Comunicato dell’ ABC contro la censura all’ informazione alternativa in Venezuela
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- From: annalisa melandri <annalisamelandri at yahoo.it>
- Date: Tue, 3 May 2011 19:30:02 +0100 (BST)
Comunicato dell’ ABC contro la censura all’ informazione
alternativa in Venezuela Asociación Bolivariana de Comunicadores, ABC Prima, la stessa detenzione di Pérez, la voce dissidente del governo colombiano più
riconosciuta e letta non solo in quel paese; la pagina di ANNCOL riusciva, come
nessun altro mezzo alternativo in
Colombia, a raggiungere le 800mila visite in alcuni momenti di particolare congiuntura
politica, cosa che in Colombia avviene costantemente. Successivamente, un’ora dopo la detenzione di Joaquín, veniva diffuso un comunicato ufficiale, che con il linguaggio caratteristico della destra, indicava le ragioni dell’arresto, dettate non dall’ INTERPOL ma dall’ex consigliere di Álvaro Uribe Vélez, José Obdulio Gaviria, un oscuro personaggio noto per i suoi vincoli con il narcotraffico e il paramilitarismo in Colombia. Poi, il 25 aprile, la convocazione da parte del MINCI ai mezzi di informazione per una conferenza stampa all’aeroporto di Maiquetía
rispetto a una probabile consegna del
compagno, infine la successiva e quasi
immediata cancellazione dell’invito con la motivazione di una momentanea
sospensione di tutto il processo in corso. Per finire, una trasmissione
a reti unificate del governo, passata nello stesso momento in cui stavano
trasferendo Becerra in Colombia. Inoltre, il Ministero dell’ Informazione e della Comunicazione del
Venezuela (MINCI), nella persona del ministro Andrés Izarra, dà disposizione a tutti i mezzi di comunicazione che dirige, di non coprire nessun avvenimento relativo alla solidarietà a Joaquín Pérez Becerra e alle proteste di un ampio settore del popolo
rivoluzionario del Venezuela per la deportazione, per le nuove condizioni della relazione Colombia –
Venezuela e per gli accordi di ambedue i
governi in materia di “sicurezza” e cooperazione militare. E’ deplorevole il ruolo che hanno giocato i mezzi di
informazione che, come la VTV e Telesur, si sono distinti per la loro assenza
nei luoghi cruciali dove si è manifestata la risposta della sinistra rispetto
al caso di Joaquín Pérez. I loro racconti si sono limitati ai comunicati di governo e alle accuse della Colombia sui presunti crimini commessi dal direttore di
ANNCOL. Sono venuti meno alla verità e soprattutto all’impegno di
trasformare il Venezuela nello spazio di costruzione di una stampa impegnata
con gli interessi delle masse popolari,
con la rottura del pensiero unico e con
l’ egemonia mediatica capitalista che ha contribuito a consolidare questo
feroce sistema. Telesur e altri mezzi di informazione sono venuti
meno al principio socialista di costruire una comunicazione per la liberazione.
Attraverso questo comunicato rispondiamo anche a Iván
Maiza che nell’unico articolo di opinione pubblicato da TeleSUR, in cui, più o
meno assicura che il comunicatore bolivariano si è andato a cercare il suo
arresto (come le donne che usano la minigonna sono colpevoli delle violenze che
subiscono – nostro commento). Dice Maiza che il movimento di sinistra è probabilmente
infiltrato da “alcuni compagni” o da qualche “partito rivoluzionario” che hanno
fatto dei piani per sabotare le strategie pianificate dal Comandante. Anche costruendo
trappole ai danni dei compagni di lotta?
Compagni che non accettando la decisione di avvicinarsi a Santos sono disposti
a fare qualsiasi cosa che possa “minare la fiducia” tra Chávez e il suo popolo, tra
Chávez e i “popoli del continente”. No, signor Maiza e signori di TeleSUR, noi direttori dei mezzi di informazione alternativi
che abbiamo invitato in qualche occasione Joaquín Pérez Becerra per consolidare un
progetto di comunicazione bolivariana, né lavoriamo né tanto meno facciamo accordi diplomatici con il DAS. Noi abbiamo invitato in Venezuela in diverse occasioni Joaquín
perché eravamo assolutamente sicuri che
il nostro governo non avrebbe mai deportato al governo fascista colombiano un militante
impegnato con la verità, con gli ideali bolivariani, un militante che ha sempre
difeso in Europa questo processo che rappresenta la speranza
dell’America latina. Chi avrebbe mai immaginato che una deportazione così vile e
lontana dal diritto (perfino quello borghese), sarebbe stata possibile nel paese con il
maggior numero di emittenti comunitarie dell’America latina, il paese nel quel
si sono svolti tanti incontri, congressi e dibattiti sul ruolo dei mezzi di
informazione nella costruzione della Nostra America; l’unico paese dell’America
latina dove c’è un processo rivoluzionario che dice di essere socialista; il
paese del premio Rodolfo Walsh alla
comunicazione popolare. Proprio nel corso dell’incontro della fondazione della Asociación Bolivariana de Comunicadores (ABC) che realizzammo nel dicembre del 2008 e
nella quale partecipò anche Joaquín Pérez, decidemmo in sede
plenaria che la sede della ABC sarebbe stata a Caracas per essere stata questa
città la culla del nostro libertador
Simón Bolívar e il luogo più sicuro contro la censura, le persecuzioni e la
diffamazione della destra. Scegliemmo Caracas perchè consideravamo che il Venezuela
avesse bisogno di una Associazione che smontasse le calunnie della stampa
borghese e del suo Colegio Nacional de
Periodistas. Considerammo che Caracas doveva essere la capitale dell’unità
latinoamericana nel settore della comunicazione alternativa. Dicemmo quindi allora, come già in altre occasioni al nostro caro amico: “compagno Joaco, vieni
che questa è una terra liberata”. Ci siamo
sbagliati! Annalisa Melandri L'uomo è nato libero ed è ovunque in catene. J.J. Rousseau La rivoluzione è un fiore che non muore La revolución es una flor que no muere www.annalisamelandri.it http://boicottaisraele.wordpress.com http://conferenzamondialedonne.wordpress.com |
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