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Sent: Monday, October 10, 2011 10:24 AM
Subject: Il pericolo di essere giornalista in Honduras
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Lun 10/10/11, Giorgio Trucchi <gtrucchi at ibw.com.ni> ha scritto:
Da:
Giorgio Trucchi <gtrucchi at ibw.com.ni> Oggetto: Il pericolo di
essere giornalista in Honduras A: Undisclosed-Recipient at yahoo.com Data: Lunedì 10
ottobre 2011, 00:11
Honduras
Il pericolo di
essere giornalista
Libertà d'espressione,
omicidi, impunità e colpo di Stato
© (Foto G.
Trucchi/Rel-UITA)
L'Honduras si è trasformato in uno
dei paesi più pericolosi per l'esercizio del giornalismo.
L'omicidio di 16 giornalisti dal colpo di Stato del giugno 2009 a oggi e
l'impunità che regna nel paese, sono stati temi di analisi e
dibattito durante il Convegno "Impunità, libertà di espressione e
giustizia", che si è svolto dal 5 al 7 ottobre nella capitale
honduregna. - Video sul tributo reso ai giornalisti
assassinati
- Intervista con Frank La Rue
(spagnolo) Durante la sua presentazione,
Frank La Rue, relatore speciale delle Nazioni
Unite per la tutela della libertà di espressione, ha segnalato la
forte preoccupazione di questa commissione per l'eccessivo
silenzio vincolato alla violazione dei diritti umani nel Paese. "Sembra
esserci una connivenza basata sul silenzio o un silenzio forzato
dall'intimidazione. E se a questo silenzio aggreghiamo 16 giornalisti e
più di 40 leader sociali assassinati, la situazione diventa molto
critica", ha affermato davanti a un pubblico molto
attento.
Un ulteriore elemento che sta creando
molta preoccupazione a livello internazionale è l'impunità. "L'impunità
è di per sé una violazione dei diritti umani e un invito a
commettere altri crimini. Benché non possiamo segnalare i responsabili
di questi crimini, possiamo sì dire che lo Stato deve investigare e
punire i responsabili", ha detto La Rue.
Si è anche riferito alle recenti dichiarazioni di
Porfirio Lobo, il quale ha accusato certi
settori della società honduregna di usare il
tema dei diritti umani per screditare il Paese. "Il vero
atteggiamento di un governo democratico è di riconoscere le
proprie responsabilità. È assurdo dire che si tratta di una campagna di
discredito internazionale", ha affermato.
Concludendo il suo intervento, il relatore delle Nazioni Unite ha
ribadito l'urgenza di riconoscere che quanto accaduto in Honduras
nel 2009 è stato un colpo di Stato. "Il riconoscimento dell'Honduras a
livello internazionale è positivo, ma solo se avviene partendo dal
riconoscimento del colpo di Stato, perché la storia non può essere
ignorata. La storia - ha continuato La
Rue - segna i popoli e lascia ferite che, se non guariscono,
provocano un dolore profondo e chiudono la porta alla possibilità di
forzare e forgiare una riconciliazione nel Paese. La verità deve essere
riconosciuta", ha concluso. Attori di
fatto Félix
Molina, giornalista honduregno e direttore del programma della
Resistenza che si trasmette su Radio Globo, assicura che "il colpo
di Stato ha rotto l'istituzionalità e ha permesso di avanzare ad altri
attori nazionali, che stavano incidendo sullo Stato prima del golpe.
Stiamo parlando dei gruppi economici che sono dei veri e propri poteri
di fatto nel Paese, il crimine organizzato nelle sue più diverse
manifestazioni, le multinazionali che accaparrano territori, l'industria
estrattivista e delle monoculture, tra gli altri".
Secondo Molina, l'irruzione di questi attori in un
contesto di forte debolezza dello Stato e di militarizzazione della
società si è tradotta in un "evidente peggioramento dell'esercizio
della libertà di espressione, sia per quanto riguarda i mezzi
d'informazione e i giornalisti indipendenti vincolati a processi di
cambiamento sociale e politico, che per la cittadinanza e il
diritto che ha di essere informata". Oltre ai 16
giornalisti assassinati, Molina ha segnalato
un'interminabile serie di attentati e minacce contro i mezzi
d'informazione e gli stessi giornalisti. In tutti questi casi esiste una
totale impunità. "Lo Stato resta indifferente di fronte a questi
episodi. Dimostra disinteresse e non indaga. Non esiste nemmeno una
posizione ufficiale a favore del rispetto della libertà di espressione.
Tutto ciò contribuisce all'aumento dell'impunità", ha affermato.
Ha sottolineato infine il ruolo che certi mezzi di
informazione hanno svolto per "cospirare politicamente a favore della
rottura istituzionale, distorcendo o ignorando la realtà. Tutto ciò
permette mantenere nel silenzio le violazioni ai diritti umani e
contribuisce a peggiorare la situazione", ha
concluso.
© (Testo e Foto Giorgio
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