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ARGENTINA: Appello per il 42° Giorno di Sciopero della Fame
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- Subject: ARGENTINA: Appello per il 42° Giorno di Sciopero della Fame
- From: "Comit. Int.sta Arco Iris" <ale.ramon@numerica.it>
- Date: Sun, 09 Jul 2000 23:21:21 +0200
I Prigionieri Politici de La Tablada al 42° Giorno di Sciopero della Fame
Appello Urgente alla Solidarietà
Di fronte al rifiuto della Camera dei Deputati di prendere in
considerazione la Legge "Torres Molina" che darebbe una soluzione
legislativa al problema dei prigionieri politici de La Tablada, oramai da
42 giorni in sciopero della fame, si rende imperiosamente urgente e
necessario riattivare nei prossimi giorni la richiesta di Libertà per i
Prigionieri de La Tablada allo stato argentino e, in particolare, al
Presidente della Repubblica, Fernando de La Rua.
Chiediamo a tutti di realizzare azioni che si ripercuotano in favore dei
Prigionieri, come ad esempio, manifestazioni di fronte alle ambasciate
dell'Argentina.
Il tempo che ci rimane è breve e drammatico e non è per esagerare ma così
stanno le cose, in questa settimana ci sono state le visite dei membri
della Commissione Interamericana per i Diritti Umani e sembra che lo stato
argentino non risponderà alla serietà del richiamo di tale Commissione per
la violazione dei diritti umani commessa contro i prigionieri politici,
oramai inascoltati da anni.
Pastore José de Luca,
per la Commissione Internazionale per la Libertà dei Prigionieri de La Tablada
La Dichiarazione di inizio dello Sciopero della Fame
dei Prigionieri Politici de La Tablada (29.05.2000)
Sono oramai passati undici anni e quattro mesi da quel 23 gennaio del 1989
in cui sono successi i fatti de La Tablada; un lungo tempo che è trascorso
per la maggioranza di noi nelle peggiori condizioni carcerarie e per altri
nella clandestinità, resa obbligatoria dalla persecuzione.
La solidarietà
In questo periodo si sono espresse per la nostra libertà numerose
organizzazioni politiche, sociali e dei Diritti Umani di diverse realtà
nazionali e del mondo; così anche la gente del popolo e distinte
personalità dell'arte o della cultura.
Inoltre quattro premi Nobel - José Saramago, Adolfo Pérez Esquivel, Günter
Grass e Rigoberta Menchú - si sono uniti a tale richiesta.
Per due anni consecutivi il nostro caso è servito al rapporto annuale sui
diritti umani del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per esemplificare
il mal funzionamento della giustizia argentina. Anche Amnesty
International, che dichiarò Frate Antonio Puigjané "prigioniero di
coscienza", ha richiesto con forza che lo stato argentino rispetti il
Rapporto della Commissione Interamericana per i Diritti Umani (CIDH) della
Organizzazione degli Stati Americani.
Dall'altra parte, la Conferenza Episcopale Argentina, guidata da Monsignor
Estanislao Karlic, ha espresso la propria preoccupazione e richiesto una
soluzione per il nostro caso ai governi di Menem e De La Rua, rispettivamente.
La CIDH
Il rapporto della CIDH del dicembre 1997 condanna lo stato per gravissime
violazioni dei diritti umani (torture ed assassini dei detenuti), ed
invalida la sentenza emessa nel 1989 perchè i condannati vennero privati
della doppia istanza giudiziaria, che è un diritto inalienabile, affinchè
ogni persona, sottoposta a processo, possa esercitare la propria difesa.
Più ancora quando, come in questa opportunità, c'erano serie accuse di
parzialità contro il Tribunale Federale di San Martín.
Le catture di sei persone de La Tablada, ancora oggi incarcerate, sono
state giustificate sulla base degli stessi argomenti che utilizzarono i
giudici per dettare le sentenze poste in questione dalla CIDH. Le stesse
sentenze del 1997 furono poi cassate dallo stesso tribunale che ha dato per
provate le "evidenze" presentate nel 1989 dallo stesso organismo
dell'Organizzazione degli Stati Americani.
Per questo è che il Rapporto, nella pratica, include tutti coloro che sono
coinvolti nella causa de La Tablada ed obbliga quindi ad una soluzione
integrale della stessa.
Il rapporto della CIDH - per dettame della Costituzione - è di compimento
obbligatorio per lo stato argentino. Nel caso ci fosse qualche dubbio, la
discutibile Corte Suprema di Giustizia della Nazione ha presentato una
risuluzione sul caso del 1999, ed ha riconosciuto che lo stato nazionale
deve compiere il rapporto della CIDH, cioè liberarci!
Per questa ragione è che affermiamo che lo stato argentino è in debito con
la legge e, per questa ragione, reclamiamo che compia la legge.
Percorsi bloccati
Però i fatti ci vanno dimostrando che nonostante il significato del
Rapporto della CIDH, dell'evidenza delle arbitrarietà commesse e della
importanza degli appelli di solidarietà, questi non riescono - fino ad ora
- a mobilitare la sensibilità del governo, nè a modificare la posizione di
non rispetto della Costituzione.
Da più di due anni e mezzo lo Stato si rifiuta di compiere il rapporto
menzionato. Nella ricerca di una soluzione abbiamo esplorato, per più di
undici anni, tutte le varianti politiche e giuridiche possibili.
Crediamo di aver agito con pazienza e sensatezza, però non siamo disposti a
giocarci la nostra dignità; ed a questo punto è questa che è in gioco.
E' per questo che con preoccupazione ma con serenità, in questo atto
annunciamo l'inizio di uno Sciopero della Fame. Ci identifichiamo con
coloro che in lungo ed in largo nel paese chiedono pane e lavoro, lo
facciamo con la speranza di essere compresi; e con l'aspettativa che la
protesta si converta in una richiesta popolare, come ultima possibilità per
una soluzione.
Siamo coscienti che si può arrivare ad una situazione molto dura, però mai
sarà tanto dura la nostra situazione come quella sopportata dagli
assassinati e dagli scomparsi, questioni che si pretende nascondere;
nemmeno rimarrà tanto inosservata da permettere ai boia di affermare le
proprie menzogne eternamente, nemmeno perchè possano sommare,
silenziosamente, i nostri nomi nella lista delle loro vittime.
Con la decisione di coloro che 31 anni fa hanno dato vita al Cordobazo per
affrontare il governo illegittimo della dittatura militare, oggi ci
lanciamo a liberare i cammini bloccati da un governo legittimo, però che -
come il menemismo - si rifiuta di compiere la legge.
A tutti, con affetto.
Miguel Aguirre - Roberto Felicetti - Enrique Gorriarán Merlo - José Moreyra
- Carlos Motto - Sergio Paz - Luis Alberto Díaz - Gustavo Messutti -
Claudio Veiga - Ana María Sívori - Claudio Rodríguez
Situazione dei Prigionieri de La Tablada al 29 giugno 2000
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MIGUEL AGUIRRE U-19 (Ezeiza) ha perso 11,2 kg
LUIS ALBERTO DÍAZ U-19 (Ezeiza) ha perso 9,1 kg
ROBERTO FELICETTI U-2 (Devoto) ha perso 13,6 kg
ENRIQUE GORRIARÁN U-2 (Devoto) ha perso 14,2 kg
GUSTAVO MESSUTTI U-19 (Ezeiza) ha perso 11,2 kg
JOSÉ MOREYRA U-19 (Ezeiza) ha perso 13,6 kg
CARLOS MOTTO U-19 (Ezeiza) ha perso 12 kg
SERGIO PAZ U-19 (Ezeiza) ha perso 21,3 kg
FRAY ANTONIO PUIGJANÉ Iglesia Santa María ha perso 15 kg
CLAUDIO RODRÍGUEZ U-19 (Ezeiza) ha perso 10,7 kg
ANA MARÍA SÍVORI U-3 (Ezeiza) ha perso 15,1 kg
CLAUDIO VEIGA U-19 (Ezeiza) ha perso 9,6 kg
CLAUDIA ACOSTA* U-3 (Ezeiza) ha perso 3,5 kg
Nota: In parentesi sono indicati i nomi delle carceri dove sono tutt'ora
detenuti/e.
* Claudia Acosta, si è unita allo sciopero a partire dal 21 giugno.
INDIRIZZI UTILI PER SOLIDARIZZARE CON I PRIGIONIERI POLITICI DE LA TABLADA
- Presidente della Repubblica Dr. Fernando De La Rua
Balcarce 50 - Buenos Aires - Argentina
Fax: 0054-11-4344-3789
E-mail:spyd@presidencia.gov.ar
www.presidencia.ar
- Segreteria della Presidenza della Repubblica
E-mail:ssag@presidencia.gov.ar
- Ministro di Giustizia Dr. Ricardo Gil Lavedra
Sarmiento 329 -Buenos Aires - Argentina
Fax: 0054-11-4328-1849
- Ministro degli Interni
Casa de Gobierno - Balcarce 50 - Buenos Aires - Argentina
Fax: 0054–11-43319120
E-mail: interior@presidencia.gov.ar
- Don Rafael Manuel Pascual
Av. Rivadavia 1864 - Buenos Aires - Argentina
Fax: 0054-11-4954-1085
E-mail: rpascual@diputados.gov.ar
- Ambasciata Argentina:
Mariano Cavagna Martinez (ambasciatore)
Piazza del Esquilino Nro. 2, 00185 Roma
Telefono: 06-4742551, 4742552, 4742553, 4742554, 4742555
Fax: 06-610386 E-mail:siman@aconet.it
- Consolato:
Norberto Vidal (capo della missione)
Corso Venezia 9 piso 1 y 2, 20121 Milano
Tel: 02-780569, 780228, 780548, 780205, 780454
Fax: 02-780157, 780277
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| la ribellione contro l'impero dell'ingiustizia avanza! |
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