Italiani detenuti a Santo Domingo visitati in carcere: situazione al limite dell’umano. E il Consolato?
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- Date: Sat, 25 Sep 2010 04:36:18 +0000 (GMT)
Italiani detenuti a Santo Domingo visitati in carcere:
situazione al limite dell’umano. E il Consolato? tratto da Secondo Protocollo. e su www.annalisamelandri.it Si è svolta mercoledì mattina una visita in carcere agli
italiani detenuti a Santo Domingo nella struttura di San Cristobal onde
verificare sia la loro situazione, specie dopo la nostra denuncia del 14
settembre, sia le condizioni di detenzione. Ad effettuare l’importante visita
sono stati Annalisa Melandri, giornalista e attivista dei Diritti Umani che
collabora con diverse Ong sudamericane e con le più importanti Istituzioni
mondiali, e il Dr. Manuel Mercedes, presidente della Commissione Nazionale dei
Diritti Umani della Repubblica Dominicana, nonché avvocato. Il quadro emerso da questa visita è a dir poco drammatico.
Annalisa Melandri e il Dott. Mercedes hanno incontrato i tre detenuti italiani
presenti nella struttura, Ambrogio Semeghini, Luciano Vulcano e N.M. (il nome
al momento è omesso per ragioni di privacy) e li hanno trovati “estremamente
provati dalla detenzione”. Non solo, da questa visita emerge un quadro a dir
poco vergognoso sul comportamento del Consolato Generale italiano che
oltretutto fornisce informazioni incomplete e “fuorvianti” sul suo operato allo
stesso Ministero degli Affari Esteri. Ma di questo ne parleremo più avanti. Ora
la situazione dei tre detenuti. Ambrogio Semeghini, il detenuto che ha fatto lo sciopero
della fame citato nell’articolo del 14 settembre, durante lo sciopero è andato
subito in disidratazione tanto da essere posto in ricovero. Annalisa ci informa
che “il Sig. Semeghini non vede da un occhio, che aveva perso già prima di entrare in carcere ma gli
addetti del Patronato (una specie di ONG che ha un piccolo ufficio in carcere e
che si occupano delle loro condizioni e situazione, sono volontari) hanno detto
che rischia di perdere l’altro e che avrebbe bisogno di visite specialistiche
ma che non gli vengono fornite. Gli mancano quasi tutti i denti, almeno dalla
parte anteriore e, se le cose non cambieranno, riprenderà lo sciopero della
fame lunedì prossimo. Il responsabile dei detenuti dell’Ambasciata italiana lo
ha visto la prima volta dopo 59 giorni di detenzione e lo vede una volta ogni
tre/quattro mesi. In totale, da quando è detenuto, lo ha visto tre volte. E’ in
carcere dal 19 dicembre 2009 ed è in attesa di giudizio. Luciano Vulcano, anche lui in attesa di giudizio da 11 mesi,
è in una situazione di salute “molto
compromessa”. Ha contratto diverse infezioni in carcere e prende antibiotici da
maggio, ha inoltre problemi di ritenzione idrica dovuti alla scarsa qualità
dell’ acqua. Come gli altri è costretto a dormire in terra e a comprare l’acqua
ma non sempre lo possono fare perché non hanno i soldi per farlo. Sono
costretti quindi a bere l’acqua malsana del carcere. E’ stato arrestato con una
accusa del tutto inventata il 23/10/2009 ed è stato visitato la prima volta 33
giorni dopo il suo arresto. Da quando è in carcere ha avuto solo due visite
consolari. N.M. è l’unico dei tre che ha una pena definitiva. Ha avuto
tre pre-infarti e le sue condizioni di salute sono del tutto precarie (per non
dire gravi). E’ a soli quattro mesi da fine pena ma se fosse stato minimamente
assistito (non dico nemmeno degnamente) sarebbe fuori dl carcere da un anno e
mezzo usufruendo della condizionale. Le condizioni igienico sanitarie in cui vivono i tre –
continua Annalisa nel suo rapporto – sono terribili, dormono in terra a meno di
non pagare 1500 pesos al mese, bevono acqua igienicamente malsana a meno di non
comprare bottigliette, le medicine di cui hanno bisogno in gran quantità le
devono comprare a proprie spese, devono pagare per andare in bagno e per tutto.
Testimoni all’interno del carcere sostengono che per il fatto di essere
italiani sono particolarmente
discriminati e gli si chiede soldi per tutto. E adesso veniamo al comportamento del Consolato. A seguito
di una nostra richiesta al Ministero degli Affari Esteri in merito alla
situazione dei tre italiani e in particolare sulle condizioni di salute del
sig. Semeghini che stava facendo lo sciopero della fame, il Consolato
rispondeva che il Semeghini aveva fatto “solo due giorni di sciopero della
fame” dimostrando così che proprio non si erano interessati alla vicenda. Infatti
martedì scorso il direttore del carcere e il medico della struttura carceraria
ci confermavano che non solo il sig. Semeghini aveva protratto il suo sciopero
della fame per 13 giorni, ma addirittura che dal quinto giorno era stato
ricoverato coattivamente in infermeria a causa della sua fortissima
disidratazione, versione poi confermata dallo stesso Semeghini durante la
visita di mercoledì. Il Consolato in Santo Domingo faceva poi sapere che i tre detenuti erano “attivamente assistiti”
anche attraverso l’erogazione di “contributi”, cosa vera solo in parte in base
a quello che si evince dal report della visita in carcere. Sarebbe poi
interessante sapere quale sia il grado di “assistenza attiva” che intendono al
Consolato di Santo Domingo, perché a quanto pare di attivo c’è molto poco. In
ogni caso non intendiamo imbastire una polemica pubblica con il Consolato di
Santo Domingo, lo faremo privatamente attraverso il Ministero degli Esteri al
quale oggi è andato il report. Ma è chiaro che qualcuno del Consolato non la
racconta giusta. Ringraziamo Annalisa Melandri e il dott. Manuel Mercedes per
l’impegno profuso nella difesa dei Diritti dei detenuti in Santo Domingo e
nella denuncia di questa assurda situazione che in qualche modo dovremo
contribuire a cambiare. Concludiamo ringraziando l’Onorevole Raisi (FLI) per
l’interrogazione parlamentare in merito allo sciopero della fame effettuato da
Ambrogio Semeghini anticipandogli però che, se mai avrà una risposta, questa
sarà la solita risposta ciclostilata dove si dirà che “il Ministero degli
Esteri attraverso le dipendenze consolari segue il caso con molta attenzione e
sta facendo tutto il possibile per……bla, bla, bla…”. Speriamo che questa volta
non sarà cosi e rimaniamo a disposizione di chiunque ne abbia titolo e voglia
leggere integralmente il rapporto sulla visita nel carcere di San Cristobal
effettuato da Annalisa Melandri e dal Dr. Manuel Mercedes, presidente della
Commissione Nazionale dei Diritti Umani della Repubblica Dominicana. Sulla cosa
e sulla visita in carcere si sarebbe ancora moltissimo da scrivere ma lo spazio
è tiranno e quindi lo faremo nel dettaglio i prossimi giorni. Secondo Protocollo Annalisa Melandri L'uomo è nato libero ed è ovunque in catene. J.J. Rousseau La rivoluzione è un fiore che non muore La revolución es una flor que no muere www.annalisamelandri.it http://boicottaisraele.wordpress.com http://conferenzamondialedonne.wordpress.com |
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