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Fw: Yoani Sánchez in Italia: il Festival dell'intolleranza e del servilismo (+ video)
- Subject: Fw: Yoani Sánchez in Italia: il Festival dell'intolleranza e del servilismo (+ video)
 - From: "nello margiotta" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
 - Date: Wed, 1 May 2013 08:57:33 +0200
 
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 ----- Original Message ----- 
 
From: Alba .  
To: Alba 
.  
Sent: Wednesday, May 01, 2013 12:08 AM 
Subject: Yoani Sánchez in Italia: il Festival dell'intolleranza e 
del servilismo (+ video) Cuba 
Yoani Sánchez in Italia  
il Festival dell’intolleranza e del 
servilismo 
Tappata la bocca a chi faceva domande 
scomode 
di Vincenzo Basile (Capítulo cubano) 
Lo scorso 28 aprile, alla chiusura del 
Festival Internazionale del Giornalismo 
di Perugia è intervenuta la blogger “dissidente” cubana Yoani Sánchez che, da 
circa due mesi, sta attraversando le due sponde dell’oceano Atlantico, in un 
economicamente ingiustificabile tour mondiale carico di inganni, distorsioni e 
manipolazioni di ogni sorta della realtà cubana che la stanno smascherando 
dinanzi al mondo per quello che è in realtà, vale a dire, una pedina mediatica 
che il potente e onnipresente vicino del nord ha giocato nella sua decennale 
lotta contro il popolo cubano, un popolo che nel cortile di casa degli Stati 
Uniti ha deciso di scrivere autonomamente e indipendentemente la sua 
storia. 
L’intervento al Festival di 
Perugia non solo non ha smentito il carattere 
settario della autonominatasi giornalista e la sua incapacità di fronteggiare 
domande scomode, ma ha anzi accentuato la sua completa mancanza di argomenti e 
l’estremismo -quasi fanatismo- dei suoi sostenitori, spalleggiati -all’unisono- 
da un’irresponsabile e sempre più servile stampa italiana. 
Per 
comprendere ciò, bisogna prima di tutto riportare un evento senza dubbio 
sgradevole e di poco valore culturale. Infatti, dopo la presentazione del 
direttore de La Stampa, Mario Calabresi, l’intervento della 
Sánchez all’evento -che si è distinto da molti altri di questo genere per essere 
ad ingresso libero- è stato immediatamente interrotto da un piccolo gruppo che 
ha sventolato bandiere cubane e del Movimento 26 de Julio, gridando 
slogan per Cuba e contro gli Stati Uniti e non sfruttando l'occasione di poter 
smascherare le menzogne della blogger ponendole determinate 
domande. 
Una volta 
allontanati dalla sala questi elementi rissosi, l’intervento di Yoani Sánchez si 
è svolto nella totale armonia, tant’è che -al termine di un quasi un’ora di 
monologo in cui l’intervistatore, Mario Calabresi, ha preparato e servito 
all’intervistata, Yoani Sánchez, le basi per reiterare un discorso monotono che 
ormai si ripete da mesi- lo stesso Calabresi, prima di dare il via alle domande, 
ha dichiarato: “Ringrazio tutti, anche chi non è d’accordo. Vi ringrazio per 
aver ascoltato con correttezza”.  
Tuttavia, 
l’inizio del dibattito ha scatenato l’ira dell’organizzatrice dell’evento, 
Arianna Ciccone, la quale si è dimostrata completamente intollerante nei 
confronti degli interventi “critici” che avrebbero potuto distruggere il copione 
dominante del Festival: “la dissidente che lotta contro una dittatura 
comunista” 
In tal senso, 
la Ciccone -ripetendo più volte di essere l’organizzatrice del 
Festival, quasi a voler affermare di avere per questo una sorta di potere 
superiore sullo svolgimento del dibattito- si è diretta con fare violento e 
prepotente contro alcuni membri dell’Associazione Italia-Cuba e AsiCuba Umbria, 
con l’evidente obiettivo di impedire che rivolgessero domande critiche a Yoani 
Sánchez, generando caos, sconcerto e contestazioni dinanzi alla sua postura 
intollerante e interrompendo quindi per diversi minuti il regolare svolgimento 
del dibattito. Successivamente, come affermato da numerosi testimoni che hanno 
partecipato all’evento, Arianna Ciccone avrebbe addirittura qualificato una 
delle signore che ha chiesto la parola, con squallidi e volgari epiteti, come 
“troia” e “vacca”.  
Le uniche tre 
domande “critiche” rivolte a Yoani Sánchez -dopo un’ora di monologo sui mali di 
Cuba e tutte formulate in maniera cortese e con il massimo rispetto nonostante 
le interruzioni della Ciccone- hanno riguardato temi come la guerra non 
dichiarata che gli Stati Uniti combattono contro l’Isola da più di 
cinquant’anni, il suo recente viaggio a Washington e l’incontro con i 
congressisti cubano-americani a cui a chiesto più aiuto per finanziare un 
cambio politico a Cuba, le sue dimostrate riunioni con i rappresentanti 
diplomatici statunitensi all’Avana, la finta risposta di Obama ad una sul 
lettera, e le ripetute menzogne che divulga via twitter. Le risposte sono state 
tutte caratterizzate da un continuo discorso al contrario e 
inconcludente. 
Ad esempio, 
per quanto riguarda l’importante questione del suo intervento nel Senato 
statunitense, un fatto che sarebbe considerato scandaloso e un atto di 
‘tradimento’ in ogni altro paese del cosiddetto mondo democratico, in un delirio 
di onnipotenza, la Sánchez ha affermato di essere una 
“diplomatica popolare, una persona che in quanto cittadina ha il diritto ad 
esercitare la diplomazia”. Ha ribadito, ancora una volta, di aver chiesto al 
Senato la fine dell’embargo (secondo lei una scusa usata dal governo 
cubano) ed ha completamente eluso la parte della domanda attinente alle 
richieste di ‘aiuto’ che ha rivolto ai politici nordamericani e, soprattutto, al 
fatto di aver sostenuto incontri con congressisti 
statunitensi (di origine cubana) del calibro di 
Mario Diaz Balart -figlio di Rafael, senatore e ministro degli Interni di Cuba 
durante la dittatura di Batista, fuggito a Miami dopo il trionfo rivoluzionario 
rubando fondi dalle casse dello Stato per poi creare La 
Rosa Blanca, un’organizzazione composta da quasi tutti 
i membri dell’apparato repressivo di Batista- e Ileana Ros-Lehtinen -figlia di 
Enrique Emilio Ros Pérez, un altro ufficiale del regime di Batista- che è 
conosciuta a Cuba come la lupa feroce per essere tra le più veementi 
sostenitrici della linea dura contra la Rivoluzione e per aver 
appoggiato attivamente e pubblicamente attentati terroristici contro l’Isola, in 
uno dei quali perse la vita il terribilmente sconosciuto giovane italiano 
Fabio Di Celmo. 
Oppure, ad 
esempio, per quanto riguarda le false risposte di Obama a una sua lettera che invece erano state scritte dal rappresentante 
diplomatico statunitense all’Avana, la sua argomentazione si è basata su una 
sorta di improbabile e contorto discorso al contrario: non è colpa di Obama che 
non ha risposto alla sua lettera o di lei che ha inventato una frode mediatica, 
è colpa del governo di Cuba che non è abituato a lavorare in squadra. Quindi, la 
finta risposta di Obama, non era un imbroglio, era solo il frutto di un normale 
lavoro di squadra del governo statunitense, sconosciuto a Cuba. 
Nonostante 
questo ‘scambio di opinioni e di visioni’ tra la blogger e vari membri del 
movimento di solidarietà con Cuba, e nonostante la delirante ferocia di Arianna 
Ciccone, il trattamento mediatico dell’intervento di Yoani Sánchez al Festival 
Internazionale del Giornalismo è stato pressoché lo stesso. Tutti i media 
italiani a diffusione nazionale hanno fatto esclusivamente riferimento al 
piccolo gruppo iniziale che ha gridato slogan contro la Sánchez 
-identificandoli erroneamente con l’Associazione Italia-Cuba- ed hanno 
completamente taciuto tutto il resto del dibattito, la manifestazione 
d’intolleranza della Ciccone o le risposte evasive, ambigue e inconcludenti 
della stessa blogger “dissidente”, la cui parola sembra non possa essere messa 
in discussione. 
Questi sono 
alcuni degli articoli pubblicati dopo la chiusura del Festival. “Yoani Sanchez contestata a Perugia la platea 
fischia i filo castristi” (La 
Repubblica). “Perugia, filo castristi contestano la dissidente 
cubana Yoani Sanchez” (Il Giornale). 
“Protesta di un gruppo di castristi al 
Festival del Giornalismo contro la blogger cubana” (La Stampa).  
Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo intitolato 
“La blogger Yoani Sànchez contestata a Perugia. 
Urla e schiamazzi contro la dissidente cubana” in 
cui ha letteralmente trasformato l’isolato delirio di Arianna Ciccone in scontri 
tra due fazioni: “forte concitazione (…) durante il dibattito: decine di 
persone hanno voluto prendere la parola, attaccando duramente la blogger. E 
ancora violenti alterchi tra contestatori e organizzatori, che cercavano di 
difendere la Sanchez. E di permetterle di parlare. Una vera 
gazzarra, placata solo dall'intervento di decine di poliziotti. La blogger è 
uscita scortata.” 
Il Fatto quotidiano ha completamente ribaltato la realtà, facendo diventare la risposta 
colorita della donna offesa dalla Ciccone e rivolta alla stessa Ciccone in 
insulti a Yoani Sanchez: “un’unica – e, per l’orgoglio nazionale, molto 
gratificante – variante italica: un ‘stronza, stronza’, istericamente 
gridato da una delle più attive ripudianti in direzione della 
ripudiata”.  
Questo evento, 
lascia dietro di sé due macchie indelebili. Da un lato, quella dell’intolleranza 
di un insignificante gruppetto di rissosi -incapaci di stabilire un contatto 
sincero e autentico con la Cuba rivoluzionaria di oggi giorno e 
che vivono ancora ancorati a degli schemi culturali del secolo scorso, mentre 
Cuba e l’America Latina costruiscono il nuovo socialismo del XXI secolo- e della 
“esuberante” Arianna Ciccone, che con poche parole e pochi gesti ha esternato 
tutta la sua intolleranza, rendendo definitivamente vano il senso del 
democratico evento con “ingresso libero”. Dall’altro, lo squallido servilismo 
informativo dei media italiani che hanno deciso di sostenere apertamente la 
corrente dominante rispetto alla questione cubana, vale a dire, demonizzare il 
“regime castrista” e i suoi sostenitori e celebrare i suoi critici e quelli che 
li appoggiano. La domanda, il giornalismo investigativo, la ricerca della 
verità, sono elementi addizionali e opzionali di un sistema informativo dove 
intervistatore, intervistato e mediatore seguono lo stesso copione, un sistema 
informativo ormai morto e decomposto, in attesa di sepoltura. 
Vedi il video http://nicaraguaymasespanol.blogspot.com/2013/04/video-yoani-sanchez-en-italia-el.html 
Fonte originale: Capítulo cubano 
© Lista Informativa "Nicaragua y más" 
di Associazione  Italia-Nicaragua - www.itanica.org 
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