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BILANCIO E PROSPETTIVE DEL MST
- Subject: BILANCIO E PROSPETTIVE DEL MST
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Thu, 05 Jan 2012 09:37:11 +0100
- Thread-topic: BILANCIO E PROSPETTIVE DEL MST
Title: BILANCIO E PROSPETTIVE DEL MST BILANCIO DELL’ANNO VECCHIO E PROSPETTIVE PER IL 2012
L’anno finisce e, ancora una volta, abbiamo la sensazione del dovere compiuto in relazione a tutte le nostre lotte, attività e alle alleanze che siamo riusciti a costruire e approfondire con diversi settori della classe lavoratrice. In un altro anno molto difficile, abbiamo dovuto portare avanti grandi lotte contro il latifondo dell’agrobusiness, che continua la sua offensiva nei confronti delle nostre terre, delle risorse naturali e degli investimenti pubblici.
L’agrobusiness, che è formato dall’alleanza dei fazendeiros capitalisti con imprese transnazionali e capitale finanziario, controlla la nostra agricoltura e tenta di approfondire il suo dominio.
Una delle priorità dell’agrobusiness è stata la flessibilizzazione del Codice Forestale. La legislazione ambientale brasiliana, che è avanzata dal punto di vista della protezione dell’ambiente, della produzione sostenibile e della creazione di reddito, è una barriera nei confronti dell’avanzamento del capitale in agricoltura. I concetti di Riserva Legale e le Aree di Protezione Permanente sono ostacoli all’avanzamento delle imprese transnazionali sulle nostre terre per realizzare la produzione di monoculture per l’esportazione, basata sull’espulsione delle famiglie delle campagne e nell’utilizzazione senza limiti di agrotossici.
Il progetto del senatore Luiz Henrique, approvato dal senato federale, erede del testo del deputato federale Aldo Rebelo, assolve i fazendeiros che hanno disboscato e li esenta dall’obbligo di recupero di gran parte di queste aree, crea la possibilità che, per mezzo di una autodichiarazione, chiunque sia esentato dal dovere di recuperare l’area di Riserva Legale; non dispone di meccanismi per impedire ulteriori disboscamenti.
Abbiamo partecipato a una grande articolazione di gruppi (che riunisce i movimenti del campo, l’agricoltura familiare, il movimento sindacale, le entità di difesa dell’ambiente, scienziati, artisti e settori della Chiesa Cattolica, di organizzazioni di avvocati e del Potere Giudiziario) che si propongono di affrontare l’offensiva del capitale in agricoltura e i suoi rappresentanti, il gruppo ruralista in parlamento. Tuttavia, non abbiamo avuto la forza per portare avanti efficacemente questo progetto e fare pressioni perché il governo prendesse una posizione ferma e realizzasse quindi gli impegni della campagna della presidente Dilma Rousseff.
E’ prevista la votazione del progetto alla Camera dei Deputati per l’inizio di marzo. In questo periodo, abbiamo il compito di realizzare una grande giornata di lotte, con la partecipazione di tutti i settori che si sono schierati in difesa delle foreste, per impedire l’approvazione del testo e fare pressione perché la presidenta vieti i cambiamenti che creano condizioni per ampliare il disboscamento e il controllo del capitale sulla nostra agricoltura.
Agrotossici
La società brasiliana è ogni giorno più attenta ai problemi causati dalla cattiva alimentazione e ai problemi di salute derivanti soprattutto dalla contaminazione da agrotossici. I veleni sono uno degli assi che sostengono il modello di produzione dell’agrobusiness, come il latifondo, la monocultura e l’espulsione delle famiglie dalle campagne per una produzione rivolta verso l’estero.
Il Brasile occupa, dal 2008, il primo posto nell’utilizzazione di agrotossici nel mondo. Più di un miliardo di litri sono sparsi sulle coltivazioni. Nel 2010, è stata organizzata la campagna nazionale contro gli agrotossici, con la partecipazione di organizzazioni importanti come l’Istituto Nazionale del Cancro (INCA), la Fiocruz e l’Agenzia di Vigilanza Sanitaria (Anvisa).
Alcuni studiosi hanno messo in luce la relazione degli agrotossici con il cancro. Nei prossimi due anni, più di un milione di brasiliani riceveranno una diagnosi di cancro, secondo l’INCA. Solo il 60% delle persone colpite riusciranno a guarire. Le contraddizioni causate nella salute di tutta la popolazione dall’uso senza limiti di agrotossici porterà la società a mettere in discussione il modello dell’agrobusiness, che oltre a imporre la concentrazione delle terre, la devastazione dell’ambiente e l’espulsione delle famiglie del campo, contamina gli organismi di tutta la popolazione.
Reforma Agrária
L’offensiva delle forze del capitale e la mancanza di iniziativa politica del governo federale hanno fatto del 2011 un altro anno cattivo per la Riforma Agraria. Solo 35 aree sono state trasformate in insediamenti, beneficiando solo 6.000 famiglie. I numeri corrispondono al 20% di quanto l’ex-presidente Lula ha realizzato nel suo primo anno di mandato, quando furono creati 135 insediamenti, con il coinvolgimento di 9.195 famiglie.
Allo stesso tempo, 90 processi di esproprio di terra ingialliscono sui tavoli della Casa Civile e della Presidenza della Repubblica. Perché questi processi, tencicamente conclusi, si traformino in insediamenti basta la firma della presidente Dilma.
Durante tutto l’anno, abbiamo realizzato mobilitazioni per denunciare la lentezza della Riforma Agraria, l’inefficienza dell’Incra e i crimini dell’agrobusiness. Nel mese di aprile, ci sono state più di 70 occupazioni di latifondi, oltre a marce e accampamenti in 19 stati. In agosto, i movimenti organizzati da Via Campesina hanno realizzato un accampamento con 4.000 lavoratori rurali a Brasilia, oltre a mobilitazioni che hanno visti coinvolti 50.000 agricoltori in 20 stati. Questa giornata ha strappato impegni importanti al governo federale, che per il momento sono restati sulla carta, e ha conquistato un supplemento di bilancio di 400 milioni di reais per l’ottenimento di terre.
Prospettive
Con i passi avanti del capitale in agricoltura, la realizzazione della Riforma Agraria dipende dalle lotte dei lavoratori rurali, con le nostre occupazioni, marce e proteste, ma anche da grandi mobilitazioni della società brasiliana per riforme strutturali, che potranno avanzare solo a partire dall’organizzazione e lotta del popolo brasiliano intorno a un progetto popolare per il Brasile.
Per questo, abbiamo seguito con grande interesse l’aumento della quantità degli scioperi e delle mobilitazioni delle diverse categorie per l’aumento dei salari e migliori condizioni di lavoro, così come le proteste degli studenti nelle università pubbliche.
Le grandi imprese hanno lucrato molto nell’ultimo periodo, con la crescita dell’economia, il che crea migliori condizioni di lotta per i lavoratori. Anche se questi scioperi hanno, in gran parte, un carattere economicista, dimostrano che la classe lavoratrice è in movimento, aprendo un orizzonte per intensificare le lotte e creando le prospettive di un dibattito politico con la società brasiliana sulla necessità di trasformazioni profonde nel nostro paese.
Le politiche realizzate dal governo dal 2003 sono riuscite a migliorare le condizioni di vita della popolazione, ma non sono stati fatti cambiamenti strutturali che trasformino il nostro paese. Per affrontare queste questioni, le organizzazioni della classe lavoratrice hanno costruito un programma politico, ponendo come punti principali: la riduzione dell’orario di lavoro settimanale a 40 ore, senza riduzione salariale, misure per garantire migliori condizioni di lavoro e minore rotazione, la destinazione del 10% del PIB all’educazione, la realizzazione della Riforma Agraria e la proibizione dell’uso degli agrotossici, una riforma urbana che garantisca abitazioni per tutti, la riorganizzazione del sistema di trasporto, migliori condizioni di vita nelle grandi metropoli, una riforma tributaria progressiva per tassare quelli che concentrano il reddito, la ricchezza e il lucro e la democratizzazione dei mezzi di comunicazione di massa.
La sfida è costruire, a partire dalle lotte di tutti i settori che sostengono queste bandiere, un grande movimento di massa che abbia organizzazione e forza per affrontare l’offensiva del capitale e garantire conquiste per il popolo brasiliano. Nel prossimo periodo parteciperemo a queste battaglie e richiederemo il compimento degli impegni assunti dal governo in seguito a molte lotte, occupazioni, marce e mobilitazioni. Abbiamo anche il compito di avanzare nell’organizzazione dei nostri insediamenti per essere punto di riferimento di produzione di alimenti di qualità e senza veleni per la popolazione brasiliana, continueremo ad organizzare i poveri in nuovi accampamenti e occupazioni e a realizzare alleanze ancora più forti con la classe lavoratrice, in tutti gli spazi possibili. Gli impegni assunti si convertiranno in conquiste concrete solo con la pressione sociale e l’unità nel programma e nella lotta con altri settori della classe lavoratrice.
Se lo slogan di questo governo è “Paese ricco è paese senza povertà”, dobbiamo far aprire gli occhi alla popolazione brasiliana sul fatto che il modello di sviluppo dell’agrobusiness, basato sul latifondo, sulla esportazione, sulla esclusione sociale, sull’avvelenamento della natura, sulla distruzione delle foreste non potrà non portare alla povertà nelle campagne, poiché è la radice stessa della povertà. Con le nostre lotte e campagne avanzeremo nelle conquiste e la società comprenderà che combattere la povertà nel campo è fare la Riforma Agraria. L’anno nuovo sarà felice grazie alla forza e alla mobilitazione del popolo
SEGRETERIA NAZIONALE DEL MST
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