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Colonia Dignidad, nazismo e impunità in Cile
- Subject: Colonia Dignidad, nazismo e impunità in Cile
- From: annalisa melandri <annalisamelandri at yahoo.it>
- Date: Wed, 9 Jan 2013 13:55:42 +0000 (GMT)
Colonia Dignidad, nazismo e impunità in Cile
Quattro gerarchi ancora alla guida dell’ ex Colonia Dignidad.La setta religiosa di Paul Schäfer responsabile di abusi sui bambini e collaboratrice con la dittatura di Pinochet
Di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro *- 21 Dicembre 2012
Due deputati cileni, Lautaro Carmona (Partito Comunista) e Sergio Aguiló (Sinistra Cristiana), hanno chiesto lo scorso mese di novembre alle autorità del loro paese di porre fine ai benefici dei quali godrebbero quattro cittadini tedeschi, ex dirigenti della tristemente nota Colonia Dignidad, i quali nonostante siano stati condannati
per sequestro, privazione illegale della libertà, complicità in violenze sessuali contro minori, associazione a delinquere e altri reati finanziari, continuano ad agire pubblicamente come leader della comunità e a promuovere iniziative pubbliche in nome di essa.
La Colonia Dignidad, ribattezzata recentemente come “complesso turistico” Nuova Villa Baviera, è una comunità che si trova nei pressi di Parral, nella regione del Maule, in Cile. Fu fondata negli anni ’60 da un tedesco, Paul Schäfer Schneider, ex membro della Gioventù Hitleriana e medico della Wehrmacht, il quale in Germania dopo la guerra, aveva creato presunte società caritatevoli che si occupavano di bambini. Nel 1961 si rifugiò in Cile (probabilmente aiutato dalla potente organizzazione Odessa) in seguito alle accuse di abusi sessuali su minori. In Cile, insieme ad un nutrito gruppo (circa 300 persone) di tedeschi che erano emigrati con lui, fondò la Colonia Dignidad, che con il tempo divenne una vera e propria setta di matrice religiosa, alla guida della quale si assunse come leader e capo indiscusso. Alcuni dei residenti alla Colonia divennero suoi più stretti collaboratori e complici in tutta la serie infinita di orrori che si commisero all’interno della comunità, altri, la maggior parte, ne divennero loro malgrado vittime, come i bambini, dei quali abusò sistematicamente fin dal principio.
Uno stretto regime di isolamento dall’esterno e dalle famiglie di origine, una costante attività di plagio e annientamento della personalità, insieme ad abusi, violenze, uso indiscriminato di farmaci, resero tutti i membri della comunità incapaci di opporre
resistenza alle attività criminali di Schäfer e dei suoi collaboratori, attività che, almeno in parte, la maggioranza dei residenti della comunità ignorava. Vincoli di amicizia e ideologici portarono l’ex nazista a stringere alleanze basate su aiuto e supporto reciproco, con l’associazione cilena paramilitare di estrema destra Patria e Libertad, che fin dal principio degli anni’70 si opponeva, anche con azioni terroristiche, al governo socialista di Salvador
Allende e che si dissolse dopo l’11 settembre del 1973. In cambio di appoggio politico, Patria e Libertad effettuava e riceveva addestramento militare nelle proprietà della Colonia. Di lì all’appoggio al regime di Pinochet da parte di Schäfer, il passo fu breve.
Dopo
il golpe, secondo Amnesty International e il Rapporto Retting, la Colonia Dignidad funzionò come centro di detenzione e tortura della potente DINA, la polizia segreta del regime. Si dice che Manuel Contreras, il suo direttore, frequentasse abitualmente la Colonia e che almeno in una occasione vi si fosse recato in compagnia di Pinochet. I tedeschi davanoaddestramento militare e sull’uso delle armi ai cileni e li coadiuvavano negli ‘interrogatori’ dei prigionieri
politici. In cambio ricevettero appoggio politico e protezione (anche nel caso di eventuali richieste di estradizione dalla Germania per i crimini di natura sessuale di Schäfer) e benefici economici consistenti anche in cessioni di terreni, per cui la proprietà della Colonia Dignidad raggiunse un’estensione di 17mila ettari.
Varie testimonianze rese da ex membri della Colonia fuggiti e ricerche effettuate dalla Commissione della Verità e della Riconciliazione (riassunte nel già citato Rapporto Retting del 1991) che aveva il compito di far luce sulle violazioni dei diritti umani sotto la dittatura, parlano di oltre un centinaio di persone uccise e fatte sparire
nella Colonia Dignidad. Molti cadaveri furono dissotterrati nel 1979 quando Pinochet con l’operazione ‘Ritiro dei Televisori’ dette ordine di far sparire i corpi dei prigionieri politici che erano stati uccisi, riesumando i cadaveri e gettandoli in mare. Nella Colonia Dignidad vennero bruciati nei forni o con l’utilizzo del fosforo.
Il tedesco Gerard Munke, uno dei gerarchi e stretto collaboratore di Schäfer, dichiarò al giudice Jorge Zepeda nel 2006 che dopo il colpo di Stato, almeno 20 prigionieri furono giustiziati e seppelliti nella Colonia (si sa ormai che furono molti di più) e successivamente, nel 1979 quando Pinochet diede l’ordine di far sparire anche i cadaveri, Schäfer in persona gli ordinò di “dissotterrarli, metterli in un sacco che conteneva una sostanza che era fosforo e che bruciava moltissimo e i resti furono gettati nel fiume Perquilauquén”. Il giornalista tedesco Fredrich Paul Heller, autore di due libri sulla Colonia Dignidad è sicuro che dietro questa vicenda si nascondano segreti ancora più importanti e dal risvolto inquietante, contenuti negli oltre 40 archivi venuti alla luce nel 2005 insieme a un enorme quantitativo di armi, tra cui lanciamissili, esplosivi e sostanze chimiche, un vero e proprio arsenale da guerra. Archivi che il governo cileno, dichiarò ‘segreto di Stato’ dopo aver in un primo momento iniziato a darne diffusione.
Heller è sicuro, grazie a testimonianze raccolte, che si tratta di qualcosa che coinvolge anche i servizi segreti tedeschi e che ha a che fare con le armi, che secondo lui facevano parte del progetto segreto di difesa chiamato ANDREA che prevedeva anche la produzione di grandi
quantità di gas Sarin e probabilmente di ordigni nucleari, il tutto nella possibilità di una guerra contro l’Argentina in un momento difficile delle relazioni tra i due paesi. La Colonia in questo senso doveva quindi funzionare come base clandestina per la preparazione di armi non convenzionali che sarebbero state usate in caso di conflitto, dal momento che Augusto Pinochet era consapevole della debolezza militare del suo esercito. Tutte le indagini fino a questo momento portate avanti, denuncia
il giornalista Paul Heller, tergiversano su questi aspetti della vicenda e anche i benefici concessi agli altri gerarchi della Colonia, sopravvissuti a Schäfer, che è morto in carcere nel 2010 a 88 anni dove, (dopo essere stato estradato dall’Argentina dove si era rifugiato), stava scontando una condanna a 20 anni per violenze sessuali, violazione delle
leggi cilene sulle armi e delitti fiscali , si inseriscono in quest’ottica di complicità segreta tra i servizi segreti dei due paesi, Cile e Germania.
Oggi infatti, alcuni tedeschi (oltre a Gerhard Mücke, Gisela Seewald, Gerd Seewald e Kurt Schnellenkamp) condannati insieme ad alti vertici della DINA per crimini contro l’umanità, complicità in crimini sessuali, associazione a delinquere e delitti fiscali, si trovano in libertà condizionale ed hanno ampia libertà di movimento all’interno del ‘complesso turistico’ Villa
Baviera. Sono gli stessi che hanno provocato l’indignazione dei parlamentari qualche settimana fa per aver presenziato all’ Oktoberfest , la famigerata festa della birra, dove Gerhard Mücke era presente come portavoce della comunità ed organizzatore dell’evento.
L’anno scorso alla stessa iniziativa aveva preso
parte un altro tedesco, il dottor Hartmut Hopp, fuggito dal Cile qualche mese dopo ed attualmente in Germania, che ad ottobre di quest’anno ha comunicato la sua decisione di non concederne l’estradizione.
Se sembra azzardato parlare di “riarticolazione della Colonia Dignidad” come hanno denunciato i parlamentari
cileni, sembra anche quanto mai inquietante che ben quattro gerarchi della vecchia struttura, tutti condannati per gravissimi crimini, continuino a gestire la nuova realtà comunitaria da uomini liberi; il dottoriHopp era stato condannato appena a cinque anni di carcere per associazione a delinquere e complicità nell’abuso di minori. Nel 2006 gli abitanti della comunità scrissero e pubblicarono sui maggior mezzi di comunicazione del Cile, una lettera diretta ai loro concittadini cileni e tedeschi facendo un mea culpa per le loro responsabilità e piegano con dovizia di dettagli lo stile di vita che erano costretti a vivere nella Colonia Dignidad.
Tuttavia al di là delle dichiarazioni di coloro i quali in certa misura si sono resi complici di tanti crimini, resta latitante, in Cile, ancora una volta la giustizia per quanto riguarda i crimini legati alla dittatura militare. Come non dimenticare che lo stesso Pinochet è morto non avendo scontato nemmeno un giorno di carcere? La verità storica e la memoria,
soprattutto nel caso di gravi violazioni dei diritti umani e di crimini contro l’umanità, restano mutilate quando non sono accompagnate dal giusto castigo per i colpevoli.
* Articolo scritto in esclusiva per l’indro — www.lindro.it e qui ripubblicato per gentile concessione
Annalisa Melandri
L'uomo è nato libero ed è ovunque in catene.
J.J. Rousseau
Derecho que no se defiende, derecho que se pierde
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