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Il Peru' di Garcia
- Subject: Il Peru' di Garcia
- From: "gaia.capogna at tin.it" <gaia.capogna at tin.it>
- Date: Sat, 26 Jun 2010 13:42:08 +0200 (CEST)
Il MANIFESTO 25.06.2010
09 INTERNAZIONALE
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BALCONE
TRANSNAZIONALI E CINA NON DEVONO AVERE FRENI
Perù: veto di García a una legge indigena
Per il presidente peruviano Alan García (foto) gli indigeni devono restare al loro posto. L'ultimo della scala sociale. Così ha rifiutato di firmare una legge approvata dal Congresso che attribuiva alle popolazioni native della selva amazzonica e delle montagne andine più potere di controllo sui progetti di sfruttamento di progetti minerari, petroliferi e gassiferi che procurano miliardari profitti alle compagnie trans-nazionali o a paesi affamati di eneregia come la Cina ma danni catastrofici all'ambiente (sociale oltre che naturale) e nessun beneficio economico per le popolazioni locali. Giusto nel giugno di un anno fa nella provincia settentrionale di Bagua, in Amazzonia, si scatenò l'inferno (34 morti) dopo mesi di tensioni fra le comunità indigene e la polizia. I decreti governativi contestati furono ritirati e il Congresso aveva poi approvato una legge che dava più voce in capitolo ai nativi. Ma Garcia che in nome degli investimenti stranieri e dello «sviluppo» ha svenduto le ricchezze minerarie ed energetiche del paese alle compagnie straniere e alla Cina, ha detto di non poter permette che le comunità indigene possano frenare «la crescita economica» del Perù: «il Perù è per tutti i peruviani», si è giustificato con una delle sue solite frasi demagogiche ad effetto. «Consultare» gli indigeni sì, dar loro «potere di veto» no. Nonostante i suoi altissimi indice di crescita economica, il Perù resta sempre uno dei paesi più poveri e diseguali dell'America latina e i profitti miliardari finiscono nelle tasche non degli indigeni amazzonici e andini ma dell'oligarchia locale vecchia e nuova o nei bilanci delle transnazionali. La legge non faceva che mettere il Perù in linea con i trattati dell'Onu e dell'Organizzazione internazionale del lavoro, peraltro firmati da Lima. Il rifiuto di Garcia di firmare la legge, che così torna al Congresso che però alla fine di questa settimana entra in recesso estivo per due mesi, è stato criticato dall'opposizione parlamentare e dai gruppi indigeni e dei diritti umani.
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