Fw: Clamori dalla Colombia




 
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Sent: Friday, September 03, 2010 11:45 PM
Subject: Clamori dalla Colombia

07/08 – INVESTIGATORE DELLA POLIZIA COLOMBIANA AMMETTE MANIPOLAZIONI DI PROVE GIUDIZIARIE

L’investigatore della Polizia colombiana Ronald Coy, testimone dell’accusa nel processo contro la dirigente del sindacato FENSUAGRO, Liliany Obando, per presunti vincoli con l’insorgenza delle FARC-EP, ha ammesso di aver

manipolato le informazioni che si trovavano nel pc “recuperato” dopo l’attacco perpetrato dall’Esercito colombiano in Ecuador, il 1 marzo del 2008. Alla domanda “…accedette alle informazioni e le manipolò prima che le stesse fossero sottoposte ad accertamento giuridico, senza che esistesse allora l’autorizzazione legale per farlo?” La risposta è stata inequivocabile: “Sì signore”.
Il presunto contenuto del pc appartenete al Comandante Raúl Reyes, assassinato a sangue freddo su ordine del neoeletto presidente Juan Manuel Santos (allora Ministro della Difesa), è stato usato per imbastire una campagna martellante di criminalizzazione orchestrata dal governo Uribe e diretta contro tutti coloro che si sono adoperati per facilitare una soluzione politica e pacifica della guerra in corso.
La profonda corruzione in cui versa il sistema giuridico colombiano non è che lo specchio della necrosi di una classe politica mafiosa, espressione di un’oligarchia sanguinaria, che non riesce più a reggere le contraddizioni generate dalla profonda diseguaglianza sociale; e che deve ricorrere alla menzogna per permettere a una cieca “comunità internazionale” di continuare a riconoscere questa cricca di criminali, invece di processarli per crimini di lesa umanità.

 

14/08 - UNASUR ESAMINERA’ PIANO DI PACE PER LA COLOMBIA

Attenzione: apre in una nuova finestra.La senatrice colombiana Piedad Cordoba, in qualità di portavoce dei “Colombiani per la Pace ”, ha annunciato che presenterà ufficialmente nei prossimi giorni in Argentina una proposta di pace che includa dialoghi con tutti

i soggetti armati del conflitto, tanto statali e parastatali come guerriglieri, con l'appoggio e l'accompagnamento dei paesi di UNASUR. L'iniziativa conta con l'appoggio del presidente di UNASUR ed ex presidente argentino Nestor Kirchner, e sarà discussa nella prossima riunione di tale organismo multilaterale. Specialmente i paesi confinanti con la Colombia sono interessati al fatto che si possa trovare una soluzione politica alla guerra civile che insanguina la Colombia da oltre 60 anni, visto che l’escalation bellicista del governo colombiano ha messo a rischio la sicurezza dell'intera regione, e quasi tutti i paesi latinoamericani, pur con diversi accenti, hanno condannato la massiccia presenza militare nordamericana nel vicino paese e l'attacco criminale perpetrato in Ecuador dall'esercito colombiano il 1 marzo 2008. Le sette basi statunitensi sono infatti una diretta minaccia ai processi progressisti e antimperialisti della regione, e la strategia bellica del Pentagono, eseguita supinamente da Bogotá, mira ad estendere ed internazionalizzare il conflitto colombiano al fine di destabilizzare in modo particolare il Venezuela, sede della riserva petrolifera più grande del mondo. Risulta fondamentale che dopo l'annuncio del Comandante in Capo delle FARC-EP, Alfonso Cano, in merito alla disponibilità della guerriglia a dialogare con il governo colombiano per trovare una soluzione civilizzata alla guerra civile in corso, i paesi latinoamericani danneggiati dalla corsa guerrafondaia dell'oligarchia colombiana, e per questo legittimati a rifiutare tale minaccia e ad intervenire diplomaticamente nella costruzione di un dialogo tra le parti belligeranti, sappiano esercitare una adeguata pressione nei confronti dell'unico soggetto regionale che ha sistematicamente rifiutato ogni proposta di pace, il governo colombiano sponsorizzato da Washington.

 

 

18/08 - BIMBO DI 11 ANNI ASSASSINATO DALL’ESERCITO, E LA POPOLAZIONE INSORGE NEL SANTANDER

Attenzione: apre in una nuova finestra.Gli abitanti del municipio di El Tarra, nel dipartimento di Santander, si sono rivoltati contro l’Esercito dopo che lo stesso aveva assassinato un bambino di soli undici anni, e ferito gravemente altri tre minorenni. Di fianco al

cadavere del minore trucidato, i militari hanno “seminato” una pistola al fine di giustificare “l’abbattimento di un pericoloso sovversivo”. Affermazioni, queste, smentite dalla stessa popolazione locale la cui rabbia si è tradotta in una forte protesta. Negli scontri sono stati dati alle fiamme tre veicoli militari pesanti e la sede locale della Banca Agraria, il Palazzo municipale è stato bersagliato da ripetute sassaiole e i militari sono stati assediati ed obbligati a rifugiarsi nella caserma del battaglione fino a notte fonda.
Questo non è che l’ennesimo “falso positivo”; pur di presentare risultati  sul piano militare (ad onor del vero, tutt’altro che esaltanti), l’Esercito colombiano non esita a trucidare anche dei bambini pur di farli passare per  guerriglieri e incassare premi e benefici per questi “atti di eroismo”.
Il popolo, questa volta, non è stato a guardare con le mani in mano, ed esigendo giustizia ha fatto sentire la propria voce agli assassini in divisa. Una risposta decisa e senza paura all’ennesimo crimine di Stato, la cui impunità può essere scongiurata esclusivamente attraverso la lotta popolare, sistematica e tenace, contro il regime fascista dell’illegittimo Juan Manuel Santos.

 

 

20/08 - MORALES E CHÁVEZ CRITICANO DURAMENTE LA PRESENZA MILITARE STATUNITENSE IN COLOMBIA

Attenzione: apre in una nuova finestra.

Il 15 agosto, in occasione della chiusura del IV Forum Sociale delle Americhe, il presidente boliviano Evo Morales ha dichiarato che “dove esistono basi militari non si garantisce la dignità, l'integrazione e lo sviluppo”, con

riferimento alle basi militari statunitensi in Colombia. “L'imperialismo cerca di dominarci e sottometterci. Col pretesto della lotta contro il terrorismo ed il narcotraffico, intende impossessarsi delle nostre risorse naturali”, ha proseguito.
Il Forum, al quale hanno assistito circa 10.000 partecipanti dall'America Latina e dall'Europa, si è concluso con un'esortazione a movimenti, organizzazioni e reti sociali del continente a raddoppiare gli sforzi nella lotta per la sovranità dei popoli della regione.
Dal canto suo, il presidente venezuelano, Hugo Chávez, in un'intervista telefonica rilasciata alla televisione di stato venezuelana lunedì 17 agosto, ha avvertito che gli Stati Uniti hanno la capacità di provocare un incidente alla frontiera fra Venezuela e Colombia, con l'obiettivo di destabilizzare la regione, reiterando la sua preoccupazione per le basi militari statunitensi in Colombia, e indicando che esse rappresentano una minaccia costante: “Rappresentano un pericolo permanente, a tutte le ore”, ha chiarito il mandatario venezuelano. “Queste sette basi militari in Colombia sono una vera minaccia”, ha ribadito, aggiungendo che “deve essere molto cinico un politico che non lo riconosca, o molto ignorante oppure molto ingenuo”.
Chávez ha inoltre evidenziato che in una recente riunione di Unasur (Unione delle Nazioni Sudamericane) è stato ratificato il concetto per il quale ogni paese è libero di fare accordi con altre nazioni, purché questi non compromettano la sicurezza delle nazioni vicine.
L'accordo fra Colombia e USA, la cui legittimità è stata negata dalla Corte Costituzionale colombiana negli ultimi giorni, rappresenta un reale pericolo per i paesi vicini (Venezuela in primis), poiché costituisce uno strumento fondamentale per un intervento militare degli Stati Uniti nella regione.
Tale accordo si configura come una completa svendita della sovranità nazionale, posto che,  ad esempio, i velivoli nordamericani hanno accesso libero al territorio colombiano ed è previsto l'uso di infrastrutture della rete di telecomunicazioni “senza richiesta, né concessione di licenza né costo alcuno”; il posizionamento di stazioni di ricevimento di onde radio e televisive da satellite, nonché l'ingresso di personale degli Stati Uniti in Colombia senza passaporto.
Tali privilegi sono accordati a militari e civili statunitensi, ai loro coniugi e figli, a contractors e personale vario. Come ciliegina sulla torta, in un paese martoriato dal narcotraffico internazionale, supportato da mafie, paramilitari e militari colombiani (e dal narcogoverno di Uribe prima e di Santos poi), e noti gli innumerevoli casi di militari yankee loro complici, l'accordo prevede l'immunità giudiziaria per i nordamericani coinvolti in attività illecite e/o crimini di guerra.