[Latina] Bilancio del 2013 - MST



"Il 2013 è l¹anno peggiore per la Riforma Agraria", dice João Paulo
Rodrigues , del MST
dicembre 2013 

dalla pagina MST



I senza terra di tutto il paese non sentiranno nostalgia del 2013. Per quel
che riguarda la lotta per la terra, il bilancio è positivo, giacchè
mobilitazioni, marce e occupazioni di terre e edifici pubblici sono avvenuti
durante tutto l¹anno.
 
Ma per quanto riguarda la politica di Riforma Agraria, non è stato fatto
quasi nulla, anzi, in molti casi, il governo è riuscito addirittura ad
andare indietro. Queste sono le valutazione di João Paulo Rodrigues, del
coordinamento nazionale del MST, sulla politica agraria stimolata dal
governo federale durante tutto l¹anno.
 
 Secondo Rodrigues, qualcosa che era sempre stato negativo è ancora
peggiorato. ³Fino ad ora, solo 159 famiglie sono state insediate in tutto il
paese. E¹ una vergogna. Gli immobili espropriati dal governo Dilma non sono
più di 10. Peggio che con l¹ultimo governo militare del generale Figueiredo,
quando furono espropriati 152 immobili.


Come valuta la lotta per la terra nel 2013 in un periodo di completa
paralisi della Riforma Agraria?
 
Nonostante sia stato un anno completamente negativo in relazione alla
Riforma Agraria, i contadini continuano a lottare per la terra con fermezza.
 
In marzo, per esempio, abbiamo montato un accampamento   permanente a
Brasília, durante tre mesi, realizzando continuamente attività nella
capitale federale: marce, occupazione di ministeri e manifestazioni
politiche.
Nello stesso mese, c¹è stata la giornata della donna e più di 10.000
contadine si sono mobilitate per esigere l¹insediamento delle 150.000
famiglie accampate in tutto il paese, occupando terre, imprese di
agrotossici, edifici pubblici, facendo marce e bloccando strade.
 
 Subito dopo, nel mese di aprile, i Senza Terra hanno realizzato un¹altra
giornata di carattere nazionale, con mobilitazioni in 19 stati e nel
Distretto Federale. Di nuovo hanno bloccato decine di strade, hanno occupato
terre, edifici pubblici, sedi di Comuni e hanno realizzato marce e atti
pubblici in tutto il paese.

In giugno e luglio il Movimento si è unito alle manifestazioni che hanno
occupato le vie delle principali città del paese, bloccando diverse strade.
In questo contesto, la gioventù Senza Terra ha organizzato la sua giornata
di lotta all¹inizio del mese di agosto. Alla fine dello stesso mese,
l¹insieme del Movimento ha realizzato, insieme alle centrali sindacali, una
mobilitazione nazionale. I sindacati   hanno realizzato scioperi e blocchi
nelle città mentre nelle campagne bloccavamo le strade.
 
Nel mese di ottobre più di 12 stati si sono mobilitati per la Giornata
Unitaria per la Sovranità Alimentare, quando ancora una volta la popolazione
del campo ha promosso marce, occupazioni di terre e edifici pubblici. In
questo stesso mese, la giornata dei Sem Terrinha ha rimesso all¹ordine del
giorno la lotta nelle campagne e la necessità della Riforma Agraria,
occupando ministeri e segreterie statali.
 
Tutto questo, parlando solo delle lotte con carattere nazionale, senza
contare quelle regionali, negli stati. Ossia, dire che non c¹è più lotta
nelle campagne è una grande bugia.
 
 E la  Riforma Agraria?
E¹ qui che c¹è il grande problema e un bilancio molto negativo. Si tratta
dell¹anno peggiore per la riforma agraria. Il governo Dilma che si è sempre
comportato molto male rispetto a questo problema è riuscito a far peggio del
solito. Fino ad oggi sono state insediate in tutto il paese solo 159
famiglie. E¹ una vergogna!

 Gli immobili espropriati da Dilma non sono più di 10. Peggio che
nell¹ultimo governo militare del generale  Figueiredo, quando furono
espropriati 152 immobili.
 
 Un altro grave problema è che il governo federale sta procedendo a quella
che chiama ³emancipazione degli insediamenti², con il passaggio del titolo
dei lotti agli insediati. In pratica questo fa sì che lo Stato non abbia più
responsabilità nei confronti delle famiglie. Ma la cosa peggiore è che
questa politica creerà una contro-Riforma Agraria poiché i grandi
fazendeiros passeranno a far pressione sugli insediati perché vendano i loro
lotti andando così verso una maggiore concentrazione di terra.

   

E da cosa dipende questa difficoltà nell¹avanzare con la Riforma Agraria?
 
Possiamo citare due grandi questioni cruciali. La prima è il fatto che il
governo è totalmente ostaggio del Gruppo Ruralista, il gruppo maggiore del
Congresso Nazionale. Ne fanno parte 162 deputati e 11 senatori, senza
contare la legione degli adepti dell¹ultima ora.
 
Solo per dare una dimensione del problema, per quanto assurdo sia il
programma di questo settore, loro stanno riuscendo a ottenere vittorie su
tutta la linea, anche con proposte istituzionali.

Possiamo partire dallo strangolamento del Codice Federale, passando per
l¹alterazione della PEC del Lavoro Schiavo, per i passi indietro nella
legislazione relativa alla demarcazione delle terre indigene, per la
creazione di una commissione speciale per liberare con più facilità i nuovo
agrotossici ­ ignorando il lavoro di valutazione di   Anvisa e   Ibama - e
per la liberazione di nuove sementi transgeniche.
 
Nessuna di queste proposte interessa la società brasiliana.  Tutte
interessano settori particolari e stanno avendo successo. Il gruppo
ruralista è un cancro all¹interno del popolo brasiliano.
 
L¹altra questione è l¹illusione del governo in relazione all¹agrobusiness.
Le grandi esportazioni delle commodity promosse da questo settore permettono
al governo il mantenimento della politica di creazione sistematica di avanzo
primario, garantendo il destino delle risorse di bilancio per il settore
finanziario come il pagamento degli interessi e il servizio del debito
pubblico il che è lamentevole.
 

Ma allo stesso tempo sono state create alcune politiche pubbliche per
l¹agricoltura familiare e contadina.
 
Prima di tutto è molto importante sottolineare che tutte le politiche
pubbliche sono conquistate dalle lotte dei movimenti sociali. Lottiamo
perché sia garantito l¹acquisto degli alimenti  e abbiamo conquistato il
Programma Nazionale di Alimentazione Scolastica  (PNAE) e il Programma di
Acquisto di Alimenti  (PAA). Abbiamo lottato per l¹educazione nelle campagne
e abbiamo conquistato il Programma Nazionale di Educazione nella Riforma
Agraria   (Pronera).
Abbiamo lottato per l¹agroindustrializzazione della nostra produzione e
abbiamo conquistato il Programma Terra Forte. Abbiamo lottato per un altro
modello di agricoltura e abbiamo conquistato il Piano Nazionale di
Agroecologia e Produzione Organica ­ Brasile Agroecologico. Questo solo per
citare alcuni esempi.
Tuttavia, sappiamo che anche se queste misure sono importanti, hanno
tuttavia i loro limiti. Sono molto molto limitate se comparate con gli
investimenti destinati all¹agrobusiness. Per avere un¹idea, il Piano
Raccolto 2013/2014 dell¹agricoltura familiare rappresenta poco più del 20%
di  quello che è destinato all¹agrobusiness.
 
Oltre a questo, possiamo contare ­ oggi - su queste politiche pubbliche, ma
nulla ci garantisce che ci potremo contare anche domani. Un semplice
cambiamento di governo, per esempio, può porre fine a tutte le nostre
conquiste.

  
Che bisogna fare quindi?

Bisogna mettere al primo posto la produzione contadina e familiare e non
considerarla una cosa secondaria. Il governo deve capire che l¹unica
soluzione alla povertà è un¹ampia riforma agraria, con la creazione di
migliaia di posti di lavoro nelle campagne. Altrimenti non resta che
l¹affollamento ulteriore dei centri urbani e la favelizzazione delle
periferie intorno alle grandi città.
 
  Ossia, cambiare la logica e la struttura della produzione agricola in
Brasile. La stessa FAO ha riconosciuto che l¹unica via d¹uscita dalla crisi
ambientale e la garanzia della sovranità alimentare stanno nell¹agricoltura
familiare.  E¹ stato José Graziano, il direttore della FAO, a dire questo.
Tanto è vero che il 2014 sarà l¹Anno Internazionale dell¹Agricoltura
Familiare, stabilito dall¹ONU.
 
 
Ma perché i due modelli di agricoltura non possono essere conciliati?
 
 Sono modelli che si contrappongono nella loro logica e essenza. L¹avidità
dell¹agrobusiness insieme alle sue gigantesche risorse economiche rende
impossibile un altro tipo di agricoltura, quindi cercheranno sempre di
incorporare le terre contadine e le risorse naturali nel loro modello di
produzione di commodity.

 Per avere un¹idea, nelle due ultime decadi, più di 6 milioni di persone
sono state espulse dall¹agrobusiness dal campo brasiliano. E dove sono
andate? Nelle favelas dei grandi centri urbani. L¹agrobusiness non genera
lavoro (più del 70% della manodopera impiegata nel campo lavora per
l¹agricoltura familiare) mentre si appropria delle piccole e medie proprietà
così che la concentrazione di terrre in Brasile continua ad aumentare anno
dopo anno.

 Nell¹ambito della produzione di alimenti fondamentali per il  popolo
brasiliano, la situazione è anch¹essa gravissima. Dal 1990 al 2011, le aree
piantate con alimenti fondamentali come il riso, i fagioli, la mandioca e il
grano sono diminuite del 20/35% mentre i prodotti nobili dell¹agrobusiness,
come canna e soia, sono aumentati tra il 122 e il 107%. E tutto per
l¹esportazione. Stiamo importando anche riso e fagioli dalla Cina. Questo è
allarmante. 

 

Nel febbraio 2014 il MST realizzerà il suo 6° Congresso Nazionale. Cosa si
propone il Movimento con questa attività?
 
Durante il congresso consolideremo la nostra proposta della Riforma Agraria
Popolare. La Riforma Agraria è urgente come non mai e necessaria. Tuttavia,
è una riforma agraria di tipo nuovo che chiamiamo popolare.
Vogliamo dire che la Riforma Agraria non è più una politica che riguarda
solo la popolazione del campo. E¹ urgente e necessaria per tutta la società.
Se vogliamo mangiare alimenti pieni di veleni che ci procureranno il cancro,
se vogliamo coltivare distruggendo l¹ambiente e contribuendo alla crisi
climatica, espellendo i contadini dalle campagne e aumentando la popolazione
povera delle grandi città, allora la Riforma Agraria non è necessaria.

 Ma se vogliamo, invece, un modello produttivo che concili la produzione con
la tutela dell¹ambiente, che faccia sì che il popolo brasiliano abbia
alimenti sani e senza agrotossici, che la miseria e la povertà spariscano
dal nostro paese. Allora la Riforma Agraria non è mai stata tanto
necessaria.
 Per questo dobbiamo spiegare la sua importanza alla società perché tutta la
classe lavoratrice appoggi la realizzazione della Riforma Agraria Popolare,
che sarà possibile solo con un¹ampia riforma del sistema politico.
 

E quali sono le prospettive di lotta per il prossimo periodo?

In questo ultimo periodo abbiamo costruito e ampliato l¹unità tra tutti i
movimenti sociali delle campagne, con gli occhi rivolti a un programma di
agricoltura che realmente interessi al popolo brasiliano. E questo tende a
rafforzarsi sempre di più.
 
Parallelamente a questo, cresce l¹evidenza delle contraddizioni del modello
di agrobusiness, con la sua distruzione dell¹ambiente, l¹enorme uso di
agrotossici e l¹insicurezza  sui prezzi degli alimenti.
 
Oltre a questo, frutto delle grandi lotte di questo anno, le organizzazioni
sociali hanno costruito il Plebiscito Popolare per una profonda riforma
politica nel 2014, che permetterebbe di cambiare profondamente il quadro
attuale.