo
>vorrei che fossimo anche noi a proporli.
>Oggi, un argomento che non puo' che interessare tutti, e' l'arresto
>del cileno Jaime Yovanovic Prieto. Penso che sia utile di discutere
>sul suo arresto e su tutti i prigionieri politici in generale.
>Colgo percio'
>penso che tutti noi dovremmo, e con urgenza, divulgare e
>propagandare il sit in che si terra' a Perugia per manifestare a
>favore della liberazione di Jaime e per l'asilo politico: tutti
>sappiamo come funziona la giustizia nel "democratico" Cile, dove i
>militari sono ancora giudici e padri-padroni di un paese che con la
>scusa della Concertazione, prospetta la legge di amnistia
>(naturalmente amnistiati saranno solo i militari e non i detenuti
>politici, come Uruguay insegna), sebbene abbia un "socialista "
>come Presidente. Tutto cio' dovrebbe indurci a riflettere sul
>significato di "democrazia" che non puo', a mio modesto parere,
>essere tale solo per il fatto che si voti o per il fatto che nelle
>societa' "illuminate" (come le chiama N. Chomsky) i tre potere
>siano divisi, ma capitanati tutti dal Dio Denaro. E non mi si venga
>a dire che sono analisi " semplicistiche"; non c'e' bisogno di
>essere scienziati per capire che le mie analisi non sono frutto di
>un attento studio, ecc, ecc. Tengo a puntualizzare pero', che le
>torture e le violenze a cui le democrazie spesso ci sottopongono,
>quando passiamo il limite da loro imposto (dal Cile alla Turchia,
>da Israele agli Stati Uniti, dalla Spagna alla Germania, ecc.)
>vanno analizzate semplicemente, per evitare di spaccare il capello
>in quattro, e alla fine giustificare le motivazioni che li "hanno
>obbligati" a essere torturatori. Non dimentichiamo che prima di
>diventare torturatori, sono stati oppressori e distruttori del
>diritto pacifico alla protesta, altrimenti non sarebbe nata la
>lotta partigiana in Italia, o in altri luoghi. Quando la camicia
>cheintendono farci vestire diventa troppo stretta, al punto tale da
>essere una camicia di forza, nasce per istinto la difesa, che e'
>legittima. Per questo rinnovo l'invito a tutta la lista a lottare
>per la liberazione di Jaime Yovanovic Prieto, per non dimostrare
>che anche in Italia, assieme alla gia' agonizzante "sovranita'
>nazionale", sta morendo anche la giustizia. "Chi lotta puo' perdere.
>Chi non lotta, ha gia' perso". B. Brecth
PIER LUIGI GIACOMONI
lan0105@iperbole.bologna.it
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