[Latina] Stedile fa un bilancio del 2013 - Stedile a Roma il 7 dicembre



Title: Stedile fa un bilancio del 2013  - Stedile a Roma il 7 dicembre
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2013:  Un bilancio negativo per i lavoratori delle campagne
 di  Joao Pedro Stedile

E’ consuetudine, alla fine di ogni anno, fare un bilancio critico delle sconfitte, delle conquiste, dei passi avanti nei diversi settori di attività della nostra società. Purtroppo, per i lavoratori che vivono nelle campagne, il bilancio del 2013 non è per niente positivo. In breve possiamo dare un quadro delle diverse sconfitte che ci ha imposto il movimento del capitale.
Il processo di concentrazione della proprietà della terra e della produzione agricola continua a procedere velocemente e i beni della natura sono sempre più concentrati nelle mani di sempre meno capitalisti.
C’è stata una valanga di capitali stranieri e finanziari che vogliono controllare sempre più terre, acque, fabbriche, agroindustrie e praticamente tutto il commercio estero delle commody agricole. E alcuni stanno comprando perfino l’ossigeno delle nostre foreste, con i famosi titoli di credito del carbonio, poi rivenduti nelle borse europee in cambio del mantenimento del loro inquinamento.
Il gruppo ruralista in parlamento, fedele scudiero degli interessi dei capitalisti, siano essi latifondisti o imprese transnazionali, dopo averci imposto, l’anno scorso, la sconfitta relativa alla revisione del codice forestale, ore vuole mettere le mani sulle terre indigene e ha impedito che fosse approvata una legge che puniva chi ancora pratica lavoro schiavo. Oltre a voler liberalizzare i semi transgenici terminator che, se piantati una seconda volta, non germinano e sono proibiti in tutto il mondo.

Nel governo Dilma, l’egemonia degli interessi dell’agrobusiness si consolida attraverso l’azione di diversi ministeri. Sia in azioni contro i popoli indigeni, sia liberalizzando veleni agricoli proibiti nella maggioranza dei paesi o distribuendo un sacco di soldi pubblici, rendendo abituale il trasferimento e la concessione di credito dal risparmio nazionale all’agrobusiness. Nell’ultimo raccolto sono stati spostati 140 miliardi di reais dai risparmi di tutti i brasiliani perché i fazendeiros producessero commodity per l’esportazione. Così come stanno tentando di far passare con un colpo di mano una revisione nel codice relativo allo sfruttamento delle miniere per affidare totalmente  le nostre ricchezze del sottosuolo alle grandi imprese transnazionali.
E anche il positivo programma del governo Lula, il PAA (Programma di acquisto anticipato degli alimenti dai contadini) è ora sotto una forte pressione degli avidi ruralisti, che tengono sott’occhio la CONAB.
La riforma agraria intesa come misure di esproprio di latifondi per democratizzare la terra è completamente paralizzata. Il governo Dilma ha espropriato meno che l’ultimo governo della dittatura militare, quello del generale Figueiredo. E più di 100.000 famiglie aspettano ammuffendo negli accampamenti sui bordi delle strade.
 C’è stato il problema della siccità del nordest, che ha colpito milioni di contadini e ha fatto morire per fame e sete circa dieci milioni di capi di bestiame (bovini, caprini, ovini), mentre le imprese americane hanno portato via 18 milioni di tonnellate del nostro mais per trasformarlo in etanolo negli USA.
I progetti delle zone irrigate del nordest continuano ad essere fonte di lucro per grandi imprese. Le aree irrigate sono messe nelle mani di imprenditori con danno dei contadini della stessa regione.
 
Quali sono stati i passi in avanti, le cose positive? Molto poche. Abbiamo ottenuto dal governo un Piano Nazionale di Agroecologia, che rappresenta una tappa storica. E sono cresciuti i corsi di livello universitario per giovani della riforma agraria, attraverso il PRONERA e in altre convenzioni con le università. E abbiamo conquistato il programma “Più Medici” che ha fatto arrivare l’assistenza a migliaia di brasiliani delle regioni rurali dove nessun medico della classe media brasiliana voleva andare.
 Ma forse, la cosa più importante che è successa nella lotta di classe, nelle campagne, durante il 2013, è che sono cresciuti i segni evidenti di contraddizioni prodotte dall’agrobusiness con le sue aggressioni all’ambiente, con l’uso di veleni e con la manipolazione dei prezzi degli alimenti. E da un altro lato, siamo andati avanti nella costruzione di un’ampia unità tra tutti i movimenti sociali delle campagne, verso un programma di agricoltura che risponda agli interessi di tutto il popolo.
E nelle grandi città, i giovani hanno espresso la nostra voce, chiedendo cambiamenti e un paese migliore. Certamente ci uniremo a loro nel 2014, esigendo una riforma politica e una costituente sovrana, giacchè le orecchie delle elite e dei tre poteri continuano a essere otturate dalla loro stupidità.
 
 
 
Articolo per Caros Amigos, di dicembre 2013
Traduzione S. Romagnoli
Allegato Rimosso