Fw: MININOTIZIARIO AMERICA LATINA n 86



Questo mininotiziario esce un mese dopo il precedente. Nel frattempo si è
tenuto il II seminario organizzato dalla Fondazione Neno Zanchetta (Cortona
9-11 luglio) su cui riferiremo in uno dei prossimi numeri del
Mininotiziario. In questo numero che giunge in piena calura estiva vi
proponiamo tre notizie su cui riflettere.

COLOMBIA : CABILDO ABIERTO PER I 200 ANNI DI "INDIPENDENZA"
In Colombia i popoli indigeni e i movimenti sociali hanno celebrato lo
scorso 10 luglio a Bogotà, con il Cabildo abierto a conclusione di una
marcia da varie parti del paese, il "loro" duecentesimo anniversario dell'indipendenza. Riporto dal libro America latina : L'arretramento de los de arriba un testo significativo di Henrique Dussel sulle attese della "nuova indipendenza" in occasione dei 200 anni dall'indipendenza che più o meno cade per quasi tutti
i paesi iberoamericani nel 2010. In quasi tutti i paesi alle celebrazioni
ufficiali si sono opposte delle contromanifestazioni, tutto sommato, ad
oggi, di portata limitata. Forse la più significativa questa tenutasi in
Colombia.

1810 : UN NUOV0 OCCULTAMENTO DELL' ALTRO ? di Enrique Dussel [1]

Nel 1982 lanciammo con alcuni colleghi un appello per cominciare a pensare
al quinto centenario della cosiddetta scoperta dell' America del 1492. Le
mie lezioni del 1992 all' Università di Francoforte apparvero in un libro
che intitolai 1492; el encubrimiento del Otro. Ora desidero lanciare ancora un progetto per iniziare a pensare alla critica del secondo centenario delle
lotte latinoamericane per l' emancipazione nazionale dell' inizio del XIX
secolo (1810-2010).

Sarebbe necessario anticipare le celebrazioni patriottiche che esalteranno
una volta di più gli eroi passati seppellendo sotto terra quelli attuali. In
vista di quel 1492 fu necessario anticiparsi rispetto alle celebrazioni
ispanofile che avrebbero lanciato le campagne dell' <<incontro delle due
culture>>. Infatti la prima, quella ispanica, aveva massacrato impunemente
la seconda, quella Amerindia. Credo che in quegli anni <<vincemmo>> con la
nostra interpretazione e l' anniversario si rivoltò contro Cristóbal Colón
(perfino la sua statua, eretta nel 1877, fu ribaltata nell' Avenida
Reforma[2]) ed a favore degli indigeni latinoamericani. Il genocidio fu
riconosciuto e l' invasione del continente del 1492 fu chiaramente ripudiata
a livello mondiale. Perfino a Felipe Gonzáles andò di traverso la sua
Esposizione internazionale di Siviglia dove tutte le nazioni latinoamericane
furono presenti..meno una, la nazione indigena, che fu totalmente assente.

Analogamente ora lanciamo il tema: 1810 : il nuovo occultamento del medesimo
Altro. Se nel 1492 fu l' indigeno americano colui che fu sepolto sotto la
immagine dell' Altro, l' europeo - come ha mostrato Armando Bartra - e
perciò parliamo di occultamento e non di scoperta - occultamento dell'
oppresso, del violentato, dell' assassinato o dell' obbligato alle
encomiendas[3] etc. - nel 1810 accadde altrettanto: il medesimo Altro - il
naturale, i popoli originari di questa terra, oltre agli africani schiavi,
sarà - tre secoli dopo - l' oscurato sotto il processo di una emancipazione
sfruttata dai creoli[4], e non da essi.



Il prossimo governo messicano eletto[5] sarà al potere nel 2010. Ad esso
spetterà la celebrazione del secondo centenario dell' emancipazione
(1810-2010). Il primo fu celebrato in tutta l' America latina dalle elites
creole, bianchi nati in questa terra, oligarchie che ancora erano al potere,
sebbene la Rivoluzione del 1910 avesse loro ricordato che tutto poteva
cambiare.[6] Però in realtà poco cambiò.

Restarono al potere più o meno gli stessi che lo stavano esercitando fin dal
secolo XIX al servizio dei nuovi imperi di turno (dell' Inghilterra, della
Francia o degli Stati uniti).

La colonialità del potere (come ricorda il peruviano Aníbal Quijano) è
profondamente razzista: i bianchi continuarono a governare, promuovendo come
bianchi onorari alcuni meticci o indigeni, come dice il brasiliano Hugo
Assmann.


Sto proponendo, perciò, che non si tratti di un mero celebrare, ma di
sottoporre a giudizio l' emancipazione. Si dovrebbe distinguere chiaramente
fra i caudillos6 degli indigeni e degli schiavi dal popolo propriamente
detto, come pure fra Miguel Hidalgo o José Maria Morelos7 e Primo Verità
(creolo) o Iturbide.8 Dobbiamo ricordare che vi furono in quel processo tre
protagonisti: uno uscì vittorioso, due furono sconfitti; uno giustamente
mentre l' altro reclama tuttora giustizia.

I creoli, bianchi nati in queste terre, uscirono vittoriosi. Promossero un
concetto di sovranità basato sugli ayuntamentos9, e per questo, una volta
liberati dal re, poterono esercitare il potere da soli, escludendo il popolo
dei poveri: indigeni ed ex schiavi, cioè l' Altro occultato. I creoli,
coloniali per mentalità e interesse, furono la cinghia di trasmissione di
tutta la fase neocoloniale nella quale ci troviamo ancora oggi. Dovrebbero
essere giudicati !

Gli spagnoli, i gachupines,10 furono sconfitti. Avevano affermato che la
sovranità apparteneva al re di Spagna, nominato direttamente da Dio, sebbene essi fossero, evidentemente, gli usufruttuari. L' alleanza con l' imperatore
Iturbide durò poco. Così sono stati già giudicati dalla storia.

Il popolo propriamente detto, quelli di sotto, il <<blocco sociale degli
oppressi>> e degli esclusi, secondo la definizione di Gramsci, cioè gli
indigeni, gli afroamericani, i meticci, gli impoveriti, gli
emarginati..furono carne da cannone nelle guerre dell' emancipazione; furono
gli sconfitti dai conservatori e dai liberali, furono gli strumentalizzati
(come Villa e Zapata) della Rivoluzione - come dimostra bene Arnaldo
Córdoba - e poi resi massa obbediente nelle corporazioni sindacali e
politiche dei <<70 anni>>,11 eccettuando il governo di Lázaro Cárdenas.
Questo popolo fu nuovamente occultato. Dapprima era stato occultato nel 1492
con la cosiddetta scoperta (che fu in realtà l' invasione di questo
continente), e successivamente sempre lo stesso indigeno fu nuovamente
occultato nel 1810 con la cosiddetta emancipazione (che fu un cambio" di
posizioni della classe dominante nello stesso <<blocco storico al potere>>
che da coloniale ispanico divenne neocoloniale creolo).

Si avvicina il 2010. Sarà semplicemente un nuovo occultamento dello stesso
Altro? Cioè un 2010 di perenne colonialismo dell' Altro dopo l'
emancipazione. O forse, chi sa, 2010 verso la seconda emancipazione a
partire dal potere liberatore dell' Altro.

COSTA RICA : RINUNCIA ALLA SOVRANITA' NAZIONALE

Il parlamento del Costa Rica, il paese che nel 1949 aveva rinunciato ad
avere un esercito curando di più con i fondi così risparmiati le politiche
sociali, facendone il paese meno ingiusto e più pacifico del Centro America, nei giorni scorsi ha votato con larga maggioranza, l'ingresso nel paese, di 46 navi da guerra statunitensi con 200 elicotteri e 7.000 marines. In tutto oltre 13.000 uomini. Il motivo? Combattere il narcoraffico. Fra le unità la
nuovissima portaerei MakinIsland, che come potete immaginare è strategica
per la lotta ai narcotrafficanti.. Per saperne di più alleghiamo un articolo
di Atilio A. Boron tratto da Rebelión: ¿Por qué desembarcan los marines en
Costa Rica? Le condizioni trattate sono tali da equivalere a una rinuncia
della sovranità nazionale: i militari potranno muoversi liberamente nel
paese o uscire e rientrare senza bisogno di alcun permesso e le loro azioni
non sono soggette alla giustizia costarricense, neppure per atti di
criminalità comune.

MESSICO

E' il paese, assieme alla Colombia, dove meglio si vedono gli effetti della
militarizzazione mirata a contrastare il narcotraffico : 26.000 morti fra
militari, polizia, popolazione civile e..narcotrafficanti. Ma i veri
obbiettivi sono ben esposti in un articolo di Carlos Fazio su La Jornada che
ben si integra con quello di Boron. (Questo tradotto in italiano!)

[1] Argentino, laureato in filosofia alla Università Centrale di Madrid, in
storia alla Sorbona di Parigi e in teologia. Membro fondatore della
Associazione Ecumenica di Teologia del Terzo Mondo oggi vive in Messico dove
insegna al Centro de Estudios Latinoamericanos della facoltà di filosofia
della UNAM. Dei vari libri, pochi dei quali tradotti in italiano, ricordiamo la fondamentale opera da lui curata 1492-1992 - La Chiesa in America Latina
, il rovescio della storia - Ed. La Cittadella 1992.



[2] A Città del Messico.

[3] L' encomendero era un conquistatore che aveva a disposizione un gruppo
di indigeni da far lavorare al proprio servizio.

[4] Criollo : discendente di europei nato in America.

[5] Le elezioni in Messico si sono tenute a giugno 2006, dopo che l' autore ha scritto questo testo, e il governo resterà appunto in carica per 6 anni.

[6] Riferimento alla rivoluzione di Zapata e Villa

6 Capo autoritario di un gruppo politico o di una comunità.

7 Eroi dell' indipendenza messicana.

8 Governatori dispotici.

9 Struttura territoriale simile al Municipio.

10 Gli spagnoli immigrati.

11 Gli anni durante i quali è rimasto al potere, dal 199 al 2000, il Partito
Rivoluzionario Istituzionale.

Allegato Rimosso
Allegato Rimosso