Perù, terzo rimpasto di governo in un anno. CHI ABBIAMO PER PRESIDENTE? di Hugo Blanco
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- Date: Sun, 5 Aug 2012 08:31:48 +0200 (CEST)
CHI ABBIAMO PER PRESIDENTE?
È
necessario ricordarlo e comunicarlo a quelli che non ne sono al
corrente. La
maggioranza dei “politici” preferisce dimenticarlo.
Durante
la guerra interna è stato comandante militare a Madre Mía, Tocache,
Huánuco, con il soprannome di “capitan Carlos”. Fu denunciato
per omicidi e torture, e in seguito pagò i testimoni perché
cambiassero le loro dichiarazioni.
Si è vantato di aver ricevuto le felicitazioni dei suoi superiori. Chi felicitavano i capi militari in quel periodo? Felicitavano quelli che uccidevano innocenti (i militari che non hanno voluto farlo dovettero scappare dal paese).
Il
fascicolo inerente al suo servizio militare di quegli anni “si è
perso”. Adesso, i suoi capi di allora sono premiati con incarichi
importanti.
Durante
la campagna elettorale del 2006 un politico di destra disse che non
si dovevano castigare i militari assassini denunciati dalla Comisión
de la Verdad, e gli organismi per i Diritti Umani protestarono.
Protestò
anche lui, ma perché in campagna elettorale non si doveva toccare
quel punto tanto delicato per la “famiglia militare”. Ora è
questa famiglia che governa il Paese.
Posteriormente
fu nominato comandante militare della caserma di Locumba, a Moquegua,
poiché Montesinos aveva bisogno di gente di fiducia per promuovere
la rielezione di Fujimori.
Il
29 ottobre del 2000, Montesinos chiamò questa caserma per quattro
volte dal suo cellulare mentre fuggiva del paese sulla barca a
vela "Karisma"
, nello stesso momento in cui iniziava il "Locumbazo"1.
Le chiamate dal cellulare 9970-8099 di Montesinos al numero
fisso
054-713791
furono realizzate: una, alle 10:52 AM, e le altre tre dopo
le
14:00 di quella stessa domenica.
Ollanta
portò 57 soldati fuori dalla caserma per fare esercitazioni. Una
volta fuori, gli comunicò che stavano dando inizio a una
sollevazione militare contro il governo, poi li condusse
all'accampamento minerario di Toquepala da dove telefonò a Radio
Programas per comunicare la “sollevazione” in atto, questo era
urgente e necessario affinché l'attenzione generale si accentrasse sulla
sollevazione militare e non sulla fuga di Montesinos.
Quando
lasciò l'accampamento gli erano rimanti solamente i riservisti che
aveva reclutato Antauro, gli altri soldati erano fuggiti.
Il
17 novembre Fuijimori fuggì dal paese e comunicò la sua rinuncia
alla presidenza con un fax.
Occupò
la presidenza Valentín Paniagua. Ollanta si arrese a lui.
Dopo
aver passeggiato por Moquegua e Arequipa per più di un mese.
Come
non succede in nessuna parte del mondo, contro questa sollevazione
militare, fatta per far crollare un governo, non fu sparata neanche
una pallottola, e i militari incaricati di attaccarla dichiararono
poi che gli fu ordinato di andare senza munizioni.
In
più di un mese di “sollevazione per abbattere il governo”
nessuno si fece neanche un graffio!
In
seguito fu
detenuto per alcuni giorni e poi inviato come addetto militare
all'ambasciata di Francia e poi di Corea, ricevendo un lauto
stipendio.
Tornò
in Perù e approfittò dell'organizzazione di riservisti veri e
falsi
che aveva radunato suo fratello Antauro (che allora stava già in
prigione)
tramite
il
periodico “Ollanta”, dove scriveva alcune cose contro
gli
interessi
imperialisti.
Non
è mai stato presente in nessuna protesta popolare. Non si è mai
definito di sinistra, questo lo hanno inventato quelli “di
sinistra” per sentirsi a posto.
Quello
che si è sicuro, è che durante la sua campagna elettorale a
Cajamarca promise di difendere l'acqua contro l'oro e che una delle
sue prime posizioni come governante è stata quella di affermare:
“Conga va si o si”.
Non
si è mai
comportato democraticamente. Come abbiamo ricordato prima, non ha
consultato i soldati per sapere se volessero sollevarsi
contro
il governo, come loro capo militare glielo ha ordinato.
Dice
che nel suo partito non avviene come negli altri, dove i comitati
dirigenti sono scelti tramite elezioni. Nel suo partito li designa
lui.
Non
c'è mai stato un congresso nel suo “partito”, è lui che dà gli
ordini, non ha mai lasciato da parte la sua mentalità gerarchica
militare.
Per
ingannare il popolo che aveva votato per lui perché aveva promesso
cambi, all'inizio formò un gabinetto “progressista” transitorio,
che poi ha presto cambiato.
Ora
ha sostituito Valdés, non perché sia troppo reazionario, ma perché
innocentemente dice le cose che lui pensa ma non dice, come che
ammira Fujimori e che Ollanta non deve compiere le sue promesse
elettorali.
Il
nuovo gabinetto continuerà la stessa politica del precedente ma
senza dire pubblicamente quello che pensa.
Il
popolo deve essere cosciente del fatto che chi ci governa sono le
grandi imprese transnazionali per il loro personale beneficio ma
tramite “la famiglia militare“ di Ollanta.
Il
Perù continua ad essere una colonia, prima lo è stata della Spagna,
poi dell'Inghilterra, poi degli Stati Uniti ed ora delle
imprese
transnazionali,
alle quali non gli importa d'ammazzare la natura e
la
popolazione peruviana, gli interessa solamente ottenere la maggior
quantità di denaro possibile nel minor tempo possibile. Ollanta è
il viceré.
Malgrado
sapessi tutto questo, ho considerato una cosa positiva la vittoria di
Ollanta alle elezioni, poiché, se avesse vinto un altro candidato,
il popolo povero2
si sarebbe sentito sconfitto.
Invece,
quando Ollanta ha ottenuto la presidenza, il popolo ha esclamato: “Abbiamo
vinto!”,
e quando poi Humala si è comportato come si è comportato, si è sentito
indignato, tradito, disposto a lottare per difendere quello per cui
aveva votato, e lo sta facendo.
Solo
il popolo organizzato libererà se stesso.
HUGO BLANCO
da
“Lucha Indigena”, agosto 2012
1Locumbazo: fu una sollevazione militare avvenuta il 29 ottobre del 2000 a Locumba, capeggiata dall'allora comandante dell'esercito Ollanta Humala Tasso insieme a suo fratello, il maggiore di Fanteria in ritiro Antauro Humala Tasso. Lo scopo ufficiale della sollevazione, manifestato nel pronunciamento di rito, era quello di ottenere la rinuncia del presidente Alberto Fujimori, che era stato rieletto per la seconda volta con delle elezioni considerate illegittime; bisogna ricordare tuttavia che, in quel momento, il regime di Fujimori stava comunque crollando. Questo fatto segnò l'inizio della carriera politica di Ollanta Humala, che lo ha portato fino alla presidenza del Perù nel 2011.
2Sono state principalmente le classi sociali più povere ad aver portato Humala alla presidenza con il loro voto, perché hanno creduto alle sue promesse in campagna elettorale (esistono dei video di comizi pre-elettorali che dimostrano senza possibilità di dubbio la portata del voltafaccia dell'attuale presidente del Perù), oltre che per la paura che vincesse Keiko Fujimori, figlia dell'ex-dittatore ora in carcere per gravissimi reati contro i diritti umani, ed espressione dell'estrema destra.
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