Messico: Lydia
Cacho, giornalista e attivista dei diritti umani, in pericolo
In Messico giornalisti e operatori
dell'informazione rischiano spesso di essere aggrediti o uccisi a
causa del loro lavoro.
Secondo la Commissione
nazionale per i diritti umani, dal 2000 sono stati uccisi
almeno 70 giornalisti mentre non è nota la sorte di altri 13,
che sono stati rapiti. Nella stragrande maggioranza dei casi, i
responsabili non vengono portati di fronte alla giustizia, creando
un clima di impunità.
Lydia Cacho, giornalista
e attivista dei diritti umani che vive a Cancún, nel sud est del
Messico,
ha iniziato a subire minacce e intimidazioni a partire dal 2005
come ritorsione al suo lavoro di giornalista e attivista dei
diritti umani delle donne.
Negli anni seguenti è stata arrestata, maltratta e ha continuato a
ricevere minacce spesso.
Il 14 giugno Lydia
Cacho è stata nuovamente minacciata di morte via email e per
telefono. In entrambi i casi è stato fatto riferimento
al suo lavoro come giornalista; le è stato chiesto di non parlare
altrimenti
sarebbe stata uccisa e chi l'ha minacciata ha sottolineato che
quello era l'ultimo avvertimento.
Amnesty International
teme per la sua incolumità e chiede al governo messicano di
garantire la sua sicurezza
e avviare un'indagine rapida, completa e imparziale sulle minacce
anonime ricevute e garantire che i responsabili siano portati
davanti alla giustizia.
Firma subito on line
anche tu l’azione urgente di Amnesty International: http://www.amnesty.it/messico_Lydia_Cacho_in_pericolo
UA: 207/11 Index: AMR
41/045/2011 5 luglio 2011 (durata azione urgente 15 agosto
2011)
coord.americalatina at amnesty.it